08 mag 2018
di belfagor
E’ stata battezzata la “strada della morte” ed effettivamente è una delle strade più pericolose d’Italia. . Stiamo parlando della famigerata “Scorrimento veloce Palermo- Agrigento” , la strada che collega i due capoluoghi di provincia, che negli anni ha mietuto centinaia di vittime.
E’ costituita da due strade statali: la SS121 ”Catanese” e la SS 189 ”Della Valle dei Platani” e costituisce il principale asse di collegamento della Sicilia nord occidentale, la strada che unisce il nord con il sud dell’isola.
Voluta fortemente dalla Regione Sicilia alla fine degli anni '50, era stata pensata come un'autostrada a due corsie, ma, come capita spesso in Sicilia, le ambizioni iniziali furono notevolmente ridimensionate . Ci si dovette accontentare di un normale S.S. Pur essendo detta, impropriamente, a scorrimento veloce, la strada presenta molte intersezioni a raso e altre caratteristiche che la rendono inadeguata per un traffico intenso e veloce.;
La pericolosità della strada sta proprio in questa ambiguità di fondo.
Come capita spesso nelle nostre opere pubbliche, fu mal progettata, realizzata con asfalto di pessima qualità, con frequenti viadotti che presentano evidenti infiltrazioni di acqua, senza illuminazione lungo il tragitto , con svincoli stretti , incroci pericolosi, trazzere che si immettono direttamente sulla strada e case costruite lungo il percorso..
Fin dalla sua inaugurazione era evidente che la strada era mal progettata e pericolosa tanto che l’ANAS ,negli anni '80, decise che era necessario “ ammodernarla “per garantire un maggiore flusso veicolare ma soprattutto una maggiore sicurezza.
Ma per anni nessun intervento significativo fu eseguito. Furono eseguiti solo alcuni interventi per risolvere le maggior criticità.. Alcune di queste opere , che dovevano ridurre tali rischi, si sono rivelati un disastro. Il caso emblematico e il sottopassaggio- svincolo di Bolognetta, che solo parzialmente è entrato in funzione perché, dopo che era stato realizzato.,ci si rese conto che era pericoloso,
Nel 2011, il Consiglio di amministrazione dell’Anas, approvò finalmente un progetto per i lavori di ammodernamento del tratto Palermo-Lercara Friddi, il più pericoloso e il più trafficato, che dalla rotatoria di Bolognetta si snoda tra valli e pianure fino allo svincolo Manganaro.
L’intervento, su un tratto di appena 37 chilometri, prevedeva anche una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti e 12 svincoli che avrebbero permesso di collegare altrettante località. Oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti, posa di un nuovo asfalto drenante capace di defluire le acque anche in caso di forti piogge.
Era previsti persino otto chilometri con “quattro corsie” ,come un autostrada, e nessuno di quei pericolosi svincoli " a raso". Tale progetto fece storcere il naso a molti
" Con l'avvio dei lavori -affermò l' amministratore unico dell' ANAS.. Pietro Ciucci - si mantiene l’impegno preso dall’Anas per la prosecuzione dell’ammodernamento dell’itinerario Palermo-Agrigento che rappresenta una priorità strategica per la viabilità siciliana”.
I lavori iniziarono nel 2013 e dovevano concludersi entro il 2016. Effettivamente i primi mesi i lavori procedettero speditamente.
Il 23/12/2013 fu inaugurato il Viadotto Scorciavacche, in anticipo rispetto ai tempi previsti.. Era un momento importante perché il Viadotto rappresentava l’opera più impegnativa di tutto il progetto Peccato che …..sette giorni dopo metà carreggiata crollo.
Fu l’inizio della fine.
Il crollo non causo nessuna vittima, ma in un attimo si sbriciolò un investimento da 13 milioni di euro e la credibilità dell’ ANAS .
La Procura di Termini impiego più di due anni e mezzo per dissequestrare l’area e chiudere l’inchiesta. Ma nonostante ciò, i lavori sul Viadotto non sono mai ripresi.
Da allora i lavori sembrano andare al rallentatore. Si aprono cantieri nuovi, si licenziano operai, si creano deviazioni degni delle più impegnatine gare di rally, si installano semafori ( attualmente sono sei ma nel passato sono stati anche più di 10) , si tracciano percorsi alternativi degni di una strada di montagna ma i lavori stentano a decollare. E la sera, visto l’assenza di illuminazione, è preferibile evitare tale strada se non hai un cuore forte e prontezza di riflessi.
E’ impressionante vedere TIR affrontare percorsi accidentali, con il rischio di cappottare e lunghe file di auto, camion, TIR, Autobus e autobulanze procedere a passo d’uomo dietro un trattore.
Prima dei lavori di “ ammodernamento” si raggiungeva Agrigento in circa 2 ore, ora ne occorrono più di tre. E il peggio deve ancora venire.
I lavori dovrebbero concludersi entro il 2018 ma, considerando che l’opera è ancora in alto mare, difficilmente tale scadenza sarà rispettata, anche perché i finanziamenti sono finiti e da tempo il personale viene gradualmente ridotto .Il 4/4/18 la presidente della commissione Ambiente dell’Ars, l’on. Giusi Savarino, ha evidenziato pubblicamente ciò che tutti avevano notato «L'errore in questa strada è stato quello di aprire un cantieri unico lungo i 38 km, invece di procedere per lotti. Purtroppo stiamo intervenendo su errori fatti nel passato».
P.S. La cosa che rende ancora più drammatica la situazione è l’assenza di strade alternative. La S.P. 77 e 77 bis sono ridotte a trazzere che in alcuni tratti sono interrotte. a causa di frane. Forse , invece di progettare in grande una strada con “quattro corsie come le autostrade”, sarebbe meglio chiudere l’opera al più presto e mettere la parola fine su questo triste capitolo.. I siciliani sono stanchi di “ grandi incompiute”
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