Post correlati

8 Thoughts to “”

  1. Orazio

    Ho visionato l’area con google earth ed in effetti si tratta di un quadrilatero di edifici con un ampia corte interna.

    Sarebbe interessante sapere di cosa si sia trattato e chi siano i proprietari. Gli edifici hanno pregio pari a quasi zero, si potrebbe pensare a qualcosa di architettonicamente rilevante da realizzare al loro posto, magari su progetto di qualche architetto di effettiva fama.

    Quanto al passato vediamo se Belfagor ci da una mano.

  2. Irexia

    Fino a qualche tempo fa c’era un parcheggio, questo il passato recente, per quello più risalente non so dire…
    Ricordo di avere letto che c’era un progetto per recuperarlo, ho ricordi vaghi, forse una specie di accademia del gusto…

  3. punteruolorosso

    tempo addietro, in un’ala del palazzo c’era una scuola di musica, l’ars nova.
    non penso che sia possibile abbatterlo, sarebbe anche un peccato.
    mi piacerebbe se venisse trasformato architettonicamente.

  4. renard

    Tempo fa Confindustria aveva proposto un masterplan (solo parole, niente di concreto) per fare un urban centre ed altre cose là. Qui qualche notizia e rendering:

    https://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2012/01/25/un-altro-piano-per-palermo-questo-e-di-confindustria/

    https://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/10/foto/il_progetto_di_confindustria_come_cambiare_palermo-24797652/1/?ref=drnweb.repubblica.scroll-2

    Qui invece si dice che il progetto 6, nel vuoto tra via Dante e via Paternostro, vicino piazza Castelnuovo, “trascura” la presenza nell’area di un importante palazzo storico, prevedendone l’abbattimento (non so quale sia il palazzo).

    https://www.google.com/amp/s/simonetulumello.wordpress.com/2012/04/13/il-piano-strategico-di-confindustria-una-minaccia-per-palermo/amp/

  5. belfagor

    Si tratta del “ Regio Ospizio di Beneficenza” progettato da Carlo Giachery nel 1854 .
    Tale istituto era “destinato a raccogliere ed educare gli esseri d’ignoti genitori”
    Tale area è delimitato dalle vie Paolo Paternostro, Nicolò Garzilli, Dante e Principe di Villafranca.
    Il complesso edilizio ebbe vita tormentata . Infatti dopo pochi anni fu saccheggiato .
    Dopo l’Unità d’Italia si trasformo in caserma e fu bersaglio dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
    Fu destinata a demolizione per fare posto a uffici della neonata Regione Siciliana e in seguito furono utilizzate alcune parti per negozi, botteghe, autofficina ed anche come parcheggio.
    L’edificio è attualmente di proprietà dell’Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficenza “Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia”, una delle tante inutili e anacronistiche “ Opere pie” la cui città di Palermo è piena.

    1. danyel

      Ah ecco .. immaginavo belfagor che tu conoscessi l’origine di quel complesso, visto che sei la “memoria storica” di mobilita Palermo .. Immagino quindi che questa area sia destina a rimanere in queste condizioni in eterno .. come tanti altri edifici e complessi di questa martoriata città ..

  6. belfagor

    Ho fatto una rapida ricerca su tali ruderi e sull’Opera Pia “Istituto “Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia”
    ( IPAB), proprietaria di tale immobile diroccato.
    Nel 1954 la Regione Siciliana pensò di utilizzare tale area , parzialmente distrutta dai bombardamenti del 1943, per realizzare un grande palazzo per tutti gli uffici regionali.
    Il palazzo ,per contenere tutto il personale assunto o da assumere , avrebbe dovuto avere ……. 33 piani ( sob!!!!).
    Il grande architetto e storico Bruno Zevi, definì tale progetto una mostruosità.
    Infatti : un edificio di 33 piani avrebbe “ dominato “ le costruzioni circostanti ed il Teatro Politeama, avrebbe aumento di traffico che sarebbe divenuto insostenibile per la zona e creato seri problemi di parcheggio ( il progettista infatti si era “ dimenticato” di prevedere nuovi parcheggi ).
    Ma il prof. Zevi giustamente sottolineava che la realizzazione di un edificio così accentratore, avrebbe causato lo spostamento del centro verso la parte nord della città, contribuendo all’ulteriore svuotamento ( cosa che avvenne qualche anno dopo , con il “ Sacco di Palermo”)
    Per quanto riguarda l’ Opera Pia ““Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia” si tratta dell’opera più ricca della Sicilia .
    In un vecchio articolo di Repubblica del 19/07/2002 dal titolo significativi
    “ LAGER DALLE UOVO D’ORO , OPERA PIA DA SCANDALO” tale ente veniva descritto come un carrozzone clientelare :
    “ La situazione contabile è allo sbaraglio, le entrate e le uscite non vengono segnate.
    Nel consiglio d’ amministrazione siedono personaggi sotto inchiesta e, malgrado diverse ispezioni ordinate dalla stessa Regione, che funge da controllore della gestione fallimentare delle IPAB, si distribuiscono incarichi ben retribuiti a consulenti dello stesso paese dell’ assessore messinese, si rimuovono persone a piacere, si dispensano favori. “
    Un ente decotto nonostante possiede beni milionari che non sa amministrare.
    “Ci sono pezzi interi del centro di Palermo, come il quadrilatero di 9 mila metri quadrati tra via Dante, via Paternostro, via Villafranca, immobili con affitti fermi ai prezzi di 25 anni fa, ettari nelle periferie (fondo Patti), terreni in tutta l’ isola come fondo Bruzzolino a Caltanissetta, che la Forestale usa in cambio di un milione l’ anno o come il palazzo di via Maqueda, che il Comune detiene senza un vero contratto. Si fanno e disfanno fortune nell’ ombra, mentre l’ intero patrimonio va allo sfascio: le inchieste hanno evidenziato che non esiste nemmeno un inventario dei beni.”
    Da allora la situazione non è cambiata, anzi.
    Recentemente , nel mese di febbraio , i dipendenti hanno protestato davanti al Comune di Palermo
    Infatti da….. 40 mesi non ricevono lo stipendio.
    Infatti l’Opera Pia ha una situazione economico-finanziaria da far accapponare la pelle
    In tale vicenda sono coinvolti tutti, dalla Curia di Palermo, alla Regione siciliana, al Comune
    Sembra che si sta lavorando per “l’ estinzione” dell’IPAB e il passaggio del patrimonio mobiliare, immobiliare ( debiti compresi) e del personale dipendente nei ranghi del Comune .
    E chiaro che in tale situazione temo che ci vorranno anni affinchè si trovi una soluzione e perciò probabile che dobbiamo tenerci questi ruderi per chi sa per quanto tempo .

  7. renard

    Visto che si parla di ruderi, ma all’ex monastero delle Croci in via Libertà è tutto fermo? Mi pare di ricordare che era stato approvato il progetto per farci diverse attività. Almeno hanno smontato quell’enorme pubblicità che ha coperto la facciata per anni.

Lascia un commento