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  1. Orazio

    Alajmo, uomo di Orlando, è stato un ottimodirettore artistico che ha avuto un grande merito, quello di aver aperto il Biondo alle realtà palermitane. Praticamente tutti i palermitani hanno lavorato al Biondo. Pure chi era alla canna del gas. Una in particolare è stata beneficiata con una residenza triennale ed almeno due regie l’anno in cartellone.

    I risultati in termini di pubblico sono stati ottimi, vuoi perchè c’è stata una mobilitazione generale degli ambienti culturali palermitani, vuoi per la politica dei prezzi assai bassi, vuoi pure perchè il livello di molti artisti locali è davvero ottimo, diciamo che Palermo in 20 anni è cresciuta davvero tanto sotto il profilo teatrale.

    Semmai è in parte mancata la grande drammaturgia nazionale ed internazionale che aveva contraddistino le stagioni di Guicciardini ed in buona parte anche di Carriglio, quest’ultimo però negli ultimi tempi aveva avuto forti cadute di livello nelle scelte.

    La “gratitudine” di qualcuno degli artisti palermitani è stata davvero tanta (si fa per dire). In vista della scadenza della residenza teatrale Emma Dante (l’artista residente appunto) si è impegnata nella polemica contro il sindaco e la città che non gli troverebbe altro spazio gratis per la sua arte, però senza far riferimento alcuno ai tre anni trascorsi ospitata e pagata, con il seguito fisso peraltro. I social nel tempo hanno fatto emergere le solite frecciate al sindaco su questioni di lana caprina da parte di qualcuno che evidentemente dimenticava che senza Alajmo e quindi senza il sindaco non avrebbe mai calcato le assi del teatro di via Roma.

    Allora, visto che un ciclo si è chiuso (i cicli si chiudono), visto che probabilmente (e qui immagino io) Alajmo continuerebbe sulla scia del “quasi tutti palermitani”, vista la “gratitudine” di qualcuno, magari laddove si decide avranno deciso di farne a meno. Ci sta diciamo. Anche no, ma anche si.

    Senza nulla togliere ad Alajmo che è bravo, intelligente, di supremo spessore culturale, onesto. Ma ai piani in cui si decide probabilmente si sono scocciati di un respiro che rischia di diventare provinciale. O forse sono io che mi sono scocciato e lo attribuisco ai piani alti che non frequento, ovviamente 🙂 (e manco quelli bassi).

    Resta da vedere chi verrà nominato, dai media è emerso un nome che non mi ispira fiducia. O magari resta Alajmo, chissà, ma con impostazione diversa dei cartelloni. A me pure Alajmo andrebbe bene comunque.

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