Pronti 22 milioni per il restauro del Teatro Massimo

Era la sera dell’11 maggio 1897 e il cronista del Giornale di Sicilia descriveva così l’inaugurazione del Teatro Massimo ““La grande piazza in mezzo a cui sorge il superbo monumento, fin dall’imbrunire cominciava a popolarsi; si può dire che tutta la cittadinanza vi passava e si soffermava un poco per ammirare il teatro che già illuminavasi delle centinaia di lampade elettriche spargenti la loro luce nei grandi vani dell’edificio. Verso le 21, quando si avvicinava l’ora della rappresentazione, la piazza e le vie adiacenti al teatro erano interamente gremite, da impedire qualsiasi circolazione. La magnifica ed artistica mole illuminata offre da fuori uno spettacolo bellissimo, quasi diremo fantastica”.  In tutte le cronache del tempo l’apertura del teatro è descritta come una serata indimenticabile. Eppure la strada per arrivare a quel giorno fu lunga e cosparsa di spine.
Il progettista Giovan Battista Filippo Basile, morì senza vedere finita l’opera . Fu il figlio Ernesto che portò a termine il lavoro del padre. Tra l’idea di costruirlo e la realizzazione definitiva erano passati oltre trent’anni. Il bando di concorso era stato vinto dal Basile.  Per costruirlo si era intervenuti abbattendo un case, conventi e chiese barocche e creando una nuova piazza, destinata a far da cerniera fra la vecchia e la nuova città. Infatti il l teatro fu edificato fra il bastione di San Vito e la Porta Maqueda, abbattendo la Chiesa delle Stimmate e l’annesso convento e la Chiesa di San Giuliano, che dava il nome al quartiere. Alla realizzazione dell’opera e alle decorazioni del teatro parteciparono i più famosi artisti e i migliori artigiani cittadini. A guardia dell’imponente scalinata furono collocatiti due leoni cavalcati dalle allegorie della “Tragedia” ( opera di Benedetto Civiletti ) e della “Lirica” (di Mario Rutelli).
Il teatro Massimo fu dedicato a Vittorio Emanuele II, ed era ed è il più grande teatro lirico d’ Italia e uno dei più grandi d’Europa. Infatti solo l’Opera Nazional di Parigi e la Staatsoper di Vienna sono più grandi . Come ogni edificio costruito dove sorgevano chiese e conventi , il teatro trasuda di storie misteriose , di leggende e di maledizioni. Strani spifferi di aria gelida attraversano stanze senza finestre , molti giurano di avere incontrato il fantasma di una suora la cui tomba è stata violata durante i lavori di costruzione e che si aggira per il teatro alla ricerca della sua tomba, inoltre qualcuno dichiara di ascoltare, durante le notti senza luna, il pianto disperato di una donna. Sarà per queste leggende o per la maledizione della suora, ma la vita del teatro, fin dall’inizio, non è mai stata facile.
“A pochi anni dall’inaugurazione il teatro chiuse per un lungo periodo a causa dei gravi problemi finanziari della Famiglia Florio che ne aveva la gestione ( sembra che i soldi spesi per il teatro avevano prosciugato le ricche casse della famiglia). Inoltre a causa della mancanza di un ordinaria manutenzione, il teatro ha dovuto subire frequenti e pesanti interventi “eccezionali”. Nel 1974 il teatro fu chiuso per uno di questi restauri “eccezionali”. E che si tratto di un restauro “eccezionale” lo dimostra il fatto che tali lavori durarono ben …. 23 anni e interessarono anche…. La Magistratura.
Finalmente ,nel 1997 ( cento anni dall’inaugurazione), il teatro fu finalmente riaperto, in pompa magna. Ad organizzare i festeggiamenti, che molti definirono un seconda inaugurazione, c’era un giovane astro ascendente della politica cittadina, Leoluca Orlando Cascio, sindaco di Palermo dal 1985. Tutto a posto? Nemmeno per sogno. Sono passati meno di 20 anni da quella riapertura che  il Teatro Massimo “ Vittorio Emanuele II “dovrà essere di nuovo restaurato.
Infatti sono stati destinati per tale lavori ben 22 milioni di euro del “fondo per Palermo”. Forse si dovrà chiudere di nuovo il teatro, visto che i lavori saranno abbastanza invasivi. Francamente non crediamo ai fantasmi o alle maledizioni ma forse dovremo cominciare a crederci e fare i doverosi scongiuri.

Post correlati

6 Thoughts to “Pronti 22 milioni per il restauro del Teatro Massimo”

  1. danyel

    Beh, speriamo di no sulla chiusura .. è il simbolo di Palermo! Sul restauro sono d’accordo così come sul restauro del Politeama! Avanti tutta con i restauri se si tratta di abbellire e rendere meno fatiscente e decadente la città, visto che lo è già fin troppo!!

  2. punteruolorosso

    non è detto da nessuna parte che il teatro chiuderà.
    oltre ai fondi per i restauri, si provveda a finanziare il cartellone, e a dare lavoro a maestranze e artisti. l’economia della città ne gioverebbe. ogni produzione mette in moto un sacco di cose: materiali (scenografia), manodopera, ristorazione…e il centro storico se ne giova.
    il teatro non è un monumento qualunque, ma qualcosa di vivo.
    e ora sentiamoli, quelli che sperano che il teatro fallisca, perché con la cultura non si mangia!

  3. renard

    E’ stato espressamente detto che il teatro non chiuderà durante i lavori, ovviamente saranno di volta in volta inaccessibili alcune aree. Anche le rappresentazioni non si fermeranno durante i lavori.

  4. belfagor

    Siamo contenti che il Teatro Massivo verrà di nuovo restaurato. Speriamo solo che tale restauro sia fatto al più presto e a “regola d’arte”, per evitare che tra vent’anni si deve rifare tutto. L’esperienza passata spero che serva d’esempio. Però non capisco come mai al Teatro Politeama, decisamente più bisognoso di restauri, sono stati destinati solo “briciole”. Forse anche qui ci sono “fratelli e fratellastri”.

  5. friz

    Ciao Belfagor… pienamente d’accordo…. e ovviamente sarebbe opportuno pensare anche al teatro Politeama perchè purchè purtroppo Orlando gli ha riservato solo le briciole…. è un teatro che avrebbe bisogno di grossi interventi, sia interni (nei piani superiori), sia esterni, in almeno 3 delle 4 facciate…. speriamo che il prossimo sindaco di Palermo rimedierà alle GRAVISSIME dimenticanze dell’attuale sindaco….
    Buona giornata a tutti!!!

  6. BELFAGOR

    Era la sera dell’11 maggio 1897 e il teatro Massimo, nonostante i tanti problemi, fu finalmente inaugurato.
    Nel 1974 il teatro fu chiuso per un restauro “eccezionale”.
    La città stava attraversando uno dei momenti più brutti e oscuri della sua storia.
    Quella chiusura , per “restauro”, era il simbolo del degrado morale e politico che stava attraversando Palermo.
    Che si tratto di un restauro “eccezionale” lo dimostra il fatto che tali lavori durarono ben …. 23 anni e interessarono anche…. la magistratura.
    Finalmente ,nel 1997 ( cento anni dall’inaugurazione), il teatro fu finalmente riaperto, in pompa magna.
    Ad organizzare i festeggiamenti, che molti definirono un seconda inaugurazione, c’era un giovane astro ascendente della politica cittadina, Leoluca Orlando Cascio, sindaco di Palermo dal 1985.
    Si tratto di un momento importante, forse il momento culminante e significativo della cosi detta “ primavera palermitana”.
    Nel 2022 , cioè dopo 25 anni da quella riapertura, tanto carica di significati, il teatro Massimo e anche il teatro Biondo rischiano di chiudere definitivamente perché il Comune di Palermo, guidato da un anziano “astro cadente” della politica, ha tagliato i contributi.
    Il teatro non è un semplice punto di aggregazione culturale, che da lavoro a tante persone, sia in forma diretta che in forma di indotto, ma un simbolo.
    Rappresenta visivamente la vita , non solo culturale, di una città.
    Palermo è purtroppo da anni una città culturalmente ed economicamente agonizzante .
    E’ significativo e inquietante che il teatro Massimo , e non solo, rischia di chiudere proprio ora.
    Sono passati quasi 30 anni da quella “primavera” e ora all’ orizzonte si intravede un inverno buio, triste e senza speranza, dove tanti “candidati” litigano su ciò che resta di un delle più belle città d’ Europa.

    P.S. “«Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene”

Lascia un commento