L‘eterna crisi idrica a Palermo, ma la colpa è solo delle scarse precipitazioni?

Tra i tanti problemi della nostra “ felicissima” città forse uno dei più importanti e certamente l’acqua. Cerco di riassumere il problema e se qualcosa  non è corretta spero che, come disse Giovanni Paolo II  “mi corriggerete”.

Fino agli anni 70 l’acqua arrivava tutti i giorni, anche se per alcune ore, in quasi  tutta la città. Alla fine degli anni 70, a causa delle scarse precipitazioni e delle gravi perdite della rete idrica cittadina, la giunta Orlando decise che l’acqua doveva essere erogata a  giorni alterni . Si disse che era una decisione  momentanea, dolorosa, ma necessaria. Infatti i  vecchi tubi non erano in grado di sopportare aumenti di pressione perciò molti quartieri periferici, soprattutto quelli a nord della città, non potevano ricevere l’acqua a causa dei frequenti  guasti e rotture dei vecchi tubi. I cittadini palermitani e i vari condomini cominciarono a installare recipienti e  cisterne. I turni d’erogazione dell’acqua condizionarono la nostra vita.. Spesso l’acqua arrivava in piena notte e il rumore dei motorini accesi e delle lavatrici in funzione  divennero il sottofondo delle nostri sonni . I bidoni e i contenitori d’acqua divennero elementi fondamentali della nostra vita.  Comparvero le autobotti e i grandi contenitori d’acqua nelle zone critiche della città. E quando saltava un turno erano guai.  Scoppiavano proteste e blocchi stradali . La pulizia e l’igiene personale diventarono  un lusso . Si iniziarono i lavori per il rifacimento di tale rete idrica. Nel 2002 AMAP  completò  tali  lavori in gran parte della città  In un comunicato dell’AMAP si  annunciava :“Nel corso del 2002 l’AMAP ha completato i lavori per il rifacimento della rete di distribuzione delle zone più densamente popolate della città, dove risiede il 60% della popolazione complessiva e dove – al contempo – le perdite delle vecchie tubazioni (ora completamente abbandonate) superavano in alcuni punti il 50% del flusso immesso. L’intervento, inserito in un più vasto programma di investimenti per il potenziamento del S.I.I. cofinanziato dall’Unione Europea, ha comportato la realizzazione di sei nuove sottoreti e di un sistema di telecontrollo.”

Effettivamente l’acqua tornò, dopo anni di razionamento e di  turni alterni,  ad essere erogata tutti i giorni. Si disse allora  che, grazie a tale rifacimento, che aveva ridotto drasticamente le perdite delle vecchie tubazioni , e all’utilizzo dell’acqua dell’invaso Rosamarina tramite due derivazioni , il problema dell’acqua era finalmente risolto. Palermo era finalmente una città normale senza più problemi di razionamento e  di turni d’acqua. Vennero dismessi recipienti e cisterne e i bidoni e le autobotti furono un triste ricordo.

Purtroppo non è stato così.

Dopo alcuni anni in cui la situazione era tornata alla normalità , l’acqua disponibile invece di aumentare  “ stranamente” cominciò a diminuire. Sono ricominciati i guasti e le interruzioni dell’erogazione dell’acqua in alcune zone della città , guasti e interruzioni che divennero, col passare del tempo, sempre più frequenti.

Perché?

I motivi sono diversi . C’è il problema della manutenzione della Invaso Rosamarina. Tale diga è “un invaso pluriennale”, cioè viene usato come deposito di riserva idrica. Ciò significa che l’acqua”grezza” tende a sedimentare , perciò ogni tanto si deve parzialmente svuotare per “pulirla” ( scusate i termini poco tecnici). All’inizio del 2016 i  sedimenti avevano raggiunto i “livelli di guardia” cioè le pompe avevano cominciato a pescare acqua torbida e perciò non trattabile dai potalizzatori . Così si è deciso di abbassare il livello dell’acqua da 100 milioni di metri cubi a 60 per permettere i lavori di “pulizia” dell’invaso. Purtroppo tali lavori non sono stati mai iniziati .Nel frattempo tale acqua, che sarebbe importante in questo periodo, si perde a mare. La diga attende di essere “pulita” ma la Regione, proprietaria e responsabile dell’invaso, non ha fatto nulla  ( mancano i finanziamenti  e…. la volontà politica).

Alla perdita dell’acqua della diga di Rosamarina  si è associata anche quella dello  Scillato che per oltre sette anni non è stata utilizzata ( e si e persa a mare)  a causa della mancate riparazioni delle condutture. Non si  “trovavano” un milione e trecento mila euro per risolvere i problemi causati alle condutture da alcune frane.  Si sono persi così ,ogni anno, 15 milioni di metri cubi di ottima acqua potabile con una perdita di ben 42 milioni di euro. Recentemente l’AMAP è intervenuta è  il problema è stato risolto. Anche in questo caso la responsabilità era della Regione anche se l’AMAP avrebbe potuto intervenire prima.

Ma anche l’AMAP ha le sue responsabilità.

Si scopre che , nonostante si disse che nel 2002  ” l’AMAP ha completato i lavori per il rifacimento della rete di distribuzione delle zone più densamente popolate della città, dove risiede il 60% della popolazione complessiva e dove – al contempo – le perdite delle vecchie tubazioni (ora completamente abbandonate) superavano in alcuni punti il 50% del flusso immesso.”,  si continua a perde ben il…..50% dell’acqua.

Il presidente dell’AMAP , Maria Prestigiacomo ha dichiarato recentemente in una conferenza stampa«Non si perde il 50 per cento di acqua per l’ usura delle condutture. Forse se ne potrà perdere per questo motivo il 20 per cento, l’altro 30 per cento sono allacci abusivi che persistono anche in piantagioni vicine alla città. Pesa inoltre fortemente la situazione delle case popolari dello IACP, occupate abusivamente e che non possono per legge avere un regolare contratto con l’ Amap  …..È un aspetto di “illegalità non voluta dagli …utenti”, ma da una legge nazionale che tutela i legittimi proprietari e le case. C’è una norma specifica che occorre contrastare al più presto anche con una legge regionale in modo di ottenere una soluzione. Stiamo valutando. Quel che è certo è che all’Amap questo sistema arreca un danno economico notevole. Non voglio aggiungere altro, ma so che in certi quartieri …..gli utenti l’acqua la pagano, ma non sappiamo a chi»

E’ molto grave che qualcuno utilizza l’acqua potabile illegalmente con allacci abusivi , occupano case e utilizzando l’acqua gratuitamente o … la pagano, ma “non si sa a chi”.

E cosa propone il Comune?

“Entro luglio, avvieremo una campagna di sensibilizzazione sull’uso dell’acqua. 

Cioè i cittadini onesti pagano la bolletta (anche per quelli che non la pagano) ma devono “sensibilizzarsi”ad usare meno acqua.

Per la serie “cornuti , mazziati e …..con l’acqua razionata

P.S. Ho apprezzato l’intervento  del Presidente dell’AMAP che non si è limitata a scaricare le responsabilità alle leggi dello Stato, alla Regione , alla mancanza di precipitazioni o sui cittadini. Ha detto cose importanti e molto gravi. Ben il 30% delle perdite sono da imputare agli allacci abusivi per irrigare terreni o per uso idrico da parte degli occupanti “abusivi”. Sono cifre preoccupanti che indicano una illegalità diffusa in molti quartieri cittadini. Ancora più preoccupante è il fatto che parte di questi abusivi pagano l’acqua e forse anche la luce e “l’affitto” a “non meglio precisate persone”.

Il presidente Prestigiacomo o il sindaco hanno  informato la Magistratura di tale situazione?

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5 Thoughts to “L‘eterna crisi idrica a Palermo, ma la colpa è solo delle scarse precipitazioni?”

  1. Palerma La Malata

    Non serve aspettare che l’acqua cadi dal cielo quando si è in un’isola circondata dal mare che offre acqua 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno:

    http://www.ultimavoce.it/israele-introduce-lera-della-desalinizzazione/

    http://www.lastampa.it/2012/07/05/scienza/ambiente/onu-e-israele-il-campione-della-depurazione-dell-acqua-1RhOC4y8pBHCNOQ4WaYqhJ/pagina.html

  2. mediomen

    Vorrei puntualizzare che la razionalizzazione non serve a far risparmiare l’acqua al cittadino, anzi ne spreca di più, serve soltanto a dimezzare le perdite delle condutture del 50%, serve una corretta manutenzione e controllo della rete. A Palermo l’acqua è in abbondanza, i nostri avi scelsero questo luogo per far nascere una città grazie anche a questa caratteristica.

    1. Palerma La Malata

      mediomen,
      quando i nostri avi scelsero di stabilirsi in questo luogo non c’erano 670.000 abitanti.
      Amunì accumincia a cossruiri stu ddissalatore c’on bbuogghiu cummattiri arrieri cu recipienti, biruni, biruncini e bacinelle!

  3. belfagor

    Tutto corretto. I cittadini devono cercare di risparmiare l’acqua , che è un bene prezioso. Però anche la Regione, il COMUNE e l ’AMAP hanno le sue responsabilità.
    In un articolo di “Mobilità Palermo “ del 19/07/2017, dal titolo “ L’ ETERNA CRISI A PALERMO, MA LA COLPA E’ SOLO DELLE SCARSE PRECIPITAZIONI? Si faceva il punto della situazione:
    Tra i tanti problemi della nostra “ felicissima” città forse uno dei più importanti e certamente l’acqua. Cerco di riassumere il problema e se qualcosa non è corretta spero che, come disse Giovanni Paolo II “mi corriggerete”.
    Fino agli anni 70 l’acqua arrivava tutti i giorni, anche se per alcune ore, in quasi tutta la città. Alla fine degli anni 70, a causa delle scarse precipitazioni e delle gravi perdite della rete idrica cittadina, la giunta Orlando decise che l’acqua doveva essere erogata a giorni alterni . Si disse che era una decisione momentanea, dolorosa, ma necessaria. Infatti i vecchi tubi non erano in grado di sopportare aumenti di pressione perciò molti quartieri periferici, soprattutto quelli a nord della città, non potevano ricevere l’acqua a causa dei frequenti guasti e rotture dei vecchi tubi. I cittadini palermitani e i vari condomini cominciarono a installare recipienti e cisterne. I turni d’erogazione dell’acqua condizionarono la nostra vita.. Spesso l’acqua arrivava in piena notte e il rumore dei motorini accesi e delle lavatrici in funzione divennero il sottofondo delle nostri sonni . I bidoni e i contenitori d’acqua divennero elementi fondamentali della nostra vita. Comparvero le autobotti e i grandi contenitori d’acqua nelle zone critiche della città. E quando saltava un turno erano guai. Scoppiavano proteste e blocchi stradali . La pulizia e l’igiene personale diventarono un lusso . Si iniziarono i lavori per il rifacimento di tale rete idrica. Nel 2002 AMAP completò tali lavori in gran parte della città In un comunicato dell’AMAP si annunciava :“Nel corso del 2002 l’AMAP ha completato i lavori per il rifacimento della rete di distribuzione delle zone più densamente popolate della città, dove risiede il 60% della popolazione complessiva e dove – al contempo – le perdite delle vecchie tubazioni (ora completamente abbandonate) superavano in alcuni punti il 50% del flusso immesso. L’intervento, inserito in un più vasto programma di investimenti per il potenziamento del S.I.I. cofinanziato dall’Unione Europea, ha comportato la realizzazione di sei nuove sottoreti e di un sistema di telecontrollo.”
    Effettivamente l’acqua tornò, dopo anni di razionamento e di turni alterni, ad essere erogata tutti i giorni. Si disse allora che, grazie a tale rifacimento, che aveva ridotto drasticamente le perdite delle vecchie tubazioni , e all’utilizzo dell’acqua dell’invaso Rosamarina tramite due derivazioni , il problema dell’acqua era finalmente risolto. Palermo era finalmente una città normale senza più problemi di razionamento e di turni d’acqua. Vennero dismessi recipienti e cisterne e i bidoni e le autobotti furono un triste ricordo.
    Purtroppo non è stato così.
    Dopo alcuni anni in cui la situazione era tornata alla normalità , l’acqua disponibile invece di aumentare “ stranamente” cominciò a diminuire. Sono ricominciati i guasti e le interruzioni dell’erogazione dell’acqua in alcune zone della città , guasti e interruzioni che divennero, col passare del tempo, sempre più frequenti.
    Perché?
    I motivi sono diversi . C’è il problema della manutenzione della Invaso Rosamarina. Tale diga è “un invaso pluriennale”, cioè viene usato come deposito di riserva idrica. Ciò significa che l’acqua”grezza” tende a sedimentare , perciò ogni tanto si deve parzialmente svuotare per “pulirla” ( scusate i termini poco tecnici). All’inizio del 2016 i sedimenti avevano raggiunto i “livelli di guardia” cioè le pompe avevano cominciato a pescare acqua torbida e perciò non trattabile dai potalizzatori . Così si è deciso di abbassare il livello dell’acqua da 100 milioni di metri cubi a 60 per permettere i lavori di “pulizia” dell’invaso. Purtroppo tali lavori non sono stati mai iniziati .Nel frattempo tale acqua, che sarebbe importante in questo periodo, si perde a mare. La diga attende di essere “pulita” ma la Regione, proprietaria e responsabile dell’invaso, non ha fatto nulla ( mancano i finanziamenti e…. la volontà politica).
    Alla perdita dell’acqua della diga di Rosamarina si è associata anche quella dello Scillato che per oltre sette anni non è stata utilizzata ( e si e persa a mare) a causa della mancate riparazioni delle condutture. Non si “trovavano” un milione e trecento mila euro per risolvere i problemi causati alle condutture da alcune frane. Si sono persi così ,ogni anno, 15 milioni di metri cubi di ottima acqua potabile con una perdita di ben 42 milioni di euro. Recentemente l’AMAP è intervenuta è il problema è stato risolto. Anche in questo caso la responsabilità era della Regione anche se l’AMAP avrebbe potuto intervenire prima.
    Ma anche l’AMAP ha le sue responsabilità.
    Si scopre che , nonostante si disse che nel 2002 ” l’AMAP ha completato i lavori per il rifacimento della rete di distribuzione delle zone più densamente popolate della città, dove risiede il 60% della popolazione complessiva e dove – al contempo – le perdite delle vecchie tubazioni (ora completamente abbandonate) superavano in alcuni punti il 50% del flusso immesso.”, si continua a perde ben il…..50% dell’acqua.
    Il presidente dell’AMAP , Maria Prestigiacomo ha dichiarato recentemente in una conferenza stampa«Non si perde il 50 per cento di acqua per l’ usura delle condutture. Forse se ne potrà perdere per questo motivo il 20 per cento, l’altro 30 per cento sono allacci abusivi che persistono anche in piantagioni vicine alla città. Pesa inoltre fortemente la situazione delle case popolari dello IACP, occupate abusivamente e che non possono per legge avere un regolare contratto con l’ Amap …..È un aspetto di “illegalità non voluta dagli …utenti”, ma da una legge nazionale che tutela i legittimi proprietari e le case. C’è una norma specifica che occorre contrastare al più presto anche con una legge regionale in modo di ottenere una soluzione. Stiamo valutando. Quel che è certo è che all’Amap questo sistema arreca un danno economico notevole. Non voglio aggiungere altro, ma so che in certi quartieri …..gli utenti l’acqua la pagano, ma non sappiamo a chi»
    E’ molto grave che qualcuno utilizza l’acqua potabile illegalmente con allacci abusivi , occupano case e utilizzando l’acqua gratuitamente o … la pagano, ma “non si sa a chi”.
    E cosa propone il Comune?
    “Entro luglio, avvieremo una campagna di sensibilizzazione sull’uso dell’acqua.
    Cioè i cittadini onesti pagano la bolletta (anche per quelli che non la pagano) ma devono “sensibilizzarsi”ad usare meno acqua.
    Per la serie “cornuti , mazziati e …..con l’acqua razionata
    P.S. Ho apprezzato l’intervento del Presidente dell’AMAP che non si è limitata a scaricare le responsabilità alle leggi dello Stato, alla Regione , alla mancanza di precipitazioni o sui cittadini. Ha detto cose importanti e molto gravi. Ben il 30% delle perdite sono da imputare agli allacci abusivi per irrigare terreni o per uso idrico da parte degli occupanti “abusivi”. Sono cifre preoccupanti che indicano una illegalità diffusa in molti quartieri cittadini. Ancora più preoccupante è il fatto che parte di questi abusivi pagano l’acqua e forse anche la luce e “l’affitto” a “non meglio precisate persone”.
    Il presidente Prestigiacomo o il sindaco hanno informato la Magistratura di tale situazione?

    P.S Da allora la situazione è rimasta immutata e ora si parla di nuovo di razionare la distribuzione dell’acqua. A questo si aggiunge il problema dei “morosi” cioè di coloro che non pagano l’acqua, a Palermo e nei paesi della provincia. Forse sarebbe il momento di cominciare a far pagare a tutti l’acqua consumata e , con i soldi che si recupereranno, costruire dei Dissalatori che ci permetteranno di non essere più condizionati dalle precipitazioni , ogni anno sempre più scarsi.

  4. Irexia

    https://palermo.gds.it/articoli/politica/2024/04/07/crisi-idrica-in-sicilia-schifani-useremo-pozzi-e-dissalatori-ma-sul-dossier-a-roma-frizioni-alla-regione-53476a86-ef8e-449e-99b5-b698e684ffc7/
    “Non possiamo tollerare che ci sia chi specula sulla Sicilia per attaccare il governo e recuperare qualche voto.” dice Schifani. Pare essere di moda rinominare chi critica il potere come nemico del popolo, speculatore che osa sottolineare le incapacità del potere stesso, invece di cogliere questi stimoli per fare adeguata autocritica. “L’emergenza siccità che vive la Regione non nasce oggi e non è certo imputabile al governo di centrodestra.” Ah no?! Ma, a parte Crocetta, che colore politico ha avuto la Regione Sicilia, negli ultimi… 20 anni?
    E ancora, “Con spirito di massima collaborazione – ha concluso – da lunedì (con calma, senza fretta, ndr) mi metterò in contatto con Palazzo Chigi e col ministro della Protezione civile per incontrarlo e lavorare fianco a fianco con lui, informandolo periodicamente delle azioni messe in campo dalla regione». Ministro che poi è l’ex presidente della Regione, Nello Musumeci.”
    Lo stesso Nello Musumeci, che per le sue capacità dimostrate come Presidente di Regione a fronteggiare l’emergenza incendi (connessa a quella di cui stiamo parlando adesso), è stato giustamente premiato alla carica di Ministro della protezione civile, quindi delle emergenze!
    Un articolo successivo, della stessa testata ha elencato gli interventi di cui si parla ed elenca “piani di distribuzione con le autobotti ai serbatoi e accumuli temporanei”, quindi potremmo rivedere in città quei citroloni per le strade dove riempire i serbatoi, e continua “dagli impianti di pompaggio supplementari alla rigenerazione di pozzi o alla realizzazione di nuovi pozzi e sorgenti, dai by-pass e dalle interconnessioni tra le reti idriche esistenti alla risagomatura degli alvei per convogliare l’acqua verso le prese, oltre agli impianti temporanei per il trattamento e il recupero”, insomma, pulizia dei bacini delle dighe, operazione che rientra tra quelle denominate MANUTENZIONE ORDINARIA , nonché cura delle tubature, magari sostituendo quelle che perdono litri e litri, cura degli impianti di trattamento delle acque, leggasi depuratori, la cui carenza comporta il pagamento ogni anno di una sanzione all’Ue perché scarichiamo le nostre feci tal quali nel nostro meraviglioso mar mediterraneo dove ci facciano il bagno in estate e per cui vengono i turisti.
    Leggendo gli obiettivi del PNRR ci sono la cura e la manutenzione delle reti idriche e l’attenzione alla depurazione e magari alla reimmisisone in circolo (le acque depurate potrebbero essere convogliare in agricoltura) e invece… La Sicilia ha proposto questi progetti? Ricordo che è stata la regione con ben 31 progetti rigettati! La Regione avrebbe potuto fare di meglio o no? Si sarebbe potuti intervenire in via ordinaria oppure no? Dopo un’estate incandescente e bruciata, vivendo un autunno estivo, seguito da un inverno senza piogge si sarebbe potuto mica pensare che in estate, ma che dico, già in primavera, ci si sarebbe trovati in difficoltà con l’acqua, oppure no?
    O io ho doti divinatorie oppure sono capace di fare due più due… Pensandoci bene, però, in matematica sono sempre andata forte!

    P. S.
    Scorrendo nello storico di questo blog ho visto una quantità di articoli sull’argomento, a testimonianza del fatto che il tema non è nuovo nell’isola… Ma forse i nostri politici non ci leggono…

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