Convento di San Francesco Saverio: una storia “esemplare”

La storia e  la triste fine del Convento  di San Francesco Saverio,  è “esemplare” per comprendere come le istituzioni, non solo politiche, ma anche culturali e religiose della nostra città sono sempre  state poco interessate alla salvaguardia della nostra storia e dei nostri monumenti . Per capire l’importanza storica di tale convento dobbiamo fare un passo indietro.  Nel XVIII secolo a Palermo erano presenti  5 Case Gesuitiche. Quella di San Francesco Saverio era detta della “ della terza Probazione” perché i nuovi sacerdoti della Compagnia di Gesù, dopo aver ricevuto l’Ordine, vi compivano il periodo del secondo noviziato, prima di far la solenne professione del quarto voto.  Tale struttura fu costruita nel 1636 nell’antico quartiere dell’Abergheria, nella zona dove oggi sorge il pensionato universitario di San Saverio. In principio tale costruzione era alquanto modesta, ma nel 1680 si comincio ad ingrandita  e nel 1710 venne aperta anche una sontuosa Chiesa, annessa alla casa gesuitica. Nel 1767 , tutte e cinque le case , a causa dell’espulsione dei gesuiti furono  acquisite dal demanio borbonico. Nel 1778 il complesso di San Saverio fu adibito ad “ Casa d’educazione della bassa gente”.  Nel 1800 tale casa d’educazione  fu trasferito alla Rocca e l’ ex casa gesuitica fu trasformata in Ospedale militare.  In questa occasione l’edificio fu ampliato aggiungendo una terza elevazione. Tale ospedale rimase attivo fino al 1852, anno in cui fu trasferito  nell’ex Convento di Santa Cita, dove attualmente si trova la Caserma della Guardia di Finanza “ Cangialosi”,. Lex Casa gesuitica venne allora adibita  ad Ospedale Civico, è sostituì  il vecchio Ospedale Grande, che si trovava a Palazzo Sclafani, trasformato in caserma. Tale funzione ospedaliera rimase fino agli anni trenta, quando gradualmente l’ospedale fu  trasferito nel nuovo Ospedale Civico in contrada  “Feliciuzza” ( l’attuale Policlinico universitario).  L’edificio fu danneggiato da un’incursione aerea  l’8 settembre 1943.

E qui finisce la storia normale, simile a tanti monumenti palermitani.

Ora inizia la storia “esemplare” Nel dopo guerra, intorno al 1960, si decise di costruire al suo posto un Pensionato universitario.  Purtroppo invece di mantenere l’originario aspetto, si distrusse tutto l’edificio, ad eccezione della chiesa. E si costruì, al suo posto un brutto edificio anonimo, totalmente astruso con l’ambiente circostante, a dire la verità fortemente degradato. Tale scempio fu fatto non dall’amministrazione comunale ma dall’Università degli studi  di Palermo. Figuratevi che invece di recuperare il bel chiostro originario fu costruito una specie di “chiostro” in cemento armata di pessima fattura. Che tale intervento fu fatto in maniera maldestra  lo dimostra il fatto che durante l’opera di distruzione, un muro cadde sulla attigua  Chiesa del Crocifisso, distruggendone il bel prospetto. Un lavoro ben fatto, complimenti alla professionalità!!!

Lì per lì furono presi, dalle pubbliche autorità e soprattutto dall’Università ( che era la principale responsabile), solenni impegni per ricostruire al più presto il luogo sacro. Ma ,al di là di innalzare un muro, non si fece più  niente e i ruderi sono ancora al loro posto circondati dal degrado , da un “pittoresco” mercatino del rubato e dalla solita “munnizza”.

P.S  A proposito della Chiesa del Crocifisso, qualche anno dopo “ l’incidente” , a causa di un crollo del pavimento della chiesa,fu trovata sotto la chiesa, una  cripta, che oltre un bell’ altare ornato di mattonelle seicentesche di ceramica, conteneva dei loculi con ben 33 resti umani. A chi appartenevano?

Dopo attente ricerche fu possibile identificare verosimilmente le ossa del famoso pittore Giuseppe Albina, detto “il sozzo”, seppellito lì nel 1611, e forse quelle (meno certe) di Giacomo Gagini, figlio del più noto Antonello. Tale ritrovamento  ha immediatamente “invogliare” le nostre autorità , amministrative e politiche, a “restaurare” la chiesa.  Infatti hanno prontamente…… murato l’accesso della cripta, in tal mal modo hanno risolto il problema . Anche delle ossa dei  due illustri palermitani…… si sono perse le traccia.

 

 

 

 

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4 Thoughts to “Convento di San Francesco Saverio: una storia “esemplare””

  1. danyel

    Per non parlare di tutto quello che, settimanalmente, succede intorno a questa chiesa … sotto gli occhi di tutti, turisti compresi .. ma va bene così: ora Palermo è una città “cosmopolita”!

    1. belfagor

      Caro danyel, purtroppo questa è Palermo, la futura città della cultura 2018. Certo la colpa non è solo dell’attuale amministrazione comunale, però non mi sembra che c’è stato quel famoso “salto culturale ” che chi ama Palermo si aspetta.

      1. danyel

        Belfagor anche io ritengo che questo salto non ci sia stato e non ci sarà .. nonostante qualche piccolo passettino in avanti!

  2. fabio77

    Per fortuna, almeno le porcate degli sventramenti in centro storico non verranno più eseguite… quest’epoca è finita.
    Ora è arrivato il tempo di ripulire la strade da tutta la sozzura che si vede ogni giorno in giro (munnizza, traffico, ricettatori, venditori abusivi di cibaglie, parcheggiatori, scippatori, rapinatori, ecc.).

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