C’era una volta Ballarò: storia di un (quasi) fallimento d’integrazione multiculturale

 Ballarò è un noto mercato storico di  Palermo. Si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory .

E’ il mercato storico il più antico e il più grande  della città, reso famoso da una ex  trasmissione televisiva della RAI.

E ‘ il  cuore pulsante del quartiere dell’Albergheria . Sembra che  viene così chiamato da  “Bahlara”, villaggio presso Monreale da dove provenivano i mercanti arabi che trasportavano i loro prodotti agricoli per venderli .

Un quartiere pieno di storia e di monumenti : troviamo la  chiesa e la torre Medievale di San Nicolòl’Oratorio e la cripta del Carminello , la chiesa e il convento di Santa Chiara, frequentato da tutto il quartiere.

Nel sito ufficiale del Comune di Palermo , così viene descritto

Passeggiando lungo le strade si ha l’impressione di stare in uno dei suk di una qualsiasi città musulmana. Non per niente, alcuni mercati sono stati realizzati durante la dominazione araba, ed ancora oggi, si possono notare l’aspetto, le consuetudini del vendere e del comprare, i colori, gli odori, l’usanza di sommergere strade e piazze con banchi, cesti, tendoni variopinti, tipico, appunto, dei tradizionali mercati nordafricani. Ballarò rappresentano il luogo ideale per un autentico tuffo nel passato e nelle tradizioni più antiche del popolo palermitano

Negli anni il quartiere più multietnico della città  è diventato  un laboratorio culturale e sociale  “dove si fa rete tra le associazioni, i residenti e l’amministrazione riuscendo anche a dare vita a progetti di civismo partecipato come Sos Ballarò”.

Nel 2010  una docente di Diritti umani dell’Università di Palermo  scriveva:

Da luogo pericoloso a luogo vissuto, grazie alla vita di piazza e agli stranieri. Un processo che si è mescolato a partire dalla metà degli anni Novanta con la ‘primavera palermitana’ dell’allora sindaco Leoluca Orlando. Con l’apertura di locali notturni per i giovani, tavernette e ristorantini, alla Vucciria come a Ballarò sono diminuiti drasticamente gli scippi e i quartieri, un tempo proibiti, sono ora fruiti da tutti anche di notte con una certa sicurezza.”

Che a Ballarò , l’amministrazione comunale aveva puntato molto per realizzare un interessante esperimento d’integrazione multiculturale lo dimostra il fatto che nel 2017 i reali d’Olanda, tra le varie tappe della loro visita a Palermo , furono  portati a visitarlo, come luogo simbolo di  “integrazione non convenzionale” .

Purtroppo da allora  le tante contraddizioni e i tanti limiti di questa esperienza stanno drammaticamente venendo fuori .

Il Comune non ha saputo risolvere alcuni problemi che con il tempo si sono incancreniti , per esempio il cosi detto “ mercatino dell’illegalità”.

I gravi incidenti  di questi giorni sono la dimostrazione che qual cosa si è rotto ,tanto che qualcuno, prendendo spunto da tali fatti, ha parlato di  “Far –West “

”  La verità è che la situazione a Ballarò è complessa, mentre l’amministrazione comunale a parte qualche intervento spot e qualche taglio di nastro non ha fatto assolutamente nulla in questo quartiere, se non sventolare una fantomatica integrazione che, come dimostrato dai fatti, è solo nella mente fantasiosa di qualcuno. La realtà è che il quartiere, che ospita famiglie povere e disagiate palermitane e realtà altrettanto gravi di  disagio di immigrati, rischia di diventare una bomba sociale nel cuore della città“.

A queste dichiarazioni ha risposto duramente il presidente della I circoscrizione:

La Lega è meglio che sta zitta. Non sa nemmeno dove sia l’Albergheria a Palermo. Non si è mai fatta nella storia politica di Palermo una riqualificazione come quella che sta avvenendo in questi anni. E le mie non sono parole, posso certificare quanto detto. Dalla regolarizzazione della vendita degli oggetti usati ad una nuovo ordinamento a favore del mercato di Ballarò alle opere infrastrutturali.”

Ma dopo la prima “ sfuriata” polemica il presidente Castiglia  ammette che i problemi esistono :

“ E’ chiaro che il quartiere dove sono presenti più di 25 culture diverse non vive di logiche semplici. Credo che ieri sia scattata la miccia a causa di un problema di droga. Ed è proprio lì che le istituzioni devono agire, nell’annullare le piazze di spaccio di crack ed eroina del quartiere. Solo così si può risolvere il problema – spiega Castiglia -. E’ chiaro che una parte dei migranti si inserisce in una fetta di criminalità internazionale a causa di necessità economiche e per senso di appartenenza. Non è notizia di oggi che nel quartiere è presente la Black Axe che gestisce prostituzione spaccio e criminalità. 

P.S. Nonostante gli sforzi generosi dei tanti volontari e operatori sociali. Ballaro sta morendo.

I gravi incidenti dei giorni scorsi , tra feriti e arresti , sono la dimostrazione che l’esperimento di trasformare un quartiere difficile in un esempio di integrazione multi culturale e sociale rischia di trasformarlo invece in un  centro di prostituzione , spaccio e criminalità.

 

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One Thought to “C’era una volta Ballarò: storia di un (quasi) fallimento d’integrazione multiculturale”

  1. punteruolorosso

    ho visto i disegni di come sarà la nuova copertura. non mi piace affatto, sembra un supermercato.

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