Prosegue la rinaturalizzazione della Cava Impiso (Sferracavallo)

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Questa é cava dell’Impiso che guarda l’abitato di Sferracavallo.

Ormai i detriti calcarei del passante ferroviario, soprattutto detriti provenienti dagli scavi per la realizzazione del tunnel Notarbartolo-Belgio, sono un vecchio ricordo ed è in fase di ultimazione la rinaturalizzazione dell’ambiente. Sarà creata un’area con un grande spazio verde.

Questa cava Impiso come quella vicina “Troia” dove un tempo sorgeva un laghetto artificiale, erano in disuso, abbandonate e a rischio, sono state interamente colmate e impediranno fenomeni di dissesto geologico. In fase di ultimazione la sistemazione dello strato di terra rossa dove verranno piantumati alberi per la gioia di residenti e non solo.

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8 Thoughts to “Prosegue la rinaturalizzazione della Cava Impiso (Sferracavallo)”

  1. moscerino

    Spero che nella concezione di rinaturalizzazione, non sia previsto come al solito il pino marittimo o il pino domestico, perché di vedere ancora questi tipi di processi ancestrali sono stanco, vorrei vedere diverse alberature d’olivo, mandorlo, alloro, gelso e fico, diverse arbustive di ginestre, vite, pungitopo, rovi di biancospino, ginepro e corniolo, ma anche, salvia, origano, rosmarino, asparagi. Queste sono tutte piante che rientrano nell’alimentazione umana, per cui non si assisterebbe all’incendio ma alla cura di un pezzo di cultura/coltura siciliana.

    1. Si potrebbe chiedere di poter attivamente donare alberi e piantarli in quell´area,
      oppure proporre questi alberi oltre a quelli che hanno pensato di mettere. (E provabilmente preventivato e pagato).

  2. Palerma La Malata

    moscerino, perdi la tua speranza. Tu sei troppo avanti per queste cose. Palermo non ha orecchie per proposte come le tue.

    1. Orazio

      Hai ragione, a Palermo i Pini, i Giuseppe, i Peppino ed i Pippo la fanno da padrone. 🙂

    2. moscerino

      Lo so cari amici miei, ma tentare non nuoce, anche per i progetti di forestazione dei distretti delle foreste demaniali della Sicilia, provai a proporre la trasformazione progressiva di alcune aree con essenze che vi ho descritto, memore del fatto che i castagneti della provincia di Messina non conoscono fiamme (per motivi economici). Ma allo stato attuale vige una normativa che, purtroppo, parla chiaro, non sono consentite essenze a destinazione prevalentemente agricola, ma essenze per la colonizzazione vegetale e la salvaguardia idrogeologica. Spero sempre che i nostri governanti comincino a comprendere l’importanza di essenza con età diverse (disetanee) e essenze diverse (multicolturali) e anche a indirizzo alimentare.

  3. zavardino

    Ottima idea il rimboschimento. Poi ti chiedo una cosa personale a cui puoi non rispondermi Per caso andavi al don bosco nel 1982? É da 36 anni che vivo con un quesito anzi con due. Un saluto

  4. moscerino

    Ciao Zavardino, no, non andavo al Don Bosco, scolasticamente parlando, ma spesso mi trovavo la a giocare a basket e qualche volta ad insegnarlo ai bambini che praticavano il campo, ma senza alcuna delega ufficiale. Dimmi i due quesiti, spero di poterti rispondere, se posso!!

  5. punteruolorosso

    ottimo. e dismetterei anche le altre cave della conca d’oro e della sicilia in genere. la devastazione del paesaggio, la demolizione della montagne…
    bisogna ripartire dalle montagne e dal mare, rinaturalizzando i campi abbandonati e facendo diventare la sicilia una terra verde.

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