INTERVISTA | Pianificare, programmare, progettare e realizzare: la sfida di Pasqualino Monti

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Abbiamo intervistato Pasqualino Monti, il nuovo presidente dell’ autorità di sistema portuale (Adsp) di Palermo (ex autorità portuale) che comprende i porti di Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani.


Chi é Pasqualino Monti?

Pasqualino Monti nato a Ischia (NA) il 28 Aprile 1974, laureato in Scienze Statistiche ed Economiche – Economia e Commercio, con specializzazione Statistico-Economica all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Dal Luglio 2007 al Giugno 2009 è assessore al Comune di Civitavecchia, con competenze su Bilancio, Società Partecipate, Patrimonio e Personale. È chiamato ad occuparsi, in qualità di tecnico, del risanamento dei conti pubblici dell’ente locale e del riassetto e della riforma del servizi pubblici locali.
A Giugno 2011 viene nominato Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
Nel Luglio 2013 diventa presidente di Assoporti, Associazione dei Porti Italiani della quale era Vice Presidente Vicario dal Luglio del 2012.
Dal 2015 al 2016 ricopre la carica di commissario presso l’Autorità Portuale di Civitavecchia.
In data 28 giugno 2017 il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio gli ha conferito la nomina di Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale

É stato per 10 anni alla guida del porto di Civitavecchia, cosa importerà del sistema “Monti” qui in Sicilia?

Sono quattro i processi da cui prenderà corpo la futura offerta portuale: pianificare, programmare, progettare e realizzare, in una parola fare. La sfida che mi attende in Sicilia è difficile ma rigenera in me quello spirito del fare, appunto, che ha caratterizzato tutta la mia carriera di manager pubblico.

 

Inizialmente aveva affermato di voler spostare il traffico merci tutto su Termini Imerese e lasciare al porto di Palermo la sola esclusiva passeggeri, dopo vari incontri invece ha cambiato punto di vista, come vede dunque i porti di Palermo e Termini Imerese?

Dobbiamo recepire le principali indicazioni della riforma portuale, ovvero le sinergie, lasciando da parte i campanili. E quelle che i nostri porti possono mettere in pratica sono numerose e valide. Da qui la necessità di scali con spazi da valorizzare e restituire alla comunità senza nulla togliere al lavoro portuale, anzi incrementandone lo sviluppo. A Palermo punteremo sulle crociere, sul ro-ro e sul traffico merci che riguarda la città, sulla grande cantieristica, sul diporto. Fondamentale la riconnessione urbana dei porticcioli: i primi progetti da mandare avanti riguardano Sant’Erasmo, con una riqualificazione in stile Cala, con interventi a bassissimo impatto, strutture leggere e temporanee. Analogo lavoro va fatto all’Arenella e all’Acquasanta, ricucendo il rapporto, oggi sconnesso, con le borgate che ospitano i porticcioli. Se poi ragioniamo sugli investimenti prioritari da realizzare, tra le prime necessità individuerei i dragaggi che riguardano sia il porto di Palermo che quello di Termini Imerese e le infrastrutture ricettive necessarie a transitare da un concetto obsoleto di porto a quello di scalo moderno e accogliente. Non mancheremo di sostenere in maniera forte e decisa lo sviluppo di Fincantieri per farne, a Palermo, un centro di riferimento del sud Italia anche per il new building. A Termini Imerese, fondamentale nodo viario, interverremo migliorando l’operatività dello scalo con nuovi dragaggi e il completamento del molo sopraflutto: passaggi essenziali per accogliere il traffico ro-ro e commerciale, con la possibilità di rendere un molo complementare a Palermo per le crociere. L’entroterra termitano contiene preziosità artistiche, che meriterebbero maggiore flusso turistico, proprio quello che noi speriamo di convogliare.

 

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale comprende, oltre ai porti di Palermo e Termini Imerese, anche quelli di Trapani e Porto Empedocle, quattro realtà diverse. In che modo possono essere amministrate sotto un ente unico?

Tutti i porti del lato ovest hanno potenzialità straordinarie di sviluppo nel settore delle crociere come in quello delle autostrade del mare, della cantieristica, dei marina yachting e, più in generale, della Blue economy: in questo scenario complesso ma affascinante, sono chiamati a recitare la loro parte, facendo decollare in modo adeguato l’offerta turistica, ambientale, paesaggistica e culturale siciliana, attraverso una crescita migliore, basata su nuovi elementi e concetti. Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle partono da storie differenti e si preparano a scrivere altre pagine di una narrazione che non può che essere ancora differente, ma assolutamente complementare. Il modello Sicilia occidentale è sintetizzato da tanti progetti – grandi e piccoli – da portare avanti, insieme, disegnando una mappa industriale dei quattro scali per una proposta unica, partendo da una razionalizzazione degli spazi portuali. Dare attenzione e pari dignità a tutti gli scali, assecondandone le vocazioni, è il mio impegno, sempre seguendo le esigenze e le indicazioni del mercato: in Italia, e la Sicilia occidentale non è da meno, le navi da crociera hanno la possibilità di scalare un’ ampia varietà di porti, alcuni di essi hanno limiti operativi che riducono il numero degli attracchi possibili ma tale “diversità”- di presupposti, organizzazione, problematiche e risultati – rappresenta l’opportunità per un nuovo slancio e per ulteriore efficienza. Di Trapani e Porto Empedocle – che già incuriosiscono molte compagnie, alcune di nicchia, attratte da territori zeppi di archeologia, arte, paesaggi, enogastronomia di qualità – faremo conoscere potenzialità inespresse, movimentando i traffici. Ovviamente dopo un complesso riordino e una indispensabile riqualificazione dei porti.

 

L’ente porto negli anni scorsi aveva presentato un progetto per un tunnel carrabile che riuscisse a collegare il porto direttamente con l’autostrada Palermo/Trapani/Messina/Catania. Quali fondi e che risorse ha a disposizione per portare avanti questo progetto? Lo ritiene una priorità?

Un progetto da 500 milioni di euro con fondi Pon è all’attenzione dell’Europa: bisognerà capire se la programmazione 2014/20 ha la disponibilità finanziaria per questo intervento. Finora sono stati sbloccati i tre Pon che riguardano i dragaggi di Palermo e Termini Imerese e la rifioritura del molo di soprattutto sempre a Termini.

Nei giorni scorsi abbiamo letto le dichiarazioni da parte di Gesap su un possibile collegamento via mare tra il porto e l’aeroporto, che visione ha in merito? Lo ritiene un investimento utile?

Ritengo importante che Palermo diventi home port, cioè non solo un porto di transito ma uno scalo in cui i passeggeri possano iniziare e concludere la loro crociera. Il che comporterebbe non pochi vantaggi di indotto: i crocieristi arriverebbero qui in aereo, magari con qualche giorno di anticipo per visitare la città prima di imbarcarsi, e da qui ripartirebbero dopo la crociera. Sul collegamento porto-aeroporto si discuterà, ci teniamo a collaborare con la Gesap e far comunicare le rispettive realtà.

 

Con i lavori dell’anello ferroviario il porto di Palermo avrà a disposizione una fermata proprio a pochi passi dai moli croceristici, in che modo ha intenzione di sfruttare questo nodo intermodale?

Prima di tutto dobbiamo far arrivare tanti passeggeri. Quindi, quando l’anello sarà ultimato, soprattutto i “free”, cioè coloro che non hanno acquistato alcuna escursione, potranno usufruire di una potenziata mobilità, decongestionando in ambito portuale il traffico passeggeri.

 

Da anni si attende la fine dei lavori alla stazione marittima, vero hub fondamentale per un porto come Palermo, a che punto sono le opere e quando il porto di Palermo potrà avere un centro all’altezza?

A cinque anni fa risalgono la gara e l’inizio dei lavori della stazione marittima, subito bloccati dal contenzioso con la Socostramo, la ditta cui erano stati assegnati. Saltiamo a oggi: il Provveditorato alle Opere pubbliche ha chiuso la transazione con Socostramo, al momento attendiamo che l’Avvocatura generale dello Stato si pronunci sulla transazione; quindi, acquisito l’atto, potrò firmarlo e riattivare i lavori. Il sequestro del molo Vittorio Veneto, invece, è di due anni e mezzo fa: la sponda nord l’abbiamo già messa in sicurezza, mentre tra 90 giorni termineranno i lavori sulla sponda sud – che hanno avuto bisogno di una variazione rispetto al progetto iniziale perché si è ritenuto opportuno intervenire da mare per consolidare in maniera più strutturata la banchina – e saremo nelle condizioni di chiedere il dissequestro dell’area. Mi auguro che in questi tre mesi si avvii già la procedura per far ripartire il cantiere della stazione marittima.

Trapani ha una grande tradizione legata al mare, oltre che fulcro del collegamento con le Egadi, cosa farà Monti per agevolare i cantieri navali di Trapani, le manifestazioni sportive che il golfo trapanese offre e per migliorare il turismo?

Io mi occupo di porto e posso dire che necessita di una cura da cavallo: basti pensare che il piano regolatore, strumento essenziale di pianificazione, fa riferimento al 1962. Servono due strutture ricettive: una dedicata ai passeggeri che hanno come destinazione le Egadi, e una per i crocieristi: proprio al mondo internazionale delle crociere bisogna far scoprire le meraviglie che si sviluppano attorno a Trapani e alla sua provincia. Per adesso siamo alle pratiche burocratiche per portare il porto sotto la nostra egida. Il Piano operativo triennale conterrà importanti interventi che stiamo pianificando.


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8 Thoughts to “INTERVISTA | Pianificare, programmare, progettare e realizzare: la sfida di Pasqualino Monti”

  1. fedeledisantarosalia

    Speriamo che Leoluca Orlando ed i suoi amici pseudo ambientalisti non blocchino tutto,come e’ stato fatto con Diego Cammarata e Bevilacqua che per FOPRTUNA CI HANNO REGALATO IL RESTYLING della Cala oggi unico tratto di mare degno in centro città’ dova la città’ per assurdo si chiama Panormus tutto Porto-
    Credo che Sant’Erasmo e gli altri porticcioli siano la priorità’ per fare una sorta di passeggiata a mare dalla Cala a Sant’Erasmo,poi bisognerebbe smantellare tutti i silos e capannoni che sono nel Piazzale del Porto per farne una sorta di Piazza a Mare con basolato panchine e palme come e’ stato fatto con il Porto di Genova (http://www.paesaggioitaliano.eu/liguria/genova) solo cosi Palermo potrà’ davvero puntare sul Turismo e aprisi alla citta’ anche se il sogno e’ il famoso TUNELL SOTTO LA CALA,che farebbe diventare tutto l’area della Cala al Foro Italico a Sant’Erasmo PEDONALE ….ma siamo a Palermo in mano a debosciati incapaci mediocri …

  2. friz

    ….l’idea di creare un collegamento marittimo tra il Porto di Palermo e l’Aeroporto mi sembra un’ottima idea… e io vedrei bene un’ipotesi ancora più estrema… se dipendesse da me cercherei di fare spostare l’intero porto di Palermo in prossimità dell’aeroporto… ma capisco che per molti questo è troppo… 🙂 …ad ogni modo penso che sia un po anacronistica l’idea di dover avere un porto dentro la città… credo che con il tempo molte città di mare cercheranno di spostare i loro porti verso le periferie….
    P.S. …il signor Monti sembra una persona fortemente motivata e con le idee chiare… bene… gli auguriamo di fare un ottimo lavoro… e ci auguriamo che presterà Grande attenzione all’aspetto estetico di tutto ciò che verrà costruito in futuro… e ovviamente speriamo potrà coinvolgere Architetti di Grande Valore…
    Buona giornata a tutti! 🙂

  3. punteruolorosso

    bene per sant’erasmo, anche se poi parla di bassissimo impatto. siamo trepidanti sulla stazione marittima e attendiamo di capire cosa si farà esattamente nelle borgate marinare, al molo trapezoidale, al castello a mare. in genere parla di restituire spazi alla città, e questo è ottimo. se ne parla da molti decenni. il tunnel porto-autostrada sarebbe la soluzione a quasi tutto. ultimamente si era deciso di costruirlo sul lato nord, e non più sotto la cala. ciò lascerebbe invariato il problema del traffico nel lungomare, e impedirebbe di pedonalizzare in superficie. bellissime le foto di genova. un porto a punta raisi? permetterebbe di raggiungere l’aereo via mare. ma punta raisi deve ancora fare il parco marino che nei progetti doveva essere collegato da ponti in legno. chissà che fine ha fatto.

  4. fedeledisantarosalia

    x punteruolorosso
    cosa si e’ deciso di fare a Nord ? il tunnel?

    1. punteruolorosso

      sì, inizialmente il tunnel doveva provenire dalla circonvallazione sud-est e passare sotto al foro italico e alla cala. un successivo progetto lo faceva partire da viale francia, quindi da nord. secondo me andrebbero fatti tutti e due.

      1. friz

        …..si… ma fatto da viale Francia non permetterebbe di pedonalizzare il foro italico e la cala…. perchè quella parte della città rimarrebbe isolata senza una strada… sì…. sarebbe ottimo farli entrambi, ma tutti sappiamo che al massimo ne ne faranno solo uno… e quindi spero Punteruolorosso che chiederai su facebook l’amicizia al signor Monti e gli scriverai una bella lettera… 🙂 …una lettera da parte di tutti noi… 🙂
        Buona serata a tutti!

  5. belfagor

    In questa interessante intervista il Dott. Monti ha dimostrato di essere una persona competente che conosce bene la situazione dei porti e dei porticcioli della Sicilia occidentale. Mi sembra molto significativo che consideri fondamentale la riconnessione urbana dei porticcioli : “ i primi progetti da mandare avanti riguardano Sant’Erasmo, con una riqualificazione in stile Cala, con interventi a bassissimo impatto, strutture leggere e temporanee”. Da quanto ho capito il Dott. Monti non vuole “rispolverare” il vecchio progetto del porticciolo turistico ma vuole trasformare il Porticciolo di Sant’Erasmo in una “piccola Cala” con strutture a bassissimo impatto ambientale, possibilmente inserito nel contesto del futuro Parco dell’Oreto. Mi sembra che il dott. Monti ha le idee chiare e non voglia solo fare promesse, infatti iniziare dal Porticciolo di Sant’ Erasmo dimostra che vuole puntare su opere realizzabili senza grossi capitali e senza “troppo cemento”. Infatti bisogna abbattere solo qualche casa abusiva o pericolante , “ spostare” il campo ROM e convincere l’amministrazione comunale a collaborare. E forse questo sarà il vero problema.

  6. BELFAGOR

    NEL 2013 “ LA CITTA’ RIVOLGERA’ DI NUOVO LO SGUARDO AL MARE “
    Il prossimo anno, il 2023, potrebbe essere un anno importante per Palermo.
    Grazie all’ Autorità portuale la Costa palermitana sarà il luogo delle principali trasformazioni della città: dall’Acquasanta a Sant’Erasmo ma soprattutto a partire dall’area del Molo trapezoidale
    “Ricordo la prima volta che ho visto il Molo trapezoidale – racconta il presidente Pasqualino Monti – Il panorama era desolante. Ho detto: demolisco tutto. Sembrava impossibile, invece stiamo cominciando a ricostruire”.
    Il Molo diventerà un terminal attraversato da due milioni e mezzo di passeggeri che si troveranno a un passo dal centro storico, ma anche dai palermitani che di fronte al mare potranno trovare tutti i punti di attrazione della movida..
    Accanto al Parco archeologico del Castello verrà realizzata una passeggiata, una piazza, il lago, nove edifici con varie destinazioni, tra cui un centro congressi, un auditorium e un anfiteatro panoramico da 200 posti, oltre che i parcheggi.
    Tutto sarà aperto alla città con attività commerciali e di ristorazione all’insegna del made in Sicily.
    Si tratta di ben 26mila metri quadrati di intervento, di cui otto occupati dal laghetto che lambirà i bastioni del Castello proprio come era all’origine, per oltre 25 milioni di investimento.
    Nel cuore del complesso del Castello a mare nascerà pure un museo multimediale, che verrà dato in concessione all’ associazione “Le vie dei tesori” per vent’anni.
    Nel 2023 sarà recuperato anche l’accesso al porto all’altezza di via Emerico Amari: ben 400 metri lungo via Crispi. Pure qui si punta alla creazione di un parco urbano su via Crispi, abbattendo la recinzione e formando un’ampia zona per attività commerciali e ricreative.
    Dovrebbe sorgere una terrazza sul mare che sarà collegata, con un sistema di passerelle, alla stazione marittima.
    I lavori, da 35 milioni, partiranno nel gennaio 2023.
    Il Foro Italico, riconsegnato finalmente all’ Autorità portuale sarà ,nel 2023, riqualificato grazie a un concorso internazionale e il prato servirà non solo per passeggiare, ma sarà anche un luogo dove organizzare eventi.
    E il Comune?
    Per anni assente o , peggio, complice di coloro che hanno distrutto la costa e il mare , ora vorrebbe collaborare , con l’ Autorità portuale, in questa opera di ricostruzione.
    L’ assessore comunale all’ urbanistica, Maurizio Carta non vuole essere un semplice spettatore ma deve battere l’ immobilismo e le resistenze della burocrazia comunale
    L’ assessore ha in cantiere una grande variante che ridisegna la costa da Acqua dei Corsari a Sferracavallo, però……. “Bisogna ripensare la viabilità di quelle aree”.
    Infatti, nonostante quello che qualcuno sostiene, potenziare la viabilità è fondamentale.
    Nel 2023 dovrebbe essere bonificata e valorizzata parte della costa sud , quella subito dopo Sant’Erasmo, e poi l’area del parco Libero Grassi dove la bonifica dovrebbe partire a metà dell’anno.
    Si vocifera inoltre che piazza Tonnarazza ( Sant’ Erasmo) dovrebbe essere recuperata : infatti entro pochi mesi dovrebbero essere sgomberati ( salvo ricorsi) le attività commerciali esistenti , ma sul progetto e sui tempi siamo però in alto mare.
    Dovrebbe essere abbattuto l’ ecomostro di via Tiro a segno, ma i tempi , come al solito, sono lunghi.
    Per riqualificare la costa sud ci sono 60 milioni, principalmente dal Pnrr.
    “Torneremo ad attivare l’economia del mare – dice l’ assessore Carta – la filiera del turismo nautico, del divertimento, dell’enogastronomia e dell’edilizia connessa. L’economia produttiva del porto, il turismo e il patrimonio culturale convivono lungo la costa. E da lì ripartiamo”.

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