Ponte sullo stretto, ci serve? Guardiamo cosa (non) abbiamo in casa

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Un piccolo excursus sul tema “ponte sullo stretto” che in qualche modo coinvolge l’intera isola dal punto di vista infrastrutturale. Vi poniamo il punto di vista del Comitato Pendolari, che spesso ospitiamo nel nostro sito


 

Mentre si accende il dibattito sul #PontesulloStretto, visto il rilancio del premier Renzi, e dei benefici che la sua eventuale realizzazione comporterà in termine di occupazione e sviluppo economico-turistico, desideriamo intervenire per fare presente, ancora una volta, che la Sicilia aspetta ancora tutte quelle infrastrutture che in questi ultimi 15 anni sono state acclarate nell’Accordo di programma Quadro del 2001 tra Lunardi e Cuffaro, nel Piano per il Sud (vedi foto allegata), nel Decreto del Fare, nello Sblocca Italia e infine nel Patto per il Sud contenente il Patto per la Sicilia.

In tutti questi anni si è sempre parlato di investimenti per oltre 10 miliardi per le sole infrastrutture ferroviarie che ad oggi non sono state ancora realizzate e vengono sempre riproposte. Quali:

  1. Il completamento dei raddoppi ferroviari Messina-Palermo,
  2. Messina-Catania-Siracusa, Catania-Palermo e Agrigento-Palermo;
  3. gli ammodernamenti e velocizzazioni della Palermo Trapani e Siracusa-Ragusa-Modica-Gela;
  4. il collegamento con l’aeroporto Fontanarossa di Catania e dei collegamenti con gli aeroporti di Comiso e Birgi.

Due aspetti desideriamo evidenziare: il primo su 1378 km di ferrovia solo appena il 14% è a doppio binario e circa 600 km ancora non elettrificate.

Il secondo occorre verificare se il gestore dell’infrastruttura ferroviaria RFI Spa (Rete Ferroviaria Italiana) rispetta i tempi di realizzazione e di consegna sulle opere cantierate.

Al momento è ancora chiusa la Palermo-Punta Raisi che doveva aprire a giugno 2016;  è ancora chiusa da oltre un anno la Gela-Canicattì; – è ancora chiusa da oltre tre anni la Alcamo-Trapani Via Milo; – è ancora chiusa da oltre cinque anni la Caltagirone-Gela; – è ancora chiuso da oltre quattro anni il raddoppio della Catania Ognina-Catania Centrale (ultima data prevista il 17/04/2016).

Tutti questi ritardi e chiusure pregiudicano una programmazione certa dei servizi di trasporto ferroviario tra la Regione Sicilia e l’impresa ferroviaria Trenitalia Spa anche sui canali di vendita. Fatte queste premesse chiediamo all’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti on. Giovanni Pistorio, al dirigente generale del dipartimento infrastrutture e trasporti dott. Fulvio Bellomo di intervenire presso le competenti sedi per fare chiarezza sui tempi dell’effettiva realizzazione, su tutti questi ritardi e sulla eventuale o definitiva apertura alla circolazione ferroviaria, evitando così quei servizi con bus sostitutivi divenuti ormai insostenibili per tutta l’utenza.

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52 Thoughts to “Ponte sullo stretto, ci serve? Guardiamo cosa (non) abbiamo in casa”

  1. Normanno

    A mio parere l’approccio è sbagliato ; la domanda non deve essere se il ponte serva o non serva,la domanda deve essere ci sara mai sviluppo del sud se per andare da palermo a napoli o da catania a napoli ci vogliono 9 ore per le persone e soprattutto per le merci ?La risposta è no quindi non bisogna parlare del ponte ma della tratta Napoli -Palermo o se vogliamo del mitico corridoio Berlino Palermo.Quindi il ponte E’ UN DI CUI DELLE TRATTE SOPRACITATE e il progetto deve essere una tratta ad alta velocità che colleghi palermo e catania con napoli oltre ad una tratta ad alta velocità palermo-catania.Troppi soldi?Vogliamo farei il conto di quanti miliardi si sono spesi negli ultimi quarant’anni per corsi di formazione che non hanno prodotto un posto d lavoro o vogliamo parlare delle partecipate della regione Sicilia?Troppi soldi se vogliamo continuare a spendere i soldi per creare clientele politiche altrimenti i soldi ci sono e i cinesi farebbero tutto in tre anni.Ci affidiamo chiavi in mano ai cinesi allora per risolvere definitivamente la secolare question meridionale?

    1. Athon

      Non mi convince fino in fondo l’assunto secondo cui il problema della tratta Palermo-Napoli sia da ravvisare, anche soltanto in parte, nei 20 minuti richiesti dalla traversata in traghetto.

      Ritengo inoltre improbabile che chi dovesse spostarsi da Palermo a Berlino o viceversa, abbia il piacere e/o il tempo di effettuare il tragitto in macchina o in treno, e che dunque a fronte di aerei ed aeroporti sia invogliato, dall’esistenza di un ponte che millanta di poter ridurre magicamente tutte le distanze, a prendere le chiavi della propria automobile o acquistare biglietti ferroviari.

      Infine un’opera del genere non richiede soltanto ingenti spese per essere realizzata, e a quel punto “tutto è compito e arriverci e grazie”; richiederà invece, continuamente, anche ingenti spese per essere mantenuta. Pensa che a New York il Ponte di Brooklyn (1 825 metri a fronte dell’ipotetico ponte a campata unica sullo Stretto che avrà invece una lunghezza di 3 911 m), dal 1981 ad oggi ha richiesto opere di manutenzione per un totale di 1,1 miliardi di dollari.

      Conclusione: il gioco non vale la candela.

      1. Normanno

        A parte il fatto che i tuoi venti minuti sono solo il tempo netto dell’attraversamento ,i tempi reali per treni e macchine sono circa di due ore e inoltre i costi di gestione sono coperti dal pedaggio insieme ad una quota parte dell’investimento.Il sud ha bisogno di tre cose 1) Infrastrutture efficienti e moderne ( porti ,aeroporti,tratte ferroviarie ad alta velocità) 2) legalità e riduzione della burocrazia 3) Fiscalità di vantaggio per le imprese che producono e che generano occupazione tutto il resto sono chiacchiere. I cinesi sono disponibili a far diventare la sicilia la loro testa di ponte per l’europa l’africa e il medio oriente e sono disponibili, a loro spese, a creare un mega aeroporto intercontinentale a Centuripe, ma che senso ha risparmiare del tempo nel trasporto delle merci per la posizione privilegiata della sicilia che fa da cerniera al mondo con l’aeroporto di centuripe e poi perdere tutto il tempo guadagnato in autostrade lente, tratte ferroviarie dei tempi dei borboni e infine due o piu ore di attesa per arrivare in calabria senza il ponte?Le tratte devono essere tre 1) Augusta porto -Catania -Messina.-Ponte sullo stretto-Calabria 2)Trapani- Palermo -Termini imerese(Interporto)-Messina-Ponte.Calabria 3)Palermo-Termini imerese (interporto)-Catania Bicocca(Iinterporto)-Catania.Come scritto vanno viste le tratte si sviluppo logistiche e di queste bisogna parlare non discutere se fare o non fare il ponte che a mio parere VA ASSOLUTAMENTE FATTO, se si vuole una sicilia che si sviluppi finalmente e competa nel mondo con le sue imprese,se poi la sicilia deve essere la terra della mafia, dei forestali e della migraizone giovanile in cerca di lavoro insomma quella di oggi allora il ponte sono d’accorso è inutile.

        1. Athon

          Ma figurati se sono contrario al fatto di dotare la Sicilia di nuove infrastrutture: autostrade, alta velocità, superstrade, nuovi aeroporti etc…etc… Sono d’accordo! Solo che ritengo che tutto ciò non sia da subordinarsi alla costruzione del ponte sullo Stretto.

          L’Italia è quasi interamente circondata dal mare. Per le merci si continua a puntare fondamentalmente sul trasporto su gomma, come se l’Italia non fosse una penisola. Se in Germania o in Francia non possono che trasportare le cose via terra, l’Italia potrebbe godere della fortuna di potenziare il trasporto via mare.

          Ad ogni modo mi perdonarai se ravviso un’ evidente esagerazione nel sostenere che se il ponte non si farà la Sicilia non potrà mai competere con le sue imprese nel mondo, sarà terrà di mafia, dei forestali e di giovani che emigrano in cerca di lavoro…

          Mizzica! Ma ‘sto ponte che è?! La soluzione di tutti i problemi! No, non mi convince.

          1. Normanno

            Come mi sembrava di aver chiarito a più riprese, ma evidentemente con scarso risultato, senza infrastrutture efficienti e senza legalità e riduzione drastica della burocrazia (potatura radicale della regione sicilia) non ci sarà mai sviluppo in Sicilia semplicemente perchè lo sviluppo lo fanno le imprese e le imprese non investiranno mai in un territorio penalizzato cosi evidentemente nei trasporti delle loro merci (tempi si traducono in costi) e dove non c’è certezza di diritto o bisogna impazzire dietro le pretese assurde dei burocrati.Il ponte non è esaustivo di tutte le infrastrutture evidentemente, ma costituisce un tassello importante per evitare i cosiddetti colli di bottiglia quelle perdite di tempo che vanificano i guadagni ottenuti con le tratte ad alte velocità.Ad altri contributi letti su questo sito invito a studiarsi un po il significato di trasporto intermodale che sta alla base dei trasporti logistici prima di avventurarsi in imbarazzanti analisi sul flusso dell merci che sollecitano solo un sorriso pietoso di comprensione.

        2. Irexia

          Continuo a non capire come un’isola al centro del Mare Mediterraneo, con 4, dico 4, aeroporti (2 a est, 2 a ovest) abbia bisogno di un pezzo di asfalto e cemento per collegarsi con il resto del mondo! Ci inculcano questa idea dal 1961! I trasporti di merci sono più sicuri e meno costosi per nave (acqua quindi, non a caso la Germania sfrutta i suoi fiumi navigabili) e le persone per andare a Milano (non dico Berlino) prediligono l’aereo (aria dunque); se poi ci si vuole trasferire e portare tutto altrove, si imbarca la propria macchina sul comodissimo traghetto per Genova e in una notte, senza correre rischi di schiantarsi contro un guardarail per la stanchezza o di prendere una multa o di rimanere bloccato nel traffico si sbarca in continente…
          Non capisco, poi cosa c’entrino col ponte sullo stretto i punti che dici tu…

          1. Athon

            Irexia, mi sa che anche tu dovrai incassare il “sorriso pietoso di comprensione” che Normanno elargisce a chi inquadra le cose da altri angoli visuali. Per il resto, anch’io non colgo il rapporto che Normanno pone tra ponte sullo Stretto e legalità, fiscalità di vantaggio, semplificazione della burocrazia, forestali, certezza di diritto etc…etc… chiamati in causa per sostenere l’assunto che il ponte serva.

            Molti dei punti chiamati in causa da Normanno sono condivisibili, ma francamente mi pare una forzatura metterli in diretta relazione col progetto del ponte.

            La Sicilia è una grande piattaforma naturale che già di per sé costituisce un ponte tra tre continenti, e non è metaforico. Come dice Irexia, la Sicilia ha già 4 aeroporti ( in più Agrigento da anni ambisce ad averne uno proprio, e per quanto riguarda quello che i cinesi pensavano di progettare vicino a Enna, se ne parlava qualche anno fa ma poi non se n’è saputo più nulla). Chi si sposta per turismo, userà questi. Per quanto riguarda i porti, con la recente riforma delle Authority e la nascita dell’Autorità portuale dello Stretto (Messina-Gioia Tauro, comprendente anche Milazzo, Tremestieri, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Crotone, Vibo Valenzia, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi), avremo uno dei più grandi terminal per il trasbordo merci del Mediterraneo.

            Le infrastrutture in Sicilia servono, ma il ponte non è tra queste.

    2. Irexia

      Ma tra Napoli e Palermo non c’è il mare? Perchè non si può usare il traghetto? Perchè magari non investire magari in natanti più veloci e meno inquinanti?
      Cosa c’entra l’alta velocità tra Palermo e Catania con il ponte? Mica un TAV dovrebbe passare per il ponte!
      Insomma credo proprio che ci dicono che ci faranno tanti bei doni solo se accetteremo di farci prendere in giro un’altra volta…

  2. fabio77

    I politici sanno bene che il Ponte sullo Stretto serve a spostare voti, non veicoli.

  3. friz

    ….anch’io penso che ci sono delle opere molto più importanti da fare in Sicilia rispetto al ponte (raddoppi ferroviari, metro, ristrutturazione di porti, porti turistici, autostrade, Tav, recupero di centri storici, miglioramento e abbellimento della costa….), però è anche vero che dubito che se si “risparmiassero” i soldi del ponte la stessa cifra sarebbe investita interamente in Sicilia, quindi, tanto vale farlo questo benedetto ponte….
    Ad ogni modo mi chiedo:
    ….ma se è vero che la Sicilia si allontana (o forse si avvicina…non sono sicuro…) dall’Italia, il ponte non rischia???
    ….e in caso di un ipotetico grande terremoto (come quello di Messina del 1908) cosa accadrebbe a questo ponte? …è un ponte sufficientemente antisismico? E fino a che grado della scala mercalli???
    …e inoltre mi chiedo ancora: …..ma il progetto non incomincia ad essere un pò datato? ….non è male, sia chiaro…. ma non si potrebbe renderlo più bello e più suggestivo…. in modo da farne una sorta di attrazione turistica….

    1. Irexia

      La Sicilia è spinta dalla placca africana verso nord, annualmente la nostra isola si sposta, se ricordo bene, di 1cm, può sembrare una distanza irrisoria ma fa!
      Non credo proprio si possa parlare di struttura sufficientemente antisismica al 100% posto che questa sarebbe il ponte ad unica campata più grande al mondo, quindi non ci sono termini di paragone. I giapponesi, che convivono con questo fenomeno piuttosto da vicino non si sono mai azzardati a fare un’opera del genere…
      Progetto datato, dici? Sì, frutto della politica del cemento degli anni che furono, proiettata ad accrescere i chilometri di asfalto per incentivare l’acquisto di automobili private.
      Se in Italia il trasporto su ferro e nave è meno sviluppato di quello su strada rispetto il resto d’Europa è perché la politica del dopoguerra ha promosso l’acquisto delle automobili FIAT! Non a caso l’autostrada del sole è stata la prima in Europa…

    2. punteruolorosso

      un terremoto come quello del 1908 farebbe molti più danni sulla terraferma che al ponte.
      irexia molto convincente. le merci su gomma hanno esenzioni sul carburante. sono incentivi al fossile, mentre quelle alle rinnovabili vengono ridotte. in italia le autostrade del mare non sono mai partite. ne parò perfino berlusconi, ma la cricca degli autotrasportatori è molto potente, e poi ci si mettono i petrolieri e scopri che in italia l’inquinamento è una scelta strategica, dolosa e di stato.

  4. peppe2994

    Se dobbiamo prenderci in giro, possiamo credere alla favola che non realizzando il ponte come per magia piovano i miliardi per le altre opere siciliane.

    Chi invece è in grado di essere realista, sa perfettamente che non realizzarlo non comporterebbe in alcun modo un aumento degli investimenti ferroviari in Sicilia, quindi almeno secondo me, bisogna prendere quello che si presenta e quando si presenta ( vedi la guerra santa, tram-metro), perché ogni opera è un progresso sotto tanti punti di vista. Occupazione, comodità per qualcuno, notorietà generale, magari anche turismo.

    Non è corretto effettuare un’analisi meramente economica, perché ponte o non ponte, nessuno salirebbe in auto come se nulla fosse ogni 3*2 verso Napoli e Roma.
    Si continueranno a prendere comodissime navi ed aerei.

    Però al livello locale sarebbe comunque manna dal cielo. Io sono assolutamente favorevole.
    Per il discorso strutturale, l’ingegneria compie prodigi, terremoti fino al nono grado e spostamento delle placche sono stati contemplati nel progetto.

    1. Irexia

      In verità dicono che proprio a livello locale è una complicazione! Prendere questo ponte con l’automobile privata non significa per un messinese, recarsi nella zona portuale e tirare dritto dalla banchina! Significa uscire dalla città, fare un lungo tornante finalizzato a raggiungere l’altezza dovuta, fermarsi al pedaggio, prendere il ticket, percorrere il ponte, pagare il pedaggio (di cui nessuno ci dice l’importo!) rifare il tornante in discesa, entrare a Reggio; tutto questo in quanto tempo? A me sembra leggermente macchinoso!

  5. Athon

    Sono sempre stato e sempre sarò del tutto contrario al progetto del ponte sullo Stretto.

    Ma davvero tutto il problema dello spostamento di merci e persone consiste in quei 20 min. di traversata in traghetto?!

    Le ragioni della mia contrarietà sono fondamentalmente tre, di cui due “pragmatiche” e una semplicemente “emozionale” (dunque con valore relativo) :

    1) Non sono un ingegnere e non sono un geologo, ma mi bastano poche conoscenze in merito e un po’ di buon senso per ritenere che costruire un’opera di tale portata esattamente sopra una delle faglie continentali più attive e pericolose del pianeta sia uno dei tanti, folli, atti di arroganza dell’essere umano che non ha ancora capito che fare la guerra al mondo e ai suoi fenomeni naturali, vedrà sempre, a lungo andare, vincente il “mondo”.

    Tra l’altro occorre anche preventivare che alle già ingentissime somme da impiegare per l’eventuale realizzazione, andranno poi ad aggiungersi anche le spese, continue e sistematiche, necessarie alla manutenzione di un’opera faraonica come quella prevista.

    2) Lo Stretto di Messina costituisce un ecosistema unico al mondo: vi si incontrano le correnti che provengono dal Mar Ionio e dal Mar Tirreno, creando un habitat speciale nel panorama mondiale. Quella è dunque un’area che va solo rispettata, custodita e valorizzata, con interventi sugli impianti di depurazione delle acque e miglioramenti lungo le coste. Lo Stretto di Messina, in quanto ecosistema particolare, arricchito inoltre dalla notevolissima carica mitologica di cui la classicità ha dotato quel lembo di mondo, avrebbe tutte tutte le carte in regola per essere dichiarato Riserva della Biosfera Unesco.

    3) Ho un’idea “romantica” della Sicilia: isola non pienamente isola, separata dal resto del continente solo da una sottile striscia di mare.

    1. Roberto Palermo

      Ti faccio sommessamente notare che il Ponte sullo Stretto è stato già appaltato, una decina di anni or sono, sulla base di un progetto preliminare approvato e verificato da organismi tecnici internazionali. Tu stesso affermi di non essere ingegnere o geologo: allora come fai ad esprimere pareri tecnici al proposito? Lascia fare ai tecnici il loro lavoro: ti posso garantire che è gente che ha studiato (e non solo nei Politecnici italiani). E poi, ti comunico le spese di manutenzione sono inserite in un piano manutentivo di cui è prevista la copertura finanziaria, grazie ai pedaggi.
      Sull’ecosistema, faccio ancor più sommessamente notare che lo stesso è già messo a dura prova dagli scarichi delle navi traghetto che, come sappiamo , attraversano lo Stretto decine di volte al giorno, anche se sembra non ricordarselo nessuno.. Tant’è che Messina, poveraccia, è una delle città più inquinate d’Italia, avendo un così trafficato porto e tanti TIR che l’attraversano mettendo sotto, di tanto in tanto, qualcuno dei suoi cittadini.
      E poi, non ho notizie di ponti sospesi che hanno distrutto interi ecosistemi…

      1. Athon

        Ti faccio sommessamente notare che non ho espresso nessun parere tecnico. Se puoi, citamelo, visto che io non riesco proprio a rintracciarlo. Ho semmai fatto leva su un più generale buon senso, legato alla memoria storica di eventi devastanti avvenuti ripetutamente in quell’area (ultima data disponibile: 1908) e che i sismologi, esperti anche loro, avvertono si ripeteranno puntualmente anche in futuro, con equivalente carica di devastazione. Infatti, come sappiamo, lì ci sono non due “flagliette” piccole piccole; si incontrano invece due placche continentali, quella euro-asiatica e quella africana. E vuoi mettere un ponte costruito con alta ingegneria contro due continenti che spingono titanicamente ed iniesorabilmente l’uno contro l’altro?! Ma davvero occorre essere un esperto del settore per affermare che un’opera del genere sia frutto di arroganza e follia?! Non basta il buon senso?

        Non voglio sminuire di per sé la competenza e le abilità di tecnici ed ingegneri, ma francamente non me la sento nemmeno di minimizzare la “competenza” del mondo e dei suoi fenomeni naturali. Figurati che persino gli eccezionali giapponesi hanno avuto grossi problemi con tsunami, terremoti e centrali nucleari, nonostante la risaputa attenzione e cura che mettono in cose del genere, e in particolare nonostante le barriere che avevano costruito lungo le coste pensando di essere al riparo dagli tsunami. È solo un esempio, utile però a suggerire come nella guerra tra uomo e natura, per quanto esperto si ritenga l’uomo, vincerà sempre la natura, e non c’è bisogno di essere ingegneri e tecnici per affermarlo.

        Qui in Italia ogni sette anni circa abbiamo terremoti che sbriciolano paesi e città intere. Ogni volta puntalmente parte la polemica sulla “mancanza di memoria storica” degli italiani rispetto le aree altamente sismiche; come vedo, dopo poche settimane, qualcuno “dimentica” nuovamente, o comunque si riprende a minimizzare.

        1. Hall t.

          Ma si legge dopo aver scritto? Le cose che ha detto non hanno alcun senso e soprattutto nessun fondamento scientifico. Posso farle passare il punto 3, perché è un suo parere personale e non posso toglierglielo, il resto è tutto sbagliato. Come hai detto lei, non è un tecnico, quindi sarebbe opportuno provare direttamente a non esprimerti, non perché è vietato, ma per buon senso, perché poi arriva un altro ignorante (non si offenda, per ignorante si intende colui che ignora una determinata realtà, in questo caso tecnica) legge le sue affermazioni e magari le prende pure per vere, ergo, il suo commento è nocivo ai lettori non informati sul tema.
          Se lei fosse minimamente informato su come funziona un ponte, saprebbe che il problema più grave per questo tipo di strutture non sono i terremoti, ma il vento. Il vento è capace letteralmente di spostare l’impalcato di decine di metri in senso trasversale e se è il ponte è mal progettato rischia anche di fare entrare lo stesso in frequenza di risonanza che porta inevitabilmente alla caduta del ponte. Ti posso assicurare che il ponte sullo stretto di messina è stato progettato per resistere a venti fortissimi (nettamente più forti di quelli effettivamente presenti sullo stretto).
          Sulla base di questo ti dico anche che proprio per resistere alle sollecitazioni esterne, l’impalcato del ponte è suddiviso in diverse parti unite tra di loro da giunti, che ne consentono l’allungamento e l’accorciamento di diversi metri. Capisci che quando si sente certa gente preoccuparsi per l’allontanamento della calabria dalla sicilia di 1 millimetro ogni non so quanti anni, quando solo per causa del vento il ponte può allungarsi di decine di metri, cadono davvero le braccia a terra.
          Per quanto riguarda i terremoti, ti assicuro che in questo caso il ponte sarebbe tra le poche cose a rimanere in piedi in quella zona.
          Insomma il ponte è un vero gioiellino ingegneristico che porterebbe alta la reputazione italiana nel mondo intero.

          ALTRA COSA IMPORTANTE.
          Lei dice di essere a favore dell’alta velocità in sicilia. Mi dica… Lei pensa davvero che senza ponte sullo stretto abbiamo la possibilità di veder realizzare l’alta velocità in sicilia? Mi spiega quale sarebbe quel vantaggio strategico per il quale il governo italiano dovrebbe investire nell’alta velocità in un’isola? Davvero non si rende conto che senza ponte può dire addio all’alta velocità?

          Lei parla di 20 minuti per l’attraversamento dello stretto, noto che vive in un mondo diverso e più bello rispetto al mio….lei ha mai attraversato lo stretto in treno? non glielo auguro.

          POI, e qui non rispondo direttamente a lei ma in generale… Questa storia del “prima dovremmo fare altro” o “la sicilia ha altre priorità” mi ha davvero e dico davvero stancato per non dire altre cose.
          Cioè…lo stato ti sta dicendo, guarda, vogliamo portare l’alta velocità fino al sud, è un progetto di interesse europeo (parliamo di programmazione europea) e non è difficile reperire i fondi, e tu gli dici, no, prima ci sono altre cose prioritarie? Ma che discorso è? Quelle cose le devi pretendere a prescindere, ma perché devi rinunciare a qualcosa? Queste sono palle da prendere al balzo! Quando mai il governo ha pensato di investire tutti questi soldi al sud? E noi come dei cretini gli diciamo no.

          1. Athon

            Il fatto che il vento sia il più insidioso nemico di ponti e grattacieli è un punto alquanto risaputo. Ad ogni modo, grazie per averlo ricordato.

            Per quanto invece riguarda il rapporto tra il ponte sullo Stretto e il rischio sismico per la presenza della faglia continentale, dovresti riconoscere onestamente che in realtà ingegneri, geologi e sismologi di uguale fama sono divisi in due fronti opposti: c’è chi sostiene che non si corra alcun rischio; c’è invece chi nutre più di un filo di perplessità. Gli articoli pro e contro, firmati da ingegneri, geologi e sismologi (e quindi non “la certa gente” che lei chiama in causa, millantando di possedere l’unica Verità sostenuta dagli esperti del settore) abbondano in rete, e le posizioni sono in realtà divergenti.

            Vorresti far passare l’idea che tutti gli esperti siano favorevoli alla costruzione del ponte sullo Stretto, ma non è così, ed è inequivocabile che non sia così. Basta farsi un giro tra gli innumerevoli articoli che abbondano in rete, firmati da esperti e non da semplici giornalisti. Si troveranno quelli che la pensano come te e quelli che la pensano diversamente.

            Lei si legge dopo aver scritto? Evidentemente no, perchè chiunque volesse trovare un contraddittorio ai suoi assunti, firmato da un ingegnere, un geologo o un sismologo, non avrà alcuna difficoltà a farlo, e ne troverà in abbondanza.

  6. Roberto Palermo

    Tempo fa chiedendo in giro perchè non si faceva il Ponte, si rispondeva: perchè non ci sono i raddoppi ferroviari!
    Oggi, a chi chiede per quale motivo non si proceda ai raddoppi ferroviari, si risponde: perchè non c’è il Ponte!

    Un paradosso, che fa capire quanto l’approccio al problema sia del tutto umorale e non scientifico. E sempre a danno dei cittadini siciliani, spesso, come vediamo, convinti fautori delle loro sfortune.
    Senza infrastrutture degne, è vero, il Ponte risulterebbe una “cattedrale nel deserto”. Ma senza avere un’infrastruttura di attraversamento capace di movimentare la quantità di treni, passeggeri e merci, che può percorrere una linea a doppio binario (capacità massima per una linea raddoppiata 250 treni al giorno), non ha senso, ad esempio, raddoppiare la Palermo Messina, perchè per le relazioni fra le due città non occorre certo una linea a doppio binario. D’altronde, quanti treni percorrono oggi la tratta più centrale, da Cefalù a Patti? Talmente pochi che RFI, ovviamente, ne ha da tempo accantonato il raddoppio.

    Morale della favola: parlare di carenza infrastrutturale per giustificare l’abbandono del progetto del Ponte è del tutto fuorviante. E peraltro, in gran parte, ad oggi, falso: parlando di autostrade, ad esempio, la A3 è completa e riqualificata, la A20 e la A18 complete da decenni , anche se necessitano di opportuni lavori di manutenzione. Tornando alle ferrovie, la ME-CT raddoppiata per intero sarebbe già una realtà, senza i veti incrociati dei comuni interessati, che hanno bloccato per decenni un progetto finanziato con la forza delle loro 1000 anime.

    1. Athon

      Sostenere che senza il ponte sullo Stretto “non ha senso” migliorare le infrastrutture all’interno dell’isola, non mi trova per nulla d’accordo. Ma davvero occorre subordinare alla realizzazione del ponte, la cui assenza attualmente è causa di un “ritardo” di 20 min circa, la necessità di nuove infrastrutture in Sicilia che già di per sé sarebbero utili a ridurre i tempi di percorrenza, sia all’interno dell’isola che da/per la Sicilia?!

      1. Roberto Palermo

        Prova a rileggere quello che ho scritto. Non hanno senso i raddoppi ferroviari, non l’adeguamento delle infrastrutture, laddove serve.
        E comunque rimangono le tue opinioni su terremoti, tsunami e disastri vari che sono già state prese in considerazione, prima di approvare il progetto all’inizio degli anni 2000. Personalmente, con tutto il rispetto, penso che, più delle tue opinioni, contino i pareri degli organismi tecnici internazionali che hanno verificato il progetto, La fattibilità tecnica dell’opera NON SI DISCUTE. Così come non si discute la ricetta del medico quando si vuole guarire da una malattia. A meno di non essere tanto presuntuosi da pensare di curarsi da soli, sulla base delle proprie convinzioni. Rimettendoci le penne.

  7. danyel

    Io sono sempre stato favorevole a questo Ponte, ma sempre nell’ottica di considerarlo un incentivo al completamento infrastrutturale della Sicilia … un imput insomma.. perché sperare di vedere in Sicilia infrastrutture degne di questo nome, scusate ma sono convinto sia un utopia .. devono passare decenni .. Questo Ponte invece sarebbe l’occasione …. Ma state tranqulli, non lo realizzeranno mai .. è diventato negli ultimi anni più che altro uno slogan pubblicitario e niente altro …. Nessuno è davvero interessato a realizzarlo, è un’opera faraonica … meno che mai l’Europa!

    1. Irexia

      Davvero credi che il ponte risolva i nostri problemi?! Ma ci credi ancora a queste bubbole? Se i raddoppi si vogliono fare si fanno e basta!

      1. danyel

        Irexia, e chi ti dice che questi raddoppi vogliano farli? Ti parla uno che ama la Sicilia, vive in Sicilia e non la cambierebbe per nulla al mondo … dove lo vedi tu tutto questo interesse nel voler dotare la nostra regione delle infrastrutture dico necessarie ad un territorio come il nostro? lo vedi? Io no, a me sembra tutto il contrario … non c’è un vero interesse dalla parte di nessuno, figuriamoci dall’Europa .. Ripeto, se si realizzerà tutto questo, ci vorranno decenni, generazioni … Quindi ritengo che questo Ponte possa essere un imput al completamento infrastrutturale della Sicilia, perché a quel punto sarebbero obbligati … Ma ripeto, non lo realizzeranno mai, è uno slogan acchiappavoti e noi continueremo ad avere ferrovie a binario unico, autostrade che crollano ecc ecc ….

        1. Irexia

          Danyel è esattamente così come dici tu! Non c’è alcun interesse a sviluppare il nostro territorio! Senza o con il ponte! E’ una grande presa in giro!
          Ci hanno detto che la chimica ci avrebbe fatto arricchire (Priolo, Augusta, Gela, Milazzo…), poi fu il turno dell’industria (Termini Imerese), io tutta questa ricchezza non l’ho vista! E per invogliarci a cedere ci buttano sul piatto il ricatto dei posti di lavoro… Sì di bassa manovalanza a gettare calcestruzzo e spianare asfalto! Forse farci ferrovie e comprare treni elettrici, strade che non si frantumano non ci porterebbe lavoro e di maggiore profilo?!
          Se noi avessimo già le infrastrutture che ci spettano in quanto territorio europeo sarebbe di tutta evidenza come questo ponte non ci servirebbe affatto!
          Il problema non è fare venire il mondo in Sicilia, il problema è farlo rimanere sul territorio!
          Le imprese non investono qua perché c’è la mafia che come una sanguisuga ci succhia ed esaurisce le nostre risorse; i turisti arrivano ma non sanno come andare a vedere la Venere di Morgantina, la villa del casale di Piazza Armerina; andare a Cefalù è un’impresa. Se da Palermo devi andare a Siracusa la tragedia la vivi nel tragitto, se un catanese vuole andare a soggiornare a Sciacca ci rinuncia prima, l’aeroporto di Trapani non ha un collegamento ferroviario, le nostre strade sono piene di buche e i nostri viadotti crollano, da palermitana vorrei andare a passare un weekend sulla neve dell’Etna ma è troppo trafficoso! Qualcuno che non ricordo diceva che tra Messina (unica sede della facoltà di veterinaria!) e Palermo (capoluogo di Regione!) non c’è il traffico sufficiente per giustificare investimenti! E grazie, il trasporto su ferro è volutamente tenuto inefficiente! Da Asti per fare una passeggiata andai a Torino con il treno, da Milano ho visto la corona ferrea a Monza prendendo il treno: perché da noi non si può fare?!
          Dobbiamo collegare i centri produttivi, turistico-alberghieri e agroalimentari, con i nostri confini: porti e aeroporti. Esempio che ben funziona: il pesce pescato dalla marineria di Mazzara del Vallo (II marineria più grande d’Italia) arriva sui banchi di Milano imbarcandosi sull’aereo. Le arance rosse e non solo (ah! Se soltanto non le mandassimo al macero!) arrivano in Europa prendendo un volo aereo! Non il ponte, il ponte non ci serve! L’unico ragionamento che dobbiamo fare su questa opera è questo: ci serve o no? Finora tutto quello che ho letto è che serve soltanto per invogliare, tu parli addirittura di obbligo, investimenti in altre infrastrutture: io non ci credo e da siciliana mi sento, nuovamente, presa in giro!

      2. Roberto Palermo

        Certo, ma per andare dove? Palermo-Catania-Messina, ammesso che necessiti del raddoppio (oggi 5 coppie di treni percorrono la PA-CT a binario unico senza problemi) non giustifica l’investimento per il doppio binario, il quale ha senso se inserito in una linea AV/AC Palermo-Afragola (Napoli). Sul raddoppio della PA-ME ha già deciso RFI, ritenendolo inutile.

  8. fabio77

    Solo chi viaggia periodicamente dalla Sicilia alla Calabria con i mezzi pubblici può capire la necessità di realizzare il Ponte e lo stato di isolamento e sottosviluppo di due regioni ai margini dell’Europa.
    Comunque, non preoccupatevi, tanto, trovate politiche a parte, non lo faranno mai.

    1. Normanno

      Anche io spero che si faccia, ma non credo si farà mai perche lo sviluppo della sicilia non interessa a nessuno, vedo neanche a molti siciliani stessi.Una piccola speranza :Zamparini sta cedendo IL palermo calcio ad una società cinese (ma in realtà la proprietà è dello stato cinese) che opera nel campo immobiliare e delle grandi opere (Aeroporti ferrovie eccetera).E se il nostro amato Palermo fosse il cavallo di troia per fare le infrastrutture in sicilia?Io spero solo nei cinesi perche sono gli unici che hanno interesse a fare le infrastrutture in sicilia per fare transitare le loro merci e risparmiare un sacco di soldi (non per motivi romantici per puro interesse personale).Si inizia con quattro calci ad un pallone e si finisce con le linee ad alta velocità e il ponte sullo stretto?

      1. Irexia

        La Cina è sbarcata da anni in Africa barattando terra da coltivare (compresa di acqua), perchè il territorio cinese è fortemente inquinato (ricordate le immagini da Pechino prima delle Olimpiadi? La delegazione americana non voleva mandare i propri atleti per il rischio!) e metalli da importare per costruire telefonini e computer con un ospedale qua e là e posti di lavoro: l’Africa è uscita dalla propria crisi? E’ diventata ricca? Non scappano più le persone da quei territori?

        1. Normanno

          La cina ha molti interessi in africa (come del resto da Lei sostenuto) in medio oriente e naturalmente in europa.Le merci prodotte in cina viaggiano praticamente tutte via mare (impensabile attraversare l’asia via terra).Se prende il mappamondo quale è il luogo migliore dove far arrivare le merci via mare e smistarle poi in europa,africa,medioriente ottimizzando i costi? Risposta semplice la Sicilia sud orientale (augusta) baricentrica del mediterraneo e non islamica.La sicilia è una favalosa piattaforma logistica per cina e india che sono e saranno sempre di piu nazioni dominanti nel mondo E perchè non possiamo vivere di logistica di turismo e di agroalimentare anche (e non solo) con i cinesi?Risposta semplice perche in sicilia vivono i siciliani e in italia gli italiani che amano molto parlare della questione meridionale e non vogliono fare le cose che vanno fatte per non parlare piu della questione meridionale

    2. Athon

      Ho sempre pensato che la Sicilia anzichè continuare sulla strada della pusillanimità, sentendosi il sud periferico dell’Europa, dovrebbe cominciare a progettare un proprio status di “nord rispetto tutto ciò che sta giù”, rivendicando anche sul piano istituzionale il suo ruolo di centralità nel Mediterraneo, in considerazione anche del fatto che l’Europa attualmente risulta “monca”, perchè interamente sbilanciata verso il nord, dimentica cioè di una parte preziosissima di se stessa, il Mediterraneo. Oggi i poderosi fenomeni migratori, che fra qualche anno saranno inseriti nei libri di storia, obbligano l’Europa e il mondo ad osservare e riconoscere l’esistenza del Mediterraneo, e chi vi troviamo a far da cerniera? Proprio la Sicilia.

      Piaccia o non piaccia, lo si riconosca apertamente o meno, la Sicilia ha sempre conservato, conserva e conserverà anche in futuro, un ruolo comunque centrale e mai davvero periferico e di isolamento rispetto qualcosa.

      Trovo non sia un caso che le parole di Renzi sull’opportunità del ponte abbiano richiamato la necessita di «togliere la Calabria dall’isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina». Infatti, se la Calabria risulta isolata dal resto, la Sicilia è invece un “centro” da rendere più vicino. D’altra parte dire, oggi, che la Sicilia è isolata, quando è invece approdo di centinaia di migliaia di persone, sarebbe stato un errore da parte di Renzi che, consapevole, ha fatto il necessario distinguo.

      Ecco due riflessioni illuminanti:

      «La Sicilia contiene le memorie dei romani, dei musulmani, dei cristiani e degli ebrei. La Sicilia è vicina anche geograficamente al nord Africa. La Sicilia può essere la Bruxelles del Mediterraneo. […] Penso che l’Italia debba prendere un’iniziativa audace: creare l’identità mediterranea e il mercato comune mediterraneo. Naturalmente siete all’interno del mercato europeo. Ma ci sono anche Gran Bretagna, Francia, Germania, altri paesi forti. Dovete avere una vostra missione, dovete dire: noi siamo il centro del Mediterraneo.» (Abraham Yehoshua)

      «In quanto alla Sicilia da che mondo è mondo è stata sempre al centro della grande storia. […] prima i commerci e le tante dominazioni, oggi l’approdo nelle sue coste di una catena di disperati. I natanti fanno rotta verso Lampedusa perché la Sicilia da sempre è terra di accoglienza. Brava gente con grande senso dell’umanità. Altrove, vedi in Spagna ma anche in Francia per molti versi, non è così. Il flusso purtroppo è destinato a ingrossarsi.» (Tahar Ben Jelloun)

  9. punteruolorosso

    condivido l’idea romantica di athon che la sicilia debba restare un’isola. dal punto di vista geografico niente paura, non sarà certo un ponte a toglierci questa peculiarità. geologicamente ci continueremo a separare dalla calabria al ritmo di 3mm l’anno, valore dopotutto non troppo elevato e facilmente assorbibile da un’opera flessibile qual à il ponte. in cambio si libererebbe messina e villa san giovanni dai TIR. che ne dite?
    dal punto di vista ambientale, le criticità riscontrate nell’ultimo progetto riguardavano il riempimento degli alvei delle fiumare siciliane e calabresi con le migliaia di tonnellate di terra rimosse per far spazio alle fondamenta dei piloni. una vera idiozia, visto il rischio idrogeologico di quelle aree. c’è una puntata di report a riguardo. quindi qualcosa di quel progetto va cambiata.
    d’accordo con peppe quando dice che il ponte non esclude le altre opere, e che non facendo il ponte non significa che i soldi andranno ai raddoppi ferroviari ecc., come nel caso del tram, opera già finanziata e che se bloccata non porterà a un trasferimento dei soldi sulla metro. anzi…
    sismicità: lo stretto ha subito vari terremoti in epoca storica, i più forti nel 1783 e nel 1908, con magnitudo anche superiori a 7, ciò che lo colloca, per l’italia e il mediterraneo, in un’area a rischio sismico altissimo
    http://www.arezzometeo.com/wp-content/uploads/2010/11/rischio-sismico-Italia.jpg
    http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/02/0524.jpg
    c’è chi dice che il ponte possa aumentare questo rischio, per esempio attivando le faglie con il proprio peso. nel progettarlo dovranno collocare i piloni a distanza di sicurezza dalle faglie. la magnitudo massima a cui il ponte può resistere è 7.

    l’impatto estetico ci sarà, è inutile negarlo. però non poi così male.

    i corridoi berlino-palermo ecc. non servono a farti viaggiare su un unico treno ad alta velocità da palermo a berlino (che sarebbero comunque almeno 15 ore di viaggio), ma a collegare fra loro le diverse realtà che si incontrano lungo il tracciato. come nel caso dei grandi fiumi, sul cui corso sono nate le più importanti città del mondo, o delle rotte mediterranee nell’antichità e atlantiche nell’era moderna, i corridoi transeuropei porteranno beneficio a ogni singola realtà da essi toccata.

    intanto attendiamo di poter andare ovunque in sicilia su treni veloci e linee raddoppiate. questo magari non porta voti, ma al momento è prioritario.

  10. Orazio

    Il ponte, se e quando verrà realizzato, varrà per quel che pesa oggi il traffico che attraversa lo stretto e cioè:
    – GOMMATO: una cinquantina o massimo un centinaio tra auto e mezzi pesanti ogni 40 minuti;
    – FERRATO PASSEGGERI: i treni che i gestori vorranno far viaggiare nella direttrice Roma/Siracusa e Palermo;
    – FERRATO MERCI: può essere qualcosa più di oggi, ma visto il sistematico calo della quota di trasporto merci, ho dubbi.
    – PENDOLARISMO ME/RC: assolutamente inutile visto che il ponte partirebbe dalla periferia nord-ovest di Messina per finire quasi a Scilla.

    Vedo un margine di utilità per il trasporto ferroviario, il grande penalizzato in Sicilia. Ma parliamo di valori così minimi che non credo valga la pena di realizzare cotanta opera pubblica.

    1. Roberto Palermo

      La fattibilità economica dell’opera è già stata valutata positivamente nell’ambito del progetto preliminare. Con apposito piano finanziario.

      1. Orazio

        Gli studi di fattibilità economica si affidano a patto che si dica che l’opera è fattibile. Sono carte per lo più sostanzialmente inutili che servono solo “ad avere le carte a posto” e ad arricchire qualche cliente.

        Succede sempre così e sempre così è successo. Che lo do a fare l’incarico, io che voglio fa e l’opera, ad uno che mi dirà che l’opera non conviene farla? Lo stesso accade per i pareri legali “pro-veritate”.

        Credevo che nel 2016 ormai fosse chiaro…

  11. zavardino

    Si può partire da un bel catamarano Palermo Napoli in 5 ore, come tra il 1999 e il 2002. Poi con una freccia Roma villa san Giovanni in 4 ore come sarà da dicembre. Con due regionali veloci per Palermo e Siracusa in coincidenza. Infine con fermate ferroviarie per gli aeroporti di Comiso,birgi,fontanarossa e punta raisi. con costo contenuto si può aspettare il ponte. Infine coinvolgere Malta Calabria Sardegna e Tunisia per creare un sistema comune di trasporti.

    1. Lio

      ahh già il catamarano!!! ma che fine fece qualcuno ne sa qualcosa???

  12. Lio

    ma levatemi una curiosità….
    leggo nik di persone che spesso scrivono qui e di cui ricordo abbastanza le opinioni espresse in altri discorsi affrontati in questo blog, ora a loro chiedo…
    ma se sul ponte invece che far passare le auto si fa tutto isola pedonale con rastrelliere e fioriere, un numero consistente di piste ciclabili in tutto collegato da tram, a quel punto in ponte vi piacerebbe???

  13. mrp

    Lo stretto di Messina è un pezzo d’Italia fantastico… Perchè metterci sopra una travata di cemento armato? Solamente per fare gli interessi dei costruttori che devono accaparrarsi i miliardi di euro dei cittadini Italiani.
    Tutto gli altri discorsi in merito all’argomento sono falsità. Chi lo vuole, o ha un tornaconto personale oppure è un soggetto con determinate caratteristiche culturali vittima dei media e delle proprie frustrazioni personali che prova a dissipare con questa megalomania delle grandi opere che fanno “grande” il paese e quindi “se stesso”.

  14. fabio77

    Avessimo tutti le facoltà di San Francesco di Paola, non sarebbero necessari nè ponti, nè navi per passare lo Stretto….
    Scherzi a parte, vi racconto, con l’esperienza che possiedo, lo stato dell’arte dei traghettamenti per poveri viandanti come me che periodicamente saltano dalla Sicilia alla Calabria e viceversa con i mezzi pubblici.
    Partendo da Palermo, si hanno due possibilità per arrivare a Messina: il treno o l’autobus. Il treno arriva a Messina dopo circa tre ore, con una media di dieci minuti, un quarto d’ora di ritardo… l’autobus è un po più veloce e più puntuale. Se si prende il treno delle 16.06, per fare un esempio, si arriva Messina intorno alle 19.00. Scesi dai convogli, con le valigie alle mani, bisogna affrettarsi a rotta di collo a raggiungere a piedi il porto per poter prendere l’aliscafo delle 19.15. Quando c’è maltempo, le cose si complicano: l’aliscafo non parte e ci si deve dirigere ai traghetti al molo San Francesco, distante un paio di chilometri dalla stazione e dall’autostazione. Quindi cosa fare? Constatato che l’aliscafo non parte, si ritorna sempre a piedi e sempre a rotta di collo, indietro verso la stazione, si compra in tabaccheria un biglietto per il tram, si aspetta fino a quando passa il primo tram in direzione imbarco traghetti. Preso il tram, ci si ferma agli imbarchi della Caronte e si prende il primo traghetto che va a Villa San Giovanni. Arrivati nello squallidissimo attracco delle navi (mi viene dura definirlo porto) di Villa, dopo aver compiuto l’ennesimo tratto di strada a piedi, si sale alla Stazione (la scala mobile a volte funzione a volte no), e si aspetta il primo treno che risale le Calabrie…. Naturalmente tutti gli orari di treni della Sicilia, treni della Calabria, aliscafi, ecc. sono completamente scollegati tra di loro e quindi è frequente ad esempio che si arriva con l’aliscafo a Villa alle 19.35 e il treno parte alle 19.36, e quindi non si ha il tempo di prenderlo e bisogna aspettare il prossimo che parte un’ora dopo.
    Il Ponte magari non si farà mai, ma magari un’aggiustatina a questi collegamenti si dovrà pur darla…..

    1. Irexia

      Certo fabio77, occorre farla e ben più di un’aggiustatina!
      Traghetti nuovi, aliscafi efficienti per i pendolari veloci , sicuri e meno inquinanti, porti che offrano anche servizi di ristoro e non abbandino l’utente nel bel mezzo del nulla come hai raccontato bene tu, orari coordinati per avere tratte sincronizzate… Tutto questo si può fare già oggi! Perchè non si fa? Perchè non c’è la volontà politica… E’ più facile tenerci a stecchetto, riaprire l’argomento una volta ogni tanto, spendere 4 parole sull’argomento, raccontarci 4 balle e poi tutto di nuovo nel cassetto fino alla prossima tornata elettorale!

  15. giovix63

    Percorro spesso la Messina Palermo (autostrada molto discutibile sul piano della sicurezza) e posso dire che dopo lo svincolo di Cefalù il traffico , anche nei periodi “caldi”, risulta essere molto limitato. Il ponte di Messina lo vedo semplicemente come un’attrazione e di certo non migliorerebbe il volto della Sicilia: uguale a quella di un malato che si decide di fare il lifting, ma che dentro ha il corpo pieno di metastasi.
    Giusto per divagare un pò…stamani Via Messina Marine (altezza fiume Oreto) chiusa metà carreggiata; Corso dei Mille (altezza Via Duca Amedeo D’Aosta) aperta per lavori da due settimane, ma che raramente lavora qualcuno, una voragine che rende il traffico impossibile, anche con le moto.
    Francamente del Ponte di Messina non saprei proprio a cosa potrebbe servire, anzi si….magari rimettere in circolo per i faccendieri i miliardi sfumati con le Olimpiadi.
    Che tristezza!!!

  16. Templare

    All’Italiano puoi fare di tutto, fargli votare da settant’anni politici che li derubano dalla mattina alla sera, scrivergli nella costituzione che vive in una repubblica basata sul lavoro (una delle prese per i fondelli più epiche), fargli pagare il pizzo ai mafiosi come si paga la luce alla posta, fargli perdere ogni riferimento ad una presunta ed ormai labile identità nazionale, ma non parlargli mai del Ponte sullo Stretto: per quello, ma solo per quello, potrebbe anche fare la rivoluzione…

  17. friz

    Sia chiaro, in linea di massima sono favorevole al Ponte sullo Stretto, ma c’è un dato che mi lascia parecchio perplesso… leggo che nel progetto si dice che viene indicato che fino alla magnitudo 7.1 il ponte rimane in piedi…. e questo è importante perchè se dovesse capitare (speriamo mai) che ci fosse un terremoto come quello di messina del 1908 (magnitudo di circa 7.1…..ma alcuni dicono 7.2) in teoria i progetto dovrebbe garantire che il ponte rimane in piedi…. in altre parole se il ponte rimane in piedi i progettisti non rischiano risarcimenti colossali e anche l’impresa costruttrice non rischia nulla…. però la cosa strana è che garantiscono SOLO fino a 7.1…. nel 1908 fu rilevato un 7.1 (circa) e ci la popolazione di Messina venne dimezzata e quella di Reggio si ridusse ad un terzo… stiamo parlando del più grande terremoto della storia italiana…. molto peggiore di quelli accaduti negli ultimi decenni….ma se mai dovesse arrivare (speriamo mai) un 7.5 che succede?
    Ora mi domando….. perchè mai lo Stato italiano non abbia chiesto di garantire sicurezza fino ad una magnitudo superiore….? …..magari fino a magnitudo 8? ……capisco che sarebbe costato di più, però in certi casi non si dovrebbe scherzare…..e in ogni caso costa un casino….. …..dato che il progetto è stato già approvato, ci sono i presupposti per eventuali modifiche e miglioramenti? …..lo chiedo perchè sono passati già un pò di anni….
    Dico Sì AL PONTE, ma facciamolo bene però….sono certo che se avesse dovuto collegare il Piemonte e la Lombardia allora lo Stato italiano avrebbe chiesto ai progettisti di garantirgli sicurezza fino ad una magnitudo 9 per un ipotetico terremoto di lunghissima durata…. ma siamo al Sud ed allora magnitudo 7.1 va bene….

    1. fabio77

      Magari il ponte rimane in piedi e tutto quello che lo circonda viene raso al suolo…. a cominciare dalle centinaia di case, casette, palazzine e palazzoni costruiti sui pendii franosi delle montagne, sia dalla parte di Messina, sia dalla parte di Reggio.

      1. friz

        Ciao Fabio77…..di sicuro, se l’eventuale sisma fosse sotto il 7.1 garantito, sarebbe come dici tu, ma se il sisma fosse superiore allora forse ci sarebbe, tranne poche eccezioni, tabula rasa, tutto a terra…. sia ponte, sia abitazioni…. io capisco che il privato, anche per una questione economica, si preoccupi solo del breve periodo, ma lo Stato avrebbe il dovere di prevedere il lungo e il lunghissimo periodo….. non ha senso far pagare i danni ai nipoti e ai pronipoti……. quindi già da ora si dovrebbe modificare il progetto e garantire al 100% un livello di sicurezza superiore…..del resto non sono ancora iniziati i lavori…..
        In quanto a tutte le altre esigenze della Sicilia sono assolutamente d’accordo…. è ora che si inizi a costruire metropolitane….. raddoppi ferroviari…. ampliamento di aeroporti…. ampliamento di porti…. autostrade migliiori…. statali decenti e senza buche….MANUTENZIONE SERIA DEI MONUMENTI….. riqualificazione di tutta la costa, che dovrebbe essere il nostro ORO…..ETC… ETC….

  18. cirasadesigner

    Ho letto con iniziale interesse i commenti, poi onestamente mi sono un po stancato anche per via di cose scritte più o meno senza senso o peggio senza alcuna nozione di causa.
    Non voglio fare il tifo pro o contro il progetto, ognuno ha le sue idee e qui siamo in un luogo libero per poterle esprimere, ma la cosa che dovrebbe essere chiara a tutti è la veridicità delle cose che scriviamo, quindi un po’ di informazione non guasterebbe.
    In passato ho lavorato alla Regione Sicilia e questo progetto l’ho pure visto ed analizzato e quindi ne conosco bene i dettagli tecnici, conosco quelli che sono i problemi tecnici e le soluzioni che sono state messe in opera per la redazione del progetto…. progetto che è già costato la bellezza di 110 milioni quindi già questo dovrebbe farci riflettere su un aspetto, quello degli studi che sono stati fatti per la redazione e quelle che sono state le evoluzioni dello stesso.
    Quando si citano gli anni 60 come inizio è un esercizio del tutto inutile perche nel frattempo sono cambiate sia le tecnologie sia i mezzi che sullo stesso ponte passerebbero, chi dice che le placche tettoniche sono il vero problema o ancora peggio che in Giappone non si sognano di fare qualcosa di simile dice qualcosa di falso e spero solo che se ne renda conto, altrimenti sarebbe solo una questione di tifo preconfezionato.
    Condivido al 100% i discorsi di chi dice che esistono le autostrade del mare, condivido con chi dice che ci stanno porti ed aeroporti, constato che il livello infrastrutturale isolano è al collasso, ma di qui a dire che questo ponte sarebbe una cattedrale nel deserto… permettetemi dissento al 100%.
    Io non sono un fautore del cemento, del resto se così fosse non avrebbe senso la mia attuale campagna professionale volta alla realizzazione di costruzioni a risparmio energetico, ma è pur vero che una terra come la nostra non avrebbe che guadagnarci da un opera del genere. L’alta velocità se non ci sta una continuità territoriale non esiste… si è vero bisogna potenziare le linee esistenti, ma se non si pensa a rilegarle ad altre infrastrutture le stesse rimarrebbero come una parte inerme…
    è come pensare al nostro sistema circolatorio, se ti tagliano la mano, non serve a nulla avere un gran cuore, non riuscirebbe a pompare sangue in una parte staccata.
    Con questo non voglio dire che gli altri progetti non debbano essere contestualmente portati avanti, vedi aeroporti, collegamenti ferroviari etc etc , ma finiamola con il dire che qui in Sicilia nulla è possible.
    I ponti più grandi e belli al mondo fatti in zone altamente sismiche hanno talento italiano nella loro concezione, il terzo ponte sul Bosforo lo stanno realizzando gli italiani, forse perche il primo l’avevano fatto talmente bene che i turchi vogliono darci una ulteriore chance…
    Il ponte legherebbe la Sicilia al continente, farebbe della Sicilia una parte integrante… non perderemmo lo status di isola, per chi è romantico, lo stretto di Messina non perderebbe il suo fascino con una infrastruttura unica al mondo come quella di cui stiamo parlando. quindi finiamola con il fare il gioco degli altri e sopratutto finiamola con il dire che la Sicilia non se lo merita, perche altrimenti finiremo come sempre a raccogliere le briciole che ci lasceranno…
    per concludere vorrei ricordare che se non si facesse avremmo comunque da pagare una fattura di 1 miliardo di € a chi si era aggiudicato l’appalto…

    1. Templare

      Ottimo intervento. Si leggono cose che fanno veramente rabbrividire, in Giappone costruiscono di tutto e la situazione tettonica dello Stretto di Messina fa ridere rispetto a quella giapponese. Si conoscesse il significato di termini come arco insulare, zona di subduzione, piano di Wadati-Bienoff, si eviterebbe di dire cose che non stanno nè in cielo, nè in terra. La realizzazione del Ponte sullo Stretto in realtà trova le stesse resistenze ideologiche e illogiche che in piccolo ha trovato da noi il sovrappasso Sis in prossimità del Castello dell’Uscibene, sovrappasso che non si doveva costruire perchè limitava la vista… delle case abusive che inglobano i resti di quel manufatto. Fosse per certuni saremmo ancora a discutere se inventare o meno la ruota. Boh!

  19. Fulippo1

    Ma perchè parlate ancora di ponte? Pro o contro che sia la vostra idea, state tranquilli o mettetevi l’anima in pace. Il ponte non si farà in breve. Piuttosto agitatevi per i miliardi spesi fino a ora, per NON costruirlo, ed a quante strade e ferrovie avremmo potuto avere.

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