MAPPA | Istituite nuove aree pedonali: Piazza Fonderia, Piazza G. Meli, Via Tavola Tonda, Piazza S. Giacomo La Marina

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La Giunta comunale ha deliberato la pedonalizzazione di piazza Fonderia nel tratto compreso tra la porzione della piazza sul prolungamento di via Francesco Matera in direzione di via Cala, via Giovanni Meli/vicolo Cassarelli e vicolo Fonderia; piazza Giovanni Meli nel tratto stradale compreso tra via Tavola Tonda, via Giovanni Meli e il limite del prolungamento della via dei Bambinai su via G.Meli; via Tavola Tonda nel tratto stradale compreso piazza Giovanni Meli e vicolo San Giacomo; piazza San Giacomo La Marina, nel tratto stradale compreso tra via Giovanni Meli, via Materassai e una corsia di marcia, compresa tra i civ. 1/5 della stessa piazza, destinata a garantire in sicurezza il transito dal vicolo S.Maria La Nuova in direzione di via Materassai.

Con questo provvedimento – hanno dichiarato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Mobilità, Giusto Catania -, continua l’opera di pedonalizzazione del centro storico che è sempre più diffusa e per ampie zone permanente. Le pedonalizzazioni stanno restituendo ai palermitani e alle attività commerciali ampi spazi di vivibilità, in un piano che unisce lotta all’inquinamento, riscoperta del centro, socialità e vivibilità”.

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7 Thoughts to “MAPPA | Istituite nuove aree pedonali: Piazza Fonderia, Piazza G. Meli, Via Tavola Tonda, Piazza S. Giacomo La Marina”

  1. Athon

    L’istituzione di nuove aree pedonali fa certamente piacere ma, a mio avviso, sarebbe ora che si cominciasse anche a restituire pieno decoro ai due assi pedonali più importanti, via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, più Piazza del Parlamento. Per queste aree ci si attende progetti importanti.

    1. punteruolorosso

      i famosi 140 milioni del basolato.

      in generale, sono sconcertato dalla pessima qualità dei negozietti di souvenir sorti qua e là negli assi pedonalizzati. vergogne di negozi fintamente tipici recanti terracotte di “mafiusi” o “minchia, in sicilia fui”, o padrini da grembiule, tazze di mafia, pifferi siciliani registrati che rompono le scatole a chi passeggia, plastiche varie decorate a mo’ di ceramiche. ceramiche finte o artigianato da strapazzo, negozi di patatine fritte, arancine surgelate, e quanto di meno autentico esista a palermo.
      tutto ciò mentre la stessa vucciria scompare sotto i colpi di cineserie turistiche e bottegucce patetiche.
      secondo me andrebbero fatte delle regole per abolire questo schifo che vorrebbe accalappiare i turisti, ma che risulta poco interessante perfino ai più sprovveduti.

  2. Athon

    Va inoltre ricordato che Palermo è stata designata per ospitare Manifesta 12 nell’autunno del 2018, vincendo la candidatura di Praga e di un circuito di città svedesi. Si tratta di quella che oggi è ormai considerata la più importante biennale europea di arte contemporanea. Si caratterizza per essere un evento itinerante. Avrà una durata di quattro mesi e attirerà centinaia di migliaia di visitatori, come già successo nelle città che in passato hanno ospitato l’evento: Rotterdam, Francoforte, San Pietroburgo etc…etc…

    In questi due anni che ci separano dal 2018, bisognerebbe aprire cantieri per rendere la città più decorosa quantomeno negli assi storici del centro, eliminando brutture come l’asfalto, le bancherelle e le fioriere indegne persino di un bar di periferia.

    1. punteruolorosso

      ottimo. vieterei, inoltre, tutti quei negozietti di souvenir che ormai costituiscono il 30% di via maqueda e cassaro, strade un tempo abitate dai migliori negozi della città.

  3. peppe2994

    Esiste il libero mercato. Non si può impedire ad un commerciante di vendere la propria merce solo perché a te non piace.

    I negozi per te inutili, sono turisticamente fondamentali. Ne è pieno il mondo, in ogni angolo.

  4. punteruolorosso

    giusto , non si può impedire. sarebbe contro ogni principio liberale. però mi rattrista vedere tutto questo ciarpame. inquina la vista e offre un’immagine non veritiera della sicilia. qualche anno fa non avevamo i turisti, ma la vucciria era un mercato florido e al cassaro c’erano i librai.
    è possibile immaginare lo sviluppo di un turismo sostenibile, non mordi e fuggi? al capo una bancarella si è trasformata da rivendita di frutta e verdura a dispensatore di padrini e trinacrie di plastica.

  5. punteruolorosso

    interessante, invece, il tentativo della vucciria di trasformarsi in barbecue di pesce e bollitore di polpi a cielo aperto, anche per i turisti. finito il mercato, si ripiega sulla gastronomia e gli affitti di camere. gli stranieri ci apprezzano per il cibo e l’accoglienza, mica per le cianfusaglie cinesi. per il cassaro e via maqueda ci vorrebbero cibo di qualità, bar eleganti e libri di fotografia come un tempo, non le patatine fritte.

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