Amat | Quel bisogno fisiologico che sa di ostruzionismo

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Una normale  giornata di lavoro caratterizzata da telefonate, colleghi fannulloni, qualche cliente sempre più esigente, il briefing aziendale, il “capo” non soddisfatto delle tue performance, il “curtigghiu” fra colleghi, la pausa caffè, e qualche bisogno fisiologico che ti impone di ritirarti in toilette. La tipica giornata di un normale impiegato, con situazioni che saranno capitate un po’ a tutti. Fin qui niente di anomalo se non fosse per qualcosa di paradossale che vi racconterò qui di seguito e che impone una dovuta riflessione.

Ogni mattina prendo 2 autobus per recarmi a lavoro, con un cambio alla stazione centrale. Da corso Tukory quindi le linee 234 o 109 che mi lasciano proprio lì, per poi attendere un secondo bus.

Da circa 15 giorni ho notato che la linea 234 non ferma più davanti alla stazione centrale (transito dalle pensiline) ma, provenendo da via Oreto e giunta a piazza G. Cesare, svolta a destra su piazza Cupani e fermarsi. L’autista invita i passeggeri a scendere dalla vettura con motivi che si alternano dal “fine corsa” ad una sosta di 10′ per un bisogno fisiologico.

Qualche altra mattina il copione si è ripetuto ma stavolta l’autista lamentava un guasto tecnico che gli imponeva il rientro in rimessa. Obiettando all’autista sul perché di questo guasto proprio in corrispondenza di piazza Cupani mentre invece durante il tragitto verso la stazione centrale tutto è filato liscio e coi passeggeri a bordo, ha abbassato lo sguardo verso il proprio foglio di servizio.

Venerdì 13 (sembrerebbe beffardo!) l’epilogo che mi ha indotto a riportare qui la mia testimonianza dopo ben 9 episodi. Linea 234 in arrivo alla stazione centrale et voilà, svolta a destra su pizza Cupani. L’autista fa scendere tutti per una sosta in bagno e ripartire. Scendo e mi avvio ad attendere il mio secondo bus sotto i portici (101). Da lì si può notare la vettura posteggiata in piazza Cupani (senza più numero indicato nella tabella) e l’autista che si reca presso il gabbiotto Amat. Fra la sosta in bagno e la chiacchierata fra colleghi, son passati circa 10′. Poi ritorna verso la vettura ma riparte dopo altri 6′.

Decido quindi di chiedere conto e ragione presso il gabbiotto Amat di piazza Cupani, sul perché queste soste anomale. Mi viene riferito che in assenza di un wc presso il nuovo capolinea del parcheggio Oreto, gli autisti della linea 234 sono stati autorizzati a fermarsi proprio lì per espletare i propri bisogni fino a quando l’azienda non provvederà. Fin qui tutto lecito se non fosse che la realtà vissuta da passeggero e abbonato è decisamente lontana da un ordine di servizio.

Vero è che la 234 fa capolinea presso il parcheggio Oreto ma è pur vero che gli stessi autisti potrebbero usufruire dei bagni del bar adiacente il capolinea dove prendono il caffè durante la propria pausa. Sarebbe più rispettoso nei confronti della propria utenza. Da sottolineare che in 9 episodi, nessun autista si è scusato coi passeggeri per lo stop a piazza Cupani.

E con la sosta elevata a piazza Cupani, i tempi di percorrenza che vengono annotati al capolinea Oreto dal responsabile di movimento, indubbiamente risulteranno falsati fra il tempo impiegato durante la corsa di andata ma soprattutto quella di ritorno.

La domanda a questo punto sorge spontanea: ma si tratta davvero di bisogni fisiologici o di ostruzionismo da parte di qualche siglasindacale?

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7 Thoughts to “Amat | Quel bisogno fisiologico che sa di ostruzionismo”

  1. alvarezlimao

    Nessun tipo di ostruzionismo, il problema è il nodo Oreto: Se Amat fosse gestita diversamente i bus di attesterebbero dentro il parcheggio e li dentro ci darebbero pensiline, una struttura con toilette e gli orari. Se continua così non so se Il nodo Oreto continuerà ad esistere!

  2. Fabio Nicolosi

    La vera vergogna è che a subirne i disagi sono i pendolari. Non vedo nulla di male da parte dell’autista a sostare qualche minuto per una sosta al bagno, ma ciò è tollerabile solo se la sosta viene effettuata se l’autobus è in anticipo o in orario e non in ritardo e sopratutto se dopo la sosta viene chiesto scusa a tutti gli occupanti del mezzo

  3. Orazio

    Beh potrebbero fornire l’autista di catetere… oppure di bottiglietta, questa però da usare solo se sul mezzo non ci sono donne, non sia mai gli vedano il pinnolo. 🙂

    Solidarietà a chi lavora. E mettete i bagni al capolinea.

    1. E solidarietà agli utenti per certe fesserie che devono ascoltare. L’autobus da corso tukory alla stazione funziona e giunto a pizza Cupani è guasto? 😀

      1. Orazio

        Bugia pietosa… 🙂 ti immagini … signori passeggeri, per improvvise e non programmate esigenze fisiologiche dell’autista il bus effettuerà una breve deviazione dal percorso prima di riprendere il suo normale esercizio. Sperando che sia atto breve. 🙂

  4. fabio77

    Ma perchè, lo spiazzo alla fine di via Oreto è un capolinea??? E’ piuttosto una landa desertissima, priva di qualsivoglia servizio per utenti ed autisti, dove si aspetta l’autobus per strada al sole o sotto la pioggia, circondati dal nulla che più nulla non si può. Credevo che con il parcheggio Basile si fosse raggiunto l’apice dell’inefficienza, ma il capolinea Oreto lo supera di gran lunga.

  5. katet

    Non l’avrei mai detto che all’Amat i sindacati contassero più dei dirigenti. Che novità.

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