La storia del “Nuovo Statuto di Palermo” e i consiglieri che professano ma non firmano

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Nota della redazione: vi presentiamo oggi un’attività che è andata avanti in questi anni senza troppi riflettori addosso e che in questi giorni ha assistito ad una evoluzione. Abbiamo chiesto ai promotori dell’iniziativa di raccontarcela. E’ un altro spaccato di come tanti cittadini si spendono per questa città senza spesso ricevere le opportune risposte.

Le grandi problematiche che Palermo presenta da decenni sono dovute anche ad un sistema amministrativo che consente che le cose vadano così. Non è quindi soltanto un problema di persone ma anche un sistema di ‘regole’ che permette, a chi ci amministra, di essere capace o incapace, perseguire il bene comune o interessi personali, ecc. tanto non cambia nulla. E le cicatrici che oggi porta questa città sulla sua pelle ne sono una inconfutabile testimonianza.

Su questa premessa è iniziato il lungo lavoro del Comitato di Cittadini per il Bene Collettivo nel 2011, condiviso poi, a partire dal 2012, con decine di altre importanti associazioni e comitati civici, per produrre un nuovo sistema di norme e strumenti, quindi un nuovo ‘statuto comunale’, che garantisse la massima qualità amministrativa fondandola su nuovi presupposti:

– la obbligatorietà di un progetto e di una programmazione chiara e condivisa della città a cui chi amministra deve attenersi;

– una informazione costante, completa e ‘aperta’, cioè una seria trasparenza su tutti gli atti e azioni amministrative;

– la partecipazione dei cittadini (individualmente e sotto forma di associazioni, comitati, ecc.), con vari livelli di coinvolgimento, alla costruzione delle iniziative e alle scelte amministrative, una attenta valutazione dei servizi pubblici con le azioni conseguenti e la possibilità di revocare gli incarichi a chi non fa il proprio dovere o non raggiunge i risultati necessari.

A tal fine è stato effettuato uno studio degli statuti e regolamenti di tanti altri territori comunali e degli strumenti e le esperienze più virtuose che sono stati messi insiemi e fatti interagire in un modello amministrativo assolutamente innovativo e, probabilmente, unico nel suo genere che costituisce la ‘Proposta di modifica dello statuto della città di Palermo’. All’interno di tale proposta troviamo vari strumenti innovativi quali: pianificazione e programmazione strategica partecipata, progettazione ambientale, urbanistica e architettonica partecipata, albo delle associazioni, bilancio partecipativo, referendum abrogativo, referendum propositivo e obbligo di pubblicazione di tutte i dati comunali in formato aperto (open data).

Questo laborioso lavoro è stato poi condiviso con l’amministrazione comunale e, in particolare, con il Presidente del Consiglio comunale, Salvatore Orlando, e la prima Commissione consiliare, competente in materia, presieduta da Juan Catalano, da novembre 2012 a maggio 2013, con incontri settimanali attraverso una accurata revisione di tutti gli articolati presenti nella nuova bozza e una verifica della loro idoneità rispetto alla normativa vigente.

La bozza finale è stata quindi pubblicata sul sito web del comune, per i commenti di cittadini e presentata formalmente, il 4 maggio 2013, alla Fonderia Reale alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alla Partecipazione Giusto Catania e molti altri assessori, con grandi promesse di immediato dibattito in consiglio comunale e ampi elogi su come questo nuovo statuto avrebbe messo in ‘sicurezza’ Palermo rispetto a possibili nuovi ‘saccheggi’.

Sono passati tre anni e, nonostante solleciti e proteste da parte dei numerosi comitati e associazioni che hanno lavorato al nuovo statuto e della parte di cittadinanza che ci ha creduto e sperato, la bozza è stata seppellita con una inconsistente motivazione ufficialePalermo deve diventare città metropolitana” (come se non potesse diventarlo anche con il nuovo statuto che può immediatamente essere adeguato alle nuove esigenze di città metropolitana) e che copriva probabilmente la realtà dei fatti: il timore nei confronti di una reale partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative.

Quindi, dopo avere assistito ad un gioco di rimpalli, di responsabilità tra sindaco, assessore alla partecipazione, presidente del Consiglio comunale e consiglieri sul perché queste modifiche allo statuto, proposte dalla cittadinanza, non fossero portate in Consiglio per il dibattito, aver ascoltato attoniti a nuovi ‘proclami’ riguardo la ‘partecipazione’, in vista anche di nuove elezioni, che promettono di tutto e di più ma ignorano le cose necessarie come il nuovo statuto ma anche le otto consulte civiche (verde, mobilità, beni comunali, parità di genere, opere pubbliche, ecc.) richieste da anni e mai approdate in consiglio comunale per l’approvazione malgrado il regolamento specifico varato e mentre le importanti scelte amministrative (grandi opere, piani urbanistici, verde pubblico, ecc) risultano sempre più imposte dall’alto con totale noncuranza del pensiero e del volere dei cittadini, in una città sempre più sofferente, siamo stati costretti, con grande fatica, a raccogliere più di mille firme per presentare una Istanza, ai sensi dell’art. 15 dell’attuale Statuto, all’interno della campagna ‘Ora Decido Io – Il Nuovo Statuto di Palermo – Amministrare con i cittadini‘, che ha visto coinvolte più di 70 organizzazioni civiche, al fine di chiedere che queste modifiche vengano discusse in consiglio comunale e, speriamo, approvate.

L’Istanza a firma di 1064 cittadini/e e 70 associazioni, depositata il 2 maggio 2016, ha ‘smosso’ alcuni consiglieri comunali che si sono dimostrati disponibili a presentare una proposta di delibera per far finalmente approdare in consiglio comunale le modifiche allo statuto per la relativa discussione e approvazione.

La proposta di delibera è stata presentata l’11 maggio 2016 dopo che personalmente ci siamo recati dai consiglieri comunali per raccogliere, in modo assolutamente trasversale, il maggior numero di firme. Risultato finale: 22 firme di consiglieri e consigliere, appartenenti a ben otto gruppi consiliari sui nove presenti, e, purtroppo 28 firme mancanti da parte anche di coloro che si sono sempre professati a favore della partecipazione, trasparenza, collaborazione, efficienza, qualità e necessità di cambiamento delle regole.

Molti altri passi devono essere ancora fatti, ovviamente noi continueremo a vigilare e ad intervenire ogni volta che sarà necessario nella piena convinzione che la collettività che si muove come un ‘unicum’ può cambiare questo stato di cose una volta e per sempre.

Marco Alfano e Fabio Alfano

Comitato di cittadini per il bene collettivo – coordinatore della campagna ORA DECIDO IO Il nuovo statuto di Palermo – amministrare con i cittadini

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