Passante Ferroviario | Vicolo Bernava: Ecco il progetto definitivo, abbattuti i palazzi diventerà un’area verde

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Nell’ambito della realizzazione del raddoppio Palermo Centrale – Notarbartolo (Tratta A), lo scavo della galleria denominata GN1D (Galleria naturale Giustizia – Lolli), relativa al binario dispari tra le fermate Giustizia e Lolli, fin dal 2012 ha iniziato a provocare sugli edifici circostanti cedimenti superiori alle soglie individuate in fase progettuale.

Il fenomeno si è fortemente accentuato quando il fronte lato Lolli ha raggiunto l’incrocio tra via Serpotta e Vicolo Bernava, tanto che, di fatto, è stato impossibile avanzare significativamente con lo scavo, nonostante la predisposizione d’interventi di consolidamento.
Dopo un’ulteriore campagna di indagini e valutazioni, cui ha dato un importante contributo il Prof. Giovanni Barla, incaricato dal Consorzio SIS (Contraente Generale), nella primavera del 2015 si è completato uno studio che individuava lo scenario più sicuro per completare l’opera, scenario che prevede l’abbattimento degli edifici in condizione più critica.

Nel periodo dal 2012 ad oggi si sono prodotti molti documenti che hanno registrato gli eventi e progettato gli interventi per la sicurezza.

Si è quindi giunti all’elaborazione di una variante di progetto che prevede due diversi scenari per la ripresa dell’attività:

  • Scenario 1) in questo scenario gli edifici di maggiore criticità vengono espropriati e demoliti, per non essere ricostruiti. Si prevedono due soluzioni alternative:
    • Soluzione 1 (scenario 1.1): prevede l’esproprio e demolizione degli edifici e l’abbattimento della falda tramite dei pozzi in emungimento; i tempi complessivi delle attività sono riconducibili a 21 mesi, mentre l’ultimazione delle lavorazioni in galleria è prevista dopo 15 mesi. Per la soluzione ipotizzata nello scenario 1.1, è stato stimato un costo totale di 16,085 milioni di euro.
    • Soluzione 2 (scenario 1.2): prevede l’abbattimento degli edifici e l’esecuzione di pannelli di paratia per contrastare il flusso, quindi senza aggottamento della falda. La durata complessiva delle attività per tale soluzione è di 24 mesi, mentre l’ultimazione delle lavorazioni in galleria è prevista dopo 18 mesi. Per la soluzione ipotizzata nello scenario 1.2, è stato stimato un costo totale di 17,421 milioni di euro.
  • Scenario 2) in tale scenario il completamento dello scavo della galleria avviene conservando tutti gli edifici esistenti, che alla fine dovranno essere riconsegnati nella configurazione precedente. La durata complessiva delle attività è di 36 mesi, per l’ultimazione delle lavorazioni in galleria è prevista dopo 20 mesi, per un importo totale di 18,424 milioni di euro.

La soluzione progettuale scelta denominata “soluzione con pozzo” prevede la realizzazione della galleria in artificiale (lato fronte Lolli, per un tratto di 40 metri scavando dall’alto all’interno di un pozzo di diaframmi eseguiti con idrofresa. I restanti 20 metri (a partire dal fronte Giustizia) saranno scavati abbattendo la falda.

Edifici abbattere Vicolo Bernava
Ecco la mappa con gli edifici che andranno abbattuti

La realizzazione di pannelli compenetrati (diaframmi) e ben infissi in profondità all’interno dello strato garantisce la tenuta idraulica del sistema, sia dal fondo che lateralmente sulle pareti. I diaframmi saranno scavati con idrofresa.
Il pozzo presenterà una larghezza complessiva di circa 10 m e sarà lungo circa 40 m: esso sarà costituito da diaframmi realizzati mediante idrofresa che, a loro volta, saranno divisi in pannelli primari e secondari. Inoltre è prevista la realizzazione di pannelli specifici posizionati agli spigoli del pozzo.
I pannelli primari, realizzati per primi, saranno caratterizzati da una lunghezza di 2.3 m e da una gabbia di armatura di 2.1 m, mentre la realizzazione dei secondari prevede la formazione di pannelli di lunghezza pari a 2.8 m armati con gabbie da 2.5 m. Tutti i pannelli presenteranno uno spessore pari a 1 m e hanno una lunghezza di 45 m.

Idrofresa
Idrofresa

La realizzazione dei diaframmi mediante idrofresa avviene all’interno dei setti già realizzati con jet grouting (camerette) e ciò rappresenta una buona garanzia di riuscita dello scavo e del getto dei pannelli, minimizzando il disturbo dell’ammasso in fase scavo e confinando il getto del calcestruzzo evitando il rischio di eventuali perdite all’interno dell’ammasso circostante.
La quota di fondo scavo, alla quale viene posizionato la soletta in c.a. è di circa 26 m dal piano campagna.
Il pozzo verrà scavato dall’alto predisponendo, un sistema di abbassamento della falda dal fondo scavo quando questa verrà intercettata (circa -16m da p.c.).
La restante parte di galleria da realizzare in naturale è posizionata fuori dal pozzo e coincide con la posizione delle camere jet 5 e 6: lo scavo, infatti, proseguirà in naturale dal fronte lato Giustizia, verso il pozzo.
Oltre che ai jet grouting previsti, potrà essere necessario effettuare del jet grouting integrativo.
Una volta ultimato lo scavo di quest’ultimo e previa realizzazione di drenaggi dal fronte della galleria e di 4 pozzi drenanti dal p.c. anche dal lato Lolli si dovrà procedere l’abbattimento del diaframma esistente fra il fronte attuale lato Lolli e i diaframmi di testata del pozzo previa integrazione dei consolidamenti da p.c. e la realizzazione di 2 pozzi drenanti.

Planimetria di cantiere Vicolo Bernava
Planimetria di cantiere

Le modalità di demolizione, saranno definite in dettaglio nel progetto esecutivo e faranno riferimento a quelle già adottate per le atre demolizioni (via Colonna Rotta, Brancaccio, Piazza Indipendenza, ecc..). Nella fattispecie lo stato di dissesto rende necessario intensificare le misure di sicurezza, ma sostanzialmente i criteri rimangono invariati.
Si procederà dunque con un processo inverso a quello della costruzione, garantendo così che ad ogni sottrazione l’organismo residuo sia stabile. Gli interventi pregressi di messa in sicurezza garantiscono questa condizione analogamente a quanto fatto nei casi sopracitati, gli edifici contigui a quelli da demolire saranno integrati con specifici interventi, anche mirati alla gestione della loro sicurezza nelle fasi transitorie.
In particolare, durante il montaggio del ponteggio si demoliranno manualmente tutte le strutture (balconi, ecc.) aggettanti rispetto al filo delle pareti perimetrali.
Si procederà poi alla progressiva demolizione dall’alto verso il basso degli elementi strutturali, inducendo quindi uno scarico tensionale sulla struttura e quindi incrementando le sue riserve di resistenza.
E’ prevista una demolizione selettiva e distruttiva, con interventi preliminari di tipo manuale per quel che riguarda la rimozione di elementi non strutturali di copertura, procedendo con:

  • eliminazione di tutti i carichi permanenti rimovibili;
  • frazionamento degli elementi strutturali;
  • pilotaggio e orientamento della caduta degli elementi strutturali.

L’intervento prevede le seguenti fasi lavorative:

  • Approntamento area cantiere
  • Realizzazione ponteggio
  • Interventi di messa in sicurezza
  • Demolizioni balconi
  • Puntellatura dei solai
  • Rimozione della struttura in ferro del vano ascensore e demolizione del vano scala
  • Rimozione delle tegole e delle capriate
  • Demolizione solaio e muratura dall’ alto verso il basso
  • Carico del demolito e conferimento in discarica
  • Smontaggio del ponteggio
Percorso effettuato dai mezzi di trasporto per il trasferimento dei materiali di scavo
Percorso effettuato dai mezzi di trasporto per il trasferimento dei materiali di scavo

Per quanto riguarda gli edifici da espropriare, sappiamo che nei giorni scorsi tramite avviso è stato comunicato chi sono i proprietari degli edifici o degli appartamenti che saranno interessati dall’esproprio e dal successivo indennizzo.

Tutti ciò che vi abbiamo riportato è stato estrapolato dai progetti pubblicati online a questo link

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19 Thoughts to “Passante Ferroviario | Vicolo Bernava: Ecco il progetto definitivo, abbattuti i palazzi diventerà un’area verde”

  1. fabio77

    Complimenti a MobPa per il lavoro di ricerca e per avere trovato questi interessanti documenti progettuali.
    Certo, si vede che il giardino, tutto ad entra ed esci, è una cosa arripizzata alla meno peggio.
    Ma non è questo ciò che mi preoccupa, quanto piuttosto l’entità dei tempi necessari per vedere finalmente il passante ferroviario completo e funzionante.

  2. Guarino1

    A quanto pare si andrà per l’abbattimento dei palazzi e la creazione di un giardino al loro posto.
    Sono contento dell’aumento di verde in una zona priva di alberi, ma l’abbattimento dei palazzi metterà a nudo il cortile interno degli altri palazzi dell’isolato.
    Esteticamente è, a mio avviso, una nota dolente.

  3. moscerino

    creare un’area verde senza servizi utili come bar ristorante ludoteche giochi per grandi e bambini, ecc… sarà a rischio marginalità

  4. se68

    Io mi sono sempre chiesto come mai non si è deciso di realizzare la stazione Tribunale in questo posto, ben più vicino allo stesso palazzo di giustizia.

    1. Fabio Nicolosi

      Per problemi legati alla distanza tra le due gallerie ed eventuale spazio per i locali di servizio alla fermata

  5. Joe_Pa

    Rivolgo la mia completa solidarietà alle famiglie sfollate che a breve vedranno abbattuta la propria abitazione.
    Queste famiglie stanno pagando pesantemente l’incapacità progettuale di quest’opera.

    1. peppe2994

      Sei un ingegnere edile/civile?

      No perché altrimenti sembra tanto la sparata del momento, scritta così per sfogarsi senza avere le conoscenze necessarie per potere effettuare un’analisi obiettiva e coerente conseguente alle criticità riscontrate, oggettivamente imprevedibili in fase di progettazione esecutiva.

      1. fabio77

        E’ il classico esempio di variante in corso d’opera per cause impreviste ed imprevedibili.

        1. drigo

          A dire il vero, parlando proprio di questo episodio nel 2012 con un gruppo di geologi dell’ex Ente Minerario, questi mi dicevano che la cosa era prevedibile in quel tratto data la particolare morfologia del sottosuolo e riferendosi a Pietro Todaro che già vent’anni fa, quando si cominciava a parlare di potenziamento del trasporto pubblico di massa, aveva messo in guardia sulla necessità di effettuare studi idrogeologici approfonditi nel caso di scavi che dovessero andare in profondità. Caso che si è presentato per il raddoppio nella tratta A.
          La SiS ha evidentemente sottovalutato la portata del rischio. Tutto qui.

      2. Benedetto Bruno

        Essendo io cresciuto in questa zona ed avendo conosciuto gente che abitava in Vicolo Bernava mi addolora vedere le loro abitazioni svanire nel nulla; inoltre alcuni di questi palazzi erano stati rifatti a nuovo recentemente. Per questo mio legame con Vicolo Bernava trovo intollerabili alcuni commenti su questa pagina soprattutto quello di Peppe 2994; il suo commento era forse rivolto a quello Joe_Pa65?
        Peppe2994, tu credi che Joe_Pa65 non avrebbe dovuto esprimere la sua solidarietà alle famiglie coinvolte soltanto perché lui non è un ingegnere?
        Mobilita Palermo per favore non censurate questo mio commento: Peppe2994 sei fortunato che io e te non ci conosciamo, perché sei ti avessi davanti i miei occhi ti girerei la testa fuori dal collo come una lampadina.

        1. peppe2994

          Oh che sei gentile <3
          se ti irrita allora continuo.

          A me non me ne frega un beneamato delle palazzine da abbattere, per me basta che realizzano questo passante possono pure abbattere una striscia di città intera. Il bene pubblico viene per primo, e te lo dico perché l'ho provato sulla mia pelle con l'esproprio di due casolari enormi ed un terreno agricolo di 150.000 mq per costruire la A 20.

          Io comunque mi riferivo solo ad "incapacità progettuale" perché finché un tribunale non delibererà in merito è diffamazione in piena regola. Poi ognuno è liberissimo di compatire o no, ci mancherebbe, sia mai.

          1. Joe_Pa

            Peppe2994, con questi due commenti dimostri tutta la tua immensa stupidità, sei il classico “ominicchio” che fa il leone da dietro una tastiera senza principi e valori umani, quelli come te per me sono solo feccia umana.
            Detto questo non sono un ingegnere edile, ma lavoro nel mondo della progettazione e conosco molto bene gli aspetti legati alla fase di studio e fattibilità di un progetto, cambia l’applicazione ma la fase di studio è sempre uguale.
            Per questo problema di vicolo Bernava ad essere incero non è importante essere ingegnere o qualunque altra cosa, bastava semplicemente essere un’ appassionato di storia palermitana per sapere che quella zona di città è piena di falde acquifere più o meno grandi, le cartografie risalenti già dal periodo punico illustrano sempre un grande flusso di falde acquifere oltre che ai due grandi fiumi del periodo Papireto e Kemonia che oggi corrono sotto le nostre strade. Bastava un analisi più attenta e meno superficiale per evitare questo problema, che può non fregartene nulla visto che Il bene pubblico viene per primo, ti ricordo però che questo errore lo pagheremo noi tutti caramente con un maggior aumento di costi .

            P.S.
            ad essere sincero non me ne frega NIENTE degli espropri da te subiti.

  6. punteruolorosso

    melograni sì, ma di oleandri se ne vedono ovunque, dalle autostrade alle ville più antiche.
    sarebbe bello metterci anche qualche arancio amaro, e alberi d’alto fusto come jacarande. palme nane, washingtonie…

  7. bevi38

    Non so se mi è sfuggito qualcosa. Credo che la relazione sia incompleta. La soluzione 2 prevede due varianti 2.1 e 2.2 con e senza pozzo, o solo una? In questo caso quale?

    1. Fabio Nicolosi

      No la soluzione due prevede lo scavo sempre del pozzo, ma evitando l’abbattimento degli edifici

  8. Dall’esame dei documenti del link suggerito è certo che la soluzione prevista dal prof. BARLA prevede la demolizione degli edifici danneggiati. Anche perchè, altrimenti, non sarebbe possibile operare nella zona sotto gli edifici esistenti e nei cortili interni.
    Quindi pozzi e pareti impermeabili. Speriamo che queste pareti risultino più impermeabili di quelle fatte tra il 2013 e il 2014 ed inoltre che i retro-prospetti degli edifici rimasti non siano inguardabili, come è successo in altre parti della città.

  9. luigi77

    Buon giorno a tutti/e voi. Vi faccio partecipi di una mia personalissima opinione.
    Non posso non iniziare dicendo che provo sinceramente compassione per tutte le famiglie che già da molto tempo hanno abbandonato le proprie abitazioni, acquistate e mantenute con grandi difficoltà e fatica: spero con tutto il cuore che possano quanto prima andare ad abitare in appartamenti più confortevoli dal punto di vista strutturale ed impiantistico. Altresì spero (e mi auguro caldamente) che la soluzione trovata per vicolo Bernava sia quella migliore, ingegneristicamente parlando, e che si possa proseguire e completare lo scavo della galleria ferroviaria in totale sicurezza per tutti gli operai ed i tecnici della SIS, ai quali va un enorme ringraziamento per tutto quello che hanno fatto finora a Palermo: non dimentichiamoci delle 4 linee del Tram inaugurate lo scorso 30 dicembre e delle nuove 2 fermate del Passante (Guadagna e Lolli) inaugurate lo scorso 16 febbraio e che hanno già riscosso un notevole successo, in termini di flussi di utenti. Concludo dicendo che il Passante Ferroviario di Palermo è un’opera ingegneristica molto complessa, ma fondamentale per lo sviluppo di un nuovo sistema di trasporto pubblico per palermitani e non, che può davvero far elevare la qualità di vita nella nostra bellissima città. Grazie per l’attenzione e un saluto a tutti/e voi!

  10. Orazio

    Non c’è dubbio che il passante ferroviario vada completato nel piu’ breve tempo possibile, così come non c’è dubbio che se crollano delle case qualche pressappochismo a livello progettuale deve esserci stato (della serie, intanto scaviamo e poi si vede). Non occorre essere ingegneri per capirlo.

  11. se68

    L’abbattimento è una sconfitta, è un errore tecnico e a pagarne le conseguenze sono le famiglie che abitavano là ma anche tutti noi palermitani perché un isolato, facente parte dell all’ espansione ottocentesca, che perde un intero lato…bè..è come un sorriso senza un paio di denti.
    A questo punto si dovrebbe pensare ad un intervento serio, un vero progetto, non quel disegnino che è stato pubblicato…ma non ci spero più di tanto. In fondo Palermo è la città del ‘roseto di viale Campania’….

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