Anello Ferroviario: la Tecnis sull’orlo del fallimento. Lo spettro da scongiurare

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Era nell’aria da tempo, e più che un fulmine a ciel sereno, la notizia arriva come un temporale abbondantemente annunciato. La Tecnis, ditta che ha vinto l’appalto per i lavori di realizzazione dell’Anello Ferroviario – opera che va ad integrarsi nel piano dei trasporti pubblici di Palermo, grazie all’interscambio presso la stazione di Notarbartolo – ha avviato le procedure di vendita dell’azienda. Gli operai da questa mattina sono già in sciopero.

Un potenziale e quanto mai concreto disastro che l’amministrazione avrebbe voluto scongiurare, e per la quale erano state chieste garanzie precise dal vicesindaco Emilio Arcuri per la prosecuzione dei lavori, prima di autorizzare l’avvio di ulteriori cantieri che avrebbero creato disagi in città. La ditta, già commissariata per una questione di tangenti che ha coinvolto la dirigenza, era riuscita a convincere tutti. Ecco quindi che via Emerico Amari è stata chiusa per i lavori di scavo della trincea ferroviaria che collegherà la futura fermata Porto alla fermata Politeama.

Col fermo lavori, è inutile dire che questa situazione rischia di degenerare sino al collasso. Le ruspe hanno già avviato gli scavi, e la procedura rischia di impantanarsi nel tortuoso sentiero della burocrazia italiana.

Il problema purtroppo, è da imputare al disastroso sistema degli appalti in Italia (di cui ci eravamo già occupati anni fa in questo articolo), che consente a qualsiasi ditta (soprattutto quelle meno serie ed economicamente poco solide) di ottenere l’affidamento degli appalti ribassando i costi a discapito del progetto stesso. Il risultato? Che lavori di estrema importanza rischiano di pesare sulla collettività in termini di costi e disagi, con un’incompiuta che va ad impattare direttamente sul sistema nevralgico del centro storico palermitano. 

Lo stato attuale di Piazza Castelnuovo

Cosa sarebbe necessario fare a questo punto? Ritirare immediatamente l’appalto alla Tecnis, che poco seriamente ha continuato a concedere rassicurazioni su dei lavori che non è più in grado di gestire, e avviare al più presto la procedura di affidamento per la seconda classificata Salini – Locatelli che già qualche anno fa aveva presentato ricorso al TAR per chiedere l’annullamento della gara di appalto.
In data 10 settembre 2009 veniva emessa l’aggiudicazione definitiva alla TECNIS spa ed in data 21 settembre 2009 veniva sottoscritta la convenzione n. 20/2009 tra Tecnis e Italferr, struttura tecnica di RFI.
Successivamente, il 14 ottobre 2009, e’ stata effettuata la consegna delle prestazioni alla TECNIS e da quella data partivano i tempi contrattuali per adempiere alla redazione della progettazione, previsti in 180 giorni.

Quella dell’anello ferroviario è una vicenda nata male, ed evolutasi ancora peggio.

L’avvio dei lavori dopo anni di ritardo, con infiniti tappi burocratici da superare; un progetto che difficilmente riesce a convincere: sebbene si tratti di pochi chilometri di linea per il ricongiungimento da Giachery a Notarbartolo, si è scelto di suddividere la realizzazione dell’opera in due tranche finanziate separatamente (l’ultimo tratto da Malaspina a Notarbartolo, dovrebbe essere coperto col protocollo di intesa tra il Comune e Palazzo Chigi, richiesto dal sindaco poco tempo fa).

In pratica, anche a lavori ultimati, Palermo si ritroverà una linea monca che difficilmente potrà essere considerata utile dai più: chi ad esempio volesse raggiungere la stazione Politeama da Palermo Centrale, dovrebbe prendere il treno sino a Notarbartolo (oltre 20 minuti di percorrenza), cambiare treno, e percorrere un giro largo passando da Imperatore Federico, Fiera, Giachery, Porto e infine Politeama. Inutile dire che i tempi di percorrenza sarebbero assolutamente sconvenienti.

Inspiegabile inoltre la scelta per nulla lungimirante di progettare un’opera a binario singolo, senza tra l’altro prevedere una logica estensione della linea sino a Palermo Centrale.

Insomma, il Comune si muova al più presto per scongiurare un disastro nel disastro, che rischia di far collassare l’intera viabilità a Palermo. A rischio non è solo l’Anello Ferroviario, ma il collettore fognario, la metropolitana di Catania e altre opere fondamentali in Sicilia e in Italia.

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26 Thoughts to “Anello Ferroviario: la Tecnis sull’orlo del fallimento. Lo spettro da scongiurare”

  1. fabio77

    Speriamo che la black list dei lavori incompiuti a Palermo (svincolo Brancaccio, svincolo Perpignano, ponte Corleone per citarne alcuni) non si allunghi ulteriormente con il capitombolo della Tecnis.
    Ma poi io mi chiedo: quando un’impresa capitola, il Comune non è capace di effettuare un secondo affidamento in tempi non biblici? Evidentemente no, se si prendono ad esempio i casi sopra citati. Allora il problema oltre ad essere legato alla poca solidità delle Imprese, è connesso anche all’enorme difficoltà dimostrata in più occasioni macchina comunale nel porre in essere celermente le procedure di nuova aggiudicazione dell’appalto.
    Al riguardo mi viene in mente il famoso articolo di Livesicilia del 13 giugno 2012, intitolato: “Svincolo di Brancaccio: Giuffrè: apertura a settembre” … settembre del 2012. Sappiamo tutti come è finita, con lo svincolo vergognosamente monco, che ad oggi, 18 febbraio 2016, marcisce ancora tra le erbacce e le discariche di rifiuti.

    1. Fabio Nicolosi

      Purtroppo dietro ogni appalto c’è dietro così tanta burocrazia che è meglio augurarsi di completare l’opera con 10 anni di ritardo piuttosto che sperare nel fallimento della stessa azienda che ha vinto l’appalto

  2. Il progetto del binario singolo mi e’ sempre sembrato una follia.

    Per non parlare del collegamento tra la Stazione Centrale e la stazione Politeama (penso ai turisti che possibilmente vogliono dirigersi direttamente in centro), come giustamente menzionato qui.
    Mi chiedo se non fosse stato possibile progettare un anello che invece di chiudersi da Giachery a Malaspina via Politeama , si fosse chiuso da Giachery poi Stazione C.le, da li’ Politeama e poi come previsto Malaspina etc…
    Un hop in piu’ che avrebbe reso meno monco il sistema di interconnessioni ferroviarie della citta’.

    1. fabio77

      L’attuale progetto dell’anello ferroviario, che anch’io non condivido, mortifica fortemente la funzione della Stazione Centrale a vantaggio della stazione Notarbartolo. Se non vi saranno modifiche, penso che in futuro sia opportuno far partire ed arrivare la maggior parte dei treni da Notarbartolo e non più dalla Centrale.
      Se si vuole salvare la Centrale, un’alternativa potrebbe essere la realizzazione di una tratta ferroviaria bypass, di meno di 500 metri, da via Pacini a piazza Virgilio che permetta il collegamento tra Centrale e Politeama senza passare da Notarbartolo, per poi eventualmente proseguire il giro in senso antiorario.

      1. Non ti seguo. Perche’ un collegamento del genere potrebbe salvare la centrale?
        In realta’ il collegamento tra la centrale e piazza politeama, fino a raggiungere mondello sarebbe previsto con la metropolitana leggera. Ma non so se e quando questo progetto, a mio parere essenziale, vedra’ mai la luce.

        La zona NORD di Palermo, da Piazza Alcide a Mondello, al momento e’ completamente disconnessa.
        Stesso discorso per la via Roma, dalla Stazione al Politeama non esiste nulla. In sostanza, non esiste una direttrice nord-sud per i collegamenti della citta’.

        1. fabio77

          Perchè permetterebbe il collegamento diretto tra Stazione Centrale e Politeama senza passare da Notarbartolo.
          Per quanto riguarda la Mal, non sono sicuro che venga realizzata, e se verrà realizzata si prevedono tempi biblici.

  3. mdm

    Il progetto originario dell’anello prevedeva la chiusura proprio nella stazione centrale. Addirittura Orlando avrebbe voluto fare passare il treno in superficie in via Roma! Successivamente, nell’ambito del piano integrato dei trasporti, si pensò di “rimpicciolire” l’anello chiudendolo a Notabartolo e collegare invece la stazione centrale con la metropolitana leggera. Ecco spiegato il perché l’anello non si chiude alla stazione centrale. Ciò che non mi ha mai convinto dell’anello è la sua monodirezionalità. Mi sono sempre chiesto se con una spesa contenuta, realizzando tutte o la maggior parte delle fermate a doppio binario, vista anche l’esigua lunghezza del percorso, sia possibile ottenere la bidirezionalità senza la necessità di raddoppiare l’intero tracciato. Io credo di si, posto che attualmente l’anello monco e gioco forza bidirezionale e gli incroci dei treni avvengono proprio nelle fermate dotate di doppio binario. Il raddoppio dei binari nelle fermate potrebbe essere previsto nel secondo stralcio dei lavori congiuntamente alla chiusura. Ciò detto l’anello ferroviario, a differenza del passante, rappresenta una linea metropolitana poiché chiusa e confinata all’interno della città, seppur gestita da Trenitalia. Proprio questo mi lascia parecchio perplesso. Occorrerebbe infatti una gestione a tutti gli effetti metropolitana, con convogli metropolitani e sopratutto frequenze metropolitane. Ma mi rendo conto che ancor prima di pensare alla gestione occorre realizzare quest’opera. Spero, ma sinceramente non vedo come, che i lavori possano proseguire, per salvare quest’infrastruttura solo potenzialmente fondamentale ed evitare l’ennesima grande incompiuta cittadina.

    1. Ricalchi perfettamente le perplessita’ di cui parlavo sopra. L’anello andava fatto passare la stazione centrale. La metropolitana leggera, per quanto vada a colmare questa lacuna Politeama-Centrale, non si sa quando vedra’ la luce e se la vedra’.
      Circa il doppio binario o comq la bidirezionalita’, ricordo accesi dibattiti qui su mobpa. Mi sono sempre ritenuto molto ma molto scettico sull’opera in se, per come e’ concepita e per come sara’ gestita (da trenitalia). PErsonalmente credo che questa sia un’opera potenzialmente utilissima ma che sostanzialmente servira’ a pochi. Il singolo binario, la monodirezionalita’, e la gestione Trenitalia faranno di essa un servizio assolutamente limitato.

    2. basilea

      Orlando voleva far passare un T R A M in via Roma,non un treno ! il tram sarebbe dovuto partire da Notarbartolo e proseguire fino Giachery, quindi uscire in SUPERFICE lungo via F. Crispi ,via E, Amari, via Roma e Stazione centrale.
      Tutto questo circa 20 anni fa: se invece di gridare allo scandalo si fosse fatto il tram ora non ci troveremmo in questi guai e con l’aggravante di avere un’opera INCOMPIUTA per decenni…………………
      meglio questo oppure era meglio il tram in via Roma ?………………………….

      1. mdm

        Si certo il tram su una linea ferroviaria delle ferrovie dello Stato… Al massimo una metrotranvia, mezzo di gran lunga più pesante del tram che sarebbe dovuto passare lungo la bellissima via Roma. Grazie a Dio non è stato fatto nulla.

        1. basilea

          E allora teniamoci via Emerico Amari DEVASTATA per chi sa quanti decenni e altrettanto piazza Castelnuovo……ottima presentazione per turisti che arrivano dal porto e visitano il centro…! MA IL TRA NO …….la via Roma e’ troppo bella INGOMBRATA da auto inquinanti con gas e rumore….ma quanto e’ bella…..!!!

          1. mdm

            I tuoi commenti son fuori da ogni logica. Guarda che ciò che sta accadendo per l’anello (possibile sospensione sine die dei lavori per fallimento dell’impresa) potrebbe accadere per qualsiasi grande o piccola opera pubblica in Italia e, ti svelerò un segreto, potrebbe accadere (spero mai) anche per la costruzione delle future linee del tram e sarebbe potuto accadere anche per la costruzione dell’anello su via Roma, così come sarebbe piaciuto a te. Per cui l’affermazione “se si fosse fatto l’anello su via Roma vent’anni fa adesso non ci sarebbero questi problemi” nel discorso attuale non ha alcun senso. A me, a differenza di te che vedi solo tram in ogni dove, piacerebbe una città con autobus, tram, passante, anello e metropolitana leggera, in un sistema dei trasporti integrato degno di una grande città come la nostra. Ognuna di tali opere però, con l’attuale legislazione, rischia una paralisi in fase di realizzazione cui si sommano le già gravi difficoltà e tempi interminabili per il reperimento dei fondi e l’avvio dei cantieri. E’ di questo di ciò che stiamo parlando. P.s. mettersi da solo i mi piace sui propri commenti è altrettanto triste e ridicolo.

  4. Fulippo1

    Esatto l’anello potrà funzionare solo ed esclusivamente con una gestione futura di tipo metropolitano, non del tutto ferroviario. Tempi e treni adatti in quento potrebbe fare le funzioni di una vera e propria linea metro.

  5. Templare

    Premesso che avere progettato l’anello a singolo binario è stato per me il massimo della non lungimiranza, va detto che il PIT di Palermo ha un senso ed é una discreta idea soltanto nel momento in cui viene realizzato al 100%, quindi tram, passante, anello e metropolitana. Saltando uno solo di questi passaggi (con la metro che rappresenta comunque quello più importante) si rischia di avere un sistema monco e per nulla efficiente.

    Io sfrutterei la negatività attuale, ovvero la probabilissima interruzione dei lavori, per riconsiderare il progetto a singolo binario e spingerei fortemente per fare partire il progetto metropolitana. Meglio avere qualcosa di efficiente fra sette-otto anni che un sistema con tanti colli di bottiglia fra tre.

  6. cirasadesigner

    Mi spiace sempre commentare in maniera negativa, ma quando si legge di queste notizie, non se ne puo’ fare a meno purtroppo….
    Era chiaro che qualche cosa non andasse alla Tecnis, é altrettanto chiaro è che la legge sugli appalti, invece che aiutare “sdirrupa” le cose in Italia e il risultato é sempre questo.
    Non so quanti milioni saranno spesi alla fine per realizzare questo famoso anello, ma di sicuro è un progetto che parte monco é finirà peggio.
    Non si capisce il perché le opere a Palermo debbano essere sempre fatte a metà.
    Se consideriamo il passante di Palermo, non dobbiamo dimenticare che già negli anni 70 si era fatto il primo sbaglio non raddoppiando il collegamento tra Centrale e Notarbartolo, se lo avessimo realizzato all’epoca non ci troverermo nella stessa situazione in cui ci troviamo adesso e all’epoca di certo, i fondi non sarebbero mancati, visto che Banca d’Italia stampava tonnellate di Lire ogni notte…
    Oggi invece ci troviamo davanti un vicolo che blocca un opéra da 1100 milioni di Euro e ci ritroviamo a parlare di un tracciato che cosi come è, non funzionerà mai come si deve.
    Non si capisce il perché un tracciato potenzialmente interessante, debba poter funzionrae in questo modo, con la unidirezionalità e con il rodaggio non adatto al trasporto pubblico di massa.
    Sarebbe stato difficile immaginare una soluzione completamente diversa e sopratutto a doppio binaire? Continaundo di questo passo Palermo rimarrà un cantiere aperto per decenni, con il solo risultato che invece di migliorare la situazione si sarà solo peggiorata.
    Credo opportuno a questo punto, fare in modo che il progetto della VAL prenda sempre più consistenza, per colmare quel vuoto dell’asse nord-sud di cui si parlava.
    Realizzare un opera di questa importanza darebbe davvero il “LA” alla città per una reale rivoluzione dei trasporti, attestando ad Oreto da una parte e allo ZEN dall’altra i parcheggi di interscambio, per evitare che le auto arrivino in città.
    Rivolgo per l’ennesima volta, un invito ai ragazzi della redazione di pubblicare il mio dossier su Lille che vi avevo mandato qualche mese fa, che da solo spiegherebbe meglio tutto quello che ho scritto in questo post.
    Se non avete più il materiale, fatemelo sapere via mail che provvedero’ nuovamente a spedirvelo…

  7. le grandi opere il Italia nascono solo x distribuire tangenti e accontentare interessi mafiosi qualsiasi altro commento sul lato tecnico dell’opera e sulla sua utilità x la colletività mi sembra del tutto inutile.
    ricordo tra l’altro che quando partì la prima metropolitana, ormai più di 20 anni fà, già c’era la linea x il porto descritta in tratteggiato, xchè tratteggiato??? xchè ora la fanno mi dissero, 20 anni fà……

    1. Roberto Palermo

      Allora, se tutto è mafia, è inutile che ti spiego il perchè di quel tratteggiato…

  8. danielc

    La tratta Centrale-Notarbarloto è 13 minuti comunque

  9. peppe2994

    La situazione è veramente brutta, ora che si fa?

    Piazza Castelnuovo è distrutta, via Amari idem, viale Lazio addirittura hanno già iniziato a palificare.
    Se i lavori subiranno lo stop definitivo che ne sarà della città?

    Poi tutti con gli occhi puntati sull’anello, quando è ben più grave l’appalto del collettore fognario. C’è in gioco il destino della costa sud.

    Chiedo a chi ne sa qualcosa di giurisprudenza, i tempi di affidamento al secondo in classifica sarebbero pari a…?

    1. huge

      Pari a niente. Se la Tecnis fallisce l’unica via è un nuovo appalto. Scordati qualsiasi passaggio alla seconda.
      A quasi 10 anni dall’appalto? Impossibile. Ma poi chi sarebbe il folle che subentrerebbe a una situazione del genere? Il contratto andrebbe completamente rinegoziato, i costi i ricalcolati…

      Se la Tecnis fallisce e il comune s’avvia immediatamente per reperire i fondi per un nuovo appalto (perché ovviamente i costi sono senz’altro aumentati), non aspettiamoci meno di 2 anni prima di nuovi cantieri. E andrebbe di lusso.

  10. Metropolitano

    Come è grandioso dar lavoro a tanta gente che si lamenta se gli mancano i soldi. Costoro non si interessano minimamente di rispettare i contratti d’appalto, bensì a sfamare le loro famiglie stupidamente numerose, magari per puericultura o per la passione o mania di avere dei bebè continuamente dopo che gli altri figli sono ormai svezzati. Ma davvero l’orgoglio di essere siciliani è cosi tale che offusca la mente a chi dovrebbe ragionarci sopra e capire che le ditte locali sono inaffidabili e senza trasparenza ? Tecnis !? Ma doveva essere l’altra società a vincere l’appalto. Addio anello.

    1. Metropolitano

      PS: Anche se dimenticavo di ammettere che non ci contavo ormai più su questa opera visti i numerosi ritardi e ricorsi e cavilli burocratici e scartoffie varie. A me è interessato che i lavori del passante stiano per completarsi e che la linea tram è a regime di funzionamento servizio.

  11. punteruolorosso

    un motivo in più per spingere su tram e metro leggera

  12. drigo

    La Tecnis se la giocava con ditte come Salini e A.T.I. varie quando si trattava di gare d’appalto. Il problema qui è che il coperchio della pentola della corruzione è saltato proprio quando avevano cominciato a lavorare a Palermo, e quindi ce la becchiamo tutta purtroppo, e non solo noi.
    Si dovrà ridefinire una gara d’appalto, a prezzi aggiornati e quindi più alti. C’è anche la possibilità che i fondi già stanziati non siano sufficienti, a questo punto, per realizzare quello che avrebbe dovuto realizzare la Tecnis.

  13. Roberto Palermo

    Chi attribuisce alla normativa sugli appalti la situazione venutasi a creare con la Tecnis, non ha alcuna dimestichezza con il mondo dei LL.PP., e degli appalti in particolare.
    La nostra normativa rispecchia quella Europea, di cui ha recepito i dettami già con la Merloni-ter. Solo che a Copenghen, Berlino e Parigi queste cose non succedono, in Italia (non solo a Palermo) si. Forse perchè le nostre imprese non sono affidabili come quelle straniere, così come la burocrazia, spesso, cmq, tirata in ballo a torto.
    Chiediamoci, quindi, quali sono le vere differenze tra Italia e resto d’Europa.
    Io ne conosco una: il sistema di qualificazione delle imprese carente, affidato peraltro proprio a imprese…private (le SOA).

    Un’altra differenza è il livello di corruzione…

  14. belfagor

    Purtroppo temo che la situazione è compromessa. L’unica cosa seria da fare e smantellare i cantieri e ripristinare la viabilità delle strade. Poi si dovrebbe fare un nuovo progetto e dopo bandire un altro appalto, sempre se si riescono a trovare i finanziamenti. E chiaro che il nuovo progetto dovrà prevedere un doppio binario. Considerando i tempi biblici della nostra burocrazia, forse i nostri figlio o i nostri nipoti potranno vedere ultimata tale opera. Per quanto riguarda la Tecnis, si trattava di una importante , a livello internazionale, azienda, con appalti in tutto il mondo. Quello che lascia perplessi e che dal 2009 ad oggi ancora erano nella fase iniziale dell’opera Ma nessuno , al Comune, non si è reso conto che i lavori procedevano troppo lentamente?.

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