FOTO| Albergheria e Ballarò: nelle terre dove l’amministrazione ha fallito

Spread the love

Il fondo è stato toccato da tempo, oggi ci sembra giusto tirare le somme.

Il quartiere dell’Albergheria di Palermo è fuori dalla giurisdizione comunale, non ne fa più parte. L’amministrazione (l’attuale e le precedenti), nella realtà dei fatti non si è mai occupata dei problemi che lo attanagliano da anni e anni. Stessi problemi atavici rimbalzati da sindaco a sindaco, da giunta a giunta, con unico comune denominatore, il “non fare” e il “fare altro”. Spostare l’attenzione altrove, dove è più facile intervenire, dove non c’è da combattere un fenomeno dilagante che rende prigionieri centinaia di famiglie perbene, le stesse alle quali ci si rivolge in concomitanza della campagna elettorale.

Il problema è grande, sociale e duro a morire perchè non risolvibile da un’infrastruttura o da un’ordinanza. Il cancro di questa zona è fatta di comportamenti, cattive abitudini e sicuramente altro. Anche questo sindaco sta dimostrando di non avere idee e probabilmente volontà per risollevare un pezzo del “puzzle” di Palermo.

Il mercato anarchico e tutte le infinite storture di un quartiere che ha fatto un pezzo di storia della città, vive oramai con le sue “regole”, di vita propria. Un autogoverno incontrollato che inghiotte anche chi a queste regole non vuole sottostare, chi vorrebbe poter passeggiare il proprio nipotino nel marciapiede libero e pulito sotto casa; chi vorrebbe dormire senza rumori la notte o uscire l’auto dal proprio garage senza dover ogni volta far spostare l’ambulante di turno. A chi insomma vuole vivere normalmente, senza ricatti.

L’amministrazione sta salutando da lontano questi cittadini con un “arrangiatevi”.

Qui non c’è da tagliare nastri o accogliere ospiti illustri da altri paesi. C’è da rimboccarsi le maniche, metterci la faccia e studiare. Studiare cosa e come fare. E se non bastasse il tempo di questa consiliatura, è doveroso gettare le basi per un intervento sociale che probabilmente richiederà anni o forse decenni. Al netto di qualche intervento vano da parte della Polizia Municipale (veramente crediamo che due-tre pattuglie possano gestire un quartiere intero?), niente è stato fatto. E va la massima solidarietà a quei rappresentanti di circoscrizione che fanno da parafulmini a tutte le sacrosante lamentele dei condomini che hanno la misura colma. Ma le istituzioni, gli assessori al territorio dove sono? Cosa c’è di così più importante da dimenticare questi problemi?

Siamo sicuri che serva soltanto repressione? 

Intanto oggi l’area si presenta così (vi omettiamo per l’ennesima volta le immagini della mercanzia “buttata” per terra) e il grado di anarchia è talmente elevato che anche chi ha avuto la sfortuna di veder chiudere la propria attività commerciale, ha preso disperatamente “residenza” nel primo slargo utile. Al di là della solidarietà umana, una situazione del genere non è affatto normale.

Un luogo senza dignità, dove il fetore dell’immondizia e la sporcizia per terra fanno da cornice. C’è da chiedersi a cos’altro dovrà assistere questo quartiere prima di ricevere attenzioni, prima di essere considerato un pezzo di Palermo a tutti gli effetti. Negli anni passati nemmeno un cordolo in corso Tukory e la pedonalizzazione di Piazza San Saverio hanno avuto buona sorte. Non si è tenuto conto di come vive questo quartiere.

Eventi, tavoli tecnici… non ricordiamo a memoria un’azione dedicata a queste problematiche limite. E se non si riesce nel proprio lavoro, tanto vale alzare bandiera bianca pubblicamente, avere l’onestà di dire che qui, all’Albergheria, questa amministrazione e questa città ha fallito.

Il silenzio, il far finta che il problema non esista fa decisamente più male.

Questa città, nonostante i suoi mille limiti, può vantare un tessuto di associazioni ed esperti molto variegato e nutrito. Ecco, forse sarà molto più utile coinvolgere la società palermitana su problemi del genere, i vecchi eventi “partecipativi” fatti di stanze separate e fuffa hanno fatto il loro tempo e la realtà ci ha detto che non sono servite a nulla.

Non prendiamoci in giro cara amministrazione, i veri problemi sono questi e su di essi si misurano gli attributi e le capacità dei governatori. Provate a chiedere aiuto laddove non arrivate, non è reato.

Nessuno in questo momento ha una soluzione, ma stare con le mani in mano è molto più umiliante.

 

 

 

Post correlati

8 Thoughts to “FOTO| Albergheria e Ballarò: nelle terre dove l’amministrazione ha fallito”

  1. fabio77

    Articolo grandioso, da applausi! Complimenti!

  2. basilea

    Questa e’ la situazione tipica di Palermo…………….ormai questa e’ la nostra realta’……………….non cambiera’ niente ne ora ne mai…….ognuno puo’ fare quello che gli fa comodo e non si parla, non si fa nulla…o meglio si fanno solo chiacchere inutili e discorsi persi…….ma tutto resta cosi’.

  3. lillopa

    Scusate, ma dove sta il problema, ” Lui il sindaco lo sa fare”

  4. basilea

    Ma del resto,anche a ROMA CAPITALE, esistono situazioni analoghe: ad esempio a piazzale Flaminio anni fa costruirono un capolinea tramviario…..poi SENZA AVERLO MAI USATO ( ! ) ,lo hanno demolito perché era “pericoloso” in caso di emergenze di vigili del fuoco o ambulanze. Bene, sapete cosa c’e’ oggi nello stesso piazzale ? un mercato abusivo gigantesco tipo quello di Ballaro’. Questo OVVIAMENTE non e’ pericoloso per le emergenze.
    Sempre a Roma capitale le stazioni delle metropolitane linee A e B, SONO INCROSTATE DA UNA GRASCIA che fa vomitare ! NON HANNO MAI PULITO dal 1980 !!! Quanto ai treni sono SUDICI e IMBRATTATI DAI DEFICENTI GIOVANI.
    E allora perché a Palermo le cose dovrebbero essere diverse ???
    Accontentiamoci e sorridiamo………..

  5. Perfetto. Un quadro perfetto.
    PS: personalmente non vedo differenze tra questa amministrazione e le precedenti per tanti altri aspetti, oltre a quello citato qui sopra.

  6. BELFAGOR

    BALLARO’ : IL GRANDE SOGNO E’ FINITO
    Ballarò è ( o forse era) uno storico mercato di Palermo. Si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory .
    Era’ il mercato storico più antico e il più grande della città, reso famoso da una ex trasmissione televisiva della RAI.
    Era il cuore pulsante del quartiere dell’Albergheria.
    Ballarò , il quartiere più multietnico della città, era diventato qualche anno fa un laboratorio culturale e sociale “dove si faceva rete tra le associazioni, i residenti e l’amministrazione riuscendo anche a dare vita a progetti di civismo partecipato come Sos Ballarò”.
    L’amministrazione comunale Orlando aveva puntato molto per realizzare un interessante esperimento d’integrazione multiculturale.
    La grande attenzione della vecchia amministrazione lo dimostrava il fatto che nel 2017 i reali d’Olanda, tra le varie tappe della loro visita a Palermo , furono portati a visitarlo, come luogo simbolo di “integrazione non convenzionale” .
    Purtroppo da allora le tante contraddizioni e i tanti limiti di questa esperienza vennero drammaticamente fuori .
    Il Comune non seppe risolvere alcuni problemi che con il tempo si sono incancreniti , per esempio il cosi detto “ mercatino dell’illegalità”, come anche l’ integrazione multietnica e multiculturale.
    L’ ex presidente della circoscrizione ammise onestamente allora che i problemi esistevano :
    “ E’ chiaro che il quartiere dove sono presenti più di 25 culture diverse non vive di logiche semplici…….. E’ chiaro che una parte dei migranti si inserisce in una fetta di criminalità internazionale a causa di necessità economiche e per senso di appartenenza.”
    Ma nonostante l’ ottimismo di qualcuno molti , più realisticamente, sostennero allora che
    “ La realtà è che il quartiere, che ospita famiglie povere e disagiate palermitane e realtà altrettanto gravi di disagio di immigrati, rischia di diventare una bomba sociale nel cuore della città“.
    Il 5/06/2020 su MOBILIA PA fu pubblicato un articolo dal titolo
    “ C’ era una volta Ballarò : storia di un ( quasi) fallimento d’ integrazione multiculturale” .
    In questo articolo si mettevano in evidenza i limiti e le tante criticità di tale progetto.
    Sono passati alcuni anni da allora ma la situazione non è cambiata, anzi…..
    Il nuovo prefetto di Palermo ,Maria Teresa Cucinotta, tornata nella sua città dopo anni , ha dovuto ammettere che la situazione è peggiorata:
    “In passato ho molto lavorato sullo Zen, ma ora è Ballarò che in questo momento desta più allarme”
    In parole povere, Ballarò desta più allarme dello Zen.
    Ballarò è stata una grande scommessa della vecchia amministrazione: doveva essere un grande laboratorio sociale d’ integrazione multietnica. Purtroppo da simbolo di “integrazione non convenzionale” si è trasformato in “una bomba sociale nel cuore della città”.

  7. Normanno

    Ballarò a differenza dello zen può contare su un turismo crescente che può dare un’occasione di lavoro con la spinta del mercato .Naturalmente questo non è sufficiente.
    Bisognerebbe progettare un grande piano di rigenerazione urbana abbattendo qualcosa e ricostruendo molto anche grazie a strumenti come il superbonus per l’edilizia che non dovrebbe servire a fa ristrutturare chi i soldi già li ha ma per quelli che non li hanno.Ma insieme alle case dovrebbero nascere anche botteghe artigianali e B&B.
    Dalla bellezza nasce bellezza, dal degrado ancor più degrado.
    Ci vuole un piano complessivo di rigenerazione urbana non sistemare solo qualche edificio.

  8. Normanno

    Per esempio è stata definita dal National Geographic (non dallo zio Totò) la città ideale per lo smart-working (Elevata diffusione della fibra,bassi costi) perchè non attrarre giovani di tutto il mondo partendo proprio da loro per far rinascere Ballaro?

Lascia un commento