Amat | Sistema NFC a bordo dei bus

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Sicuramente prima fra le Aziende di Trasporto Pubblico in Italia, AMAT adotta il sistema NFC per la vendita e l’obliterazione dei biglietti a bordo dei bus.
Sono già visibili, infatti, sui mezzi AMAT, i “TAG”, cioè i supporti adesivi che obliterano il titolo di viaggio accostandovi semplicemente il telefonino dotato di sistema NFC.
E’ questo un altro sistema di bigliettazione elettronica che viene inserito nella sperimentazione già da tempo avviata dall’Azienda di trasporto pubblico cittadina.
Nello specifico la società WolleyBuy s.r.l.,mette a disposizione di AMAT uno spazio dedicato all’interno della propria piattaforma WOLLEY per la vendita dei titoli di viaggio e di sosta.
L’utente potrà scaricare tale nuova APP con la differenza, rispetto alle altre in uso, che, una volta salito a bordo, accostando il proprio smartphone (NFC) al TAG, vedrà obliterato il titolo di viaggio.
Un checkin immediato che consentirà all’Azienda di avere un ulteriore strumento di verifica a bordo, oltre a monitorare l’effettivo utilizzo delle singole linee da parte dei passeggeri; il tutto senza spese di investimento iniziali.
L’innovazione introdotta con il sistema TAG/NFC, infatti, contribuisce a generare un sistema virtuoso economico e sociale, laddove proprio senza costi aggiuntivi per la collettività, si migliora e fluidifica l’accesso alla mobilità soprattutto in aree urbane come quella palermitana.

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24 Thoughts to “Amat | Sistema NFC a bordo dei bus”

  1. Sarebbe bellissimo che l’app oltre che farti pagare il biglietto virtuale consentisse la tracciatura GPS del percorso che fai a partire dall’entrata sul veicolo fino all’uscita… e addebitarti non un biglietto intero ma soltanto una frazione dello stesso in base alla distanza che percorri…. sarebbe un buon incentivo per chi utilizza l’autobus per “piccoli” tratti e non vuol pagare un biglietto intero per qualche kilometro.

  2. cruiseroma

    certo sarebbe bellissimo, cioè pagare il giusto.
    io farei cosi: abolirei l’apertura della bussola posteriore, mettere i fornelli a bordo per il check in col cell, il tornello si apre e da li parte il conto kilometrico poi alla discesa pure un tornello con il check out e da li l’addebito sul conto o sul credito della sim

  3. Cruiseroma : la tua è un’idea ancor migliore… però credo che i tornelli siano facilmente “aggirabili” dai soliti.
    Bisogna creare un metodo per il quale il fruitore furbetto sia costretto a passare il telefono sul sensore solo quando effettivamente abbandona la vettura.
    Sarebbe troppo facile che io entro…passo il cell sul sensore in ingresso e dopo neanche 2 minuti lo ripasso ( nel sensore posto nel tornello di uscita) simulando un checkout e quindi facendomi addebitare solo una parte del dovuto. Il credo che invece la cosa migliore sia quella di seguire il cell con il GPS che si attiva nel momento in cui fai il check in sulla vettura…… poi il gps stesso capirà quando sei sceso dalla vettura e ti addebiterà il dovuto.

  4. cruiseroma

    @La Maglia Rosanero: io pensavo che si possano installare tornelli appena prima delle porte di ingresso e uscita… tipo si apre la bussola e dopo mezzo metro o meno c’è il tornello e lo stesso per l’uscita cosi che l’intercapedine tra le bussole e i tornelli ci possono stare due persone al massimo… ti farei un disegno per spiegarmi meglio… ma non sono capace a metterlo qui

  5. basilea

    Peccato pero’ che di fatto a Palermo NON ESISTE IL SERVIZIO URBANO AUTOBUS………………………….e loro continuano a fare queste ca***te inutili ! Ma facessero un servizio normale ed efficiente PORCA MISERIA !!! Eliminasserro le linee inutili che girano vuote ( 164 – 824 – 837 – LINEA GIALLA e tantissime altre !!!!!) Massa di incompetenti !!!

  6. Garrone71

    È necessario Android
    4.1 o versioni successive

    Mi sembra assurdo creare una app che funzioni solamente con gli smartphone di ultima generazione.

    Mycicero funziona anche con la versione 2.1 di android.
    Non capisco come mai la sezione “bus” sia stata abolita in Mycicero perche’ sarebbe molto comoda a chi ha un cell leggermente datato.

  7. Ma infatti chi si vuol adeguare alla tecnologia ha la possibilità di pagare un biglietto per la distanza che percorre…chi invece vuol rimanere ancorato alla vecchia tecnologia continuerà a pagare il prezzo intero del biglietto anche se dovesse fare soltanto 500 metri.

  8. Fulippo1

    Tutto molto bello e moderno.
    Peccato manchi la materia prima… gli autobus.

    1. fabio77

      Sante parole

  9. basilea

    Ma dico,per i prezzi dei biglietti, sarebbe troppo difficile fare un bigliùetto per UNA SOLA CORSA 90 centesimi e quello da 90 minuti (che poi non serve a niente perche’ prima che arriva il secondo bus il biglietto scade ) € 1,40 (PREZZO CARISSIMO E ASSURDO per lo schifo di servizio che c’e’ a Palermo ),.

  10. basilea

    ovviamente parlo di biglietti CARTACEI NORMALI, perche’ i palermitani non credo capiscano tutte queste tecnologie ultramoderne: Ma li avete guardati i passeggeri abituali ? pensate siano gente con il telefonino APP SMART e altre diavolerie del genere ?

    1. pittonic

      mah, sul discorso del cellulare non saprei…però considera che non sarebbe l’unica modalità di pagamento. puoi sempre comprare il biglietto fisico ma con la de-materializzazione dei biglietti ci sono tanti vantaggi (meno carta, maggiore comodità, trasparenza, offerte mirate, e sopratutto bassi costi di gestione)
      Eppoi ci sono molti cittadini stranieri che sono espertissimi nell’uso degli smartphone…molto più dei panormosauri. Inoltre avrebbe un sicuro successo tra i giovanissimi. A me, per la comodità che ci da e per la lotta all’evasione che comporterebbe, l’idea piace parecchio.
      Poi sono punti di vista

  11. davem

    Molto bello, ma chi controlla chi passa il suo cellulare e chi no? Gli autisti vieteranno la corsa a chi non passa il dispositivo NFC? Perché poi non distribuire schede NFC liberamente ricaricabili, in stile prepagata? Che succede se ho uno smartphone non NFC?

    1. peppe2994

      Se lo smartphone non è NFC non potrai usufruire del servizio.

  12. peppe2994

    Tutto molto bello, ma che pensassero a rendere decente il servizio piuttosto!
    Al momento l’attesa media è di 60 minuti! Il comune mi costringe a prendere la macchina.

    Circolano solo 150 bus, e forse stanno riuscendo a ripararne 40 da rimettere in strada a Settembre.

    I bus dovrebbero essere minimo 400 per rendere il servizio accettabile.

    1. cruiseroma

      effettivamente soli 150 bus per una città di 700000 abitanti circa sono pochissimi, ma anche 190 se tutto va bene sono pochi.
      i soldi per comprarli forse non ce ne sono, ma non credo che in rimessa abbiamo cosi pochi mezzi… chissà quanti ce ne sono rotti o cannibalizzati. che peccato

  13. Non voglio essere il solito disfattista, prendo molto spesso gli autobus ed ancora non li ho visti usare… mi sembra una cosa troppo moderna per la rete AMAT prima secondo me dovrebbero pensare a sistemare tutta la rete autobus e a potenziarla…

  14. fabio77

    Ieri dovevo recarmi alla Stazione a prendere il treno. Sotto un pensilina dell’Amat, ricolma di rifiuti d’ogni risma, con i miasmi amplificati dal sole implacabile, ho aspettato invano che passasse il 230 dalle 14.40 alle 15.20. Alle 15.21 passa un vicino di casa con l’auto, mi vede, e mosso a pieta’, mi carica in macchina e mi da’ un passaggio fino alla Stazione. Se non fosse passato provvidenzialmente questo signore, con ogni probabilita’ avrei perso il treno. Signori, questa e’ l’amara realta’, questa e’ l’Amat… altro che nfc, cicici’ e ciacciaccia’….

  15. zavardino

    Fabio77 ha ragione, speriamo in una pronta attivazione del passante ferroviario poiché amat non è un’azienda capace

  16. joyce973

    E’ l’ennesima, classica, operazione mediatica, fuffa a costo quasi 0, che non serve a niente se non a fare “scruscio”, facendo vedere come siamo “smart”.

    L’idea del tag NFC di per sé è ottima, peccato però che non avrà successo, per diversi motivi:
    1) come ha già sottolineato qualcuno, l’NFC è presente solo sugli smartphone di ultima generazione, quindi su un numero ancora molto ristretto di terminali.
    2) l’uso degli smartphone per il pagamento elettronico prevede essenzialmente che ci sia un carta di credito associata, perché ancora l’utilizzo del credito residuo non è fattibile se non tramite un accordo specifico con i gestori telefonici (che hanno le loro piattaforme di pagamento)
    Questi due elementi già circoscrivono il target di utenti a una cerchia molto ristretta, escludendo in primis le persone anziane, poco o per niente avvezze alle novità tecnologiche; i giovanissimi, che magari possono pure avere lo smartphone evoluto, ma non la carta di credito e non tutti i genitori sono propensi a lasciargliela usare; infine, tutti coloro che, per possibilità economiche, non corrono dietro alle novità tecnologiche e non possiedono carte di credito.
    Guarda caso, sono proprio queste le categorie che maggiormente usano gli autobus a Palermo, o meglio, sono costrette a usarli, perché se potessero scegliere, penso che non lo farebbero mai, vista la pessima efficienza del servizio.
    Questo è quello che ho riscontrato, quelle volte che mi è capitato di usare l’autobus (con attese di oltre 1 ora) per necessità, perchè avevo l’auto guasta (abito in periferia); in quei casi, ho utilizzato l’app Mobile UP, che permette di acquistare il biglietto AMAT tramite carta di credito: procedura molto farraginosa se consideriamo il contesto, ovvero in piedi su un autobus in movimento e l’obbligo ogni volta di inserire il CVV2 e parte del numero della carta di credito, che normalmente a memoria non si ricordano! Comunque, con un po’ di impegno ci sono riuscito, sotto gli occhi attoniti degli altri passeggeri (appunto anziani, extracomunitari e ragazzini), di cui forse il 10% aveva obliterato. Ah, controllori zero.
    E dentro di me pensavo (esattamente come 20 anni fa): ma ci vuole tanto a fare come in Inghilterra? Dove non esiste più il biglietto cartaceo, ma una carta con RFID/NFC (a Londra è la oyster) ricaricabile (con contanti/carta) che occorre semplicemente appoggiare su un apposito lettore posto su ogni autobus, tram o stazione di metropolitana e. laddove non c’è il controllore, c’è comunque il conducente che non fa salire il passeggero se non fa questa semplice operazione.
    E’ chiaro che ci sarebbero dei costi, ma verrebbero ovviamente ripagati dall’acquisto dei biglietti che al momento non li fa quasi nessuno; e a quel punto si può potenziare il servizio, garantendo una frequenza accettabile.

    Perché da noi certe cose elementari come questa non si possono fare?

  17. Caro Joyce973, forse non hai ancora provato Wolley. E’ sempre meglio provare le cose nuove perché si potrebbe rimanere piacevolmente sorpresi.
    Innanzitutto Wolley funziona sia con NFC (telefoni degli ultimi due anni) sia con tutti gli altri, perché il check in a bordo può essere fatto anche con la letture del QRCODE. Quindi direi tutti gli smartphone Android e iOS presenti sul mercato. A parte pochissimi con hardware particolari.

    Per quanto riguarda l’uso della carta di credito, non è obbligatorio, perché Wolley non è un sistema di pagamento. Infatti, chi non vuole o non può usare una carta di credito può ricaricare il borsellino di Wolley in un qualsiasi punto Sisal PAY, esattamente come si fa per le ricariche telefoniche.
    Se tu usi una carta di credito, la puoi inserire solo una volta, se vuoi, perché la puoi memorizzare.

    Wolley, inoltre, non ti consente di fare solo il biglietto dell’Amat, ma pagare la sosta e da pochi giorni, anche di fare le ricariche telefoniche.

    Che ne pensi? Se la provi ci fai sapere come ti trovi?

    Grazie,

    Gisueppe

  18. joyce973

    Caro Giuseppe Di Marco, parli con una persona che vive e lavora di tecnologia. Lungi da me il pregiudizio verso le novità, infatti come ho scritto nel mio commento, ho usato le altre app già esistenti per pagare il biglietto e uso regolarmente myCicero per le soste in zona blu (non conosco nemmeno un cristo oltre me che lo fa, e per me è ormai irrinunciabile).
    però forse non ho spiegato bene il senso di quello che volevo dire: così come sono concepite queste app non sono adatte al target di riferimento, in particolare agli anziani, che manco sanno cosa è il QR code.
    Forse i ragazzini, magari quelli più svegli o più nerd. ..
    Per il resto, non c’è proprio la cultura, ma non penso sia solo un problema di Palermo. Come scritto sopra, ci sono altri sistemi largamente usati e di successo (v. Oyster) che risolvono il problema dei pagamenti in modo efficace.
    le app sono al momento un canale alternativo, che forse un giorno prenderanno piede, ma che ora fanno solo da contorno a un servizio (il trasporto pubblico e la sua gestione) che non c’è.

    1. Caro Joyce973, mi fa piacere capire insieme ad un utente che fa utilizzo di app per la mobilità.
      Riguardo il tuo ultimo commento, la possibilità di fare “check in” sugli autobus è necessario per l’ottimizzazione dell’uso dei mezzi. Questo consente alle aziende di trasporto di migliorare il servizio, visto che alcuni mezzi viaggiano vuoti ed alcuni strapieni ma ancora non esiste un modo per fare queste verifiche.

      Se la cosa fosse fatta con un sistema come Oyster, sarebbero necessari tornelli e hardware di controllo accessi, che costerebbero decine di milioni di Euro. Soldi che non credo oggi siano nella disponibilità di nessuna azienda di trasporto pubblico in Italia.

      Il sistema ideato da WOlley consente di avere analogo servizio a costi infrastrutturali nulli.

      Sono d’accordo con te sul tipo di utenti. Al di là degli “anziani”, parola ormai che non definisce più le persone che non utilizzano la tecnologia, direi che ovviamente il servizio si propone alla massa di persone che usano Facebook, un navigatore satellitare, uno smartphone, etc. Basterebbe questo gruppo di persone a far diventare questi servizi come “normali”. Ed è evidente che come ogni servizio innovativo l’adozione sarà graduale.

  19. joyce973

    ciao Giuseppe, in un modo o nell’altro il problema di massimizzare gli utili in un servizio di trasporto pubblico va risolto: che sia un sistema tipo Oyster, costoso ma che prima o poi ripaga, o semplicemente ripristinare l’utilissima figura del controllore a bordo o ancora ampliando i poteri del conducente (soluzione adottata un po’ dappertutto).
    Non si può pensare di dover sperare nell’onestà del cittadino, perchè è pura utopia: qui come a Londra, se vengono abbandonati i controlli, prima o poi non paga più nessuno, e l’azienda è destinata a fallire.
    Se poi, tornando al vero nocciolo della questione, ovvero il “Servizio”, ribadisco che non ha senso per un’azienda di trasporti oggi fare un’operazione di contorno (meglio di fumo negli occhi) per un servizio di trasporto pubblico che ad oggi è lontana anni luce da uno standard accettabile: chiaro che non è il tema di cui ti occupi tu che sviluppi software validissimi, ma capisci che fa anche rabbia leggere articoli come questo:

    http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/08/19/news/siete_pazzi_a_prendere_l_autobus_stroncatura_british_per_l_amat-121198574/

    Ragion per cui, mi viene da dire a tutti i lettori di questo blog, ma soprattutto allo staff di Mobilita: ma non sarebbe ora di chiedere conto e ragione una volta e per tutte al Comune riguardo alle soluzioni VERE (se mai ne avessero) che intende mettere in campo per allinearci agli standard europei? Non parliamo di tram, metro, e diatribe varie: come dice l’autore dell’articolo, partiamo dal servizio di base (dappertutto l’autobus) per arrivare poi a soluzioni più avveniristiche, in particolare, traducendo: 1) frequenza di minuti, non di ore!; 2) capillarità del servizio; 3) efficenza dei controlli a bordo. In poche parole, innescare un circolo virtuoso per cui INVESTENDO in mezzi e risorse umane, si rende il servizio più appetibile, ma allo stesso tempo controlli severi sulla bigliettazione, proprio per massimizzare gli introiti.
    E’ un pensiero semplice, mi pare.

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