Passante Ferroviario | Chiuse Via Monti Iblei e Via Delle Alpi

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Le cantierizzazioni lungo la tratta B proseguono ed ecco due tratti di strade che verranno chiuse parzialmente o totalmente:

  • Via Monti Iblei fino a Dicembre 2018 tra Via A. De Gasperi e il civico 55, verrà chiusa la porzione di carreggiata lato sinistro in direzione Via Belgio, ma verrà lasciata una fascia di 5 metri per garantire il transito veicolare
  • Via Delle Alpi fino al 31 Luglio 2015 tra Viale Lazio e Via Umbria nella carreggiata lato mare, verrà comunque lasciata una fascia di 6 metri per garantire il transito veicolare

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7 Thoughts to “Passante Ferroviario | Chiuse Via Monti Iblei e Via Delle Alpi”

  1. peppe2994

    Poveri residenti, fino al 2018 con il cantiere sotto casa.

    Secondo voi quando arriveranno le lamentele?

  2. ruggys

    da residente ti dico che ci devono solo provare a lamentarsi, li impalo

  3. drigo

    Io me la rido di gusto per via delle Alpi. Per non avere lo scavo in trincea hanno imposto l’utilizzo di una tbm, con aggravio dei costi e allungamento dei tempi di realizzazione e si ritrovano lo stesso una restrizione alla circolazione. Come godo!

  4. Angelo64

    Visto il caso di vicolo Bernava, forse la scelta della TBM non è stata tanto sbagliata…

  5. drigo

    Non c’entra assolutamente nulla, per due motivi:
    1. In vicolo Bernava, i cedimenti sono stati causati da condizioni idrogeologiche particolari e localizzate in quella zona, aggravate dall’intensità anomala delle precipitazioni meteoriche degli ultimi anni (secondo me, prima o poi, il problema si sarebbe presentato a prescindere).
    2. Il tratto Imera-Lolli è realizzato in galleria naturale, senza TBM. Con la TBM l’unica differenza sarebbe stata la velocità di realizzazione, ma ad un certo punto il problema si sarebbe presentato ugualmente e lo scavo interrotto.

    In via delle Alpi la soluzione logica era lo scavo in trincea. Punto. Qualche mese di disagi, e poi la trincea sarebbe stata ricoperta e i lavori sarebbero continuati nel sottosuolo senza creare più problemi.

    1. huge

      @Drigo, ti sbagli riguardo al fatto che sotto vicolo Bernava con la TBM sarebbe stato lo stesso. Non è così. Se avessero scavato con la TBM quasi certamente il problema dei cedimenti non si sarebbe presentato o sarebbe stato notevolmente ridotto. E non ci sarebbe stato al pericolo in galleria. La TBM avanza con uno scudo che tiene sotto pressione il fronte di scavo, bilanciando le spinte ed evitando così i cedimenti.

      Per il resto hai perfettamente ragione.
      Se in via delle Alpi avessero realizzato la nuova galleria secondo il progetto originale, col cut & cover, come sta avvenendo in via Emerico Amari per l’anello, non ci sarebbe stato il minimo rischio di cedimenti per gli edifici circostanti, visto che la galleria sarebbe stata superficiale, senza interferenze con la falda. Tra l’altro avrebbero realizzato due file di pali secanti che avrebbero solamente consolidato il tutto. Ma si sa, l’ignoranza è una brutta bestia e sono riusciti a farci spendere qualche centinaio di milioni di euro in più facendoci perdere innumerevoli anni e ottenendo una soluzione molto più rischiosa per la stabilità delle zone attraversate… geniale, no?

  6. drigo

    Si, con lo scudo a pressione di terra bilanciata i cedimenti non sarebbero stati di questa entità e velocità, però nel tempo si sarebbero verificati lo stesso, date le condizioni idrogeologiche di quella zona. Ne facevo una questione di tempi. Lo scavo in galleria naturale non ha fatto altro che accelerare il processo.
    Per il resto, basterebbe soltanto un approccio dell’amministrazione pubblica più orientata al bene comune che non al consenso elettorale quando si parla di infrastrutture. Del disagio di pochi, per qualche mese, non deve importare niente se in ballo c’è la realizzazione di un’opera che darà beneficio a molti, sopratutto se la modifica progettuale reclamata da pochi comporta un’aggravio economico non indifferente.
    Ma è anche vero che non esiste la comunicazione inerente a questo tipo di opere. Basterebbe veramente poco per mettere in piedi un sito istituzionale per ogni infrastruttura in corso di realizzazione, che dia conto del progetto, del cronoprogramma e dello stato di avanzamento. Come del resto avviene in molte città. Quelli si che sarebbero soldi ben spesi (anche se di solito se ne occupa l’appaltatore).

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