Grandi Stazioni: la saga continua

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Ormai solo Beautiful supera in puntate questa vergognosa vicenda. L’ultimo aggiornamento risale a maggio, quando il cantiere Grandi Stazioni a Palermo Centrale attendeva la decisione del giudice sul fallimento della ditta che aveva in appalto i lavori. In caso di fallimento, il contratto sarebbe stato ceduto alla seconda classificata…di fatto, ad oggi, rimane solo un parco urbano spontaneo, con tanto di montarozzi inverditi.

Proveremo a contattare Grandi Stazioni dopo le feste per avere aggiornamenti, nel frattempo apritecelo che ci portiamo i cani a giocare!

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14 Thoughts to “Grandi Stazioni: la saga continua”

  1. Benedetto Bruno

    Ogni medaglia ha il proprio rovescio. Se continuiamo così Palermo si ritroverà ad avere più parchi di Londra. E chi l’avrebbe mai detto?

  2. punteruolorosso

    ma il progetto grandi stazioni è stato modificato? cosa prevedeva all’inizio e cosa prevede ora?

  3. cirasadesigner

    Penso che queuta foto sia l’emblema dell’interesse di Grandi Stazioni per Palermo e tutti il sud Italia da Napoli a scendere… Considerando che il progetto per Palermo era davvero scadente e privo di grandi novità…

  4. mediomen

    E’ la foto attuale dell’Italia, quella del tram è l’antitesi.

  5. friz

    …sia chiaro sono per L’ITALIA UNITA… ma dobbiamo anche essere sinceri: che cavolo ci abbiamo guadagnato noi dall’Unità d’Italia in poi?
    Qualche anno fa il governo si spese per portare l’Expò a Milano, oggi il governo si spende per candidare Roma per le Olimpiadi… e quando mai nascerà un governò che cercherà di fare qualcosa di importante per il profondo sud?
    …o.k…direte, stanno “salvando” l’ILVA… ma anche quella mi sembra una mossa pubblicitaria per tranquillizzare il cane affamato… un pò come quando si parlava del fantomatico ponte di messina… Ma il governo ha un piano per risolvere la centenaria questione meridionale? Esiste ancora la “questione meridionale” o non gliene frega niente a nessuno?
    La verità è che è una vergogna che nel 2015 un imprenditore che magari vuole investire in Sicilia debba avere paura che qualcuno gli chieda il pizzo… In Francia, nel 2015, nel nord o nel sud, sarebbe pensabile una cosa simile? E da qualche parte dell’Inghilterra qualcuno paga il pizzo? E in Germania? E in Svizzera?
    Da noi è tutto normale…è normale che i pochi imprenditori siciliani preferiscano investire nel Nord per evitare che qualcuno gli chieda il pizzo… e lo stato dove è? Cosa ha fatto di concreto per eliminare il pizzo?
    Ma torniamo alle “grandi stazioni”… nel Nord hanno investito tantissimo… e nel sud abbiamo ancora il binario unico in molte zone…e molte stazioni da un punto di vista artistico fanno cagare (perdonatemi il termine, ma è il più adatto)…
    Ripeto sono per L’ITALIA UNITA, ma se tutto continua così, prima o poi l’ITALIA si spezzerà…
    Non mi ritengo un grillino, ma forse nelle piazze a gridare “vaffanculo” ci dovremmo andare tutti… E non solo nelle piazze vicino alle stazioni, ma in ogni piazza…
    Ma cambiamo discorso:
    Buon anno a tutti!

  6. Benedetto Bruno

    Friz, la risposta che tu cerchi è già contenuta fra le righe della tua stessa domanda.
    Nel 1861, data dell’Unità d’Italia, la Sicilia era una regione piuttosto povera dalla quale molti furono costretti ad emigrare per poter sopravvivere, soprattutto verso il Nord America, il Sud America, il Nord Africa e il Corno d’Africa. Nel 2015 io dico che lo scenario è addirittura peggiorato considerati i vantaggi economici che in molti si aspettavano dal far parte dell’Unione Europea e quelli che il singolo cittadino potrebbe ottenere dalla tecnologia contemporanea. E’ una conseguenza della nostra secolare povertà che i sondaggi sulla qualità di vita posizionano Palermo e tutte le città Siciliane sempre dal 90°posto in giù.
    Quell’infinita povertà economica la vedi riflettersi in altre forme, in altri ambiti: nel fallimento del rendere la Sicilia uno dei principali motori fotovoltaici d’Europa (perché sfruttare il Sole quando possiamo pagare profumatamente E.N.E.L.?), nella lentezza e negli sprechi della sua burocrazia, nell’inadeguatezza della sua rete ferroviaria e dei trasporti pubblici, nella cementificazione della sua costa e per non dilungarmi ancora in un lungo, triste elenco, nella povertà delle pochissime biblioteche pubbliche di Palermo la maggior parte delle quali ha l’aria e soprattutto la polvere del 1861.
    Su questi links http://hdr.undp.org/en/content/human-development-index-hdi e http://it.wikipedia.org/wiki/Qualit%C3%A0_di_vita troverai la lista degli indicatori economici e sociali usati per la misurazione della qualità della vita. Ti serviranno per rassegnarti dolcemente. La Sicilia non ha mai vissuto il successo economico che tu vorresti e se l’Unione Italiana è riuscita in altri ambiti ha invece fallito nel darle una base o delle istruzioni con cui poter costruire un indipendente motore socioeconomico. Come un genitore che ha fallito, o ha voluto fallire, col proprio figlio. Su questo punto ha fallito anche l’Unione Europea e ca c’è i chianciri perché questo secondo fallimento ti costringe a pensare che il nocciolo del problema potrebbe non essere da qualche parte in Italia ne’ da qualche parte in Europa ma dentro le menti dei Siciliani e dei tuoi concittadini che pur avendo il tuo stesso sangue non si fanno nessun problema a tuppuliariti per chiederti il pizzo e a rovinare la tua vita.
    Friz, forse la tua testa continua a dirti che tu sei per l’Unione d’Italia ma il tuo tono amareggiato indica che il tuo cuore ha già mandato Italia affanculo con un solo biglietto di andata perché lui forse ha già capito prima di te che la Sicilia sarà sempre un’isola cosìcosì.
    Allora? Cambiando tono? Un vantaggio di essere uniti al resto d’Italia? Beh, prendiamo i canali della R.A.I. che dice di offrire la più ampia scelta d’Europa. Peccato che nessuno ha ancora spiegato loro che la quantità è una caratteristica differente dalla qualità. Oppure quando vince la Juventus contro una forte squadra straniera tu puoi essere orgoglioso della tua nazionalità Italiana, anche se la Juventus è di Torino.
    Friz, non hai bisogno che io o che qualcun altro ti dica che l’Unione Italiana sul fronte socioeconomico è stata un fallimento per la Sicilia perché tu questo lo sai già. Se una Sicilia Indipendente possa funzionare oppure no è una domanda che avrà risposta solo dopo che si sarà sperimentata l’Indipendenza stessa. E se l’Indipendenza non funzionerà si dovrà poi sperimentare una terza alternativa. Ma chi mai smuoverà il proprio culo dalla sedia per fare tali esperimenti? Il Britannico Tom Hodgkinson ha scritto: “Nelle nostre più o meno liberali democrazie occidentali, raramente ci capita di pensare che potremmo vivere liberi dal governo. Uno stato vasto e centralizzato sembra essere una realtà talmente ineluttabile che il massimo che riusciamo a fare è sperare di  poter votare ogni cinque anni per un oligarchia leggermente differente da quella precedente e che sia capace di correggerne i peggiori eccessi. Non  abbiamo la capacità di vedere al di là del parlamento come mezzo per organizzare le cose. Ci lamentiamo dei pagliacci al potere e poi eleggiamo un nuovo gruppo di pagliacci. Crediamo nelle “riforma” quell’infinito e futile processo dell’intrufolarsi nelle cose. Malgrado la nostra  esperienza lasciamo sempre trionfare la speranza.”  
    Friz, tu hai detto ” Ripeto sono per L’ITALIA UNITA, ma se tutto continua così, prima o poi l’ITALIA si spezzerà…”. Non spaventarti Friz, l’Unione Sovietica, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia sono già andate in frantumi e molto probabilmente tu sopravvivresti illeso se anche l’Italia si sgretolasse. Alla prossima Friz.
    …Mmm, ora ci vorrebbe qualcun altro che lasciasse qualche commento comico sulla Stazione Palermo Centrale per farci due risate.

  7. friz

    …ciao Benedetto Bruno, purtroppo ancora una volta riconosco che hai ragione da vendere… scrivo “purtroppo” perchè ciò significa che la Sicilia è più o meno nella merda… Ad ogni modo mi rallegra che c’è tanta gente in gamba come te, che pur non ignorando la realtà, non si chiude in una posizione di SILENZIO E IMMOBILITA’,

  8. friz

    …CIAO BENEDETTO BRUNO…purtroppo HAI RAGIONE DA VENDERE, scrivo “purtroppo” perchè questo significa che la Sicilia non è messa bene… malgrado tutto colgo l’aspetto positivo della cosa… e l’aspetto positivo è che c’è ancora in Sicilia gente in gamba come te, che, pur essendo consapevole della realtà, continua a fare proposte (come ho visto che ne hai fatte tante in questo sito)…gente che malgrado le difficoltà della nostra terra continua ad essere costruttiva…
    IL rischio che corriamo noi siciliani e di chiuderci nel silenzio e nell’immobilità più totale… Fortunatamente c’è gente come me, te, e tanti altri, che continua ad avanzare proposte e cerca di fare qualcosa… e la gente che scrive in questo sito ne è un esempio…
    Che dire di più?
    Buon anno!

  9. Athon

    Benedetto Bruno, solo un appunto:

    Non è affatto vero che nel 1861 la Sicilia, nel contesto nel Regno delle due Sicilie, era una regione piuttosto povera. Infatti la storiografia recente ha ormai spazzato via tutte le accuse di tirannia da parte di Ferdinando II, e di arretratezza e povertà, che la propaganda risorgimentale di allora aveva diffuso per giustificare l’invasione del Regno delle Due Sicilie, e che la storiografia ha poi cavalcato fino ai nostri giorni.

    Nella popolazione c’erano forti disparità sociali, non diverse da quelle degli altri stati italiani, ma in termini di Pil, per usare terminologie moderne, il Regno delle due Sicilie, era la terza potenza economica d’Europa, dopo Gran Bretagna e Francia.

    Tra l’altro si era già cominciata a sviluppare un’importante industria, da cui invece l’indebitatissimo Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II era molto lontano.

    L’emigrazione prese a determinarsi solo a partire dall’ultimo trentennio dell’XIX secolo, cioè esattamente all’indomani dell’Unità d’Italia.

    Si queste questioni esistono ormai parecchi saggi. Innumerevoli sono poi le pagine su Internet. Ti propongo la prima che mi è capitata: http://www.cristianicattolici.net/regno_delle_due_sicilie_verita_storiche.html

    Illuminante anche ciò che ha scritto Luigi Pirandello:

    E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s’era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch’essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n’ha avuto? Com’è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c’è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l’ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue. (Luigi Pirandello)

    «E prese a raccontare, con atteggiamento, di grave costernazione, i fatti avvenuti di recente in Sicilia, a Serradifalco, a Catenanuova, ad Alcamo, a Casale Floresta, i quali provavano come in tutta l’isola covasse un gran fuoco, che presto sarebbe divampato; e a rappresentar la Sicilia come una catasta immane di legna, d’alberi morti per siccità, e da anni e anni abbattuti senza misericordia dall’accetta, poiché la pioggia dei benefizii s’era riversata tutta su l’Italia settentrionale, e mai una goccia ne era caduta tra le arse terre dell’isola. Ora i giovincelli s’erano divertiti ad accendere sotto la catasta i fasci di paglia delle loro predicazioni socialistiche, ed ecco che i vecchi ceppi cominciavano a prender fuoco. Erano per adesso piccoli scoppii striduli, crepitìi qua e là; scappava fuori ora da una parte ora dall’altra qualche lingua di fiamma minacciosa; ma già s’addensava nell’aria come una fumicaja soffocante. E il peggio era questo: che il Governo invece d’accorrere a gettar acqua, mandava soldati a suscitare altro fuoco col fuoco delle armi» (Luigi Pirandello, I vecchi e i giovani, p. 187)

  10. Athon

    La prima citazione è tratta sempre da “I vecchi e i giovani”, cap. III, p. 59.

  11. luigi77

    Che bella la foto: un nuovo parco urbano accanto alla stazione principale di Palermo! E se venisse aperto al pubblico?

  12. Benedetto Bruno

    Athon,
    dal tuo link allo sconvolgente, atroce e rivelante articolo ” Il regno delle due Sicilie, verità storiche occultate” e dalle tue citazioni di Pirandello deduco che anche tu pensi che l’Unità d’Italia non ci sia servita ad un cavolo per usare le parole di Friz.

  13. friz

    …è vero…io penso che la Sicilia non ci abbia guadagnato molto dall’unificazione…ma penso anche che ritornare indietro oggi non sarebbe facile… Dove voglio arrivare?
    Cercherò di essere più chiaro, e per farlo tenterò di rispondere a tre domande:
    1) Cosa accadrebbe oggi al Nord Italia se l’Italia si spezzasse in due o più parti?
    2) Cosa accadrebbe a tutto il Sud se l’Italia si dividesse in due?
    3) Cosa accadrebbe se addirittura la Sicilia fosse totalmente indipendente?
    1) …malgrado i leghisti pensino che la separazione porterà alla soluzione di tutte le difficoltà del Nord, io la penso diversamente…
    Infatti ritengo che probabilmente i meridionali boicotterebbero i prodotti fatti nel nord (Fiat, Barilla, Motta…etc, etc) e questo in breve tempo porterebbe a grandi difficoltà economiche per il Nord.. inoltre, molto probabilmente, una parte dei meridionali, se non tutti, ritirerebbero i loro soldi depositati in quelle banche che improvvisamente apparirebbero come banche straniere (Mediolanum, SanPaolo, Intesa, Unicredit,etc)…e tutto questo potrebbe portare anche la fallimento di molte banche (che sono al 99 per cento settentrionali).
    2) …se il Nord andrebbe in difficoltà, il Sud non penso proprio che farebbe i salti di gioia… infatti i debiti pubblici meridionali dovrebbero essere coperti senza potere offrire grandi garanzie per la restituzione di quel danaro… Non penso che oggi sono in tanti che comprerebbero titoli di quel futuro stato meridionale… Non dimentichiamo che il 90 per cento del sistema produttivo italiano è al nord… Penso che il Sud rischierebbe di fare una fine peggiore di quella della Grecia, e visti i precedenti, dubito che l’Europa questa volta si scomoderebbe per rischiare il proprio danaro… …l’unica cosa che lo potrebbe “salvare” sarebbe quella di ripudiare il debito e decidere di non pagarlo… ma a quel punto lo stato nascente sarebbe fuori dall’Europa ed isolato politicamente… inoltre bisogna capire che non pagando il debito andrebbero in affanno anche le poche aziende meridionali che contano nella restituzione di quel debito…
    3) Se la Sicilia andasse totalmente da sola avrebbe nell’immediato il problema di far fronte al suo debito interno… a mio avviso non è scoppiato ancora il caso Sicilia solo perchè lo stato italiano in “qualche modo” fornisce una parziale “garanzia” per la cosa… ma nel momento in cui la Sicilia fosse indipendente, chi potrebbe garantire la copertura di quel debito? …a mio avviso…l’unica soluzione per la Sicilia sarebbe quella di annettersi a qualche stato ricchissimo…tipo la Svizzera o la Germania… ma sinceramente, malgrado la mia simpatia per gli svizzeri o i tedeschi, non ne vedo una motivazione storica…inoltre per creare uno scenario simile ci vorrebbe un Cavour siciliano, ma attualmente, e spero di sbagliarmi, non vedo tra i politici siciliani delle figure simili…e questo Cavour siciliano dovrebbe anche convincere il popolo siculo a seguirlo…quindi questo Covour dovrebbe essere un pò Mazzini, e un pò Garibaldi…

    Concludo con una riflessione: …per quel che riguarda l’italia faccio una considerazione simile a quella che faccio parlando dell’Europa… Se noi non fossimo mai entrati nell’Italia sarebbe stato un bene, ma uscirne oggi sarebbe difficile… così come è anche vero che se noi non fossimo mai entrati in Europa sarebbe stato un bene, ma uscirne oggi sarebbe molto complicato e traumatico…
    A questo punto cosa fare? Non lo so…. ma se qualcuno ha la soluzione me la dica…

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