Chiudono i negozi ma la colpa non è della pedonalizzazione. Riflessioni su via Maqueda

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Pubblichiamo una lettera da parte del comitato promotore di via Maqueda pedonale. Una lettera che contiene alcune riflessioni sulla chiusura dei negozi, su personaggi in città che vedono nella chiusura di via Maqueda l’origine di tutti i mali, ma soprattutto la voglia di fare e di non arrendersi, e nel voler proseguire in questo progetto. Ricordiamo infatti che in una recente conferenza di servizi indetta dal Comune, è stato deciso l’ampliamento e l’adeguamento dei marciapiedi e il miglioramento del decoro lungo l’asse stradale. Ma i detrattori sono sempre dietro l’angolo, e chiunque cerca di cavalcare il malcontento sventolando populismo di seconda mano.

Cari amici, Desideriamo fare alcune considerazioni in base a fatti e personaggi recentemente balzati all’attenzione dell’opinione pubblica.  Chiude un negozio storico “Carrieri&Carieri” in via Libertà Convegno del Genio di Palermo presieduto da Padre Bucaro alla presenza del Cardinale Romeo e del Sindaco, sui progetti di intervento di sviluppo locale rivolto ai residenti del Centro Storico di Palermo, e infine  Il presidente di Confartigianato Nunzio Reina che diventa portavoce di 200 firme di commercianti e residenti contrari alla Pedonalizzazione di Via Maqueda Vi chiederete cosa hanno in comune questi argomenti.Tanto e tutto.

  

Il primo: la chiusura di un qualsiasi negozio grande o piccolo che sia e’ sempre una ferita per il tessuto sociale perché alle spalle ci sono famiglie e anni di sacrifici Ma la crisi che ci attanaglia da anni ci ha insegnato alcune ma importantissime cose. Come diceva Einstein tanti ma tanti anni prima della nostra crisi odierna: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la PIGRIZIA nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

E allora come superarla? La ricetta e’ semplice! Oggi chi vuole fare commercio deve farsi la semplicissima domanda della domanda del mercato e indirizzare la propria attività in quel senso. E’ avere il coraggio anche dopo 20anni di aver venduto cravatte, pentole o altro, di cambiare genere e far confluire intelligenza, professionalità ed energie verso nuovi obbiettivi perché se “sono stato così bravo per 20 anni o più a vendere cravatte e ora nessuno più le compra, potrei essere ugualmente bravo a vendere qualsiasi altra cosa e farlo con criterio e competenza”

Oggi tutti conosciamo dove è diretto il commercio Noi conosciamo nome e cognome: CENTRI COMMERCIALI.

Ma allora direte: che senso ha aprire oggi un’attività a Palermo e specialmente nel Centro Storico? E’ qui che si collega il secondo argomento. Padre Bucaro, un omino con un sorriso candido e la forza di un leone, ha trovato la forza e nuove idee che fanno invidia a chi si crede di possedere “idee progressiste”.  Il progetto de Il Genio di Palermo, che vi invito a leggere, e’ eccezionale perché dalla semplice osservazione del territorio ma soprattutto sbracciandosi e dandosi da fare ha creato obbiettivi di coesione sociale, sviluppo locale e area culturale. Tre pilastri che come un grimaldello scardineranno tutto il sistema di immobilità esistente. Il gruppo di persone che lavora anche volontariamente accanto a Padre Bucaro, e’ gente che non ha paura della crisi ma da essa ha preso ispirazione per un cambiamento radicale dell’economia palermitana nei quattro mandamenti del Centro Storico.

 

E poi ci sono personaggi come il Presidente di Confartigianato, Nunzio Reina che invece di chiedere all’Amministrazione un nuovo patto d’intesa che riguarda il commercio e l’artigiano a Palermo, cavalca l’onda della protesta per il Male Oscuro della Pedonalizzazione di Via Maqueda.

Noi chiediamo al sig. Reina:

1) perché non chiede invece all’Amministrazione di applicare agevolazioni concesse già ai commercianti extracomunitari a favore dei nostri “vecchi” artigiani che hanno tramandato da secoli le nostre tradizioni e la nostra cultura continuando a sfidare ogni giorno difficoltà ma che con passione incommensurabile producono manufatti unici al mondo?

2) perché per anni nessuno e diciamo NESSUNO si è preoccupato del sempre più evidente degrado commerciale e urbano del Centro Storico e solo quando un gruppo di “coraggiosi” che ha pensato con un progetto SERIO di cambiare l’assetto iniziale di 750m di via storica e bellissima si è gridato allo scandalo, non pensando invece che la Pedonalizzazione in fondo e’ il grimaldello per la riqualificazione, rivalutazione e nuovo motore economico per il Centro Storico?

3) perché nessuno ha mai pensato per anni che i marciapiedi sono distrutti, che siamo privi di video sorveglianza che darebbe più sicurezza ai cittadini e ai turisti, che era una via comoda solo agli scioperanti, ai vandali e alla microcriminalità e altamente inquinata?

Noi non cerchiamo ne’ voti ne’ posti al potere. Noi vogliamo vedere la nostra città sotto una nuova veste, ma senza scarpe rotte e i commercianti che hanno intenzione di portare una ventata di aria nuova che lo facciano ora e non pensino solo di vendere la loro merce guardando a chi potrà parcheggiare l’auto sul marciapiede davanti il proprio negozio.

Devono capire che si può fare concorrenza ai Centri commerciali solo se creiamo i presupposti di nuove idee che portino la cittadinanza a venire nel Centro Storico perché esso ha l’unicità di avere storia cultura arte monumenti, che nessun’altra parte della città possiede e speriamo un futuro commercio diverso e originale

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9 Thoughts to “Chiudono i negozi ma la colpa non è della pedonalizzazione. Riflessioni su via Maqueda”

  1. piero68

    Condivido i contenuti dell’articolo.L’altro giorno sono passato proprio per via Maqueda ed e’ stato un piacere passeggiare senza caos e smog.Mi chiedevo, dato che confluiscono contemporaneamente il traffico da via Ruggero Settimo e da via Volturno, creando un tappo all’incrocio, se non sia il caso di rendere via Cavour a senso unico di circolazione verso via roma.Che ne pensate?

  2. rasputin

    Anch’io sono convinto di tutto ciò che è stato scritto sopra. I commercianti devono capire che la soluzione ai loro problemi è la pedonalizzazione e non il contrario, devono credere che soltanto il cambiamento può dare una speranza a questi negozi che tristemente vanno chiudendo uno dopo l’altro, e come giustamente espresso nell’articolo, solo il centro storico “ha l’unicità di avere storia cultura arte monumenti”. Questo il centro commerciale non può darlo.
    @ piero68
    L’ho pensato sempre quando passo da quell’incrocio e non ho mai capito perchè non mettono il senso unico (tra l’altro le auto potrebbero prendere per via Stabile e arrivare allo stesso punto) e tolgono quel semaforo assurdo. Ne beneficierebbe il traffico fino al Tribunale dove si creano ingorghi pazzeschi su via N. Turrisi, via Papireto, via Goethe e davanti al mercato del Capo.

  3. Il paradosso più grande legato alla protesta farsa contro le pedonalizzazioni sta nel fatto che quasi tutte le attività che hanno chiuso si trovavano in zone altamente trafficate e interessate dalla sosta selvaggia.
    La gente di questa città in larga parte e’ insegna di viverci.

  4. Irexia

    D’accordo anch’io con il senso dell’articolo.
    A proposito di decenza di via Maqueda: ma i lavori del palazzo dove c’è il semaforo con via Napoli e vicolo dei giovenchi? Mi sembrano alquanto fermi!

  5. piero68

    @ rasputin
    condivido pienamente le tue considerazioni in fatto di traffico in tutta la zona,
    sino al tribunale.

  6. marcelloriina

    Condivido appieno quanto nell’articolo sopra riportato. Vi parlo da ex commerciante. Mio padre, fino l’anno 2004 e fino all’età di 82 anni, aveva un negozio di abbigliamenti in Corso Vittorio Emanuele. Intorno fine anni 80, inizio anni 90, era stata costituita, presso la sede di Confcommercio, l’Associazione dei Commercianti di Corso Vittorio Emanuele della quale facevo parte, e già i problemi legati al commercio all’interno del centro storico erano già consolidati da tempo. Uno fra questi, e forse il principale, legato allo spopolamento del centro storico. Già da allora mi battevo e cercavo di convincere i commercianti di C.so Vitt. Emanuele che l’unica soluzione per far riprendere il commercio nella storica via del centro storico era legata proprio alla chiusura e completa pedonalizzazione (corredata da apposito arredo urbano) dell’intero asse di C.so Vittorio Emanuele. Siamo riusciti ad ottenere la pedonalizzazione solamente per un periodo limitato nel quale tutti i sabato, dalle 18,00 fino oltre la mezzanotte, C.so Vittorio diventava una grande isola pedonale con migliaia di persone che, prima timidamente ma via via più massicciamente, si riversavano e rivivevano il piacere di tornare a passeggiare al centro storico. E’ stato il primo esempio di pedonalizzazione in città. Doveva essere perseguito nel tempo. Ma cosa più importante, doveva essere da stimolo, per i commercianti di C.so vittorio Emanuele, per iniziare una reale fase di rinnovamento, sia strutturale delle proprie attività commerciali ancorate agli anni settanta, ma ancor di più dal punto di vista mentale e innovativo. non sono riusciti ad andare al passo con i tempi. E questo, purtroppo, ne è il risultato. In più, e questo è stato l’aggravente, senza che l’Amministrazione comunale abbia dato un freno quando, a seguito della costante chiusura delle storiche Ditte commerciali che hanno contraddistinto e formato il centro storico di Palermo (vedi Libreria Dante, Ombrellificio Bolazzi, Savona, Emporio Roma, Pasticceria Caflisch, Pasticceria La Martorana, Vincenzo Albano, etc) e di altre meno conosciute ai più ma altrettanto importanti, all’apertura di innumerevoli punti vendita gestiti da indiani, extracomunitari, cinesi etc, che hanno invaso il nostro centro storico, patrimonio culturale d’Italia. L’Amministrazione Comunale doveva, a fronte della chiusura di molti negozi, incentivare, mediante associazioni di culturali etc, incentivare l’apertura di nuove attività commerciali legati alle tradizioni ed aigli antichi mestieri di Palermo e della Sicilia, creare al centro storico una sorta di identità delle artigianalità locali. Purtroppo l’Amministrazione comunale è stata, per molti anni, molto cieca e sorda ai bisogni della città. Una frase che avevo coniato in quel periodo, considerato che il Palazzo di Città – (Palazzo delle Aquile) è limitrofo a Corso Vitt.Emanuele era questa: “Tanto vicini, quanto lontani”. Tanto vicini da C.so Vitt. Emanuele, quanto lontani dai bisogni e dalle necessità di sviluppo, di crescita e di rilancio del Centro Storico di Palermo. Qualcosa, effettivamente, è cambiato durante la prima esperienza della Giunta Orlando, ma poi, il declino fino ad arrivare alla morte totale del centro storico con la Giunta Cammarata. E, ancora oggi, la musica non è cambiata di molto. Puntare sul rilancio del Centro Storico? Pedonalizzazione, Riqualificazione Urbana, Collegamenti urbani, efficienti, ed ecocompatibili. Ed inoltre, perchè non sviluppare un serio piano di edilizia popolare ristrutturando e riqualificando gli edifici già esistenti? – Via alle idee ……… e sopratutto, via ai buoni propositi per il bene di tutti e dell’intera città.

  7. Athon

    Sono del tutto d’accordo con ciò che viene detto nell’articolo.

    De aspera ad astra/Le asperità conducono alle stelle.

    Non vedo l’ora di vedere Piazza Vigliena come in foto.

  8. Euridice

    sono una sostenitrice dell’andare a piedi, lo faccio tutte le volte che posso. ma x arrivare a pedonalizzare tutto il centro è necessario attivare parcheggi x chi proviene dalle periferie dove gli autobus sono un sogno. parcheggi di interscambio funzionanti però…

  9. bpeppino

    Sono assolutamente d’accordo alla pedonalizzazione del centro storico , ma in assoluto disaccordo sulla proposto di sviluppare edilizia popolare, il centro storico ha la necessita’ di essere borghesizzato occorre farlo diventare il salotto buono della citta’ .

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