Dettagli e rendering della proposta di pedonalizzazione di via Maqueda

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Che la “pedonalizzazione” sia l’argomento del momento è fuori discussione. Finalmente!

Improvvisamente come un fulmine a ciel sereno, tutti ne parlano e soprattutto tutti la invocano. In questi giorni si sono susseguiti grandi fermenti nelle zone del centro storico, dove gruppi di commercianti si sono riuniti per fare fronte comune e avanzare formale richiesta all’amministrazione affinchè anche le loro vie vengano coinvolte da questi provvedimenti di chiusura veicolare.

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A tal proposito è nato il Comitato promotore della pedonalizzazione di via Maqueda, iniziativa mossa da cittadini e commercianti per riconferire alla via il vecchio fasto di asse rappresentativo della città, che ha già avanzato una proposta tecnica al Comune di Palermo per avviare un provvedimento in modo sinergico.

Vediamo nel dettaglio di capire di cosa si tratta:

Premessa:

La proposta avanzata dal comitato ha i connotati di una soluzione temporanea, propedeutica ad un intervento strutturale definitivo da parte dell’amministrazione che, adesso, incontrerà una delegazione di essi per vagliare nella fattibilità l’intero intervento o eventuali modifiche. Il sindaco ieri ha anche dichiarato che entro Novembre arriverà l’ok definitivo alla pedonalizzazione  sull’asse in questione.

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Obiettivi:

  • creare eventi che possano dare alla città la rappresentatività che merita;
  • creare un percorso ciclabile, che possa dare vita a un futuro “bici tour” lungo le vie del meraviglioso centro storico;
  • creare condizioni tali da rendere piacevole, a turisti e cittadini, una passeggiata lungo la via con la sistemazione di panchine, alberi e tavolini.

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L’idea progettuale:

I marciapiedi saranno allargati a 3 metri e progettati con elementi componibili, in appositi cantieri o stabilimenti, e successivamente installati,  quindi, tempi di esecuzione sul posto abbastanza ridotti.
Sarà allestita una pavimentazione che non intacchi le antiche basole. Su questo “piano rialzato”, potranno essere sistemati alcuni elementi di arredo urbano come tavolini e sedute per i passanti e per i turisti. Anche l’illuminazione dovrà essere oggetto di restyling, con piccoli lampioni alti poco più di un metro o fari bassi da terra.
Lungo il  percorso sono stati pensati vasi nascosti all’interno della nuova pavimentazione, che potranno ospitare alberi di macchia mediterranea, come aranci.
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La carreggiata centrale sarà ridotta a quattro metri, per dedicarla a rappresentazioni di carattere culturale e a pista ciclabile. Solo in casi di estrema emergenza, la via, consentirà il passaggio di veicoli di soccorso.

Il prossimo 16 Novembre è in calendario l’incontro tra Comitato e Comune. Attenderemo sviluppi sulla questione. E intanto in C.so Vittorio Emanuele qualcosa si muove…

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51 Thoughts to “Dettagli e rendering della proposta di pedonalizzazione di via Maqueda”

  1. Bellissima iniziativa e idea, contenta che ci si posso avvicinare a standard di cui abbiamo bisogno, non dimentichiamo comunque anche la parte oltre via Roma di via Principe di Belmonte che è stata pedonalizzata, certo anche lì ci vorrebbero degli arredi che creassero calore, senza rimane tutto un po’ desolato, simile ad una strada dismessa.

  2. Antonio73

    Gli arredi e il verde arriverranno con il tempo, intanto è importante pedonalizzare. VIVA LA PALERMO CHE CRESCE

  3. Quindi il manto stradale resterà per così dire nascosto, giusto?
    In tal caso (ove confermato), sebbene la pedonalizzazione sia di per se un fatto infinitamente positivo, questo approccio sarebbe “reversibile”, dunque soggetto a passi indietro futuri.
    Sinceramente io sarei per soluzioni definitive, non reversibili appunto.

  4. Nio

    Gli alberi in via maqueda non c’entrano proprio nulla e non credo ci siano mai stati….quella è una via storica del centro cittadino in cui risaltano i palazzi storici durante la passeggiata, per cui credo che verrebbe in qualche modo snaturata, per renderla bella e fruibile una strada non sempre risulta necessario installare degli alberi….insomma stonano assai.

  5. mastpalermo

    Basta andare a Trapani, Marsala, Mazara del Vallo o Catania (solo per citarne alcune) per vedere cosa si deve fare. Non c’è molto da inventarsi: ripristino marciapiedi, basolato, panchine con annesso arredo urbano, illuminazione (magari a led) e un po di verde. Nulla di difficile!

  6. Cesc

    Consiglio per l’amministrazione: LA PEDONALIZZAZIONE DI VIA PRINCIPE DI BELMONTE \ PIAZZA FLORIO E’ DIVENTATA POSTEGGIO PER LE AUTO, BISOGNA CHIUDERE TUTTI E DUE I VARCHI E SOPRATTUTTO CONTROLLARE CHE NESSUNA AUTO SOSTI DAVANTI I VASI, SE NO COSA ABBIAMO CONCLUSO?!?

  7. bloodflower

    La pedonalizzazione è fondamentale, ma il progetto, posto che sia provvisorio, è sbagliato.
    1) Ok la copertura modulare che consenta la celere reversibilità in attesa del piano definitivo di pedonalizzazione
    2) NO categorico agli alberi. Il fatto che sia provvisorio non significa mandare a morire le povere creature. Gli alberi hanno bisogno di radici, ed immagino profonde. Quindi direi no ad alberature provvisorie. Quelle vanno pensate in un progetto definitivo. E sinceramente non credo proprio che abbia senso alberare la via, considerato che ci sono palazzi che magari meritano una nitida visione dei prospetti. Piuttosto delle aiuole in vaso gestite dai commercianti con magari degli appositi concorsi sull’aiuola più bella.
    3) Intendiamoci: gli autobus devono passare o no? Io direi di sì, o se non passano da via Maquedavanno ripensati i percorsi dei suddetti. Potrebbero svoltare giunti al Massimo, ma non vedo semplice una curva stretta per gli “autobus con la fisarmonica” come gran parte dei 101. Si potrebbe semmai rendere senso unico via Cavour e permettere un allargamento della corsia preferenziale.

    Ad ogni modo, bene così! Questa è la strada giusta!

  8. fabdel

    gli aranci, finalmente!

  9. MAQVEDA

    Ma che orrore. Solo in una città provinciale come la nostra si può pensare di mettere alberi in una storica via centrale. Intervento assolutamente in linea con le fissazioni orlandiane. In nessuna città d’Europa imbelletterebbero la Pretoria con dei vasi di fiori. Che schifo. Basolato e marciapiedi allargati con qualche fioriera, come via Toledo a Napoli che da questo punto di vista ci batte alla grande. Tristezza.
    Mi fa comunque piacere constatare che non sono l’unico a pensarla così. Il verde va esso con raziocinio non alla meno peggio. Già che ci siamo mettiamo un paio di Ficus davanti la Cattedrale, così, tanto è verde, e il verde non stona mai. Ma per favore.

  10. peppe2994

    Si a tutto, avanti tutta 😀
    Per le piante non dite no un partenza, magari si trova un albero adatto a quel posto che non richiede radici profonde.

  11. MAQVEDA

    Il problema non è il tipo, il problema è che non ci devono stare punto. Ma possibile mai che nessuno abbia a cuore questa povera città? che si tenti sempre e comunque di rovinarla?
    In via Etnea a Catania, in via Toledo a Napoli, in via del Corso a Roma, ma quando mai ci sono gli alberi negli stretti assi storici del Settecento! Chi ha redatto questa ipotesi è solo una grande ignorante! Il filare di alberi va bene in un viale otto-novecentesco. Ma per favore. E vai, distruggiamo il centro storico. Un grazie di cuore al nostro sindaco.

  12. Antonio73

    Vedo che per molti prevalgono le ideologie politiche che la felicità della pedonalizzazione. Al solito solo critiche nessun post di felicità. La vera tristezza di questa città sono le persone come voi. VIVA LA PALERMO CHE CRESCE

  13. MAQVEDA

    Ma quali ideologie politiche, ma dove le leggi???
    Hai mai sentito parlare di restauro? recupero? riqualificazione? bene, non ha nulla a che vedere con quello che ci vogliono propinare. Siamo provinciali, e ci meritiamo la fogna in cui viviamo, perchè sta città la stiamo distruggendo. La vera tristezza sono le persone provinciali come voi che sono felici di fronte ad una porcata del genere. Assolutamente si alla pedonalizzazione, ma no assoluto agli alberi in via Maqueda!

  14. huge

    @antonio, quel che dici non ha senso.
    Che si sia deciso di pedonalizzare non significa che adesso, abbagliati dalla notizia, si debba dire sì a qualsiasi proposta solo perché l’importante è che si chiuda al traffico. Questo approccio è decisamente contro producente e alla fine dei conti deleterio. Bene con la scelta di pedonalizzare, adesso che si discutano e se necessario si critichino le soluzioni proposte al fine di arrivare a una soluzione finale quanto più adatta possibile ai luoghi in questione.
    Personalmente sono d’accordo con Maqueda e gli altri che si oppongono all’alberatura della via. Sia per motivi storici, visto che via Maqueda non è mai stata alberata, sia per motivi meramente architettaturali. La via è stretta e la sua bellezza deriva dalle due cortine di palazzi storici che la delineano. Piazzare degli alberi sui due lati oltre a ridurre notevolmente la luminosità e il senso di spazio, occulterebbe del tutto quello per cui una via del centro storico è pensata, l’essere una vetrina per gli edifici che su di essa si affacciano.
    Benissimo invece delle fioriere o delle piante. Che aggiungerebbero un tocco piacevole ed elegante senza essere invasive e senza snaturare l’anima della via.

  15. MAQVEDA

    Ti quoto in pieno. Tipico di tanti etichettare uno che la pensa diversamente come uno che attacca il politico di turno o la contentezza. Leggi bene i commenti prima di sparare a vanvera mio caro.

  16. Nio

    Esatto…tanto rispetto per chi porta avanti l’iniziativa è ha tracciato una strada importante da seguire…poi visto che si commenta, possiamo però dire che chi ha abbozzato l’idea progettuale probabilmente non è stato molto attento (almeno in questa fase) bisogna capire che tipo di caratteristiche deve vere l’isola se transiteranno comunque mezzi oppure no le isole nn sono tutte uguali…ad esempio non è che si può replicare quella di via principe di belmonte….in tal senso neanche le panchine mi convincono più di tanto (se non poste in determinate zone) io immagino l’isola più che come un parco come una grande via di flusso in cui poter godere della bellezza della città e dei suoi palazzi.

  17. gkm

    alberi in via maqueda???? O_o

  18. Vorrei precisare (a beneficio del dibattito) che tale proposta, tali rendering, sono stati ideati dal Comitato e non dal Comune.
    Prima che la discussione sfoci in attacchi politici inutili, tenetene conto.
    Grazie 😉

  19. MAQVEDA

    Ok, allora visto che è il comitato ad essersene occupato, è giusto contattarli in modo che la proposta da presentare al Comune sia il più sensata possibile. Ergo, no alberi, si a belle fioriere, centinaia di fioriere. Tutte le piante che volete, ibiscus, gelsomino, rosa, agavi, prumelie, strelizie, anche agrumi, purchè in vaso.

  20. fabdel

    le prumelie, le famose piante metà prugne metà mele

  21. punteruolorosso

    ho paura che le piante in vaso soffrano. per esempio al tribunale, i cubi di cemento che ospitano e soffocano gli aranci sono dei vasi, non delle aiuole.
    per questo motivo, laddove si decidesse di piantare qualcosa, che lo si faccia nel rispetto delle piante.
    per me la grande stupidaggine è stata consentire il progetto quaroni.

  22. Orazio

    Esegeticamente dalle fonti: nell’antichità, in epoca prepu…nica li c’erano i funci, quindi una bella fungaia non guasterebbe. E un paio di castagni perché i funci crescano meglio. E all’inizio e alla fine qualche bella pala di ficurinia co mussu. E quannu chiovi, crastuni. Come fu così sia.

  23. punteruolorosso

    gli aranci sono bassi e non disturbano i palazzi dei “nobili”.

  24. Per chi volesse inviare il proprio contributo, questa è l’email dell’architetto che ha curato la redazione della proposta progettuale insieme agli altri membri del comitato:

    [email protected]

  25. Antonio73

    Volevo solo rimarcare che per adesso la cosa piu’ importante è la pedonalizzazione di via maqueda che sarebbe una svolta storica per questa città, invece si è andati subito a criticare il progetto che ancora credo sia in fase di rielaborazione. Io avrei voluto leggere molti piu’ post di felicità tutto qui, invece come al solito il palermitano fa prevalere le critiche anche quando ci sono notizie positive. VIVA LA PALERMO CHE CRESCE

  26. ComitatoMaquedaPedonale

    Buonasera a tutti,
    I render sono solo delle rappresentazioni, crediamo che sia opportuno visitare l’info-point, per cogliere l’idea del progetto.
    Cultura-salute-benessere sono le tre parole che vogliamo portare avanti.
    Apprezziamo le critiche, soprattutto quelle costruttive.
    Il progetto deve: “appartenere al luogo, essere luogo e non un visitatore”.
    In sostanza deve essere pieno di suggerimenti.
    Rispondiamo alla domanda relativa agli alberi
    Gli alberi sono previsti in vasi inseriti nella struttura che sovrappone, in alcune parti, le vecchie basole.
    Nessuno vuole posizionare alberi lungo la via….. Vi invito a visitare l’info-point; li troverete dettagli strutturali.
    Previsti di piccola statura, hanno il compito di creare zone d’ombra rendendo piacevole la passeggiata durante i mesi e le ore più calde.
    La parte centrale della via, verrà lasciata libera in maniera da creare eventi culturali…. non dimentichiamo che palermo ha tanti artisti.

  27. MAQVEDA

    @Fabdel, spero saprai che la Pomelia si chiama in realtà Prumelia…

    Io continuo a essere fermamente contrario a qualsiasi cosa che sia più alta di un metro, si comincia a parlare di riaprire la galleria della Vittorie piuttosto, così chi vuole un po’ d’ombra si ripara lì dentro. Non importa se si tratta di una struttura mobile sulle basole o di un invasimissimo cercino. Non vanno piazzati alberi in via Maqueda. Rosario la Duca si starà rivoltando nella tomba.

  28. fabdel

    si chiama plumeria!

  29. Pietro Bolenares

    @MAQVEDA

    Mi capita spesso (quasi sempre) di essere d’accordo con Lei, ma questa volta no (non del tutto almeno).

    Se è vero (anzi “verissimo”, se così si potesse dire) che la strada alberata si è affermata dall’800 in poi, anche a Palermo abbiamo, però, precedenti illustri: ad esempio, lo Stradone di Mezzomonreale (oggi Corso Calatafimi), lo Stradone di San Francsco di Paola (ora Via Pignatelli Aragona), la Via Porta Carini erano tutte arricchite da filari di pioppi.

    Quanto allo specifico di Via Maqueda, se sarebbe totalmente fuori luogo una sua alberatura con alberi invasivi, non sarebbe male, invece – a mio sommesso avviso, s’intende – ragionare sulla piantumazione di arbusti o alberi che anche adulti non superino mai l’altezza di 3-4 metri (lentisco, arancio amaro, limoni, eccetera) a distanze non troppo ravvicinate.

    Faccio peraltro notare che molte facciate di palazzi storici prospiscienti su Via Maqueda sono ormai irrimediabilmente deturpati da bruttissime vetrine (“frutto” di periodiche sanatorie) che hanno persino “invaso” i fornici di taluni ingressi monumentali degli edifici medesimi.

    Temo, in ultimo, che la “visione d’insieme” delle architetture degli edifici storici di Via Maqueda sia già impedita dalle tante tende parasole (per lo più invasive e bruttissime) degli esercizi commerciali di tale via. E, in prospettiva, anche eventuali padiglioni (più o meno “mobili”) di bar, pasticcerie o per eventi estemporanei non gioveranno, io credo, alla “primitiva purezza” della via che Lei auspica.

    Cordialmente, P.B.

  30. Orazio

    Visto che il tema è serio parliamo seriamente.

    Una strada larga qualche metro non necessita di alberi, è stretta e gli alberi non farebbero altro che restringerla ancora di più. Dove si pianterebbero (il neo-zotico direbbe piantumerebbero) ? Davanti alle vetrine? Al centro impedendo il transito dei mezzi di soccorso? Bella idea davvero davvero quella delle piantee mi fermo qui. (Sottotitolo: ironia). Meglio i funghi.

    Chiudetela, metteteci 4 panche e vedete come va, poi se va bene (certo che va bene) riqualificazione totale con eliminazione dei marciapiedi. La pietra a terra? Metteteci quella che vi pare, non mi pare che ci siano pietre di pregio ora come ora, ma asfalto e forse quattro balate per marciapiede, non ricordo. Anche il linoleum andrebbe meglio di ora.

    Più di come via Maqueda fa cacare, di quanto è brutta, malanova sua, che chiunque arriva da fuori ci fa caso, solo via Toledo a Napoli: almeno levateci le auto vi prego, ne vien fuori qualcosa di positivo.

    Ma esagerare, è poco più di un vicolo.

  31. esse

    Orribile! Pessima l’idea progettuale. Ridicola la proposta di inserire degli alberi in via Maqueda!

  32. federicoII

    Avanti con la pedonalizzazione ma quella degli alberi mi sembra un’idea totalmente disconnessa dal contesto qualche fioriera va più che bene

  33. Metropolitano

    A me basta che pedonalizzano. Poi una volta chiusa la strada ai veicoli si può intervenire sull’arredamento urbano pubblico.
    Avanti così !

  34. MAQVEDA

    @Pietro Bolenares
    Partendo dal presupposto che ognuno pensa ciò che vuole e rimane della propria opinione.
    Nulla delle cose da lei elencate è irrimediabile. Molti “vetrinoni” sono spariti in recenti interventi di restauro, e molti altri spariranno. Di fatto è previsto il totale ripristino delle originali aperture, sia qui che nel corso. I tendoni si possono regolamentare. Una chioma di alberi nasconde oggi e per sempre.
    Molte delle alberature da lei citate francamente le detesto, perchè celano completamente ciò che ci sta alle spalle. Il fatto che sia stato fatto in passato, che ci sia un “precedente”, non vuol dire mica che è “giusto” e ripetibile con la sensibilità di oggi nei confronti di una città storica. Un tempo gli alberi erano il rimedio per celare cortine edilizie disomogenee, facciate in quel pesante e tanto odiato stile definito “barocco”. Oggi è diverso, per fortuna è diverso.
    E in ogni caso questi antichi interventi non hanno mai compreso via Maqueda, forse non a caso, visto che la via è stretta.

    Il verde ci vuole, mi piace, ma con criterio. Ma ripeto qui non è un problema di scelta di essenze, mettere gli alberi in via Maqueda è al pari di uno sfregio.

    E per fortuna anche insigni studiosi come Rosario la Duca la pensavano così, quindi non sono io che sono pazzo.

    Ma poi ragazzi, un po’ di gusto estetico, dire no agli alberi in via Maqueda non significa essere contro il verde, non amare le piante, i parchi e quant’altro.
    Ma perchè è così impossibile apprezzare la nudità monumentale e architettonica di un luogo senza per forza volerlo imbellettare con cose che le sono estranee. Non si sta parlando di una periferia di cemento degli anni ’60, ma di una strada storica tra le più importanti di Palermo che mai e poi mai deve essere celata, anche fosse solo per due tre metri in altezza.

    In altre città sono stati e continuano ad essere più avveduti di noi. Altrove riqualificano, restaurano, non snaturano i luoghi e si ritrovano con ambienti urbani raffinati ed eleganti.
    Non basta nemmeno andare tanto lontano per vedere cosa ci vorrebbe realmente per questa città.

    A Catania ci vogliono occhi per guardare la via Etnea. A Trapani il viale principale è un gioellino, a Modica non si vedono alberi davanti le dimore barocche. Ad Alcamo il corso è assolutamente nudo e in totale rifacimento. Sbaglieranno loro? non sono amanti del verde? mah.

    Il modello di isola di via Belmonte e Magliocco non è proponibile per via Maqueda, ci sono problematiche paesaggistiche e storiche che non possono essere ignorate. Quel modello va bene per le vie citate in quanto esterne alla cinta murata, ed edificate nell’Ottocento.

    Noi siamo convinti da sempre che basta che mettiamo quattro piante e il problema è risolto. Io sono di ben altra idea. Spero un domani di vedere questa via che amo come nelle immagini dell’Ottocento, senz’auto, ma anche senz’alberi.

  35. Nio

    Forse qualcuno ha scambiato via Maqueda per il corso principale del paese, panchine, alberi (e un campo di bocce? ;))mah!…..io il giudizio definitivo me lo riservo quando mi sarò informato meglio sul progetto, ma già solo alcuni particolari sembrano un pò stranuliddi …..leggo di una proposta elaborata da un architetto e la cosa mi lascia più perplesso…boh, ad ogni modo vedremo,anche perchè la soprintendenza poi da i pareri (certo sempre soprintendenza è!)

  36. punteruolorosso

    @pietro bolenares
    totalmente d’accordo con lei. gli aranci sono belli, le facciate barocche non potrebbero che giovarne.

    @fabdel
    ottima puntualizzazione botanica

    @nio
    non vergognamoci della nostra paesanità, se vissuta con gusto e abbellita dalle piante. a seconda di chi lo abita, può essere più paesano un palazzo barocco che una pala di ficodindia.

  37. Antonio73

    ” A me basta che pedonalizzano. Poi una volta chiusa la strada ai veicoli si può intervenire sull’arredamento urbano pubblico.
    Avanti così !”

    D’accordissimo con te….

  38. Pietro Bolenares

    È forse il caso di ricordare a tutti noi – la “memoria delle cose” serve a storicizzare gli eventi – che la Strada Nuova (poi Maqueda per il titolo ducale del viceré spagnolo del tempo, Bernardino de Cárdenas y Portugal) fu concepita, e aperta nel 1599-1600, per la spinta delle famiglie nobiliari del tempo desiderose di costruire le loro sontuose dimore in un luogo ben più visibile delle strette stradine del tessuto medievale della città; la sua realizzazione fu, dunque, animata da un sorta di speculazione edilizia ante litteram. Essa, nel tempo, ha visto/subito molteplici cambiamenti dei quali, a solo titolo d’esempio (vado a memoria), elenco i seguenti:
    • sventramento del cosiddetto Rione della Conceria (due interventi: uno a fine ‘800 ed uno ad inizio ‘900);
    • “risanamento” (fine anni ’20 e inizio anni ’30 del Novecento) dell’area compresa – alla grossa – fra Via Bandiera e Via Venezia: tale area è ancora oggi occupata da edifici opinabilissimi sotto il profilo estetico, ma senza dubbio volumetricamente sconsiderati e “sconcertanti” (tale “risanamento” comportò la distruzione della cinquecentesca chiesa della Madonna della Volta);
    • sempre negli anni ’20-‘30, “risanamento” dell’area compresa fra Piazza San Nicolò degli Scalzi e Via Torino (già Via Stazzone);
    • realizzazione – inizio anni ’30 – della terza elevazione di Palazzo Comitini (oggi sede della Provincia) che per quanto “in stile” (sic!) ha reso oltremodo disarmonica la facciata di tale edificio;
    • costruzione – primi anni ’30 – della Galleria delle Vittorie: opera mediocre, retorica e ridondante; uno scadente esempio, in altre parole, dell’architettura “fascista” (neoclassicismo semplificato) che pure ha prodotto opere significative;
    • in ultimo – facendo “un salto” di diversi decenni – il “mostro volumetrico” (voluto, per finalità tutt’altro che cristiane, da Santa Madre Chiesa) nell’area (“Quaroni”) compresa fra Via Sant’Agostino e Via dei Giovenchi ad oggi incompiuto (prezzi degli appartamenti “fuori dalla grazia di Dio”?).

    Quanto si qui riportato, per far riflettere sulla circostanza che l’unicum barocco di Via Maqueda è ormai insussistente da tempo talché essa oggi, più propriamente, andrebbe definito come una asse viario prevalentemente barocco (peraltro il Barocco di Via Maqueda – in conseguenza, si veda sopra, della “ragione speculativa” per cui essa venne realizzata – non è qualitativamente uniforme).

    In considerazione di quanto precede credo di avere buoni motivi per ritenere che la (definitiva, a mio avviso) pedonalizzazione di Via Maqueda non possa essere affrontata considerando tale asse viario come se le vicende storico-architettoniche che la hanno interessata non fossero mai accadute.

    Ho in ogni caso l’impressione (a Palermo il “pessimismo della ragione” è quasi necessitato) che un po’ tutti stiamo facendo “accademia” e ci stiamo “accapigliando” per niente; non dimentichiamo, infatti, che Palermo non ha neppure un decente regolamento urbano (costo zero!) che impedisca, ad esempio, di installare sulle facciate degli edifici e, a maggior ragione, su quelli storici: condizionatori, antenne, fili per il bucato…

  39. Andrea Bernasconi

    Assolutamente contrario agli alberi, che siano piantati o messi in vaso poco conta. Le dimensioni, la storia e l’architettura della strada sono assolutamente incompatibili con questa scelta di arredo.
    Un po’ perplesso anche dai marciapiedi provvisori: in un’ottica di chiusura della strada, quando già le linee autobus sono state dirottate da mesi su via Roma senza nessuna conseguenza, secondo me si potrebbe garantire la passeggiata ai pedoni semplicemente chiudendo l’arteria, destinando le eventuali somme necessarie per i marciapiedi provvisori verso magari un altro tipo di arredo (e, perché no, pagando una progettazione più accurata)
    Bene invece il corso intrapreso dagli eventi, nei prossimi giorni passerò certamente all’info-point

  40. Calò

    Anch’io sono contrario agli alberi in via Maqueda per i motivi detti da altri utenti. Non è il contesto giusto dove inserirli. Bisogna piuttosto realizzare una pavimentazione degna, che sostituisca l’asfalto.

  41. fabdel

    io non mi riferivo ad alberelli di agrumi ornamentali alti come quelli di piazza caboto a mondello ma a quelli in vaso
    http://s16.postimg.org/d5zqcrjj9/limone.jpg
    http://s23.postimg.org/p2wte22yz/arancio.jpg

  42. MAQVEDA

    E a questi chi si oppone? sarebbe un bel tocco di colore

    @Pietro Bolenares

    continuo a trovare assolutamente inconsistenti le motivazioni che lei adduce per un filare di alberi a tutti i costi in via Maqueda. Nemmeno il Cassaro è uniformemente barocco, e come la via Maqueda si presenta parecchio disomogenea. Eppure. L’unico tratto per così dire disastrato, è solo quello che dalla via Sant’Agostino arriva alla discesa dei Giovenchi, a causa dei palazzoni sul rione ex Conceria e un altro paio di inserimenti moderni. Per il resto la strada è praticamente come si presentava 100 anni fa.
    E’proprio vero, ci stiamo arrabattando per niente, la sovrintendenza non permetterà mai una scelta del genere. Le fioriere si, ma gli alberi la trovo una cosa fortunatamente molto difficile.

  43. manu70

    Ma dei profumatissimi frangipane no?
    O gelsomino spagnolo

  44. Pietro Bolenares

    @MAQVEDA

    Lei sa benissimo – basta percorrerla tutta – che gli interventi su Via Maqueda non sono limitati a quelli dell’ex Rione della Conceria ed ad un altro paio di inserimenti moderni, ma evidentemente per difendere la sua tesi sulla quale non sembra ammettere critiche e dissenso preferisce… non credere ai suoi occhi!

    Quanto all’inconsistenza delle mie motivazioni non è cosa grave: la mia fortuna (e di tutti quelli che hanno al bontà di leggerci) è che sono abbondantemente controbilanciate dalla straordinaria consistenza delle sue.

  45. MAQVEDA

    Beh, mi sembra di notare che anche lei non accetta che la sua tesi sia controbattuta da qualcun’altro, e pur di renderla veritiera si aggrappa a tesi del tutto opinabili. Foto alla mano ho visto motlissimi condizionatori, vetrinoni e paraboliche sparire dai prospetti di via Maqueda, non per ultimo dal recente intervento ad angolo con salita Castellana. Noto un pizzico di sarcasmo che davvero mi rattrista, visto che io ho semplicemente esposto la mia opinione, seppure per una volta, diversa dalla sua.

    Via Maqueda non è mai stata uniformemente barocca come asserisce lei. Ai grandi palazzi, alle chiese e ai conventi si sono sempre alternate architetture più povere che non hanno mai mostrato cartocci, stucchi e altri capricci. Ciò sta a significare che nemmeno in pieno seicento è stata tutta questa omogeneità come prima da lei affermato, nonostante resti indubbio che durante l’ottocento questa immagine sia stata sfrondata.
    Ma in ogni caso, il problema da lei sollevato non lo vedo neanche. Se è tutta barocca allora è giusto lasciarla a vista, se al barocco si alterna il neoclassico, l’accademismo ottocentesco e quant’altro allora è giusto nasconderla. Mi scusi ma non condivido assolutamente questa idea.

    Vediamo un po’.
    Piazza Verdi e le vie Torino e Trieste alle due estremità. Spariti intorno alla fine dell’800 gli originari quartieri di San Giuliano e dello Stazzone, sono oggi presenti strade e piazze elegantemente realizzate tra fine ottocento e primi novecento.
    Partendo dalla piazza Verdi e proseguendo verso i Quattro Canti sono visibili ancora gli originali isolati realizzati dopo questi sventramenti.
    Sperata la via Trabia con i suoi palazzetti ancora originali, seppure degradati, c’è a sinistra palazzo Leonvago, la chiesa della Mazza, palazzo Mazzarino, palazzo Maurigi. A destra il barocco palazzo Sartorio e il collegio di San Rocco.

    Arriviamo quindi al tratto incriminato con i tremendi palazzoni che sorgono sulla ex Conceria e due bruttissimi edifici moderni ad angolo con le vie Bandiera e Sant’Agostino. Nei miei sogni più inconfessabili ammetto che demolirei tutto in favore di un ripristino del vecchio rione, ma mi rendo conto che è troppo.
    Io sono favorevole al progetto Quaroni, quindi non lo vedo in chiave negativa.
    Di fronte questo, in forme un po’ squallide dopo la ricostruzione, sorge ancora palazzo Cavarretta ad angolo con la via Bandiera. Ma un restauro tipologico potrebbe porre rimedio anche a questo.

    Dalle discesa dei Giovenchi a destra e dalla via Venezia a sinistra, riprende la cortina edilizia originaria, che oltre a edifici minori comprende come saprà la chiesa di Santa Ninfa con l’ex Convento e il palazzo Rudinì ad angolo con il Cantone.
    Di fronte dalla via Venezia altri edifici d’epoca minori, il palazzo Judica ad angolo con la salita Castellana e il palazzo Costantino, quest’ultimo tardo barocco tendente già al neoclassico.

    No, ha ragione, accanto palazzo Costantino sorge un altro inserimento moderno, secondo me assolutamente sobrio e dignitoso, che necessiterebbe solo di un drastico restauro.

    Superata piazza Vigliena abbiamo palazzo Guggino e il palazzo Pretorio, San Giuseppe e il suo ex convento, piazza Bellini e la casa Martorana.
    Oltre via Calderai a sinistra il palazzo del barone Petyx, San Nicolò e tutta una cortina edilizia minore rimaneggiata nel XIX secolo, ma pur sempre d’epoca e dignitosissima che arriva sino al palazzo Balsamo ad angolo con via Divisi (questo rimaneggiato nell’Ottocento).
    A destra dalla via Ponticello, oltre edifici d’epoca, il palazzo del Marchese Gallidoro, il palazzo del Bono, i palazzi Comitini, Santa Flavia, Chiarandà, Fatta e per ultimo, dopo un un vecchio povero isolato, il palazzo Filangeri di Cutò.
    A sinistra palazzo Sant’Elia, seguito da un edificio risalente agli sventramenti della via Roma e la chiesa e l’ex convento dell’Assunta. Infine palazzo Jali ad angolo con la via Torino, a cui seguono edifici dei primi anni del ‘900.

    Nelle vicinanze di Porta di vicari sussistono ancora gli originari edifici che delimitavano il rione dello Stazzone su questa strada.

    Ovviamente so benissimo che lei conoscerà via Maqueda tanto quanto me, e che questo tour è stato inutile, ma non mi pare di aver omesso squarci o scempi.
    Il problema è che lei tenta di convincermi che è giusto parlando di una persa omogeneità stilistica, io invece parlo di integrità di un’immagine ben successiva l’epoca barocca,immagine che più o meno incolume ha superato la guerra, ha superato il degrado, e con un ulteriore sforzo da un punto di vista dei restauri può tornare al suo splendore, seppure con qualche piccola cicatrice.
    Mi parla di tende, parabole e condizionatori. Al degrado si rimedia restaurando e regolamentando, non coprendo.
    Tra le altre cose, chi conosce un minimo Palermo dovrebbe sapere che di omogeneità non si può parlare probabilmente quasi da nessuna parte, visto che la nostra città è il risultato bellissimo di una grande accozzaglia di stili, frutto di eterni rimaneggiamenti e ristrutturazioni.

    Detto questo, spero senza rancore, la chiudo, visto che siamo ad un punto morto. Aggiungo solo che se si dibatte va da se che si parte da idee differenti. Lei ha provato a convincere me, io ho provato a convincere lei, nessuno dei due ha persuaso l’altro, ma il sarcasmo è stato assolutamente fuori luogo. Saluti

  46. Pietro Bolenares

    @MAQVEDA

    Il “sarcasmo” Lei se lo è cercato: esprimere un giudizio di inconsistenza delle opinioni altrui, non mi pare, francamente, voler discutere, ma semplicemente sminuire l’eventuale interlocutore. In tutto questo, la “cosa bella” (o “brutta”, faccia Lei) è che l’alberatura di Via Maqueda, io l’ho proposta in “termini dialettici” e con più di qualche cautela (basta rileggere sopra quanto ho scritto nel mio primo intervento); Lei, invece, ha espresso un insindacabile NO sulle base di rispettabilissimi convincimenti che, però, sono, appunto, i Suoi e non “verità divinamente rivelata” da accogliere umilmente e silenziosamente o, magari, con accendini accesi e standing ovation!

    Per il resto, ritengo che proprio la Sua puntuale e contenutisticamente ineccepibile descrizione dello “stato dell’arte” di Via Maqueda rafforzi il mio convincimento che essa non è Barocca tout court, ma PREVALENTEMENTE Barocca, con innumerevoli variazioni rispetto all'”idea barocca” che l’aveva generata. Da ciò la mia opinione – che confermo – relativa d un approccio più libero e non eccessivamente abbarbicato al passato (alquanto idealizzato), rispetto alla pedonalizzazione di Via Maqueda. Ma io, si badi bene, non sono un “esperto” (dai quali, comunque, cordialmente diffido) e non ho verità ultime da perorare, diffondere e, men che meno, inculcare a chicchessia.

    Si stia bene. In ogni caso, io mi fermo qui.

  47. MAQVEDA

    Faccio notare in ultimissima che è stato lei e non viceversa a prendere il mio commento tra i tanti, rispondendomi in via diretta, come a cercare di convincere me in prima persona, e non viceversa.
    Se apre una discussione con un singolo che la pensa diversamente, deve anche aspettarsi che questo possa fare di tutto per dire semplicemente ciò che pensa, battendosi per le sue idee, senza se e senza ma, giuste o sbagliate che siano.

    Se le tesi che l’interlocutore mi fornisce non mi convincono, io lo dico chiaramente, non ci trovo nulla di male. Si è sentito sminuito? E’ stato il termine “inconsistente” a infastidirla? me ne dispiaccio, la prossima volta cercherò un sinonimo che risulti meno “pungente”, visto che ha sortito questo effetto.
    Non era mia intenzione sminuire, semplicemente intendevo quello che ho detto, le sue tesi non mi convincono, non hanno PER ME (un assoluto nessuno mischiato con niente, un semplice cittadino come lei che passa il suo tempo libero a scrivere sui blog, e lo faccio pure male visto che non posseggo nemmeno minimamente il suo linguaggio così forbito) consistenza, in quanto si basano su problematiche assolutamente rimediabili e reversibili. Non mi sembra di averla presa a parolacce. Tra l’altro inconsistenti ho definito le motivazioni a supporto della sua opinione, non la sua opinione in genere, il che per me è ben diverso.

    Io non ho nessuna presunzione, è un’idea che si è fatta lei di me.
    Ma se battersi per le proprie idee significa presunzione, allora si, sono il primo dei presuntuosi. Se nulla che il mio interlocutore possa dirmi fa vacillare in me la convinzione della bontà delle mie idee non mi sento per nulla motivato a cambiarle.

    Siccome qui non si può parlare di torto e ragione, a lei piace a me non piace, non vedo perchè avrei dovuto mostrarmi meno drastico nella mia idea.

    Per fortuna chi mi conosce in prima persona sa che sono solo mosso da amore, e non dal desiderio di fare il maestrino.

    Se lei si è fatto convinto che mi senta un esperto, il portatore della verità assoluta in terra, di sapere quale sia il destino migliore per la mia città, è un problema solo suo. Mi era sembrato un innocente dibattito, ma evidentemente non è stato cosi visto l’orribile affronto che si è sentito rivolgere.

    Ora davvero, discorso chiuso.

    Cordiali Saluti.

  48. Irexia

    In una via pedonalizzata vorrei che, se proprio devono rimanere dei marciapiedi, questi siano molto bassi in modo che persone in carrozzina e a mobilità ridotta possano facilmente entrare nei negozi, anche senza bisogno di un accompagnatore; se poi devono rimanere le basole spero che la camminata venga messa in sicurezza per evitare anche solo il rischio di fare un volo inciampando nelle basole basculanti.
    In realtà mi piacerebbe che il piano di calepstìo fosse unico, senza ostacoli o gradini in modo che tutti si possano muovere in piena libertà come succede in tutte le città europee, come è in via principe di belmonte!

  49. punteruolorosso

    grande pietro bolenares

  50. gkm

    concordo con maqveda, assolutamente no ad alberi in questa via. ci sono altre vie e luoghi più adatti a Palermo su cui avere “dialettica”.

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