Un acquario al posto del mercato ittico: maxi investimento privato per Palermo?

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Circola in questi giorni una notizia interessante, che di certo dividerà cittadinanza e istituzioni tra polemiche e pareri favorevoli. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore:

Gli imprenditori palermitani si candidano a cambiare Palermo. E lo fanno con un progetto già presentato qualche tempo fa e che ora sta entrando nella fase operativa: costruire un acquario suol modello di quello genovese e recuperare alla città una vasta area del water front. Alla base un principio: le opere non saranno realizzate con fondi pubblici ma grazie al project financing.

A distanza di quasi due anni dalla presentazione delMasterplan per Palermo (interamente finanziato dagli imprenditori) da parte di Confindustria Palermo si cominciano così a intravedere i primi fatti concreti e ciò anche grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale guidata da Leoluca Orlando il quale in più di un’occasione si è impegnato pubblicamente a sostenere le iniziative degli imprenditori immaginando una trasformazione urbana anche in vista della candidatura di Palermo capitale della cultura nel 2019.

Il punto di partenza individuato dagli imprenditori per cominciare a rendere concrete le idee progettuali individuate a suo tempo è di intervenire sul Mercato ittico: tra gli interventi pensati a suo tempo c’è anche quella della Fiera del Mediterraneo e l’ampia area della Zisa dove si trova il castello arabo-normanno ma soprattutto gli ex fabbrica Ducrot (già attive come fabbrica di mobili Golia ai tempi dell’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891/92 e successivamente dirette dall’ingegnere francese Vittorio Ducrot, che nel 1899 aveva iniziato una collaborazione col massimo esponente del Liberty Ernesto Basile), oggi Cantieri culturali.

Obiettivo Cala. Il comitato coordinato dal vicepresidente di Confindustria Palermo Luciano Basile, che si è riunito nei giorni scorsi ha dunque individuato una parte del water front cittadino, quella che sta incuneata tra la Cala (il porto turistico di Palermo) e il sito archeologico del Castello a Mare negli ultimi anni recuperato dall’Autorità portuale. L’idea su cui sta ragionando anche l’amministrazione comunale è quella di trasferire altrove il mercato ittico che attualmente si trova in quell’area e costruire al suo posto l’acquario e altri servizi per il tempo libero, restituendo ai palermitani e ai turisti la fruizione di un pezzo importante del water front.

Il modello, si diceva, è quello di Genova: «La riunione dei giorni scorsi – spiega Basile – ha consentito di approfondire quale tipo di opera da realizzare, a quale modello ispirarsi, con quale forma e quali soggetti coinvolgere». Tutti aspetti che saranno definiti nei prossimi mesi, dopo aver dato l’incarico a un progettista di livello internazionale che abbia già realizzato un’opera importante, per esempio l’acquario di Genova, per redigere un progetto di massima. Alla luce di queste valutazioni un nome su cui gli imprenditori palermitani sembrano puntare è proprio quello di Renzo Piano anche perché è condivisa già l’idea che ha ispirato la progettazione dell’acquario genovese: abbattere i muri tra il mare e la città e consentire una migliore fruizione del water front per il momento fortemente penalizzato. Un altro nome che che circola è quello dell’architetto Ettore Piras che dell’Acquario di Genova è stato direttore ai lavori.

«Dopo questa fase – spiega ancora Basile -, sarà possibile costruire un business plan con il quale iniziare un’interlocuzione con partner finanziari ed istituzionali per poi poter passare alla fase esecutiva. Di certo si tratta di una grande opera ambiziosa che sarebbe fondamentale per il rilancio dell’economia della città e dell’isola».

Molti si chiederanno se questo tipo di interventi è veramente ciò di cui ha bisogno Palermo per rilanciarsi. Noi riteniamo che non sia ovviamente questo, ma sicuramente ANCHE questo. Un acquario nel waterfront di Palermo non solo darebbe un forte impulso al turismo – pensiamo solo al fatto che l’anno prossimo attraccheranno al porto più di 60 navi da crociera – ma anche alla riqualificazione del tratto di costa dalla Cala al porticciolo di Sant’Erasmo. Certo, non dimentichiamo ovviamente che tra il dire e il fare, a Palermo, c’è l’amministrazione comunale, la burocrazia, gli interessi mafiosi, i comitati di quartiere e tutta una sfilza di fattori deterrenti che non renderanno di certo facile l’impresa. Staremo a vedere cosa succederà, nel frattempo continueremo a tendere l’orecchio in attesa di novità.

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26 Thoughts to “Un acquario al posto del mercato ittico: maxi investimento privato per Palermo?”

  1. punteruolorosso

    sono favorevole. il mercato ittico è orribile.
    mi ha sempre lasciato perplesso l’intervento sul settore di cala su cui affaccia il castello a mare. in molti progetti si vedevano dei canali. qui dei canali nemmeno l’ombra, solo depressioni piene di sterpaglie e spazzatura. perché non riempirle d’acqua?
    forse questo potrebbe essere incluso nel progetto dell’acquario?
    non lo so e non penso, dato che in quest città ogni opera viene puntualmente separata da quella accanto da cancelli e muri, vedasi l’esempio di verde terrasi o del giardino della zisa da cui è difficilissimo accedere al monumento (provare per credere). insomma mi aspetto una bella cosa, ma come al solito isolata.

  2. emanuele262

    E’ ovviamente un bel punto di partenza per riqualificare una zona. Così come accade a Genova, l’acquario accoppiato a tour in barca lungo tutta la costa crea turismo se fatto bene e se accompagnato da tutti i servizi che questo richiede

  3. cirasadesigner

    Io credo che se vera, questa notizia è manna per Palermo. e per diversi aspetti.
    Cominciamo dal primo, realizzare un acquario, credo possa essere una ottima cosa per la città, più che al modello di Genova, penserei a quello di Barcellona come al solito, perché io credo abbia le caratteristiche migliori e più commerciali per poi potersi auto-finanziarsi, nel senso che queste strutture costosissime nella gestione, hanno bisogno di un apporto finanziario, legato prevalentemente alla vendita dei biglietti e non solo, per questo credo che il progetto di Barcellona, sia migliore rispetto a quello di Genova, anche perché quest’ultimo è davvero molto grande e non ha un sufficiente supporto in merchandising e altro.
    Una struttura come questa, deve essere, si divulgativa, creare un giusto rapporto tra scienza e ambiente, ma deve avere a cornice una serie di strutture, negozi, ristoranti, ect; che ne facilitano l’utilizzo commerciale.
    In quella fetta di porto che progressivamente si sta aprendo alla città, la presenza di una struttura del genere non potrà che portare giovamento, ma credo che il progetto debba prevederne un radicale cambiamento.
    Liberare tutto il molo trapezoidale dalle attuali funzioni, fare diventare l’asse di via Filippo Patti, un asse centrale di questo nuovo sviluppo, dotare la struttura di tutte quei servizi che ne faciliteranno l’utilizzo, e fare in modo che si apra il fronte a mare già da qui.
    Pensare al progetto della diga foranea parallela al lungo mare di fronte il Foro Italico, creando quel porto canale che estenda e moltiplichi il porto turistico della città, spostando la passeggiata su questa nuova struttura e facilitando così l’integrazione del Piccolo porticciolo di Sant’ Erasmo con il nuovo porto turistico della Cala; Pensare ad una reale valutazione del Castello a Mare e continuare per questo gli scavi e laddove non sia possibile recuperare nulla, procedere con progetti che in qualche modo ne ripercorrano la storia, non voglio falsi architettonici, ma solo qualcosa che si leghi alla storia.
    Fare in modo che il centro diventi propulsivo per la città. recupererà le gru presenti, attuando il progetto che ha già vinto il concorso;
    Creare una reale integrazione tra il tessuto urbano e le emergenze architettoniche che vi gravitano, dalla Cala pensare un percorso che da Piazza della Fonderia, con quello che ci sta ancora da recuperare, possa arrivare a Via Roma passando per la “Vucciria” rivalutata e trasformata, creare quelle stesse condizioni che si sono create in Via Bara all’Olivella ad esempio.
    Passare attraverso Piazza Marina per arrivare alla sede del rettorato, all’Hotel de France ,al Museo di Via Alloro.
    Trasformare e rivalutare tutte quelle strutture che al momento non hanno sufficiente decoro e mi riferisco alla vecchia Vicaria, all’Istituto nautico e il relativo Colonnato San Bartolomeo, la passeggiata delle cattive, il museo delle marionette, il conservatorio… Insomma potremmo stare delle ore qui a scrivere. Palermo è un vero scrigno, un vero tesoro, ma abbandonato da secoli ormai, ha bisogno solo di essere riscoperto, riutilizzato facendo attenzione al vecchio e al nuovo che dovranno convivere. Affidare questo ad un nome come Renzo Piano è l’altra buona notizia, non solo perché lui potrà garantire sulla qualità del progetto, ma anche perché le attenzioni internazionali del mondo dell’architettura, si sposteranno finalmente su Palermo e i suoi temi.
    Credo che si debba contestualmente pensare a concorsi di idee, e fare in modo che il progetto abbia un iter veloce, anche perché al 2019 mancano solo 5 anni ormai.
    Sono sicuro che investire in questo genere di progetti possa portare solo vantaggi alla città.
    Ho sempre detto che 1€ di investimento in cultura ed innovazione ne genera 10 di ricavi, quindi non ci sarà business plan che potrà smentire questi dati, occorre solo fare di fretta…

  4. ing.giacomo

    Sono favorevole ma non sul posto, si parlava dell’acquario nella zona della Bandita, collegato al “nuovo” porticciolo. Il tutto insieme al parco e anfiteatro già realizzati e chiusi, ed ad altri interventi, promessi dall’amministrazione attuale ma fin ora non visti, serviranno a riqualificare la costa Sud di Palermo.
    Bisogna rivitalizzare questo tratto di costa rendendolo fruibile ed interessante turisticamente, il futuro di Palermo dipenderà da questo fronte, rendere il mare pulito e creare lidi ed attrazioni, percorsi pedonali ecc dove naturalmente l’acquario è centrale.
    La zona dell’attuale mercato ortofrutticolo è già congestionato, vedrei bene un parco che aiuti a esaltare il castello a mare e la cala.

  5. marcone83

    Ho visto dei rendering e il progetto mi piace molto! Fa sembrare Palermo una città all’avanguardia, almeno in quella zona! Come avete scritto voi qui a palermo c’è l’amministrazione comunale, interessi mafiosi, comitati di quartiere ecc ecc… vediamo se rimarrà tutto un sogno.

    Non sono d’accordo sul farlo nella zona della bandita. Lì sarebbero necessari altri tipi di interventi!

  6. @marcone83 hai visto il progetto? Dove?

  7. cirasadesigner

    Farlo alla Bandita significherebbe non farlo, un buon business plan, non può non tenere conto della location, se avessero ragionato così anche nelle altre città rivierasche del Mediterraneo, non sarebbero mai partiti i progetti. Vedi il recupero della costa di Barcellona, il tutto è partito dal porto e poi si è esteso verso est fino all’attuale Centro del Forum del 2008. Se avessero realizzato prima quello, non ci sarebbe stato nessun interesse. A Palermo si è sempre sbagliato quando si interveniva con queste logiche, si deve dare lo star up da zone di interesse, saranno queste che poi necessiteranno di spazio ulteriore e li si procederà verso il recupero della costa… Almeno io la penso così….

  8. @cirasadesigner quell’immagine del Sole 24 ore l’avevo già vista. Ma non si capisce molto

  9. cirasadesigner

    Non so se ce ne stanno altre, bisognerebbe informarsi direttamente con Confindustria Palermo e il suo Presidente che è sempre piuttosto gentile in queste cose. Da quello che si capisce, si vede un acquario sistemato in un edificio a forma di imbarcazione che si protende sul bacino della Cala, collegato con Il Castellammare con una passatelle, ci sono poi dei pontili a mo di passeggiata credo e il recupero delle Gru sul fronte a mare del Molo Trapezoidale

  10. ing.giacomo

    Dal progetto si capisce l’intenzione di smantellare il foro italico, il canale d’acqua ad oggi sarebbe irrealizzabile vista la presenza dell’impianto di sollevamento.
    Praticamente il castellamare non si vede più coperto dalle nuove strutture.
    Io rimango dall’idea che la zona è già strasatura e la creare un punto di interesse alla Bandita,collegandolo anche con un ampliamento della linea 1 del tram, è la soluzione ottimale.
    li già c’è il castellamare che merita una riqulificazione

  11. phrantsvotsa

    Favorevolissimo!!

    Un unico appunto…eviterei l’archistar. Sarebbe molto più gratificante fare un concorso di idee e coinvolgere gli architetti palermitani, che sono tanti, e con ottime idee, ahimè, senza sbocchi ne possibilità.

    Sarebbe davvero gratificante fare tutto “made in Palermo”

  12. marcone83

    @blackmorpheus qui http://www.askpa.it/blog/2011/01/25/sognare-in-3d-riqualificazione-della-cala/ poi non so se si tratta di quello effettivo. C’è da dire che questo mi piace molto!

  13. huge

    @marcone83. No, quello dovrebbe essere un’idea di uno studente di architettura di qualche anno fa che nulla ha a che fare col progetto in questione.

    Magari Iddio si riuscisse a realizzare un progetto del genere.
    Palermo è ferma. Non esistono idee concrete per un reale rilancio della città, che inevitabilmente passa anche dalla realizzazione di grandi progetti come questo.

    Altri progetti di cui s’è parlato e che sarebbero rivoluzionari per la città sono quello dell’area Notarbartolo, con la torre.
    L’idea di un architetto romano (se ricordo bene) per un totale (e sostenibile) ricostruzione dello ZEN2.
    Non scordiamo poi che si continua ad attendere il recupero e la riqualificazione della costa sud-est da Sant’Erasmo alla Bandita (con annessi porticcioli turistici).
    E certamente interventi nell’area dell’ex Fiera e nell’area Sampolo.

  14. @marcone83
    quello non è il progetto dell’acquario, quello è un progetto per un recupero del mercato ittico. Al suo posto è previsto un padiglione da adibire a vari usi, tra cui anche ristorante e biblioteca se non ricordo male. Il progetto è di un architetto libico, e ne parlammo in questo sito già nel 2009 http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/2009/12/21/un-progetto-straniero-per-la-nostra-costa/

  15. palermo77

    Gentilissima Redazione, qualche settimana fa vi ho inviato tramite e.mail un ampio reportage fotografico dei lavori di restyling della stazione marittima visto dalla MSC Orchestra su cui mi trovavo in quanto reduce da una crociera nel Mediterraneo. Perché non le pubblicate ed attenzionate con qualche servizio ad hoc o qualche intervista al Presidente dell’Autoritò portuale?. Grz

  16. rujari81

    Il progetto dell’acquario mi trova molto d’accordo,l’unico mio dubbio è l’area che la trovo un po piccola di dimensioni per poter ospitare una struttura importante di richiamo turistico e di valore simbolico per la rigenerazione del fronte mare…il mercato ittico occupa un area apparentemente ridotta..poi magari il progetto prevede di sviluppare le proprie strutture diversi metri sotto il piano di campagna.

  17. cirasadesigner

    @phrantsvotsa, pur essendo un architetto palermitano e conoscendo tanti colleghi bravissimi che vivono ancora in città, credo che l’importanza di coinvolgere un grande nome sia davvero una necessità per questo genere di progetto, magari si potrebbe creare un team sotto al sua supervisione, ma uno come Renzo Piano, darebbe quelle garanzie che altri non darebbero. E poi chi deciderebbe a chi e perché? Mentre Renzo Piano ha un curriculum di tutto rispetto direi e mondialmente riconosciuto. Ricordiamoci che se vogliamo davvero puntare in alto bisogna ragionare in grande, come hanno fatto del resto tutte le grandi città che questo cammino lo hanno intrapreso da tempo. Questo potrebbe essere un trampolino di lancio per altre progettazioni, questa potrebbe essere davvero l’occasione per creare quel circolo virtuoso di cui la città ha bisogno.

  18. Irexia

    Contrarissima!
    Per una serie di motivi.

    Come dice bene ing.giacomo là c’è già un sito capace di attirare turisti a frotte: il castello a mare!!!! Ve ne siete già dimenticati?
    Non è mica tutto lì sapete? Invito tutti ad aprire google earth e utilizzare la funzione con cui si può vedere indietro nel tempo: se andate ai primi anni 2000 vedrete che in quella zona c’era un bastione. Varrebbe la pena ritrovarlo, riportarlo alla luce! Valorizzare significa mettere in bella mostra quanto c’è già e ampliarne le potenzialità, non reinventare!

    Proprio sotto una stanza del mercato ittico qualche anno fa ebbi modo di vedere, in occasione di un’edizione di “Palermo apri le porte”, che vi è una cappelletta con gli archi ricoperti in marmo dove sono scolpiti in bassorilievo dei Serafini cioè degli angeli con le ali attaccate come alla nuca, senza corpo. Si doveva trattare della cappelletta dove i condannati a morte rinchiusi al castello al mare si confessavano prima di fare la piccola traversata che li avrebbe portati al patibolo montato a piazza marina (non appena possibile mi premuro di inviare le foto). Chissà cosa c’è ancora laggiù!
    Una mia zia in quell’occasione mi disse che il costruttore del mercato stesso le confessò che trovarono delle cose, ma i tempi erano quellli dell’ignoranza e della distruzione per inseguire il dio denaro, così le colate di cemento si sprecarono! Oggi la sensibilità è cambiata: bisognerebbe vedere cosa è rimasto!

    Contraria per puri motivi ideologici! Un acquario?! Cioè dovremmo catturare animali liberi e metterli in cattività? Delfini, orche, squali e altri animali per il nostro diletto? Sono contraria agli acquari e agli oceanari come agli zoo e al circo con gli animali! In tutto il mondo si va verso la smobilitazione di delfinari & co. e noi dovremmo andare in controtendenza?!

    Sono stata sia a Barcellona che a Lisbona, dove c’è l’oceanario.
    A Barcellona il bello era la camminata sul lungomare, le palme, le case che danno sulla strada ristrutturate, non il cubone dell’acquario o del centro commerciale a fianco!
    E Lisbona? Idem con patate! Grande tettoia in cemento, poi la costruzione.
    Queste strutture portano i turisti al loro interno non sul lungomare, ma ostacolano la vista del mare con la loro presenza. I turisti si beano piuttosto di stare alle caffetterie perchè è gradevole prendere un cappuccino sul lungomare senza essere appestati dalla puzza di fogna, questo sì!
    Comune alle due strutture estere citate: la funivia o funicolare che portavano da una parte del lungomare all’altra dove c’era…niente! Mi sembrava tutto un centro commerciale, un parco divertimenti; altro è il castello a mare, altro è una struttura da città della cultura…

  19. Totalmente d’accordo con Irexia, che mi ha preceduto nel commento. Anche io la penso come Ing. Giacomo e Irexia.

    Per il semplice motivo che la destinazione d’uso piu’ “spontanea” per cosi’ dire della cala e del mercato ittico (sperando che l’edificio sia abbattuto) e’ quella di realizzare in quella zona un bel parco che possa permettere di usufruire proprio del castello stesso in modo efficace.
    Offuscarlo con un acquario la trovo una scelta assolutamente tipica dei cementificatori professionisti.

    La zona Bandita a mio parere e’ da riqualificare del tutto, e francamente non vedevo di buon occhio un acquario, i cui costi di gestione sono veramente enormi. Andrei personalmente su una riqualificazione della spiaggia, del parco che esiste, e cercherei di creare una nuova (vecchia, come prima del sacco edilizio in fondo) zona di balneazione alternativa a Mondello. Se poi consideriamo che si parla di riorganizzare il San Paolo palace come residenza universitaria, direi che l’area potrebbe svilupparsi da sola con lo spirito di iniziativa dei giovani.
    renderi tutto ciclabile, allargherei la carraggiata a tal proposito. Fine. Nessun mega impianto, nessun mega progetto. Solo interventi low-cost volti a rivalutare l’aspetto paesagistico e naturalistico. Punterei appunto su giovani e turismo.

  20. punteruolorosso

    ok leggendo irexia ho cambiato idea. non sapevo che ci fossero strutture del castello a mare sotto il mercato ittico. mi associo alla schiera dei detrattori. e in effetti il mio dubbio maggiore riguardava semmai il ripristino del castello a mare con dei canali al posto delle depressioni piene di erbacce che ci sono adesso. qualcuno mi dica se questi canaloni erano prima pieni d’acqua. in tal caso andrebbero ripristinati come i navigli a milano

  21. Athon

    A quanto pare siamo tutti d’accordo sul fatto che il Mercato ittico e il palazzo Brancagel siano orribili.

    Che si discuta del fatto di abbattere almeno una delle due strutture è già di per se positivo.

    Sul progetto dell’acquario sono d’accordo. Mi piace.

    Tuttavia oltre gli acquari esistono anche altre interessanti alternative.

    Vorrei segnalare l’esistenza, in varie città del mondo, dei cosiddetti “GIARDINI DELLE FARFALLE” o “Case delle farfalle” o “Butterfly Park” o “Butterfly zoo”.

    In Italia abbiamo quattro giardini zoologici delle farfalle: uno in Friuli Venezia Giulia, un altro in Toscana, un altro ancora in Veneto ed infine uno in Lombardia. In tutti e quattro i casi si tratta di “giardini” parecchio modesti, soprattutto se paragonati con quelli realizzati all’estero, in particolare negli Usa.

    All’estero, in molti casi, tali Butterfly Park hanno sede in grandi strutture molto belle. All’interno, immerse nel verde, svolazzano milioni di farfalle di diverso tipo. Lo spettacolo è incredibile.

    Visto che, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, forse a Palermo c’è la volontà di investire in qualcosa del genere, e considerato che Genova ospita già l’acquario più grande d’Italia, magari a Palermo si potrebbe creare qualcosa di nuovo nel panorama italiano, ovvero il BUTTERFLY PARK PIU’ GRANDE E BELLO D’ITALIA.

    Ad ogni modo, anche un “già sentito” acquario mi troverebbe entusiasta.

  22. Athon

    Oh…oh…

    …anch’io ho appena letto il commento di Irexia e di colpo ho cambiato opinione.

    Neanch’io, come punteruolorosso, sapevo dell’esistenza di strutture del Castello a mare sotto il Mercato ittico.

    Ma quale acquario se ci sono elementi del Castello?!? Vanno riscoperti e valorizzati questi ultimi, assolutamente.

  23. cirasadesigner

    Palermo è questa… Tutto e il contrario di tutto, non voglio giudicare le singole proposte, ne tanto meno dire chi ha ragione o no, ma la cosa che mi preme sottolineare e che Palermo ha bisogno di una scossa, di un elettroshock, e vi prego abbiate almeno l’ardine di pensare a cose che facciano davvero la differenza altrimenti non vedremo mai la luce, Se i Newyorchesi avessero ragionato come noi , non sarebbe mai nata New York, come la conosciamo, se a Barcellona non avessero realizzato quello che hanno fatto, non parleremo di quella città come di un esempio lo stesso Lisbona, quindi penso che davvero si debba pensare alla grande anche perché non vedo che differenza ci possa stare a livello di principio tra una parco di farfalle e un acquario, sempre in cattività sarebbero…

  24. Pietro Bolenares

    Concordo, in gran parte, con l’intervento di Irexia.

    Quanto ai “resti storici” sotto l’attuale mercato ittico, ritengo che i fatti siano i seguenti.

    Negli anni 1922-23, si è proditoriamente, cinicamente o ottusamente distrutto il Castellammare – che delimitava scenograficamente la Cala verso Nord – e nel 1933, progettato il mercato ittico, si pensò di togliere l’”impaccio” della chiesetta di Santa Maria di Piedigrotta (in tardo stile rinascimentale costruita fra il 1565 e il 1579); quel che non poté, almeno nell’immediato, una quasi “onnipotente” burocrazia, potè la ferocia della guerra: la chiesetta citata fu distrutta dai bombardamenti aerei del 1943. “Naturalmente”, nella fase di “ricostruzione” (sic!) postbellica venne abbattutto anche il superstite campanile dell’edificio di culto e la grotticella oggetto della venerazione mariana venne “sepolta”(quella grotticella, appunto, che è ancora esistente sotto il piano di calpestio dell’attuale mercato ittico).

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