Quando il parcheggiatore ti fa finire in galera…

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Riportiamo una vicenda che ha dell’incredibile, segnalataci dall’utente Irexia, che ci fa capire quanto sia importante la prudenza quando si parla di posteggiatori abusivi. Parliamo di gente che vive nella totale disonestà, alimentando il circolo del malaffare mafioso, e mettendo a repentaglio la sicurezza e la dignità del cittadino comune. Viviamo in uno Stato invertito, dove da un parte ti viene detto che non è possibile far nulla per contrastare questo fenomeno (e non è vero), mentre dall’altro sei tu a subirne conseguenze anche molto gravi quando cedi al pizzo imposto da questa gentaglia. In una situazione del genere è soltanto il cittadino che può fare la differenza, rifiutandosi di pagare. Ecco un altro valido motivo per opporsi:

Vorrei raccontare una vicenda occorsa non a me ma ad un mio amico il quale me l’ha riferita “non per rendere gli altri edotti sulla mia vita, quanto per evitare che accada ancora”: riportandola su questo sito, letto da molti in città, lo aiuterò nel suo intento.

Il mio amico si è trovato a dover posteggiare a piazza Croci. Sprovvisto di schede parcheggio, un posteggiatore (non c’è bisogno che lo qualifichi come abusivo: va sa sé) si offre di vendergliene una di1€ con rincaro di 50 centesimi. Per il solito caffè auto-offerto. Il mio amico fa l’acquisto, gratta gli spazi argentati secondo le sue necessità e si reca dove deve. Tutto bene? NO!

Contro il mio amico viene aperto un fascicolo ai sensi dell’art. 468 c.p. Comma 2.  che prevede la pena della reclusione per un periodo compreso tra 1 e 5 anni in aggiunta a una multa tra 103€ e 1032€ per avere fatto uso degli strumenti destinati a pubblica autenticazione.

Doccia fredda, eh?

La storia comincia nel settembre 2012 e si è risolta soltanto ad inizio gennaio 2013; ciò significa che il mio amico è stato “soggetto indagato” per circa 5 mesi. Sapete cosa significa?

Quando si cerca un lavoro e si viene assunti nel settore privato è buona norma chiedere la fedina penale e, a maggior ragione, quando si desidera partecipare ad un concorso pubblico viene chiesto di dichiarare di non avere carichi pendenti né tanto meno di essere pregiudicato, pena l’esclusione dallo stesso: insomma problemoni!

Il mio amico tempo dopo si è trovato a piazza Unità d’Italia con un amico, un’altra volta alla ricerca delle schede parcheggio. L’amico si è recato presso un’edicola e da lì è stato indirizzato verso un fioraio il quale gli ha rivenduto la solita scheda da 1€ al prezzo maggiorato. Il mio amico, scottato dalla vicenda, è tornato dal fioraio e ha posto la domanda “ma lei è rivenditore autorizzato?” e questi candidamente ha ammesso di no: il mio amico ha restituito la scheda fasulla e ha preteso indietro il denaro.

Ecco, forse, tutti voi eravate già al corrente che fossero in vendita schede parcheggio taroccate, mentre io credevo che i parcheggiatori facessero incetta di quelli regolari per monopolizzare il prezzo. In ogni caso, ecco un motivo per diffidare una volta di più di questi soggetti.

Certo è che se ad un controllo fossero trovati in possesso di tali strumenti destinati a pubblica autenticazione potrebbe aprirsi un procedimento ai sensi dell’art. 470 c.p. per “vendita di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione”…

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12 Thoughts to “Quando il parcheggiatore ti fa finire in galera…”

  1. miguel orlando

    un mitra e riempirli di piombo dalla testa ai piedi. auguro tutte le disgrazie possibili e immaginabili a questa feccia della società. sono un peso sociale purtroppo, degli scarti che rompono i c…. alla gente per bene

  2. miguel orlando

    è gente che andrebbe eliminata oppure cacciata via da palermo come più o meno fanno in romania con gente del genere. e chi non lo ammette è un ipocrita

  3. cirasadesigner

    un racconto davvero raccapricciante, ma non mi meraviglia più di tanto per chi conosce il sistema giudiziario italiano. Invece volevo dire @ miguel che il suo intervento mi sembra assolutamente “fuori riga”….”un mitra e riempirti di piombo” è per caso un film di stallone?

  4. miguel orlando

    si in effetti è un po pesantuccio quello che ho scritto. correggo il tiro allora: una pelle legge penale che istituisca il reato di esercizio dell’attività di parcheggiatore con pena minima di 5 anni

  5. miguel orlando

    in effetti chiedo scusa per quello che ho scritto, però a mente fredda mi sembra una storia assurda. . .può succedere davvero una cosa del genere?

  6. Il problema e’ molto complesso, oltre che assurdo direi.
    Come fare anzitutto a distinguire la scheda fasulla da quella originale? In genere quando cerco schede parcheggio, ho molte difficolta’ a trovarle. quasi sempre mi viene detto che sono esaurite. Cio’ ti fa pensare che siano nelle mani di questi parcheggiatori che te le vendono per strada, al prezzo di 1.50 circa. Ossia, loro ne fanno incetta, fermo restando che siano originali.
    Quindi direi che chi le acquista e’ presumibilmente in buona fede.

    Detto cio’:
    1) come distingure il falso dal vero? Esiste una campagna informativa?
    2) E’ stata mai avviata dal Comune una campagna contro i posteggiatori abusivi o rivenditori abusivi di schede?
    3) Perche’ non dotare la citta’ di distributori automatici? E’ un investimento che si ripaga da se, ed eliminerebbe al volo gli abusivi almeno dal centro. Ne esistono troppo pochi di questi distributori.
    4) Che azioni ha intrapreso il comune per fronteggiare certi fenomeni di taroccamento?

  7. cirasadesigner

    Io non credo che le schede che ti rifilano per 0,50 cent in più siano originali, il margine di guadagno sarebbe ridicolo, una tipografia può fare le stesse schede a migliaia con pochi euro e li si che 1,50 diventano tutti puliti. Quindi avere delle schede taravate, come dei biglietti di bus, come è successo qualche anno fa è una cosa semplicissima ma altrettanto lucrativa. I falsari, sono sempre pronti a fare bussiness, il vero problema sta nel vedere come si voglia punire chi alla fine è vittima, senza fare nulla per arginare il vero vulnus. Qui sta la vera assurdità.
    La cosa migliore sarebbe dotare la città di colonnine dove andare a fare il biglietto, ma anche qui poi avremmo a che fare con i vandali…

  8. @cirasadesigner
    Al vandalismo ho pensato pure io, ma credo che presumibilmente i vandali sarebbero coloro che lucrano tramite questo business.
    E del resto la citta’ andrebbe dotata di meccanismi efficienti di controllo del territorio….
    Aggiungo che 0.50 a scheda, per 100 vendute al giorno, non e’ poco. Pensa quanta gente cerca e non trova schede…pure i fiorai a quanto leggo ci lucrano. E sono convinto che spesso sono esaurite perche’ sono proprio terze parti a lucrare, piu’ o meno illegalmente…
    Infine, come fai a capire che sono vere o false? Capisco la tipografia, ma credo che debba esistere un modo per capire…

  9. Irexia

    @ Luca S.
    Il mio amico nel raccontarmi il fatto ha ammesso che, messe accanto, le schede parcheggio, ci si può anche accorgere di quelle fasulle.
    Il P.M. lo ha scagionato e ha chiuso il fascicolo perché ha capito come il mio amico fosse assolutamente in buona fede e più che reo fosse vittima lui stesso, quasi di una truffa.
    Il mio amico voleva scrivere ad Orlando per informarlo del fatto.
    Le colonnine sono state piazzate in città nelle vie dove ci sono le strisce blu APCOA e a me è capitato di vederle rotte in piena via Libertà. Le colonnine le ho viste nella nostra Sicilia in altre cittadine, ed erano integre!

    In ogni caso do a voi lo stesso consiglio che ho dato a lui: se siete soliti nei vostri spostamenti e appuntamenti posteggiare nelle strisce blu dell’AMAT (badate, il mio consiglio è valido solo per l’AMAT!) andate presso uno dei loro baracchini e comprate una “scheda elettronica prepagata” al costo di 25€!
    E’ calibrabile volta per volta sull’importo della zona dove posteggiate e vi evitate giri inutili in cerca del rivenditore autorizzato; inoltre ha il vantaggio di calcolare anche i minuti, per cui potrete utilizzarlo anche per soste sotto i 60 minuti!

  10. Pinko

    A proposito delle colonnine, mi sembra che a Palermo si stia parsimoniando un po’ troppo. Vi racconto la mia esperienza: a Palermo per le vacanze natalizie, mi sono ritrovato, per sbrigare delle pratiche, a posteggiare in via Baldissera (traversa di via Marchese di Villabianca), utilizzando un’area di sosta con strisce blu. Ebbene, guardandomi in giro, delle comodissime colonnine neanche l’ombra. Chiedo dove acquistare i tagliandi da grattare… ebbene, tutti i commercianti della zona mi avviano verso l’edicola all’incrocio tra via Duca della Verdura e via Marchese di Villabianca. Ora, non so se quello sia REALMENTE l’unico rivenditore autorizzato della zona (potrebbe essere, visto che in una precedente esperienza simile, da dietro via Laurana, sono andato alla stessa edicola), ma fare 450 m per il rivenditore più vicino mi sembra un po’ esagerato (e sono uno che cammina). Se fate due conti, sono circa 900 m a/r che in marcia normale vuol dire circa 10/12 min… di sosta senza tagliando, cosa che mi ha anche messo in apprensione perché a rischio multa. Ovvio che, a queste condizioni, e dovendo andare in auto in quella zona, diventa essenziale munirsi prima di tagliando per la sosta.
    Comunque, tutta la solidarietà per il caso raccontato: io, contribuisco sempre non offrendo “caffè” a nessuno.

  11. phrantsvotsa

    Perso per perso…io al posto del malcapitato farei uan denuncia al comune.
    Siamo al ridicolo…io non pago mail il posteggiatore…ma pensate alle donne da sole, ai vecchietti in macchina o semplicemente a quelli più timorosi. Da oggi rischiano pure un procedimento PENALE!!!!
    Ripeto…siamo al ridicolo. La città è totalmente in mano alla mafia…ed il comune non fa nulla…per paura, per quieto vivere o più semplicemente per lagnusia . ASSURDO!!!! E’ UNO SCHIFOOOO!!!!!!

  12. drigo

    Se la legge è uguale per tutti ed esiste la locuzione “Rivenditore autorizzato”, non vedo perchè impietosirsi per chi subisce l’applicazione della legge avendo commesso un’infrazione.
    Io non ho mai comprato una scheda al di fuori dei circuiti canonici e quindi non mi sono mai messo nelle condizioni di farmi denunciare.
    Per come la vedo io, lo schifo non è l’autorità giudiziaria che applica la legge, ma chi compra le schede PIEGANDOSI a questo sistema.
    Quando l’inclinazione al vittimismo e all’autocommiserazione scomparirà, forse in questa terra qualcosa cambierà davvero.

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