Così rinasce un quartiere. Dove eravamo rimasti?

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Avevamo esplorato alcune aree del Mandamento Kalsa o Tribunali per visionarne i vari restauri. Piazza Magione, via Alloro, via Garibaldi, piazza Rivoluzione, piazza Marina, via Maletto, via Paternostro etc etc.

Effettivamente da allora qualcosa è cambiato, è necessario quindi un veloce aggiornamento sulla situazione attuale di alcuni immobili già citati.


Palazzo Bonagia in via Alloro. Una volta restaurato il raffinato scalone è la volta del ripristino delle volumetrie perdute. Da qualche settimana è partita la seconda fase dei lavori. Finalmente. Verrà così ripristinata anche la facciata che ricordo è in pezzi come un puzzle all’interno dell’area sotto forma di tanti blocchi di pietra sagomati e intagliati. Finalmente il fronte sinistro di via Alloro non avrà più interruzioni, come un tempo.

Palazzo Gulfotta in via Alloro. Dopo un lungo stop del restauro, è oggi completato e abitato. Sono anche stati installati dei faretti sul marciapiede che illuminano il portale nelle ore serali.

Palazzo Greco, ancora in via Alloro. Anche qui i lavori sono ormai terminati.

Palazzo San Gabriele, sempre in via Alloro. Restaurati e in via di definizione il prospetto e il cortile interno caratterizzato da un’elegante loggia a serliana.

Via Butera. Giù i ponteggi da questo catoio ad angolo con il vicolo del Cortile Nuovo.

altro edificio, oggi in fase avanzata di recupero:

i palazzi Naselli Statella e Lucchesi Palli tra via Vetriera e piazza Magione. Li avevamo lasciati così…

…ora sono così.

Stesso radicale cambiamento per l’edificio più a destra, oltre la chiesetta dei SS. Euno e Giuliano:

In piazza Marina sono stati completati i restauri di due importanti chiese. La prima è la gotica chiesetta di Sant’Antonio Abate, all’interno del complesso dello Steri.

La seconda è la chiesa rinascimentale di Santa Maria dei Miracoli.

In via di definizione anche i restauri di due palazzi nobili in piazza Croce dei Vespri e Sant’Anna. Altri cantieri conclusi anche in via della Vetriera. E’ stata rimessa in funzione l’illuminazione sulla passeggiata delle Cattive e sono state riattivate le fontane del Garraffo in piazza Marina, del Cavalluccio Marino in piazza Santo Spirito, di Porta Felice e della Doganella, addossata alla chiesa del Portosalvo alla Cala (nella foto).

Nel Frattempo è iniziato l’importante cantiere di recupero della chiesa di Sant’Anna la Misericordia, nella piazza omonima. Al momento si sta lavorando alle coperture. Spero quanto prima inizi la pulitura del prospetto, decisamente uno dei più belli della città.

 

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32 Thoughts to “Così rinasce un quartiere. Dove eravamo rimasti?”

  1. miguel orlando

    apprezzabile tutto ciò. però non esiste altro colore all’infuori del bianco e del giallo x rifare i prospetti dei palazzi? mi sembrano uno la fotocopia dell’altro.

  2. salvuccio

    Speriamo che un giorno Piazza Magione,rivenga ridisegnata con sampiertini e penchine e qualche palma,un piazza nel cuore di Palermo sarebbe bello,ma a Palermo si spera sempre,io che conosco bennissimo la realta’ di Napoli molto simile a Palermo ma nello stesso tempo molto diversa per i progetti,oggi il 70 % delle piazze di Napoli sono riffatte con sampetrini,aiuole,da piazza dante a piazza carita’ a piazza san domenico maggiore,a piazza dei martiri,invece a Palermo le piazze sono un letamaio di prato fatto ad erbacce e sterpaglie poi magari escono gli “AMBIENTALISTI” che dicono che dicono no ai sampierini,bha

  3. matteo O.

    Scusami ma preferisco mille volte il prato della magione che i sanpietrini…. penso sia proprio il valore aggiunto di quella piazza!…I prati se tenuti bene sono meravigliosi (e non mi pare che sia la Magione che il Foro Italico siano tenuti male, a parte l’inciviltà di chi butta le carte per terra, e del comune che non fornisce abbastanza cestini)
    poi se mi dici di aggiungere qualche palma ok, ma credo che la priorità sia recuperare l’integrità delle piazze palermitane per il momento, e non stravolgerle.

  4. ligeiro

    caro matteo…non so a quali prati sei abituato, o se parli della magione e del foroitalico di un’altra città;
    ma quelli di palermo sono abbandonati, per quello della magione ci vorrebbe un completo restauro di prospetti e piazza, ridurre il prato (di poco) per i sampietrini mi pare una buona idea; finchè gli autoctoni non la distruggono

  5. rujari81

    Io invece spero sempre che nell’area che oggi viene chiamata “Piazza Magione” venga ripristinato l’antico rione ottocentesco che c’era prima della guerra e degli sventramenti anni ’50 per realizzare quella folle idea della strada “lincoln-piazza marina”fortunatamente mai andata in porto.
    Da google è possibile vedere la trama viaria di questo rione,e riconoscerla nei viottoli tra i rettangoli di prato.
    Mi accontenterei anche solo del ripristino degli edifici che prospicenti piazza sant’euno,così da farla ritornare ad essere appunto una piazza.

  6. salvuccio

    X matteo O,ecco tu sei uno di quello che vuole il solito marcio,io dato che vivo a Bergamo e per lavoro ho girato tutti Italia,credo che Palermo potrebbe e dovrebbe cambiare in meglio non accontendardi del prato lercio della magione o del Foro Italico,i per esempio vorrei il Foro Italico che diventasse un lungomare con la vecchia baconata a mare e non con quella orrendo ringhiera oppure senza ringhiera del tutto che non ti puoi nemmeno affacciare a mare che non ce’una balconata come ce’in tutti i lungomari d’italia,vedi Genova,Napoli,Salerno,Ostuni,Livorno,solo a Palermo vogliamo la mediocrita’ lercia,meglio il lercio prato che aiuole delemitati con vialetti di sampietrini all Magione ????? vero ?? esci fuori Palermo e se trovi una schifezza come il prato della Magione..

  7. salvuccio

    ecco la Piazza Maggione che sogno io…simile a questa :

    http://paesaggiocritico.files.wordpress.com/2012/03/dsc00432.jpg

  8. MAQVEDA

    @rujari81

    ti quoto in pieno, piazza Magione è orribile, non è una piazza, ma solo uno spazio di risulta con al centro un convento rimasto isolato, quattro praticelli o il sampietri non risolvono certo i problemi urbanistici di uno spazio derivato da mombardamenti e demolizioni dissennate.

    @miguel orlando

    Esiste una serie di colori ammessi nel centro storico, altri non lo sono. I colori storici della nostra città sono appunto bianchi, ocra, gialli di vari toni, beige, crema etc etc con davvero pochissime eccezioni come qualche blu o rosso. Una volta lessi un passaggio del resoconto di un viaggiatore che passò a Palermo verso i primi dell’Ottocento, la definì appunto “questa bianca Palermo” a dimostrazione del fatto che il colore predominante era sicuramente quello.

    Bisogna basarsi su documentazioni, resti, o al massimo i colori più probabili attendibili (un edificio nobile del settecento sarà con tutta probabilità a fondo bianco con membrature ocra) non ad accostamenti atti a spezzare la monotonia cromatica.

  9. MAQVEDA

    @Salvuccio
    Sorvolando sulla qualità del prato che al momento è pessima, il foro Italico è ormai differente da prima della guerra, il mare si è allontanato di duecento metri e una balconata antica messa dove un tempo c’era il mare sarebbe un falso storico colossale e totale, quindi auspicarselo è assurdo. Piazza Magione non è una piazza, ha una sua forma particolare con un grosso blocco posto al centro, naturale quindi capire che il modello della piazza da te inserita, anche con il più grande degli sforzi, non è minimamente applicabile.

    Sono convinto anche io che il lato ovest della “piazza” vada ricostruito, a ricreare la piazza SS. Euno e Giuliano e ad inglobare nuovamente in un fronte il convento della Sapienza. Per lo spazio rimanente, che sarebbe comunque il 50% dello spazio, si potrebbe creare qualcosa di interessante.

    Bisogna puntare sul contemporaneo per definire gli spazi danneggiati, non su improbabili modelli d’epoca presi da città che quasi sicuramente non hanno mai visto una bomba durante la guerra. Quello sarebbe la mediocrità. Il ripristino è per me valido solo nel caso di integrazioni, ma se si tratta di ricolvere problemi di aree tanto estese si deve puntare ad altro.

  10. Antonio73

    ” Bisogna puntare sul contemporaneo per definire gli spazi danneggiati, non su improbabili modelli d’epoca presi da città che quasi sicuramente non hanno mai visto una bomba durante la guerra. Quello sarebbe la mediocrità. Il ripristino è per me valido solo nel caso di integrazioni, ma se si tratta di ricolvere problemi di aree tanto estese si deve puntare ad altro.”

    STRAQUOTO sempre a guardare gli altri, altri che magari hanno una storia diversa da Palermo…

  11. salvuccio

    La balconata del Foro italico sasrebbe l’ìideale per fa rinascere quel marciume del prato del foro italico,fatto da “panchine” in ceramica,da birilli ridicoli da ringhiera oscena,non solo da me ma anche da archistar cirticarono questo progetto di Italo Rota,un architetto mediocre che ha preso il Foro Italico per un piazzale con prato per straiarci sopra..
    Ma non scherziamo anche i calciaori del Milan che un paio di anni fa’ì passeggiano al foro italico si misero a ridere dalle panchine dai birilli e dall ringhiera oscena dove ce’….

  12. salvuccio

    Aneddoto curioso..oggi vado a fare un giro al Foro Italico e da lontano mi accorgo che ci sono i calciatori del Milan.

    Io essendo tifosissimo del Palermo me ne frega poco,e tiro avanti. Ad un certo punto sono a fianco loro e vedo che guardano il mare. Mi accorgo che parlano del posto,fanno commenti… uno dice “bel panorama”….”eh si già’ dall’Hotel si vedeva ..che vista sul mare..”

    ..un altro “ma un posto cosi bello sul mare potrebbero farne un lungomare“..un altro..”davvero ma cosi in pieno centro poi”.. ancora un altro “ci vorrebbe un muretto (credo intendevano la balconata)per appoggiarsi” …..un altro invece ironizzava sulle panchina in ceramica… “sarebbe bello come quello di Reggio Calabria,eh si ..so’ stato” .

    Io ascolto in silenzio e questo mi inorgoglisce delle bellezze che ha Palermo, ma nello stesso tempo mi rattristo perché’ mai si e’ voluto capire che il Foro Italico può diventare un lungomare degno di tale nome come quello di Reggio Calabria, ma anche quello di Salerno, ancora quello di Napoli.

    Che ci vuole a rifare un muretto,una balconata come era una volta, e una pavimentazione almeno lato mare? Sarà’ un impresa cosi ardua ? Che peccato, il Foro Italico immensa occasione persa per Palermo.

    Gaetano Scavo

  13. salvuccio

    http://archivio.blogsicilia.it/2010/07/la-balconata-del-foro-italico-perche-non-recuperarla/

    leggete la maggioranza dei palermitani vorrebbere la balconata del Foro Italico e la vecchia passeggiato,MOBILITAPALERMO non e’ Gesu’ Cristo,che dovrebbe dicidere cosa fare a Palermo,”grazie’ a molti commentatori di MOBILITAPALERMO abbiamo perso il sogno di un Centro Direzionale come lo hanno Roma,Napoli,Milano, purtroppo a Palermo con la munnizza fino al pirmo piano il partito degli sciatti del no,del no tav,dei centri sociali,si indignavano per il presunto Centro Direzionale a Palermo da costruire..e la citta’ e’una discarica a cielo aperto.bah

  14. ^^^

    salvuccio un altro commento fuori tema e verrai cancellato dal sito. Qui non amiamo interventi razzisti, politici, polemici e quant’altro. Le regole vengono rispettate da TUTTI, quindi mettiti in linea con gli altri. Se devi usare lo spazio degli articoli per i tuoi personalissimi sfoghi, allora fallo in altri siti, non qui. E’ già una settimana che ti osservo e ho lasciato correre, ora stai esagerando. Ti invito per l’ultima volta a rimanere in tema e dibattere sugli argomenti. Io l’avviso l’ho dato, poi non mi si venga a dire che la moderazione è troppo severa

    Se infine trovi che questo sito ti abbia smontato il “sogno” di un centro direzionale, puoi sempre cercarti un altro sito

  15. MAQVEDA

    La maggioranza dei palermitani? un articolo con una proposta ridicola e un solo commento fatto probabilmente da te. Si ora mi hai proprio convinto 😉

  16. salvuccio

    x MAQVEDA chi sei Fuskas? chi sei Renzo Piano? se fosse per te il lungomare d’italia dovrebbe essere una fogna come il Foro Italico tra cacche di cane e fazzolentini che usano i clienti delle prostitute la sera quello e’ oggi il Foro Italico. Renzo Piano ha ridisegnato il Porto Vecchio ed il Lungomare di Genova per esempio..ah tu sei meglio di Renzo Piano o Fuskas per rimanere in Italia.Se fosse per voi in Italia dovrebbe rimanere come 60 anni fa’,si??? guarda a Salerno cosa fanno e’ quasi finita la mega Piazza della Liberta’ sul mare…
    https://www.youtube.com/watch?v=bwAqMudLYIE&feature=fvst

  17. Vedo questi articoli sulla rinascita del centro storico, e non posso fare a meno di pensare allo stato in cui vessa il tanto discusso lungomare o giardino di piazza magione. Senza dimenticare la Zisa o tanti altri spazi che si descrivono come recuperati.
    Se questo e’ recupero, io non lo so. I palazzi sono recuperati, ok. Fine. Il resto per dirlo alla Fantozzi e’ una “cagata pazzesca”. La piazza della magione e’ un letamaio ritrovo di gentaglia, con un presunto giardino adibito a disco pub.
    Perché non ripensare questi spazi. Per forza ci dobbiamo attenere al passato? Palermo e’ cambiata, e’ stata saccheggiata. Non tornerà mai come prima. Pensiamola una volta tanto verso il futuro. Come la vorremmo. Questa e’ la Palermo del dopo guerra, disegnata dalla mafia e saccheggiata dal cemento. Io voglio un lungomare diverso quello di ore fa veramente pena, anche se fosse tenuto bene.

  18. MAQVEDA

    @Salvuccio
    sei solo vastaso e offensivo
    cerchi solo di imporre il tuo pensiero, io non sono nessuno (come non lo sei tu), ma pretendo che ciò che penso venga rispettato anche se non condiviso, così come faccio io nei confronti degli altri. Tu invece non rispetti assolutamente, saresti capace di scrivere per ore e ore, e l’unica maniera per farti smettere è dire, si, hai ragione, siamo tutti daccordo con te. Dovresti imparare cosa significa confronto.
    E poi cerca di essere coerente con ciò che dici, parli di riprorre una balconata antica, in un contesto recuperato moderno, in un luogo dove questa balconata nemmeno esisteva, essendo in origine 100 metri più indietro, però subito dopo parli di recupero moderno sul modello di Genova o Salerno accusando chi già prima parlava di recupero in chiave contemporanea di volere che Palermo rimanga come 60 anni fa. Ma ti rileggi? ma ti rendi conto di ciò che scrivi? bah, è inutile discutere con te, canatatela e suonatela da solo.

  19. phrantsvotsa

    @ salvuccio

    Sei grezzo e non sai scrivere in italiano….ma hai perfettamente ragione 😉
    La foto che hai postato è esattamente come dovrebbe essere una piazza come p.zza Magione…ma noi siamo arrivati ad un tale livello di degrado che anche un minimo di pulizia in più ci sembra una vittoria !

  20. punteruolorosso

    @luca
    perfettamente d’accordo.
    a dresda, in germania stanno ricostruendo il centro storico raso al suolo dalle bombe. vi assicuro che è spettacolare rivedere i palazzi che non c’erano più, però qualcosa manca.
    forse bisogna rassegnarsi e recuperare gli spazi vuoti con architetture contemporanee. questo farebbe di palermo un posto di sperimentazione, mentre al momento vige la ricostruzione. scuole di pensiero.

  21. Sai punteruolorosso,
    avevo omesso Dresda per non dilungarmi troppo nel mio commento. Grande citazione, pensavo proprio a Dresden quando ho scritto il mio commento.
    Ci Sono stato per lavoro credo 3 volte negli ultimi 20 mesi. Sta venendo fuori qualcosa di spettacolare.
    Palazzi antichi ripresi e restaurati anche con accostamenti moderni. tutti hotel, tutto pedonale. Ne stanno facendo il fulcro turistico della citta’.
    Tantissime aziende stanno trasferendo i loro headquarter in zona centro storico, tantissime catene alberghiere, tantissimi caffe’ e negozi. tutto a piedi.
    Il punto chiave e’ che a mio parere e’ sbagliato ripopolare TUTTO il centro storico. Parte di esso doveva essere rivisto in chiave esclusivamente turistica o dirigenziale, ma sicuramente non residenziale, e certamente non abitato da certi energumeni.
    Secondo me questo e’ un processo sempre reversibile, qualora si ha il coraggio di creare spazi a scapito di palazzi fatiscenti e di nessuna importanza, salvaguardando e valorizzando le decine di palazzi meravigliosi e inserendoli in un tessuto direzionale e turistico.
    E il resto del centro storico lo darei agli studenti, preferibilmente stranieri e fuorisede. Ma qui occorre pure che l’universita’ e altri enti facciano la loro parte. Bisogna pensare, progettare.
    I tedeschi qui, hanno sempre le idee chiare 20 anni prima.
    A noi manca la progettualita’: il panormosauro non puo’ abitare il centro storico. Questo va circoscritto, anch’esso ripensato, interconnesso e infine inserito in un progetto di piu’ ampio respiro.

  22. piero68

    secondo me la regola è ricostruire filologicamente dove possibile,integrare vecchio e nuovo dove possibile,il nuovo dove possibile.vi sembrero’ banale ma la strada da seguire non puo’essere sempre la stessa.in molti casi il sanpietrino, come pavimentazione , puo’ integrarsi con l’erba,per esempio. le immagini di questi scorci di centro storico recuperato sono emozionanti e bellissime da vedere, ma manca il contesto circostante,arredo urbano,pavimentazione,luci artistiche.e’ vero, in molti casi,non si puo’ tornare indietro, ma neanche tenersi un lungomare mediocre o concepire abbaglianti costruzioni postmoderne in un contesto storico.il foro italico, dove passo spesso in bicicletta, è una desolata distesa.cosa c’entra quella pavimentazione in cemento,quella ringhiera metallica assurda,quelle piastrelle rosse nella villa accanto da padiglione industriale?e la pavimentazione artistica?i paletti in ghisa?le panchine?le fontanelle?che lungomare e’ il nostro?siete mai passati per piazza indipendenza?avete mai gettato lo sguardo in giro, in quella che dovrebbe essere un gioiello, essendo di fronte la regione?una piazza grande ed alberata, il cui colpo d’occhio, se recuperata, sarebbe fantastico.a questa citta’, un tempo bellissima,sfregiata dalla guerra e dall’indifferenza della sua classe politica del tempo e recente,deturpata da palazzoni che hanno distrutto la campagna circostante,occorre restituirle la sua dignita’ e a noi palermitani l’orgoglio di abitarla.

  23. salvuccio

    Io incomincerei a rivalutare quella parte centro storico VIA SAN BASILIO,da via bandiere fino a via bara all’olivella,passando per piazzetta san basilio,piazza morgese,via patania,via orologio,via montelone,via trabia,quel ventre del centro storico tra le via roma e via maqueda,dove si trovano importati palazzi e chiese,come il Mueseo Salinas,Palazzo Branciforte,la Chiesa di San Giocchino all’Olivella,e la Chiesa di Sant’Ignazio sempre all’Olivella fino al Teatro Massimo . Ecco come un punto di negozi/laboratori,per artisti,carretisti,ceramisti,pittori,pupari,pasticcerie,rosticcerie, tutto per un tour turistico che parti da Piazza San Domenico e attraverso Via roma si immetta in via bandiera fino all’Olivella.

  24. punteruolorosso

    @luca
    su aziende e nuova architettura sono d’accordo, ma non si può svuotare il centro storico della sua anima popolare, ciò che fa dei vicoli e delle strade coi nomi dei mestieri un’identità irrinunciabile. i panormosauri vastasi vanno eliminati insieme ad auto e spazzatura, ma bisognerebbe far sì che molte delle famiglie sfrattate e oggi abbrutite nei quartieri dormitorio possano tornare a popolare i catoi accanto a studenti, professionisti, commercianti, immigrati. in questi anni il centro storico ha perso molto del suo fascino a causa della fine della vucciria e di molte strade-mestiere.
    destinerei all’architettura e alla progettazione contemporanea gli spazi vuoti e aperti, ma non butterei la gente fuori, anzi la inviterei a tornare. esistono piani di edilizia popolare nel centro storico: ripopolamento e alla ricostruzione del tessuto sociale.
    uffici e aziende possono trovare alloggio nei palazzi nobiliari restaurati.

  25. salvuccio

    x punteruolorosso su fatto di far rivivere i CATOI cioe’i bassi dei vicoli palermitani sono concordo anzi dico di piu’ i cosidetti CATOI,potebbero essere anche locali sia abitativi ma anche sede di laboratori artigianali,chi e’ stato a Napoli per esempio molto similie morfoloficamente a Palermo hanno fatto rinascere via San Biagio dei Libriai con la via San Greogrio Armeno Piazzetta Divino Amore grazie a questa politica hanno fatto rivivere i BASSI napoletani come alloggi ma anche come laboratori artigianali,pochi anni fa’ San Biagio dei Librai era come la via San Basilio a Palermo,buia abbandonata degradata,oggi e’ piena di attivita’commerciali aritigianali,ce’ persino l’ospedale delle bambole,un negozio che ripare bambole,ci sono ceramisti ci sono pittori scultori,maestri presiepiali,tutto in questo negli ultimi 20 anni,prima ripeto era una posto che nemmeno se ti regalavano una casa te la prendevi,oggi e’uno dei posti piu’ frequentati dai turisti,una cosa simile e’stata a fatta a Salerno a via mercanti altro ex “postaccio” fatto di mariuoli tossici prostituzione,oggi dedali di vicoli con tanti negozi e locali,su questo i Sindaci di Salerno e di Napoli con tutte le loro colpe almeno sui centri storici si sono mossi bene,piu’negosi artigiani e ristorantini e pasticcerie tipiche,contro il buoi e l’abbandono del degrado.
    Prendete Piazzetta San Basilio a pochi metri da via roma sse recuiperata e nei locali a piano terra con bar/caffe’ con negozi di artigianato locale non ci vorrebbe tanto per darne un aspetto nuovo e punto di ritrovo per artigiani e turisti,ma anche piazza morgese,o via patania basta che un amministrazione indirizzi anche il popolo a dire : invesite e io come amministrazione comunale sono con voi,vi aiuto con permessi,licenze ..

  26. Concordo con salvuccio.
    @punteruolorosso
    Per carita’, non dico che non si deve popolare il centro storico, ma piu’ a un tessuto sociale qualunque, pensavo principalemente ad artigiani, piccole imprese, studenti, stranieri, e professionisti. Oltre appunto ad utilizzare i palazzi per usi non solo turistici, ma anche produttivi/dirigenziali.
    Al momento, il tessuto sociale che popola il centro storico sembra che in molti casi non lo rispetti affatto…

  27. matteo O.

    @Salvuccio
    per fortuna non sono l’unico che ha notato il tuo meraviglioso modo di parlare….
    “tu sei uno di quelli a cui piace il marcio”…. “esci fuori da Palermo..”

    Il mio pensiero è che la bellezza della Magione sta proprio nella sua impostazione con questo grande prato. Che vada ripreso è un altro discorso… così come quello del foro italico. Ma non mi piace l’idea che venga stravolto. Questo è il mio parere. Se non ti piace sei pregato di non offendere come io non ho offeso te.

    La foto che hai messo tra l’altro non c’entra nulla con una piazza come la Magione…. ed è questo quello a cui mi riferisco quando dico che non la vorrei vedere stravolta ma solo RECUPERATA (a dimostrazione del fatto che non mi piace il marcio)!!!

    Una piazza va anche contestualizzata…. la Magione è un luogo di ritrovo per giovani che si riuniscono, ballano, giocano a pallone, suonano la chitarra, cantano etc….è anche adatta ai concerti (tu dove lo monteresti un palco? sulla statua della foto che hai proposto??)

    PS: visto che tu sai tutto di me, sappi che io non sono neanche di Palermo, ma scrivo su questo sito perchè ci ho vissuto per 3 anni e me ne sono innamorato…..e per tua informazione ho vissuto a Caltanissetta, Palermo, Verona, Izmir, Istanbul e Milano…. quindi “esci da Palermo” evitatelo pure!

  28. ^^^

    l’account dell’utente salvuccio è stato cancellato a seguito di ripetute violazioni alla netiquette del sito. Nonostante l’avvertimento della moderazione, ha preferito proseguire, pertanto sono stato costretto a un provvedimento

  29. cirasadesigner

    ottima notizia non ne potevamo della sua ignoranza, intesa nel senso proprio del non conoscere e del suo “italiano”

  30. David

    Complimenti davvero per questo articolo. Ben fatto veramente. Con il prima e il dopo il restauro.
    I tempi dei restauri in centro sono biblici tranne rarissime eccezioni, però quando vengono completati il risultato fa dimenticare tutto.
    Possiamo finalmente dire di esserci messa alla spalle l’immagine post bellica di Piazza Magione, spesso copertina di riviste d’attualità italiane e internazionali che si occupavano di Palermo.
    Un piccolo-grande risultato, ma il lavoro da fare sul resto della città è ancora immane.

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