Centro storico, reagisci!

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Vi proponiamo questo interessante articolo inviatoci, al quale segue una riflessione da parte della redazione di Mobilita Palermo.

Vivendo nel centro storico di Palermo ho spesso la sensazione di essere una sorta di reporter di guerra inviato a testimoniare gli effetti di una lotta intestina e del relativo degrado lasciato laddove il conflitto è più sentito. Ma non pensate che mi stia riferendo alla surreale visione di Piazza Garraffello, che al sabato sera ospita la discoteca all’aperto più suggestiva e controversa della nostra città, o che stia parlando dei resti di Palazzo Bonagia, bombardato, riconsegnato alla cittadinanza ed ora oggetto di misteriosi quanto cementificanti lavori di recupero.

Della lotta di cui parlo, la fatiscenza degli edifici è soltanto una conseguenza indiretta. Il conflitto del quale sono ogni giorno testimone è meno evidente ai più, ma non per questo meno devastante quando ci si sofferma sull’effetto che ha sul nostro centro cittadino. Ed è proprio nella parola “centro” che questa battaglia trova il suo più ironico paradosso, poiché essa è condivisa nel nome delle due fazioni opposte: il “centro” storico ed il “centro” commerciale.

E dire che la zona nella quale raccolgo le testimonianze più numerose è quella sulla quale maggiormente sono stati orientati gli sforzi di recupero architettonico e urbanistico, il mandamento Tribunali, cara agli arabi che la chiamavano al Khalisa, la pura, l’eletta, la Kalsa.

Tra le chiacchiere dei molti radical chic trasferitisi nella zona e le pedalate di sempre più temerari ciclisti, tra lo sfrecciare di motorini contromano ed il posteggio selvaggio coordinato da palermitanissimi extracomunitari, capita molto spesso di incrociare lo sguardo di un commerciante avvilito, di un residente esaurito o di un imprenditore sconfortato. Quando non assorto nell’ascolto dell’ennesimo radiogiornale che riporta crisi economica, i livelli raggiunti dall’osservatissimo spread o le ultime dichiarazioni di Mario Monti, è molto facile che io scambi due chiacchiere qua e là sulla strada verso casa. Di certo noi siciliani siamo campioni incontrastati di lamentela ed invettiva, così continuano a susseguirsi sempre più incalzanti: “E’ un’indecenza!”, “Non si può andare avanti così!”, “L’Amministrazione cosa fa? Sta a guardare?”.

Tali e tante sono le questioni che attanagliano le viuzze della zona che farò meglio a limitarmi a quella che mi porta oggi a scrivere: il declino commerciale del centro storico del quale i blasonatissimi centri commerciali sono solo co-responsabili.

Centinaia le saracinesche mestamente abbassate, più di 400 ne hanno censite in centro i cittadini riuniti nell’Associazione Mandamento Tribunali. E, se nessuno apre quella saracinesca, un automobilista affrettato potrà pur posteggiarci davanti, no? E così la vista davanti ai miei occhi mi propone un susseguirsi di affiatatissime coppie macchina-saracinesca e per ognuna penso all’attività commerciale che prima vi faceva capolino. Lì c’era un alimentari, lì un ciabattino, là un ferramenta e lì dietro una sartoria.

Per una classe di commercianti sfrattati dal commercio c’è una classe di commercianti sfrattati dal centro storico ed approdati nei più promettenti centri commerciali. File di boutique in franchising e catene di supermercati propongono la più allettante offerta che puoi fare ad un consumatore palermitano: posteggi una volta, gratis, e poi ti sposti a piedi in un clima confezionato ad arte finché non hai esaurito tutti i bisogni che hai, dalla spesa della settimana al divertimento per i piccoli, dal film al cinema all’ultimo acquisto super-tecnologico.

E così la lotta continua, ma ad armi impari. Per ogni euro speso dalle grandi firme in campagne di marketing e cura del cliente, corrisponde un euro in meno nelle tasche del piccolo commerciante. Vetrine scintillanti abilmente progettate contro vetusti allestimenti poco illuminati. Volantini colorati con le ultime imperdibili offerte contro lo sguardo accigliato di un commerciante davanti al suo negozio. La maglia nuova e di marca a soli 9,90€ contro ago, filo ed un ditale.

A guardar bene sembra che, oltre alle lamentele, la maggior parte dei commercianti del centro siano in grado di far ben poco. Chi crede che nel 2012 si possa vendere nello stesso modo che nel 1992 è superato di 20 anni e l’abilissimo consumatore del XXI secolo capisce e passa oltre. “E l’Amministrazione cosa fa? Sta a guardare?”. Verrebbe tanto da rispondere che in questo caso l’Amministrazione non c’entri proprio nulla.

Allora basta, facciamo qualcosa, vediamo chi ha la voglia di innovare, aiutiamoli ad aprire ‘ste benedette saracinesche. E se risorse non ce ne sono..facciamolo gratis! Chiamiamo degli esperti del nostro territorio e chiediamo loro di trasferire la loro conoscenza a chi crede in un cambiamento ma non ha gli strumenti adatti, sempre gratis s’intende! Facciamo degli incontri mirati per approfondire le idee imprenditoriali innovative, nel prodotto, nella vendita, nella comunicazione o quel che sia. Ed alla fine facciamo incontrare gli innovatori con chi ha le risorse, con i proprietari dei locali commerciali, lasciamo che vengano presentate le idee e che possano aprire almeno 20 nuove attività commerciali in centro storico.

E se i più lagnusi (pigri n.d.a.) di voi tremano già all’idea del lavoro volontario che serve per organizzare tutto questo, rilassatevi, lo abbiamo già fatto: www.sementor.neunoi.it

Nota della redazione: vi abbiamo proposto questo “sfogo” di Giuseppe che solleva sicuramente una questione importante. Per completezza di informazione, dobbiamo ricordare che l’attuale amministrazione ha detto un NO chiaro alla costruzione di nuovi centri commerciali, e ha manifestato l’intenzione di incentivare i centri commerciali naturali. Certo, tra le parole e i fatti come al solito c’è una bella distanza, e la coerenza con questa linea si potrà vedere solo col tempo.

A onor del vero c’è anche da rimarcare forse una scarsa attitudine imprenditoriale dei commercianti siciliani, che per troppo tempo probabilmente si sono adagiati sugli allori, tenendo poco in considerazione le idee innovative e imprenditoriali di cui l’utente parla nel suo articolo, perdendo così tempo e occasioni.

Questo per dire che anche i nostri imprenditori, che oggi vivono sicuramente un periodo di forte crisi, forse qualche domanda dovrebbero farsela. Laddove c’è stata capacità di adattamento e di innovazione, gli imprenditori locali sono sopravvissuti: vedi ad esempio l’ex cinema Metropolitan trasformatosi in multisala, che ha saputo stare al passo reggendo alla concorrenza, o il supermercato Colle Verde che garantisce un’offerta di prodotti che in altre parti della città è impossibile trovare.

Godiamo di un clima invidiabile sia d’estate che di inverno, e la gente preferirebbe sicuramente poter passeggiare per le vie del nostro centro storico per fare shopping, piuttosto che rinchiudersi in capannoni di periferia.

Però sorge spontaneo chiedersi: dove erano i commercianti quando la società civile chiedeva a gran voce le isole pedonali? Si sono sempre opposti ottusamente e in molti casi con arroganza, quasi fossero i padroni della città, non cogliendo l’opportunità di queste nuove strategie.

Viene da chiedersi perché la nuova amministrazione abbia subito ceduto ai ricatti dei commercianti di Acquasanta revocando il provvedimento di pedonalizzazione e andando palesemente contro la propria linea esposta in campagna elettorale.

Le responsabilità quindi non possono essere esclusivamente attribuite ai centri commerciali, ma in buona parte dei commercianti che, a nostro avviso, non hanno saputo rinnovarsi e in molti casi neanche si sono posti il problema, e ancora peggio si sono opposti alle proposte di rinnovamento della società civile. Co-responsabile ovviamente un’amministrazione debole che non ha il coraggio di “imporsi” con scelte apparentemente impopolari (ma per chi?) che potrebbero invece apportare risultati interessanti se avanzate costantemente e coerentemente.

Purtroppo, ancora ad oggi sembra che non riescano a capire che l’unica chiave di svolta sta in una riqualificazione e pedonalizzazione graduale del centro storico. La cittadinanza ha già risposto positivamente, i commercianti non hanno avvertito nulla.

Accogliamo a braccia aperte la proposta di Giuseppe, e speriamo pertanto che anche i nostri imprenditori possano fare altrettanto.

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18 Thoughts to “Centro storico, reagisci!”

  1. Fabion54

    E da ciò si evince anche un altra cosa importante, come mai sempre più giovani amano trascorrere le loro serate tra il “Drunks-Malox” , via Chiavettieri e la Vucciria?
    Cosa ci trovano di tanto suggestivo? Forse è proprio quello di cui i giovani hanno bisogno, spazi di aggregazione dove si può stare a chiacchierare a prendersi una birra senza l’obbligatorietà della consumazione, senza dover aspettare di essere serviti. E quindi perchè non riqualificare questi spazi, che la notte sono così “affollati” e di giorno invece frequentati da chi ci abita e dai vari exstracomunitari che hanno fatto di quei quartieri lasciati a se stessi zone abitative? Basterebbe poco e intanto rimaniamo immobili a guardare il collasso di questi quartieri storici per la nostra città.

  2. MAQVEDA

    Misteriosi lavori cementificatori a palazzo Bonagia?
    Hanno restaurato solo lo scalone e non hanno ancora elevato un solo muro.
    E se poi un ripristino di un palazzo perduto è considerabile come “cementificazione” allora siamo proprio alla frutta. Ci si lamenta per le cose più assurde.

    Per il resto sono daccordo.

  3. miguel orlando

    io modestamente la colpa la addebito alla mente ottusa dei commercianti palermitani, privi di alcuna mentalità imprenditoriale ed innovativa, bigotti e antiquati. loro però sono lo specchi della società palermitana in generale, incapace di stare ai tempi e di progredire culturalmente. il problema è proprio questo: palermo non progredisce più, dal più ricco al più povero. le nostre piazze del centro sono tra le più belle e più grandi di italia e nessuna di queste è pedonale. . .è questo il vero problema. . .fateci caso: camminate in via ruggero settimo e provate a fare una telefonata. non riuscirete neanche a sentire e parlare x il gran casino che c’è. grazie che poi la gente va nei centri commerciali. . .se i commercianti vogliono avere qualche possibilità devono trasformare il centro in un centro commerciale

  4. Ho letto con attenzione il post, cosi’ come il commento della redazione.
    Probabilmente l’analisi dell’autore del post, circa l’ineluttabile destino dei negozi cittadini (non solo del centro storico), in affanno cronico nei confronti di questi baracconi di cemento in periferia chiamati anche centri commerciali.
    Ma vorrei solo far notare una cosa? E’ solo il destino dei commercianti di Palermo? E perche’ altrove non e’ successo questo?
    Mi riallaccio dunque al commento della redazione: quando si parlava di isole pedonali, i commercianti, dove erano? Erano forse a fare barricate contro le pedonalizzazioni, addirittura indispettiti in presenza di un vigile o di un carroattrezzi che faceva sloggiare le auto in sosta vietata.
    Le pedonalizzazioni, uno strumento semplicissimo, importantissimo e allo stesso tempo cruciale per lo sviluppo cittadino.

    Programmare delle pedonalizzazioni, armonizzarle con il tessuto urbano con interventi tipo parcheggi e trasporto pubblico, concertare con i commercianti dei piani di chiusura TOTALE di certe arterie, a favore di piste ciclabili e pedoni, al fine di generare un flusso commerciale verso la citta’. Cosa e’ stato fatto di tutto cio?
    NULLA!

    Sapete, io non parlo a vanvera. Io le vivo queste cose in Germania. Che si tratti di -15 gradi, o di pioggia, il centro e le vie periferiche sono stracolmi di persone! E si pedonalizza senza sosta, sempre nuove strade che spariscono e nuovi marciapiedi con negozi e caffe che aprono…
    Piste ciclabili e parcheggi limitrofi, per chi proprio non puo’ fare a meno dell’auto.

    E se voglio andare da Ikea o in altro centro commerciale tipo OBI o LeroyMerlin, uso il car-sharing. 4 ore di shopping da Ikea 27 euro. Ma vuoi mettere? Audi A3, benzina e sosta inclusi nel prezzo. E il comune, che offre il servizio, fa soldi! anzi, soldoni. Dando lavoro!

    Guardavo le foto della Palermo di una volta! All’acquasanta cosi’ come a Romagnolo si andava al mare, c’era vita. Tanta gente porta denaro, attivita’ commerciali: a chi serve il pane, a chi le bibite, il ristorantino, il caffe’, il parcheggio custodito: ma ci pensate quanta economia si puo’ fare in una piccola borgata? e se si facessero le pedonalizzazioni? Si intensificassero i trasporti? L’impatto sarebbe ancora piu’ grande.

    Ogni quartiere di Palermo potrebbe avere una sua peculiarita’, e potrebbe rinascere se la si valorizzasse. Nel centro storico anche io vedo moltissimo l’artigianato, un artigianato di alto livello, dalla scarpa alla sarcitoria, dall’ufficio dell’azienda SW alla ditta specializzata in servizi di consulting,o di logistica o di energetica.
    La confetteria, la scuola di ballo, il teatro, il circolo culturale, attivita’ sociali e gruppi che facciano rivevere la zona, e la “educhino” indirettamente laddove i cittadini mostrano segni di incivilta’.
    Bisogna incentivare con intelligenza nel centro storico, che non si presta a grandi flussi di auto. Attivita’ che non richiedono
    Facciamo fiorire attivita’ che possano veramente essere compatibili con il territorio, con la zona.
    Solo cosi’ Palermo rinasce, restituendole la sua natura, che e’ stata assolutamente stravolta dal cemento.
    Palermo deve essere ridisegnata come un tempo. Lungomare, Tram, Giardini, grandi piazze libere, caffe’, borgate marinare! Possibile che nel 2012 paghiamo ancora le conseguenze del sacco degli anni 60???

  5. punteruolorosso

    grande articolo.
    anch’io vivo in germania (duesseldorf, brema), e posso confermare quanto detto da luca.

    odio i centri commerciali. fin dall’inizio ho storto il naso alla loro nascita in città. appartengono a uno stile di vita molto americano. città che sono un incrocio di autostrade col drive in da un lato e il distributore di hamburger dall’altro.
    città molto diverse da palermo.
    il nostro ikea si chiamava via calderai, sant’agostino, via sedie volanti. H&M: via badiera.

    il simbolo del degrado del centro storico è secondo me la fine del mercato della vucciria, ridotto a budello alcolico, piazza di spaccio fra saracinesche chiuse e palazzi di sabbia che crollano a ogni pioggia.

    il recupero del centro storico non può essere solo edilizio, ma anche sociale ed economico. è inutile restaurare un palazzo e tenerlo chiuso. ce ne sono molti così, in mano ad agenzie immobiliari che gonfiano i prezzi. ma palermo non è milano, via porta di castro non è via brera.

    il centro storico non può perdere la sua vocazione “proletaria” e trasformarsi in una cittadella chic. i catoi e l’edilizia minore possono benissimo diventare alloggi popolari o a basso prezzo.

    il dialogo coi commercianti è importante, ma se non capiscono bisogna costringerli. non voglio mancare di rispetto a nessuno. i commercianti sono l’anima del centro storico e vanno aiutati, anche con le maniere forti.

    stesso dicasi per le borgate e per tutto il lungomare. a palermo sono veramente pochi i posti da cui ci si possa affacciare. penso ad acquasanta, arenella, vergine maria. nessun affaccio a mare, nessun accesso lungo tutta la strada che costeggia monte pellegrino. e via messina marine? una discarica continua, fino al mai aperto parco di acqua dei corsari. insomma di lavoro ce n’è, da fare.

  6. Hisham86

    Sacrosanta verità. Io amo questa città, secondo me è bellissima, ma ormai non la frequento più. Chi me lo fa fare ad andare in centro col parcheggio a pagamento (più la “donazione” per gli abusivi), il traffico alle stelle, i marciapiedi stracolmi? Preferisco di gran lunga il centro commerciale dove arrivi, hai ettari di parcheggi gratuiti, puoi stare quante ore vuoi. Traffico e parcheggiatori abusivi mi hanno rubato la mia città e io preferisco mille volte un locale sul viale regione che arrivare fino in via cavour e pagare per parcheggiare. Preferisco il centro commerciale alle nostre belle vie e finché i commercianti non capiscono che qualcosa deve cambiare per me possono anche fallire tutti. Se sono così bravi a costringere il sindaco a fare un passo indietro sulle pedonalizzazioni allora che si mettano a camurria e caccino i parcheggiatori abusivi. Almeno farebbero un favore alla città

  7. mars 76

    A proposito di rivitalizzare il tessuto commerciale storico della città e soprattutto quello del centro, vi posto questa notizia di oggi, tratta da travelnostop.com:
    “Iscrizioni al via per 4 incontri gratuiti del II ciclo di mentorship del progetto ‘Sementor’
    20 idee per riaprire negozi e botteghe palermitane
    Contro la crisi che ha portato alla chiusura di numerosi negozi e botteghe di Palermo, arriva il progetto “saracinesche creative” per stimolare la nascita di attività commerciali dotate di un forte carattere di innovazione e di sviluppo sociale. Lo strumento proposto è quello della mentorship. I partecipanti avranno modo di approfondire le loro idee imprenditoriali confrontandosi, in quattro incontri, con esperti del settore che daranno loro gli strumenti più adatti per passare da un’idea a un progetto concreto. I mentori che hanno aderito all’iniziativa sono: Alberto Coppola (imprenditore), Marco Fuscaldo (economista), Francesco Campagna (avvocato), Francesca Di Stefano (commercialista), Francesco Passantino (esperto web marketing), Comitato Addio Pizzo (legalità e consumo critico).
    Alla fine del percorso formativo i partecipanti potranno sottoporre le proprie idee ad investitori e proprietari di locali commerciali a cui sarà proposta un’innovativa forma di partnership sostitutiva al tradizionale modello dell’affitto.
    Per iscriversi è sufficiente compilare un formulario on line (sul sito http://www.sementor.neunoi.it) con i propri dati e una breve descrizione della propria idea di business. Le iscrizioni sono aperte fino alle 23.59 del 4 novembre p.v. Complessivamente verranno selezionati 20 partecipanti al corso che inizierà il 13 novembre 2012 presso neu [nòi] spazio al lavoro, via Alloro 64, a Palermo”.

  8. ^^^

    mars è già scritto nell’articolo, con tanto di link al sito web

  9. MX

    Vorrei evitare la solita contrapposizione tra centri commerciali e contro storico che nel servizio è stata sottolineata ma che continua a creare delle false aspettative sul rapporto meno centri commerciali + affari al centro storico. Il degrado in cui è crollato il “mercato” del centro storico è sotto gli occhi di tutti, dal dopoguerra diciamo che si è cominciato a mettere mano da pochi anni, magari da un decennio ma a ritmi molto lenti in considerazione del fatto che parliamo di un’area molto estesa. Lo abbiamo scritto in molti spesso, serve un bel progetto serio e realizzabile che possa mettere insieme l’aspetto residenziale e quello commerciale. Per quello residenziale è partita già un’attività interessante e considerando il ritorno economico soggettivo, ha avuto una spinta privata determinante. Ma il progetto di rivalutazione complessiva in effetti non c’è se non in maniera estemporanea.
    Progetto significa programmare, investire, creare presupposti per investimenti privati e per far ciò l’amministrazione pubblica deve intervenire con coraggio e determinare con chiarezza ciò che debba sortire da un potenziale volano economico importante.
    Credetemi, qui non si tratta solo di intervento urbanistico ma di completare l’offerta con un prodotto complessivo che sia adeguato ad un investimento produttivo.
    Il mercato locale è importante ma ha dei limiti economici e quindi anche il centro storico deve aprirsi a flussi esterni determinanti per una ripartenza economica indispensabile. Senza città (nel suo complesso) accogliente, senza strutture collegate, non si creano flussi adeguati. Quindi sono necessarie tutte le sinergie, dai trasporti dall’esterno (porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, capolinea bus) per accogliere più visitatori al sistema urbano della città, all’accesso incentivato nel centro storico, alla sua vivibilità.
    In attesa di ciò, intervenire su ciò che già esiste e valorizzare i punti cruciali di ricettività già presenti come ad esempio, creare itinerari adeguati ai flussi di croceristi e flussi turistici già esistenti permettendo agli stessi (come succede ovunque!!) di concedersi allo shopping oltre che alle visite programmate.
    Attenzione non è certo semplice ma bisogna avere delle linee su cui lavorare e mi permetto di evidenziarle avendo esperienza trentennale nel settore del turismo ricettivo siciliano.
    Un caro saluto
    Massimo

  10. waterpl82

    Sarebbe bello almeno far sparire le auto parcheggiate dalle strade. Ok alle pedonalizzazioni, ma ci vogliono anche dei parcheggi strategici per decongestionare le strade del centro dalle auto.

  11. franz

    Due sono le cause che hanno determinato la morte del centro storico; la prima è la poca lungimiranza dei commercianti che, da classici palermitani, preferivano vedere il fiume di auto passare davanti la propria vetrina (possibilmente nessuna di queste vi si fermava) piuttosto che accettare le isole pedonali (già da decenni istituite con successo in gran parte dei paesi civilizzati), la seconda coloro che hanno autorizzato l’apertura di tanti centri commerciali (con la falsa illusione di creare posti di lavoro) che ne hanno accelerato il declino. Un intero territorio è stato modificato, un centro storico è stato stravolto a causa di interessi commerciali, spesso di società estere, con conseguente dirottamento di denaro locale verso altri siti e quindi impoverimento di una città già agonizzante. E’ pur vero che di imprenditoria molti commercianti ne capiscono ben poco, fanno la voce grossa e opposizione ottusa, per tutelare i loro interessi, solo quando si cerca di apportare miglioramenti per l’intera città e non si allineano con i tempi e le richieste dei cittadini che da tempo chiedono di potere riappropriarsi di una città senza auto e inquinamento. Fino a che non cambierà il modo di pensare ben poco si potrà fare, fino a che gli amministratori tuteleranno l’interesse dei pochi a discapito di un intera città, resteranno solo belle parole; ma d’altronde, come diceva un illustrissimo palermitano, noi siamo i Gattopardi.

  12. MX

    bravo Franz… visto che la tua disamina stranamente non ha avuto lo stesso effetto in migliaia di città europee, bisogna alludere che la causa di questa situazione è da addebitare ai “gattopardi”. Pertanto, volendo essere “costruttivi” seguendo le indicazioni da te evidenziate, bisogna immediatamente chiudere tutti i centri commerciali della città, no della provincia ma che dico di tutta la regione (se no i palermitani se ne vanno con i pullman a Catania …), diamo un’iniezione di professionalità ai commercianti e abbiamo risolto i nostri problemi… ma è così semplice, infatti prima dell’avvento dei fantomatici centri commerciali e con meno auto in circolazione, le vendite andavano a gonfie vele, l’economia locale era al pari di grandi capitali europee, il lavoro, ben regolamentato era l’espressione di conquiste sociali e lavorative esemplari, insomma un vero paradiso del commercio ed un effetto altamente positivo sulla collettività…..
    La sveglia oltre che ai politici locali dovrebbe suonare molto prima proprio a quelli che li scelgono.
    Un caro saluto e non te la prendere Franz nulla di personale ma è l’approccio ai problemi che è sbagliato.
    Massimo

  13. franz

    Caro Massimo nelle città europee di cui parli di gattopardi non ce ne sono, tanto che sono riuscite a sopravvivere e convivere ambedue le realtà commerciali, proprio perchè è la mentalità innovativa della gente che ha permesso ciò. Anche dal punto di vista architettonico la nostra città si è fermata ai primi del 1900, quando il liberty era espressione di una città europea e mondiale; oggi i tecnici burocrati, dopo il nero periodo del sacco di Palermo, non hanno permesso alle generazioni moderne di architetti e ingegneri di dare un volto tale, a questa città, da lasciare un segno ai posteri di questi anni. Tutto questo per dire che nulla si muove fino a quando il potere viaggia sempre sulle stesse persone e sulle stesse logiche di interessi privati. Sinceramente vorrei capire quale invece sarebbe la soluzione da te auspicata.

  14. MX

    Sulla base di ciò che enunci, non ci sono soluzioni… Sul resto mi pare di avere espresso chiaramente il mio pensiero in generale (se avessi la soluzione a tutti i problemi…) e sul mio fermo convincimento che chi governa non è un’espressione astratta. Il gattopardismo a cui molti scrittori hanno fatto riferimento nella storia è stata e deve essere considerata una denuncia non una mera constatazione della realtà perché in tal caso determina qualunque assenza di responsabilità e partecipazione da parte di ciascuno di noi.
    I fatti si contraddicono con le lotte, la partecipazione, il tentativo di cambiare, se si vuol cambiare. Diversamente si resta nel limbo e lì ti do ragione, dove a molti piace sostare…
    Un caro saluto
    Massimo

  15. franz

    Ognuno lotta per ciò in cui crede, trattandosi di problemi legati ad attività economiche (purtroppo legate ad un territorio che caratterizza la storia della nostra città) i commercianti per primi avrebbero dovuto muoversi per evitare di arrivare alla situazione attuale, piuttosto che andare contro quelle scelte ipotizzate (che oggi sono risultate vincenti in quelle poche isole pedonali della città) facendo tornare indietro sulle decisioni tutte le amministrazioni che si sono susseguite. Si potrebbe dire quindi che “chi è causa del suo male pianga se stesso” ma il male causato è ben più grande perchè coinvolge una intera città, da quì come facevo cenno sopra, “fino a che gli amministratori tuteleranno l’interesse dei pochi a discapito di un intera città” non solo nulla si muoverà, ma si avrà una regressione che creerà danni ben più gravi.

  16. Orazio

    Condivido in buona parte le considerazioni esposte dalla redazione, che forse eccede in ottimismo quando sostiene che i palermitani preferirebbero sicuramente poter passeggiare per le vie del nostro centro storico per fare shopping, piuttosto che rinchiudersi in capannoni di periferia.
    Credo infatti che i centri commerciali siano frutto dell’omologazione dei gusti e delle menti e che generino altra omologazione e quindi che la “gente” (che cerca omologazione, ed una sicurezza che puzza di narcotizzante) preferisca stare li dentro acquistando la stessa maglietta seriale o lo stesso paio di scarpe fotocopia per poi salire sulla propria auto (essenziale per andare in quelle lande fuori città), fare il furbo per saltare la fila e tornare a rinchiudersi tra le sue 4 mura.
    Ricordo le aggressioni verbali che ho subito qui sul sito quando esprimevo forti dubbi sulla bontà (dal punto di vista economico, edilizio, sociale e culturale) dell’allora nascente Forum per la città di Palermo ed il suo hinterland: molti hanno qui spacciato quel “non luogo” per centro di aggregazione, luogo di cultura e, addirittura, hanno sostenuto di preferirlo ad un parco in quanto scevro da zecche. Questi sono i palermitani, sauri che con il modello americano nulla hanno a che vedere.
    Credo quindi che la redazione parli a nome proprio, ed anche mio, ma non a nome dei palermitani, veri e propri amanti di quei “non luoghi” (definizione non mia, ma di Mark Augé, antropologo).
    Comunque sia, le tendenze si creano, i commercianti palermitani hanno contribuito a crearle in negativo, hanno munto la mucca, non hanno pagato le tasse generando ricchezze illecite e si sono opposti all’innovazione. E passano decenni, se va bene, per invertire queste tendenze, considerato anche che chi faceva commercio oggi ha i figli ed i nipoti ricchi di rendita, per cui poco propensi al lavoro.
    Sic transit gloria Panormi…

  17. il processo di espansione dei centri commerciali non si può arrestare, ed è in ogni parte d’Europa. Per capire quanto i palermitani abbiano voglia di centro storico, basta vedere l’invasione domenicale dell’isola pedonale di via ruggero settimo. Il forum palermo ha portato con sé modifiche importanti alla viabilità di un quartiere dimenticato da Dio, e che presto sarà servito pure da tram e passante ferroviario…oltre che da uno svincolo autostradale, se la provvidenza ci metterà la mano. Discorso diverso per gli altri centri commerciali invece, che non solo non apportano alcun beneficio alla cittadinanza, ma sottraggono territorio in nome del cemento, senza neanche garantire un’offerta commerciale diversificata. I distinguo vanno fatti.

  18. Orazio

    Si infatti il Forum è il migliore in assoluto. Per il resto beato sia l’ottimismo.

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