Traffico veicolare urbano: un fallimento di mercato

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Scrivo questo articolo dopo aver studiato il pensiero di alcuni egregi economisti internazionali che hanno analizzato i risvolti del traffico urbano veicolare in termini economici e soprattutto microeconomici.

Quasi tutti siamo rimasti bloccati almeno una volta nella nostra vita in un ingorgo stradale in una grande città: in molti casi si tratta addirittura di un’esperienza quotidiana (come a Palermo).

La congestione del traffico stradale crea problemi anche molto seri e in alcuni casi può portare addirittura ad un arresto completo della vita economica. Il problema diventa quindi ormai sempre più pressante.

Consideriamo per esempio la città di Londra. In questa città fino agli anni 2000 il traffico era talmente congestionato che nel suo centro storico entravano in media 250.000 automobili al giorno e la velocità media si era ridotta a 15 chilometri all’ora – ovvero la velocità di una carrozza a cavallo un secolo fa! A New York negli stessi anni la velocità media dovuta al traffico era addirittura scesa a 11 chilometri all’ora!

Fondamentalmente le congestioni del traffico sono correlate all’uso di un bene: le strade urbane. Il problema del traffico urbano può essere considerato un fallimento di mercato sotto diversi punti di vista.

Anzitutto il traffico è un problema di esternalità negative, cioè di effetti negativi: quando decidiamo di portare la nostra macchina su una strada urbana basiamo la nostra decisione esclusivamente sui nostri costi e benefici; in realtà, quando ci immettiamo nel traffico aumentiamo il traffico stesso, incrementando anche il ritardo e la frustrazione altrui, i costi in benzina, fino al rischio di incidenti con altre vetture.

Come potrete capire, maggiore sarà il traffico, maggiore sarà l’incidenza di questi fattori sui costi che non solo noi singoli, ma tutta la collettività deve sostenere (l’elenco dei fattori è solamente esemplificativo perché i fattori in realtà sono molti di più).

Questi costi sono anche stati quantificati, con un risultato assolutamente sbalorditivo: è stato calcolato che in una città come londra, il solo fatto di immettere una sola auto nel traffico cittadino costa in media 200 euro l’ora! Considerato che Londra è circa 10 volte più popolosa di palermo per esempio, un palermitano medio dovrebbe sborsare in media 20 euro l’ora per sostenere tutti i costi propri e tutto il danno arrecato a ciascuno terzo per il solo fatto di stare un’ora nel traffico cittadino.

Quale palermitano vorrebbe prendere l’auto se dovesse pagare 20 euro per un’ora di traffico? Io credo nessuno. Eppure ciò avviene, e la risposta va cercata e trovata nel fatto che consideriamo esclusivamente i nostri costi personali e benefici personali quando utilizziamo l’auto. Inoltre, essendo le strade urbane un bene pubblico per molti aspetti, il loro consumo aumenta fino a danneggiare tutti: tutti possono accedervi, e nessuno può pretendere niente per il loro utilizzo.

Esiste un altro problema altrettanto grave: il danno politico subito da qualsiasi eletto che proponesse di tassare l’uso di un bene tradizionalmente gratuito con una tariffa sufficientemente elevata da risultare efficiente – si intende cioè una tariffa elevata al punto da fare riflettere realmente molte persone sulla convenienza di entrare nel centro storico ad esempio con l’auto. Tale politica diffonderebbe il malcontento tra l’elettorato e solleverebbe come detto diversi problemi di equità: la tariffa infatti dovrebbe essere sufficientemente elevata da dissuadere almeno alcuni dal prendere l’auto per raggiungere il centro e questa decisione personale dipenderebbe fondamentalmente dal reddito delle persone, sicché i più ricchi potranno circolare in auto, i più poveri no.

Ken Livingstone, ex sindaco di Londra, nel 2003 decise di rischiare: la sua amministrazione istituì un pedaggio giornaliero di quasi 8 euro per ogni automobile che si trovasse all’interno del confine di 20 chilometri quadrati del centro della city a prescindere dallo scopo dell’ingresso. Il pedaggio doveva essere pagato in anticipo, costringendo cosi le persone a pianificare i propri spostamenti con ampio anticipo e aumentando cosi l’efficienza nell’utilizzo del nostro tempo (una trovata assolutamente sensazionale questa). I trasgressori sarebbero quindi stati costretti a pagare una multa di circa 120 euro, con la certezza di essere colti sul fatto a fronte dell’installazione di 900 telecamere nel perimetro del centro ( senza scandalo di nessuno per fantomatiche violazioni della privacy). Livingstone affrontò anche il problema dell’equità, utilizzando interamente le entrate comunali per potenziare i trasporti pubblici all’interno del perimetro.

RISULTATO: nel primo giorno in cui il pedaggio entrò in vigore il traffico diminuì di circa il 30% e nell’area incriminata entrarono circa 70.000 vetture in meno rispetto a un giorno normale! La velocità del traffico raddoppiò giungendo a 32 chilometri orari aumentando cosi il volume e la velocità degli affari conclusi.

Il successo è stato cosi enorme e palese che la città di Londra sta valutando l’opportunità di estendere il provvedimento anche oltre il centro storico e, a distanza di soli 9 anni, pagare il pedaggio è diventato cosi naturale che ormai non è più neanche argomento di discussione trai cittadini londinesi.

A voi i commenti e le considerazioni su questo efficientissimo metodo per risolvere i problemi del traffico cittadino.

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7 Thoughts to “Traffico veicolare urbano: un fallimento di mercato”

  1. Arayashiki

    Si certo…qui richierebbe il linciaggio chiunque proponesse una cosa simile. Non siamo a Londra è palese..
    Io sarei assolutamente d’accordo se non ci fosse il piccolo problema della qualità del trasporto pubblico di Palermo. Anche in questo Palermo non è Londra.

  2. huge

    Il successo è stato cosi enorme e palese che la città di Londra sta valutando l’opportunità di estendere il provvedimento anche oltre il centro storico

    ???????????????

    La Congestion Charge Zone (CCZ) è stata ridotta a inizio 2011, togliendo tutta la zona ovest, che dal limite est di Hyde Park (Park Lane) arrivava fino a Notting Hill a nord, Kensigton a sud.

    Gli studi sono discordanti sull’effettiva efficacia del provvedimento dal punto di vista dell’inquinamento, soprattutto quando gli studi, considerano Londra nel suo complesso, includendo lgli effetti della CCZ sui borough esterni.

  3. Metropolitano

    Infatti a Palermo è alto il numero degli incidenti rispetto alle altre città: auto ammaccate, vetri rotti, pezzi di fanalini a terra, etc…
    Mi chiedo piuttosto dove vanno tutte queste automobili in un periodo in cui il prezzo della benzina è alle stelle. Sono quasi tutte a metano ? Se così fosse, allora dovremmo avere più distributori di metano in giro (per ora sono solo 3 in provincia). Non vedo l’ora che arrivino i nuovi mezzi pubblici con le nuove infrastrutture in corso di realizzazione.

  4. miguel orlando

    huge, è una reazione a catena. . .se togli dalla strada il 30 % delle auto, in qualche altro modo le persone dovranno pur muoversi, quindi avremo il 30 % in più di utilizzo degli autobus. con una ZTL meno macchine ci sono, più velocemente vanno gli autobus. è un circolo virtuoso che in qualche modo va innescato. . .

  5. Otto Mohr

    Tutto quel che è proposto dall’articolo è regolamentato da un documento che si chiama PUT e che attualmente è in fase di elaborazione della giunta comunale per potere essere portato entro fine anno al consiglio comunale dove dovrà essere discusso ed eventualmente approvato. In quel documento vengono esposte le linee guida sulla delimitazione delle ZTL, cosi come sui veicoli che possono o meno accedere al loro interno ed ancora sui costi dei pedaggi giornalieri e/o annuali.
    Detto questo, personalmente sarei per la costituzione, in un primo momento, di una ZTL coincidente con il centro storico, adeguatamente vigilata da telecamere. Per entrare al suo interno si potrebbero concedere degli abbonamenti annuali di 200-300€ per le auto e moto immatricolate a partire da una certa data (con sconti per i lavoratori e gratuiti per i residenti), mentre per tutti gli altri (SUV compresi) un pedaggio di 5-6 € giornalieri. Insomma, una cosa simile all’ecopass che c’è a Milano.

  6. franz

    Stiamo parlando naturalmente di una città che ha una metropolitana che da sola soddisferebbe lo spostamento dell’intera cittadinanza; dove i taxi oltre a funzionare hanno tariffe regolamentate e un sistema di pagamento che neanche le banche se lo sognano; mezzi pubblici efficienti etc etc. A questo punto sarebbe da stupidi utilizzare il proprio mezzo, motivo per cui paghi se hai la necessità di farlo. Ometterei il confronto con Palermo (tanto tutti lo conosciamo) per dire che prima di istituire qualunque tipo di restrizione, bisogna rendere il trasporto pubblico così efficiente da non permettere a nessuno di contestarle. Ah dimenticavo, Londra ha una polizia efficiente (ancora oggi fa andare in giro gli agenti senza armi)e le leggi rigorose vengono fatte rispettare da tutti indistintamente.

  7. thesearcher

    A Palermo potrebbe essere realizzato un piano per la riduzione del traffico e una migliore mobilità incrementando i mezzi e le corse di tutti i mezzi pubblici, il bilgietto unico, creando serie e nuove infrastrutture per le piste ciclabili, l’intermodalità tra i mezzi, far rispettare i divieti di sosta, le zone pedonali e alzare le multe. Insomma, cose normali…
    Comunque, da un pò di tempo a questa parte l’uso privato di mezzi di trasporto quali l’auto, è oramai al tramonto. Non è più concepibile l’uso di un’auto da parte di ogni singolo individuo per i propri scopi personali e molto spesso egoistici.
    Il futuro del trasporto auspica un sistema integrato e automatizzato di mezzi di trasporto che coadiuva libertà personale di spostamento con la socializzazione del costo del sistema stesso. Diciamo una cosa come Masdar City in UAE:
    http://www.youtube.com/watch?v=42GLexIPjrs

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