I Rotary donano dissuasori per le pedonalizzazioni in centro storico

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Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa da parte del Comune di Palermo, circa l’istituzione di nuove aree pedonali grazie alla collaborazione del Rotary Club:

(immagine puramente indicativa)

Le pedonalizzazioni nel Centro Storico di Palermo avranno un’accelerazione grazie all’iniziativa del Rotary Club Palermo che ha manifestato l’intenzione di introdurre nei suoi programmi il finanziamento per la fornitura di dissuasori utili alla chiusura al traffico veicolare di particolari ambiti del centro storico.

La donazione si inquadra nell’ambito degli interventi che la Rotary Foundation sostiene per iniziative di rilevante valore sociale.

Il Rotary ha indicato nell’architetto Fausto Provenzano il suo referente tecnico. L’Assessorato al Centro Storico ha promosso la formazione di un gruppo per la progettazione esecutiva di tutti gli spazi da pedonalizzare, comprendendo nell’approfondimento la verifica delle numerose e interessanti proposte che da mesi arrivano dai cittadini.

Il gruppo sarà coordinato dall’architetto Fausto Provenzano per conto del Rotary e dalla professoressa Rosanna Pirajno per conto di Salvare Palermo, l’associazione che fin dall’inizio ha sostenuto l’iniziativa e ha promosso la raccolta di donazioni per l’acquisto dei dissuasori.
Parteciperanno al gruppo di progettazione tecnici esterni scelti per sorteggio tra gli esperti che hanno offerto la collaborazione a titolo gratuito e tecnici interni al Comune. L’intera operazione è affidata al caposettore Citta Storica arch. Nicola Di Bartolomeo.

Grazie all’ingente contributo tecnico e al supporto finanziario sarà possibile offrire alla città molti spazi pedonali per la feste di Natale.

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13 Thoughts to “I Rotary donano dissuasori per le pedonalizzazioni in centro storico”

  1. Prometeus

    “Grazie all’ingente contributo tecnico e al supporto finanziario sarà possibile offrire alla città molti spazi pedonali per la feste di Natale”.

    COME?? SOLO PER NATALE??

    non sarenno utilizzati per pedonalizzare definitivamente le aree designate?

  2. Una raccomandazione ai tecnici! Valutate bene la qualità dei progetti sulle aree di intervento!
    Se necessario ristudiare la mappatura delle pedonalizzazioni e fate si che si concentri sulle aree di interesse culturale e non sui pub.
    Bisogna far rivivere scuole, musei, biblioteche, spazi verdi e non via Chiavettieri.
    Senza togliere nulla alla via ma non mi sembra una priorità.
    Per quanto riguarda Piazza Marina mi sembra ovvio che il punto focale è villa Garibaldi chiusa da mesi e non Franco U’ Vastiddaru.
    Un’ultima osservazione: non ci sono solo i dissuasori, a volte si può prevedere strumenti di incentivazione all’uso di aree già pronte come ad esempio la segnaletica. NON DESTINATE TUTTI I FONDI CHE AVETE IN BLOCCHI DI CEMENTO!
    Grazie per l’impegno.

  3. lorenzo80

    Ma saranno sufficienti questi dissuasori a dissuadere il panormosauro? In alcune zone della città li hanno già spostati, d’altronde non ci vuole niente a spostarli… Perché invece non usare i bollard come fatto alla cala? Quelli non li smuovi nemmeno con un camion lanciato a 100 all’ora!

  4. huge

    Intanto a seguito delle proteste dei residenti l’assessore Bazzi ha deciso di ridurre l’estensione delle aree pedonali in piazza Marina.

  5. Ormai ogni qual volta si pedonalizza un certo perimetro, arriva un retrofront o il giorno stesso o l’indomani.

    Magari hanno pure ragione i residenti in questo caso. Il punto e’ che non esistono mai piani completi, ma soluzioni temporanee sempre sperimentali e poco condivise, poso pensate e sempre ribadisco temporanee/sperimentali.

    Ci vogliamo sedere a tavolino e pensare a una citta’ senza auto nel centro storico, senza complicare la vita ai residenti? Pensando nel lungo termine, un progetto condiviso, fattibile, sostenibile, che cambi il volto della citta’. Pedonalizzare non significa comprare quattro blocchi di cemento porca miseria!

  6. @Luca S.
    Più che “piani completi” direi che non esistono amministrazioni che vanno avanti in quello che hanno progettato, nonostante le prime difficoltà.

    Non ricordo a memoria un provvedimento che non abbia generato una protesta. E’ quasi diventata una cosa fisiologica, quindi il Comune dovrebbe capire quando andare avanti e quando fermarsi ad ascoltare.

    PFP- viale delle Alpi :protesta sfociata in VARIANTE DI PROGETTO
    PFP- piazza Indipendenza: protesta commercianti
    PFP- Malaspina: protesta Ganci e co.
    PFP CArdillo: protesta del comitato
    Pedonalizzazione Mondello: protesta
    Pedonalizzazione Acquasanta: protesta + revoca
    Pedonalizzazione Piazza Marina: protesta e ridimensionamento.

    E si può continuare all’infinito!
    Queste amministrazioni sono troppo “schiave” dell’apparir belle agli occhi degli elettori in certi casi.

  7. punteruolorosso

    potranno apparire belle a quei quattro gatti davanti a cui si calano le mutande, ma è la città intera che osserva il deretano, e prova schifo. serve più coraggio. li potrebbero fare più solidi, o usare i bollard. a palermo c’è un sacco di gente che considera il posteggio come cosa sacrosanta e gratis, l’inquinamento come fonte di guadagno, e l’invasione degli spazi come cosa dovuta. vanno ridotti di numero, finché non saranno una minoranza e non conteranno nulla. davvero, non possiamo soccombere.

  8. Metropolitano

    Una goccia nell’oceano.

  9. xemet

    @Portacarbone

    E infatti a ben guardare la citta’ e’ indietro almeno di 100 anni rispetto allo standard europeo…Se fosse per questi cittadini la citta’ dovrebbe rimanere per sempre uguale a se stessa…

  10. @portacarbone
    E devo dire che anche tunhai ragione…
    Tanti i progetti mai portati a termine come previsto, con varianti spesso inutili, costose e talvolta che ne limitano la vera funzionalita’.
    Credo che alle amministrazioni interessi piu’ il consenso che il bene comune, che e’ il vero punto chiave.
    Le proteste di cui parliamo relegano Palermo in uno status di totale arretratezza. Spessissimo nascono da intolleranze di minoranze cittadine che mal si adattano a sopportare un disagio temporaneo possibilmente dovuto ad un’opera di chiara utilita’ collettiva.

    Sono disgustato. Ormai a Palermo essere Nimby e’ uno sport praticatissimo…

  11. MX

    Ricordo una ventina di anni fa quando a Milano cominciarono a chiudere tutta la zona intorno al duomo. Il primo tratto di corso V.Emanuele poi prolungato sino a Babila. I Tassisti, quello che dicevano sui sindaci di allora (c’era il cognato di Craxi..) non ve lo riferisco ma immaginate.. Oggi sarebbe impensabile immaginare quel tratto aperto al traffico delle auto che sfioravano il duomo e la zona della galleria. Continuo a combattere i pregiudizi sulla gente e la “patologia” che si crea esaltandone indirettamente i difetti e determinandone l’incurabilità da malato terminale. Ci vuole coraggio e qui mi pare sia stato sottolineato e realizzare con determinazione quella che è la volontà collettiva di rendere vivibile questa città al passo con i tempi e creando i presupposti per attività lavorative sia private che pubbliche. Il comune non deve spendere tanto ma valorizzare la propria ricchezza e creare le condizioni affinché il privato investa. Ma per investire, il privato, ha bisogno di certezze e certezza significa continuità con i progetti e loro completa realizzazione. Esempio se una strada (vedi via Maqueda) diverrà il vero salotto pedonale della città, allora le grandi firme o altri potranno investire aprendo le loro attività e rivalutando ulteriormente la zona. E’ avvenuto ovunque ma garantendo decisioni permanenti ed interventi sempre continui per migliorarne l’efficienza.
    Una garanzia che significa dal punto di vista pubblico, creare lavoro vero per salvaguardare qualcosa che man mano diventa sempre più un investimento redditizio del comune. E’ come le zone balneari dei piccoli comuni che tentano di valorizzare il loro bene primario (in quel caso la spiaggia) che crea redditività e quindi realizzare una serie di servizi che determinino investimenti e quindi lavoro. Se il comune crea i presupposti per gli investimenti dei privati, ha un ritorno economico per cui anche i servizi che organizzerà (creando posti di lavoro seri) verranno ripagati dalle maggiori entrate nelle casse comunali. Oggi questo concetto comincia ad essere percepito ed i comuni nei limiti progettuali si illudono di recuperare soldi dalle multe o dai parcheggi ma non si rendono conto quali potenzialità potrebbero essere “sfruttate” per il bene della collettività.
    Un caro saluto
    Massimo

  12. @MX
    Grande, e’ proprio quello che cerco di esprimere sempre in relazione a certe tematiche.
    La politica non deve creare lavoro, deve creare le condizioni affinche’ siano creati posti di lavoro, ossia che il privato investa.
    Da noi esiste un muro culturale assurdo a riguardo. La politica qui e’ intesa come datore di lavoro, e lo senti anche nelle parole della gente disperata che oramai manifesta un giorno si e uno no in citta’. Ci devono garantire dicono, ci devono dare un lavoro…

    Il punto e’ che un provvedimento a meta’ non incitera’ mai nessuno ad investire. Nessuno. Io non apro un certo tipo di attivita’ se poi dopo tre mesi mi riaprono la strada alle auto.
    Ci vogliamo rendere conto che queste pedonalizzazioni sono una farsa????
    Massimo fa l’esempio di Milano. Potrei farne tanti altri visto che vivo in una citta’ dove si fa a gara per pedonalizzare. La citta’ con provvedimenti seri e permanenti cambia volto. Si trasforma, si evolve, si adatta. Ma queste cavolate sperimentali, questi 3 mesi si 9 no eccetera portano solo confusione e disincentivano ogni possibile investitore.

    Non va non va non va.

  13. paper8

    Ragazzi/e concordo con Michelangelo Pavia..le pedonalizzazioni cosi percome sono state pensate sono un aborot..non condivise dagli abitanti, senza un pò di arredo urbano e senza attività di richiamo. Preferirei vedere 2/3 piazze simbolo es: Bologni-Verdi-Rivoluzione pedonalizzate a dovere senza palle di cemento o fiorire blocca motori, ma con dissuasori mobili, panchine, pavimentazione, piuttosto che vedere le aree pedonali polverizzate e ad uso PUB. Infine se la macchine le togli da un posto senza una politica di mobilità dietrole ritrovi nelle strade laterali che si riducono ad un macello, pentola d’oro x parcheggiatori abusivi.. 🙁

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