Copiamo spudoratamente Parigi, almeno in questo!

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Visto che non possiamo competere con l’organizzazione, la bellezza e la completezza della capitale francese, l’intelligenza comune vorrebbe che il più scarso copia il più bravo, come a scuola.

Ecco cosa ha inventato un architetto e designer, tale Mathieu Lehanneur. 

Un semplice PUNTO WIFI GREEN: È costituita da sedute girevoli ed ergonomiche in cemento, dotate di tavolino, e da una piattaforma montata su sette stretti piloni in legno che, come tronchi d’albero, sostengono il giardino pensile posto in cima, e proteggono gli avventori dagli agenti atmosferici. Il grande touch screen, montato sui pilastri, completa il progetto fornendo notizie di pubblica utilità a cittadini e turisti (tratto da tuttogreen.it)

La struttura è sorretta da piloni che comunemente vediamo nelle giostre per bambini. Le sedute sono in cemento, materiale poverissimo. Una pensilina e un touch screen che faccia da Hotspot. STOP.

Potrebbero servire pochissimi step:

  • indire una velocissima gara tra aziende che si occupano di tecnologia per le comunicazioni, garantendo loro la sponsorizzazione in loco in cambio del servizio tecnologico.
  • affidare la cura del giardino ad associazioni di categoria che si occupano del verde (Guerrilla Gardening per esempio). Non ci fidiamo dei servizi comunali.
  • ricercare pochissime finanze per la costruzione della struttura, che potrebbe essere replicata facilmente in altre aree.
  • un pannello solare garantirebbe l’autonomia energetica, ma non facciamo voli pindarici
  • un assessore che si faccia carico di iniziative del genere

Inutile parlare di location, ce ne sarebbero svariate, da Piazza Castelnuovo sino ai parchi.

Nelle nostre amministrazioni saranno almeno bravi a “copiare”?

 

 

 

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3 Thoughts to “Copiamo spudoratamente Parigi, almeno in questo!”

  1. nappoclaudio

    Si copiamo, per poi avere dopo 2 gg già i soliti vandali a distruggere il touch e a scrivere su ogni parte della pensilina…..
    Troppa maleducazione civile in giro per le strade della nostra magnifica quanto disgraziata città!

  2. xemet

    In una citta’ dove all’ingresso di via Magliocco, zona turistica pedonale del centro, mica allo Zen, giace da tempo un gazebo di metallo mezzo disintegrato, avvolto con nastro in plastica rosso e bianco, anch’esso ormai deteriorato, non vedo come una struttura del genere possa mai durare per piu’ di una settimana.

    Io ero molto propositivo qualche tempo fa, nel pieno spirito di questo sito. Ma purtroppo, guardandomi attorno, mi sono dovuto rassegnare, Palermo non e’ ancora pronta per la basilare civilta’. Strutture come questa presuppongono PRIMA la presenza della basilare civilta’, dunque semplicemente ce le dobbiamo dimenticare. Inoltre visto che l’unico problema cui l’amministrazione sembra occuparsi in modo attivo e costante (basta guardare i comunicati stampa che ricevo dalla mailing list del comune da settimane, tutti monotematici) e’ quello del salvataggio della Gesip capite bene quanta acqua dovra’ passare sotto i ponti prima che si arrivi a discutere di roba del genere, se poi la portata dell’acqua e’ quella dell’Oreto allora puo’ essere anche che passino i secoli…e passeranno…

  3. Fulippo1

    Con tutta la buona volonta’ che si possa avere in fatto di innovazione culturale, questo per Palermo è davvero ancora troppo ma troppo lontano..

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