Anche in Italia le bici-strade: il progetto VenTo

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Dopo le autostrade per biciclette in Germania, anche l’Italia si fa promotrice di un progetto interessante e sostenibile.

Si tratta di 679km di bici-strada che collega VENezia e TOrino. Il progetto è del Politecnico di Milano. Sarebbe la più lunga pista ciclabile italiana.

Mancano i fondi e la convergenza tra le 4 regioni interessate dal tracciato. Chissà se l’Italia aprirà la mente e si lancerà verso questi nuovi orizzonti. Quello che va rimarcato è un dato incastonato all’interno della dichiarazione di Pileri, responsabile scientifico del progetto, ad ADNKRONOS:

[…]Mentre i 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno, stabilmente.

Un’opera del genere, così come tante altre se ne potrebbero realizzare, non solo contribuisce a dotare il territorio di nuove infrastrutture più ecologiche, ma stimola il turismo e l’economia dei territori:

L’intero tracciato è visibile su www.progetto.vento.polimi.it, attraversa città di rara bellezza persino per un paese carico di glorie architettoniche e urbanistiche come l’Italia e, secondo il gruppo di lavoro del Politecnico, attirerebbe “tutto il turismo dei paesi europei che è già abituato a passare le vacanze in bicicletta: centinaia di migliaia di persone, noi come stima prudenziale diciamo 155.000 ma sarebbero quasi certamente il doppio.

Dunque si aprirebbero nuovi mercati, nuovi indotti, nuovi servizi.

Vogliamo immaginare che solamente a Palermo, con 10 km di pista ciclabile lungo la costa sud, si potrebbe dar via ad una litoranea tirrenica con medesimi obiettivi. Unire tanti comuni, grandi e piccoli, stimolare le imprese e sollevare il trasporto pubblico su gomma. La solita fantascienza.

 

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6 Thoughts to “Anche in Italia le bici-strade: il progetto VenTo”

  1. cirasadesigner

    Credo che l’idea sia davvero interessante,e devo dire che anche le foto rendono molto bene, immaginava davanti la spiaggia di Mondello come potrebbe apparire questo progetto… Una pista ciclabile che attraversi tutta la dorsale tirrenica, sfruttando in parte i tracciati della SS113 e in parte la vecchia e in futuro dismessa linea ferroviaria Palermo Messina, una volta attivata la nuova, potrebbe essere davvero una bellissima idea che si potrebbe estendere a tutto il perimetro dell’isola.
    Io non credo sia fantascienza, anche qui è solo una questione di volontà. Se ci arrendiamo prima di ogni partenza, non arriveremo mai alla fine della gara e come se un centometrista davanti a Bolt rinunciasse a correre. Arriverà un giorno che anche lui verra superato.
    Metafora a parte, credo davvero che si possa pensare ad un progetto del genere, e se le cifre mosse dal turismo ciclabile sono quelle, in Germania, figuratevi cosa potrebbe succedere in Italia. L’Italia negli anni 70 era al primo posto al mondo per turismo, staccava la Francia a gli Stati Uniti, oggi, siamo forse al 7 o 8 posto… Tutto perché non si è più investito bene in questo settore, non si è puntato alla diversificazione dell’offerta, non si è creduto alla fine alle potenzialità della nostra terra. Viaggiando spesso in auto ad esempio, noto come in Italia non sia presente una rete capillare di Motel, si il classico motel all’americana che incede è presente ovunque in Francia, Germania, Austria Spagna Belgio Olanda… Leggevo ieri che Ikea, si sta lanciando in un progetto che prevede la realizzazione di 100 alberghi in tutta Europa, bene, anche qui al momento l’Italia non è presente… Per le caratteristiche morfologiche dell’Italia, una rete di motel sarebbe davvero una cosa necessaria, la nostra nazione è stretta è lunga e quindi chi la vuole attraversare da nord a sud, deve necessariamente fare una tappa di sosta. bene, tranne se non vuoi andare nei soliti alberghi, non hai una offerta tipo motel che ti consentirebbe di offrire un posto letto lungo le dorsali di traffico.
    In rancia la catena Accor, con Formule 1 o Hotel Etape, copre in maniera capillare questa settore, offrendo camere a meno di 50 euro che consentono di dormire fino a tre persone… E’ tanto difficile farlo qui?
    Scusate la divagazione, dimenticavo si parlasse di piste ciclabili, ma penso andrebbero a braccetto; magari saremo quelli che inventeremo il Bikemotel…

  2. punteruolorosso

    ottima infrastruttura, chiediamo al sindaco. costerebbe anche poco.
    ieri da palermo centro a sferracavallo passando per viale strasburgo ho respirato di tutto. urge liberare chi non inquina dal rischio di ammalarsi per colpa di chi inquina.

  3. simors

    Forse non è soltanto fantascienza e anche da noi qualcosa incomincia muoversi:
    http://greenwaysciacca.blogspot.it/2012/05/3-milioni-di-euro-per-la-pista.html

  4. klone123

    Premessa: non conosco il progetto. Ho però un enorme dubbio. La bicicletta è un mezzo di trasporto principalmente urbano. Sono in pochi che hanno la resistenza e l’allenamento per fare decine di chilometri al giorno, spostandosi da un paese a un altro o da una città all’altra. Vorrei capire l’utilità di collegare più centri per più di 600 km seguendo un’ipotetica unica linea (continuo a dire che non conosco il progetto). Sarebbe sicuramente più utile sviluppare una vera e propria rete di 600 km fra città e paesi di una provincia o di una regione. Mi spiego meglio: è come se collegassi con un’unica bici-strada Tunisi con Tripoli…

  5. @Klone123:
    secondo me non va vista sotto questo punto di vista. Questa pista diventerebbe intanto un’attrazione se custodita e gestita bene.

    Collegherebbe diversi comuni e diventerebbe oggetto di diverse iniziative, sia a livello sportivo, culturale e turistico.

    Nessuno sarebbe costretto a percorrerla tutta, immagino decine e decine di varchi che colleghino la pista ai vari punti di interesse. Potrebbero nascere bar, locali, posteggi per bici, meccanici e tanto altro lungo il percorso.

  6. klone123

    Sulla potenzialità di attrazione siamo d’accordo. Ma ritengo opportuno in primis potenziare la rete urbana ciclabile, più che quella extraurbana.
    Se nell’Italia settentrionale si sono estese le piste ciclabili e la cultura ciclistica è sempre più in auge, ancora non si è ai livelli dell’Europa centro-settentrionale (e mi riferisco all’Olanda e alla Germania), anche solo a livello culturale. Mi spiego meglio facendo un esempio.

    E’ come se nella Sicilia di inizio ‘900 si fossero costruite autostrade quando le automobili erano in minoranza rispetto alle carrozze e quando, soprattutto, neanche c’erano strade asfalte in mezzo alle città.

    Il “problema” è che bisogna seguire dei passi imprescindibili. E’ lo stesso discorso del Ponte sullo Stretto di Messina: è un’opera valida dal punto di vista “turistico e di “immagine”, ma totalmente inutile dal punto di vista funzionale se non ci sono strade e linee ferrate adeguate intorno ad esso (anche solo per raggiungerlo).

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