Piazza Sacro Cuore, un tempo nobile, soffoca nella fatiscenza

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In un tempo non troppo lontano da una piazza si affacciavano Il Duca di Terranova, la Principessa di Butera e i Florio.

Tanto bella ed immersa nei giardini Olivuzzei da essere scelta come residenza da molti nobili e qualche imperatore.
Quella altro non era che Piazza Sacro Cuore, proprio così.

Posta tra Piazza Principe di Camporeale, Via dei Normanni, Via Guglielmo il Buono e Corso C. Finocchiaro Aprile, è chiamata così in merito all’Istituto Sacro Cuore un tempo Villa del Duca di Terranova. Subito difronte troviamo la palazzina dell’ordine degli Architetti (non tanto curata come chiunque si aspetti dato gli occupanti); a ridosso abbiamo il Palazzo dei Florio, costruito da Ernesto Basile: un vero e proprio gioiello in stile liberty, oggi in condizioni pietose e in stato di completo abbandono.

L’unica speranza è che qualcuno lo acquisti visto che è in vendita. Spostando lo sguardo adesso alla sua sinistra abbiamo il palazzo con il meraviglioso prospetto in stile veneziano che Vincenzo Florio fece costruire per rivaleggiare con la villa dei Whitaker di Via Cavour, e che un tempo era appartenuta alla Principessa Butera.

Fu anche residenza della corte di Pietroburgo dove lo zar Nicola I di Russia, nipote della Grande Caterina, e la zarina Alessandra con la figlia granduchessa Olga alloggiarono nel 1845 per beneficiare del clima Palermitano. L’unico edificio in perfetto stato, oggi appartenente alla famiglia Maniscalco-Basile che tutt’oggi vi risiede.

Infine, posto in mezzo all’inizio di Corso C. Finocchiaro Aprile e Via Guglielmo il Buono si nota bene quel che rimane di Villa Tamaio: le scuderie tenute in uno stato oltre che vergognoso, pericolante non solo a livello strutturale ma anche legale. Si, proprio così: per parecchio tempo dagli anni ottanta fino al duemila fu una sorta di rimmessaggio veicoli, abusivo “ovviamente”, e poi rifugio per senza tetto, magazzino e incontro per spacciatori e drogati ed ultimamente anche rifugio per molti abusivi.

Ormai da un paio di anni il luogo è stato transennato, chiuso, più volte visitato dalle forze dell’ordine ed infine puntellato per evitare crolli: insomma, un vero immondezzaio in un luogo un tempo tanto bello e splendente.
Oggi la piazza viene visitata dai turisti diretti alla Zisa per ammirare la facciata della Villa dei Maniscalco Basile.

Il mio pensiero: perchè non creare un piccolo museo che s’incastonerebbe tra Piazza Sacro Cuore e la Zisa dove i turisti possano entrare e fare una sosta ammirando i tanti reperti e bellezze che non trovano posto, stivati negli scantinati dei musei palermitani? Non sarebbe un buon modo per ripagare un possibile restauro e restituire a noi palermitani di un posto un tempo fascinoso e arricchire i turisti una volta di più della nostra storia così profonda e antica da riservare una sorpresa ad ogni angolo?

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9 Thoughts to “Piazza Sacro Cuore, un tempo nobile, soffoca nella fatiscenza”

  1. xemet

    Qualcuno mi trovi per favore qualcosa a Palermo che non stia soffocando nella fatiscenza…

  2. cirasadesigner

    Di questi esempi purtroppo ce ne sono a centinaia, vedi cosa succede in quella che una vota era chiamata la “Piana dei Colli”… Tutte le ville settecentesche, che farebbero invidia alle ville Palladiane, che tanta economia portano tra le provincie di Rovigo, Padova , Verona e Venezia, qui invece sono tutte concentrate in città…ma sono state distrutte o peggio, inglobate in scadentissima sub-urbainizzazione, come un cancro che va in metastasi. Questa è stata Palermo negli anni 70 e 80, un grandissimo cancro che ha rosicchiato in silenzio la città, riducendola a quello scheletro che è oggi. Adesso si dovrebbe puntare sulla riqualificazione dell’esistente, ma il problema sono da un lato i soldi e dall’altro la cultura “dell’arraffo – arraffo” che ci contraddistingue.

  3. xemet

    @cirasadesigner

    purtroppo di cancro (quasi sempre) si muore.

  4. @cirasadesigner
    Il totale fallimento di Palermo come citta’ un tempo meravigliosa e oggi obrobriosa deriva come dici tu da quel famoso sacco che l’ha ridotta in quello scheletro senza anima che e’ oggi.
    Nota un tempo come citta’ dei giardini, o corona di fiori (ci sono studi sull’etimologia di panormos che riconducono a questo significato) o per il suo golfo stupendo, oggi e’ una citta’ distrutta decadente priva di mare e di verde, le cui famose ville nobiliari cadono ormai a pezzi se non sono gia’ usate come discariche.
    Il centro storico, centro della movida incivile e lurida della gentaglia che popola la citta’ e’ un luogo invivibile e sudicio, rumoroso e buio.
    Tutto decade, tutto muore. E’ bastato innescare la metastasi tramite gente come Lima e Ciancimino, che possano mai avere pace all’inferno, e il volto di questa citta’ e’ cambiato in qualcosa di orrendo.
    Le poche ville che esistono e resistono sono oscurate da palazzoni ormai cadenti e grigi, le strade sono risultate incredibilmente strette pur di mettere dentro piu’ edifici possibile, e ville che il mondo ci invidierebbe sono state abbattute pure nella notte.
    Non c’e’ cura a mio modesto parere a questo tumore. Cura attuabile. Ci sarebbe eccome. Abbattere, distruggere tutti i palazzoni orrendi costruiti davanti al mare, abbattere un palazzo su 2, allargare le carreggiate, farci passare mezzi pubblici e piste ciclabili, piantare alberi. Sono dei mega progetti, che vedo anche realizzare dove vivo, all’interno della citta’. Si riutilizzano gli spazi, si abbatte cio’ che e’ brutto e fatiscente, si salvaguarda la parte storica, e si popola la citta’.
    Serve un dittatore a Palermo. Serve qualcuno con le palle, non chi si tira indietro dietro a 4 commercianti dinfronte a una micro pedonalizzazione del c***o.

  5. xemet

    @Luca

    Il fatto e’ che alla maggior parte dei palermitanazzi la citta’ piace cosi’ com’e’, anzi, se potesserlo renderla ancor piu’ un letamaio, un recinto per i porci dove rotolarsi nella munnizza, sarebbero ancora piu’ contenti e orgogliosi della loro “casa”. Questo rende qualsiasi cambiamento impossibile.
    Se a te piace tenere casa tua come una discarica nessuno ti potra’ venire a imporre l’ordine, questo succede a Palermo per una intera cittadinanza e per la loro citta’.

  6. xemet

    E non mi si parli di Amia e spazzini o altro che lavorano male o mancano. Ieri ho preso un gelato al bar Alba e la villetta era semplicemente disgustosa, non so quando sia passato l’ultimo spazzino, ma di sicuro ho visto un mucchio di palermitanazzi buttare ogni genere di porcherie in mezzo a quel che rimaneva dell’erba. Dunque deduco che a loro piace mangiare il gelato in mezzo alla munnizza, evidentemente fa parte del loro DNA. Penso che neanche se ci fosse uno spazzino affiancato ad ognuno di questi pezzi di m. si riuscirebbe a tenere pulita la citta’.

    Pero’ magari se ci fosse un poliziotto con il manganello pronto a darglielo nei denti ogni volta che gettano anche solo una briciola a terra allora forse qualcosa cambierebbe…forse…

  7. waterpl82

    Pazienza, ci vuole tanta pazienza e tanta educazione. In una città dove i servizi non funzionano e i soldi non bastano di fronte alla diffusa ineducazione al bene civico, è necessario armarsi di pazienza e perder tempo per spiegare ai propri concittadini (evitando risse e invettive verbali!) che è necessario l’aiuto di tutti per tenere pulita la propria città. ok, nella maggior parte dei casi si otterrà una risposta deludente, ma qualcuno potrebbe anche rinsavire se un concittadino fa notare gentilmente che è il caso di cambiare comportamenti scorretti

  8. Coriolano

    @Luca
    Caro Luca sono totalmente d’accordo con te; ho pensato almeno mille volte alle stesse identiche soluzioni per questa città: abbattiment e demolizioni che possano togliere via il brutto, l’orrendo di cui purtroppo siamo oggi invasi e che possano conemporaneamente allargare strade, snellire il traffico, creare grosse arterie e riqualificare intere zone prevedendo possilmente degli spazi, delle piazze verdi in prossimità degli edifici storici. Purtroppo molti edifici e palazzoni orrendi sono tutt’oggi abitati e i costi per l’acquisizione della prorpietà degli immobili da parte del Comune (coon la conseguente necessità di prevedere alloggi alternativi) che si aggiungono ai costi vivi delle demolizioni e della riqualificazione rendono questa idea oggi praticamente inattuabile se non su un orizzonte temporale almeno 20ennale e possibilmente in occasione di un grande evento (tipo Olimpiadi…quindi in uno scenarrio praticamente surreale) in grado di attrarre flussi di denaro tali da rendere fattbile un simile piano di sviluppo della città. Certo iniziarne a parlare e magari iniziare a farsi promotori di un’idea del genere con un’amministrazione, quella attuale, che sembrerebbe avere l’idea di promuovere sempre più la partecipazione dei cittadini può indubbiamente costituire un ottimo punto di partenza

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