L’ipocrisia della commemorazione

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“Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” – Bertolt Brecht

Ritengo che questa frase esprima una saggezza e una lucidità encomiabili.
Ragioniamo un po’…cos’è una commemorazione? Perché si commemora? Si commemora per rendere omaggio a degli eroi? Si commemora per non dimenticarli? Forse entrambe le cose, ma io credo che ci sia dell’altro. Guardo questa città, questa regione, questo paese e mi chiedo: è questo il modo di commemorare Falcone e Borsellino? Stiamo messi peggio degli anni ’80 e ’90; certo non ci si ammazza più per le strade e le stragi per fortuna sono al momento un ricordo -sebbene si spari ancora- ma di fatto cosa c’è sotto? La mafia è comunque potente, e non spara più come prima perché non ha bisogno di sparare. Seguendo la logica, la vittoria in questo momento è loro.

Ogni tanto si sente qualche politicante da quattro soldi che rivendica i suoi risultati di governo nella lotta alla mafia, prendendosi meriti delle forze dell’ordine che riescono a mandare avanti le operazioni nonostante il governo…ma di fatto qual è la realtà? La realtà è che la mafia non è più coppola e lupara. Uno degli ultimi latitanti arrestati stava studiando per laurearsi in giurisprudenza. La mafia è infiltrata ovunque: nella scuola, nella sanità, nell’economia, nella finanza, nelle imprese, negli appalti, dentro i comuni, le regioni e i governi. La mafia è la più grande azienda italiana. L’Italia è una Repubblica “democratica” fondata sulla mafia e la schiavitù silenziosa. E’ così che abbiamo commemorato i due giudici? Ai tg sentiamo continuamente notizie in cui l’associazione mafia e politica è diventata ormai prassi, non ci scandalizziamo neanche: l’orecchio si è abituato a sentire.

Poi arriva LA COMMEMORAZIONE: sembra quasi il titolo di un film.

Inizia la sfilata di carnevale.

Un esercito di politicanti, magari gli stessi implicati nelle trattative tra Stato e mafia, si mettono in mostra e vanno in pellegrinaggio a omaggiare due persone che non sarebbero neanche degni di nominare. Masse di gente che si mobilitano in ricordo dei due eroi scomparsi. Ma quali eroi dico io? E qui ritorno alla frase iniziale. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non erano eroi, e neanche loro avrebbero voluto essere considerati tali. Falcone e Borsellino erano due professionisti in gamba che sapevano fare il loro lavoro e che non scendevano a compromessi nel farlo, neanche di fronte alla paura di morire. Quello che dovrebbe fare ognuno insomma: far bene il proprio lavoro. Il problema è che il sistema italiano è talmente marcio e insensato, che fare il proprio lavoro correttamente è sufficiente per essere considerati eroi. Sotto il profilo professionale, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non erano eroi, facevano solo il loro mestiere e lo facevano bene. E’ l’Italia ad essere un disastro, un mondo al contrario. Non erano i due giudici ad essere fuori dal comune, è il nostro paese ad essere fuori dal comune: una realtà a sé stante dove ogni regola è capovolta e dove il sistema premia i corrotti e i disonesti e permette loro di vivere a parassitaggio della brava gente. L’eroismo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sta nell’aver fatto il loro dovere, ma nell’aver mostrato all’Italia quale sia la corretta direzione da seguire, sacrificando pure la propria vita pur di non rinunciare a un’idea. Il giorno della commemorazione non dovrebbe neanche esistere, perché la commemorazione è OGNI GIORNO della nostra vita: nel nostro agire, nel nostro pensare, nel nostro volere. In questo paese c’è gente che lotta ogni giorno per commemorarli, senza riempirsi la bocca di falsi elogi e demagogia. C’è gente che li commemora quando denuncia il pizzo, c’è gente che li commemora quando rifiuta una tangente, c’è gente che li commemora quando semplicemente si mette a servizio dei cittadini, c’è gente che li commemora quando cerca di tirare via i ragazzi dalla strada. Non saranno i signori in doppio petto che depositano corone di fiori a commemorarli di certo, non saranno quei fiumi di parole e quegli immensi commiati, o le fiction in tv e i servizi al tg, se poi uno non mette in pratica quotidianamente l’ideale che ci hanno trasmesso.

Il giorno della commemorazione è OGNI GIORNO.
Oggi è solo il giorno della lavata di coscienza.

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29 Thoughts to “L’ipocrisia della commemorazione”

  1. grillo79

    condivido…

  2. bacillino80

    Non potevi scrivere parole migliori!

  3. mariannuzza

    condivido le critiche nei confronti di coloro che commemorano indossando il vestito buono, una volta l’anno… però, al di là della commemorazione, per fortuna c’è il RICORDO, ovvero qualcosa di più semplice e vivo grazie al quale l’eroismo normale di persone come Falcone e Borsellino cerca di resistere in mezzo a tutte le difficoltà elencate

  4. Viajero Solitario

    E non poteva mancare certo anche oggi il solito bastian contrario, quello che si deve distinguere dalla massa. La commemorazione non serve tanto a chi, come me, quei giorni li ha vissuti con sgomento e ansia, quanto ai tanti giovani che nemmeno sanno chi erano le tante vittime della mafia, quei ragazzi che sono letteralmente abbandonati dai genitori non in grado di crescerli, dalla scuola non in grado di istruirli e dalle istituzioni che si rendono impenetrabili e invisibili, che non hanno una memoria storica, un percorso da seguire, dei valori in cui credere. E poco importa se vengano i cosiddetti “impomatati”, quelli faranno sempre parte di un Folklore inevitabile. La commemorazione serve per la trasmissione di un ricordo che gli altri non hanno potuto avere e che, io stesso, speravo di non dovere ricordare in futuro. Oggi non è una festa, è un grande lutto su cui fare il punto della situazione e che ci deve fare pensare per potere agire nel nostro piccolo per il domani.

  5. marcone83

    Mamma mia! allora non sono l’unico controcorrente!!! Certo che si dice “come loro non ce ne sono più”, nessuno prende questa responsabilità di farsi ammazzare per gli altri. Comunque oggi già sono saturo di tutte ste immagini dei due magistrati… ma fino a luglio ne avremo!!!!

  6. rosalia81

    Bellissime parole, condivido in pieno!

  7. Giovanni

    mah io nn la penso così perchè se da un lato a queste commemorazioni partecipano politici che nn dovrebbero nemmeno metterci la faccia, la manifestazione è a larga parte dei cittadini purtroppo noto che i commenti (alcuni tra i quali fuori luogo come quello di Marcone 83 che preferirebbe vedere le foto di riina o di angelino alfano) sono fatti da giovani che nn ahnno vissuto quegli anni… io credo che le commemorazioni servano per ricordare a tutti innanzitutto che viviamo in uno stato che dopo 20 anni dalle stragi Palermitane nn è riuscito a trovarne i colpevoli, che da rivelazioni di collaboratori di giustizia (che reputo utilissimi) sarebbero annidati nei servizisegreti, un pò come nei peggiori paesi del medioriente, e poi la mafia ormai nn è solo un fenomeno Siciliano ma ha anche interessi e scambi commerciali con il nord Italia e forse con il resto d’Europa, io stamane vado alla manifestazione e più tardi per motivi di servizio allo stadio alla partita del cuore poi ognuno la pensi come vuole ma la verità nn sta in queste poche righe, del resto anche quando è venuto il Papa c’erano politici che era meglio che stavano a casa..

  8. a scanso di equivoci preciso meglio, anche se nell’articolo è abbastanza chiaro:

    La commemorazione sia occasione per parlare di queste cose, e non un giorno nel quale spendere parole vuote e poi tutti a casa. Sia occasione per ribadire gli insegnamenti di civiltà e legalità. Sia occasione per la politica di promettere e mantenere trasparenza verso i cittadini. Sia occasione per la giustizia italiana di trovare un punto di partenza verso una migliore efficienza. Sia occasione per i cittadini per cominciare a mettere in pratica veramente questi ideali! Fatta così, la commemorazione diventa solo un giorno alla memoria…ed è proprio questo voler considerare i due giudici come UN RICORDO che impedisce a questo paese di attuare una svolta seria contro le mafie. Quando il ricordo verrà invece assimilato e concretizzato anche nel nostro presente, allora sarà possibile un cambiamento

    Io non sto criticando il giorno della memoria, io critico l’ipocrisia del giorno della memoria che è diverso. Sono pienamente cosciente che esistono persone come noi e tantissimi altri che hanno fatto proprio questo concetto, ed è proprio questo il messaggio che vorrei dare: non lavatevi la coscienza una volta all’anno, ma vivete seguendo questa filosofia ogni santo giorno

  9. Luca S.

    Ricordo a tutti:
    Cuffaro, ex Presidente Regione Sicilia, in carcere per Mafia.
    Lombardo, attuale presidente Regione Sicilia, in attesa di giudizio, per Mafia.
    Il contorno: una serie di politici legati a cosche locali, spesso e volentieri.

    Il resto e’ solo propaganda, farsi la bocca grande, ma nei fatti, poco o nulla e’ cambiato. La Mafia e’ potente come sempre, a causa di questa politica.
    Queste stragi hanno forse rafforzato la coscienza civica nella lotta a queste bestie, ma di fatto, stando proprio all’elezione degli ultimi presidenti regionali e parlamentari, mi sembra che queste morti non abbiano sortito quel gran cambiamento in una buona parte degli elettori…

    A discolpa dei Siciliani forse l’impossibilita’ di scegliere in questi anni: 1000 partiti, tutti polarizzati in grandi coalizioni a destra e a sinistra, a catturare voti, prendere/spartirsi poltrone, e a eleggere, senza nessun intervento popolare, un presidente regionale che finora ha solo mostrato la permanenza di queste relazioni mafiose.

    Oggi forse alle prossime elezioni potremo avere una scelta diversa, sono proprio curioso di vedere cosa diranno i siciliani questa volta. Spero in un “boom” anche da noi!

  10. Giovanni

    lo so Andrea però poi succedono ste cose..
    http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/199105/
    come se caso mai questi di FN nn lo sanno che i guai li ha causati il suo predecessore…

  11. Giovanni

    luca s. a Palermo qualcosa c’è stata ma nei paesi? forse la morsa della crisi spingerà a fare scelte diverse? lo spero…

  12. Fulippo1

    E’ ormai ovvio la collusione dei politici attuali.
    Ma se fino ad ora la loro indifferenza e il loro menefreghismo vers quello che pensa il popolo di loro, li ha portati ad avere il coltello dalla parte del manico, adesso grazie anche a chi ha svolto, ed a chi svolge ancora nella magistratura un grande lavoro in nostra difesa, tante coscienze popolari si stanno risvegliando, il popolo è stufo, e lo dimostrano le ultime elezioni.
    Adesso dobbiamo essere noi, ad essere indifferenti alle loro parole e prendere il coltello dalla parte del manico.

    Concordo pienamente con l’articolo di blackmorpheus, nella sua totalita, mi permetto solo di dire che Falcone e Borsellino, è vero che facevano il loro lavoro, ma comunque rimarranno i MIEI eroi.

  13. kersal

    Nessuno combatte la mafia. Nessuno. Nè i politici a Roma nè i magistrati a Palermo.
    La mafia esiste. Permane. Cresce o si riduce come la marea, non per effetto di questo o quel provvedimento. La mafia è attorno a tutti noi. Che siamo a volte indifesi, a volte indolenti, a volte spaventati e, ogni tanto, anche interessati.
    Il ministro che si incensa perchè ha arresto il numero 1 di cosa nostra mi fa sorridere. Perchè quello che chiama come mafioso non è altro che un delinquente pericoloso che in tutti i paesi del mondo avrebbero preso. Non è una sconfitta nè una una ferita per la mafia.
    Il magistrato che fa comizi e basa tutta la sua attività su pentiti che di “pentito” non hanno nulla, mi fa solo tantittima tristezza.
    Perchè la mafia si nutre di tutti di tutti questi errori, si nutre della fiction che in un qualche modo esalta il mafioso, si nutre del magistrato che fa la bella conferenza stampa e fa condannare qualcuno che poi si scopre che non c’entrava nulla (o che non aveva le prove per portarlo in giudizio).
    Oggi, tra le tante manifestazioni una mi ha colpito: una barriera umana simbolica attorno a palazzo di giustizia…una barriera…mentre attorno nei quartieri come il capo, corso finocchiaro aprile, al Massimo, alla Zisa, la mafia è presente ed è evidente, noi proteggiamo il palazzo. Il palazzo che dovrebbe essere la nostra arma, noi la proteggiamo. Noi proteggiamo l’arma. Perchè a quanto pare è meglio che non tagli davvero…

  14. franziscobranca

    ci si dovrebbe tutti togliere dal cervello lo stereotipo del mafioso anni 80-90. ormai il mafioso è il commercialista, l’ingegnere, l’informatico della porta accanto. La mafia che combattevano Falcone, Borsellino e i magistrati del pool non esiste più. Qualcuno è stanco di eroi, commemorazioni, foto, poster ecc…io sinceramente no forse perche quegli eventi li ho vissuti e fanno parte di me, tenere viva la memoria collettiva è importantissimo e ogni modo e valido per NON DIMENTICARE che questa nostra terra puo partorire anche gente come questi due magistrati. e non voglio neanche dimenticare che quando Falcone sfrecciava per le strade di Palermo con le auto di scorta lo accompagnava un coro di “talia du curnutu i Faicconi”, ed era la stessa gente che lo applaudiva al funerale.

  15. franz

    Sono d’accordo con la maggior parte di quanto detto nell’articolo, però devo dire che le commemorazioni servono soprattutto alle generazioni future, per non dimenticare. Quando si commemora la SHOAH, la Bomba Atomica, l’abbattimento delle Torri Gemelle e così via, lo si fa per chi non ha vissuto quelle tragedie proprio per far ricordare quanto l’essere umano è capace di atrocità nei confronti dell’umanità intera. Secondo il ragionamento fatto sopra anche in questi casi non si dovrebbe parlare di eroi poiché il mondo non dovrebbe essere così; è l’uomo che crea le situazioni e se non fosse stato per quella gente “NORMALE” che è morta per cambiarle oggi parleremmo forse un’altra lingua, avremmo un altra religione o un altra cittadinanza. Se poi tra coloro i quali partecipano da protagonisti alle commemorazioni ci sono proprio quelli che, direttamente o indirettamente, ne sono stati causa o facenti parte, beh credo che nessuno di noi sia in grado di puntare il dito senza uno straccio di prova, altrimenti non sarebbero lì.

  16. Giovanni

    beh Kersal che la mafia nn la combattino i magistrati a Palermo sebra che lo sai solo tu, forse nn sei di Palermo, Ingroia che peraltro a lavorato a fianco di Borsellino sta svolgendo un ottimo lavoro e nn è il solo forse volevi esaltare la corrente antigiudici che ha appena perso le elezioni?

  17. huge

    Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono eroi nell’essere stati capaci d’esser persone normali. Nell’aver saputo far bene il proprio lavoro. Nell’averlo fatto con abnegazione, sacrificio, senza compromessi. In tanti, in troppi, oggi non riescono a essere persone normali. In tanti oggi si piegano alle logiche distorte della nostra città. Non provano a reagire, abbassano la testa, chiudono gli occhi e “sopravvivono”.

    C’è una frase di Falcone che secondo me sintetizza l’insegnamento centrale della loro esperienza di vita:

    “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.”

    Falcone si riferiva alla mafia, noi dovremmo estenderne il significato alla vita di tutti i giorni.
    L’impegno per la nostra città, la nostra lotta alla mafia, deve partire dal quotidiano.
    Quando ignoriamo le regole, quando caliamo la testa di fronte all’illegalità diffusa, quando decidiamo di non denunciare, quando cerchiamo l’amico per un favore. E’ questo il vero nutrimento per Cosa Nostra. Ed è da lì che dobbiamo ripartire. A testa alta. Giorno dopo giorno, facendo il nostro dovere di cittadini, senza compromessi.

  18. Athon

    «Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi, ho l’impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi»

    (Giovanni Falcone, nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista dell’Unità Saverio Lodato, dopo il fallito attentato del 21 giugno 1989)

  19. Athon

    «La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine» (Giovanni Falcone)

  20. kersal

    @Giovanni:
    non hai capito nulla di quello che ho scritto. E come al solito ha pensato bene che metterci dentro un pò di tifo da stadio fosse cosa saggia. Ingroia non sa neppure dove sta di casa Falcone. La gestione Ciancimino ne è prova provata.
    Ora i magistrati sono tutti amici di Falcone…quando era in vita però ne dicevano peste e corna. Ma andarsi a rileggere qualche giornale degli anni 80?

  21. Giovanni

    appunto me la spieghi sta cosa di Ingroia? mi sa tanto che sai solo scrivere e nn argomentare…

  22. scusate…ma mi sembra alquanto indiscreto fare questo genere di polemiche oggi.

  23. ruggys

    hai perfettamente ragione, condivido in pieno ogni singola parola del tuo articolo!! (ps mi sono iscritto proprio oggi, anche se vi seguo da quasi 3 anni!!)

  24. Athon

    Capisco il tono e le ragioni di questo articolo. In parte lo condivido e trovo che anche tali discorsi siano utili a determinare le coscienze. Che ben vengano articoli del genere.

    Tuttavia voglio ristabilire un po’ l’equilibrio rispondendo alla domanda “Perchè si commemora?”: mio cugino di 6 anni oggi mi ha chiesto chi fossero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e cos’è la mafia. Gli ho spiegato quattro cose.

  25. xemet

    Purtroppo viviamo in un paese dove per fare il proprio dovere fino in fondo e senza compromessi e’ necessario essere eroi…

    Qualcuno dice che tanto nulla e’ cambiato ma io non credo, Cuffaro e’ in carcere per mafia…30 anni fa sarebbe stato possibile? Non credo.

    Certo la mafia non e’ stata sconfitta, inoltre mi sembra che tutti si vogliano chiudere gli occhi per non guardare e non parlare delle cose piu’ ovvie ovvero chi c’e’ dietro la mafia? Non mi vengano a dire che la mafia ha ucciso Falcone e Borsellino perche’ e’ solo ridicolo. Menti raffinatissime come diceva appunto Falcone usano menti criminali di persone, che spesso non sono molto piu’ che allevatori mancati, per i loro interessi. Mi pare ben chiaro che Riina e altri sono stati manipolati, li hanno usati fin quando gli son serviti per poi incastrarli, loro stanno in carcere (ed e’ giusto che ci marciscano) ma altri si godono la bella vita e continuano ad operare e a gestire i propri interessi. Queste persone sono persone dello stato ed e’ per questo che odio le commemorazioni, perche’ mi fa rabbia vedere lo stato che commemora omettendo casualmente sempre di dire quale parte ha avuto lo stato in quelle vicende. Ma, come diceva toto’, CA NISCIUNO E FISSA (o forse no?)

  26. tano

    semplicemente condivido

  27. freepress

    Si black, sono d’accordo con te. Proprio oggi pensavo anche ad un particolare. Come è strano vedere commemorare i nostri eroi da uno stato che li ha praticamente condannati alla “Ponzio Pilato” per intenderci.
    Non posso darti torto. La migliore commemorazione sarebbe “almeno oggi” fare il proprio dovere. Tutti quanti ma sopratutto lo stato. Poi, solo a quest’ultima condizione, commemorare con le cerimonie più appropriate.
    La cosa che non sopporto è che commemoriamo senza sapere ancora la verità. E’ come uccidere Falcone e Borsellino 2 volte.
    La discussa trattativa stato-mafia “ancora” non permette di far riposare in pace due magistrati diventati “eroi” in un paese dove è “raro” fare il proprio dovere. Ma sono orgoglioso siano Palermitani.
    Questi sono i palermitani veri Black, quando parliamo di “DNA” panormosauro, queste sono le mutazioni che cambiano il futuro.
    Non si sono fatti corrompere da niente e nessuno e non erano ne tedeschi ne francesi ne svizzeri ne olandesi ma palermitani, più precisi di uno svizzero e più severi di un tedesco. Per Falcone furto di un motorino o omicidio colposo erano da considerarsi “reati” da trattare con la peggiore precisione legale.
    Quando dico io : i palermitani non sono nati vastasi ci sono diventati..
    Se avevamo uno stato più presente avevamo Falcone e Borsellino vivi e vegeti e questa città sarebbe la conca d’oro di un tempo.. altro che parcheggiatori abusivi e “iniziativa” addio-pizzo.. ci sarebbero le carceri piene a forza di maxi-processi se ci fossero loro..

  28. freepress

    scusate la forma verbale dell’ultimo periodo..Se avessimo avuto.. sarebbero…etc etc

  29. annibalec

    Questa giornata è una grande lezione di educazione civica e di legalità per i ragazzi, cosa che è enormemente mancata alle generazioni passate. E’ una delle manifestazioni migliori per fare crescere un senso di equità e giustizia.
    Chi critica non è venuto; di doppi petti se ne son visti pochi, e non di meno di coloro che avrebbero imbarazzo a presentarsi davanti alla gente comune. Non è la loro festa, è la festa di chi crede in Giovanni e Paolo. Sarebbe meglio il silenzio? Non ci appartiene.

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