IL BILANCIO DI STEF: tra valzer di slogan e reale innovazione

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La prima conclusione alla quale siamo arrivati dalla visione delle videointerviste doppie è che le domande hanno un sapore più gustoso rispetto alle risposte nella maggior parte dei casi.

Cittadini non giornalisti di mestiere, ma conoscitori di alcune discipline, hanno formulato precise domande e l’esigenza di visibilità dei candidati in campagna elettorale li ha resi disponibili ad accettare senza esitazione.
Le domande sono un indirizzo della Palermo che cittadini attenti e presenti (come tutti gli animatori di Mobilita Palermo) vorrebbero/vorremmo vivere quotidianamente, della Palermo che vorrebbero/vorremmo migliorare.

Le risposte fornite nella maggior parte dei casi sono la Palermo che i candidati propongono ai cittadini elettori.
E tra le due Palermo abbiamo notato differenze ma anche convergenze.

Per le differenze si è portati a dedurre che nessun candidato ha mai lavorato costantemente negli anni alla pianificazione partecipata, quel processo che nel tempo registra i bisogni e la domanda del territorio, dei cittadini, e le pone come basi del disegno (piano) di una nuova città. Per questo motivo le domande hanno avuto un gusto più saporito delle risposte, perchè le domande provengono da chi la città quotidianamente la vive, la soffre, la monitorizza, la conosce bene anche in diversi settori, la registra, la vorrebbe migliore anche indicando quotidianamente come a chi ha governato e a chi si oggi si candida a governarla.

Alcune annotazioni puntuali.

Un primo appunto va ai SERVIZI PUBBLICI DELLA CITTA‘: nuove normative nazionali impongono a breve:

1) l’analisi della domanda dei servizi pubblici locali di rilevanza economica,

2) l’adozione di una delibera quadro su tali servizi,

3) l’analisi di mercato per verificare la presenza nel mercato nazionale ed europeo di aziende interessate a svolgere detti servizi in maniera concorrenziale alle storiche aziende partecipate del comune.
Solo un candidato (nel cui curriculum non si trova esperienza lavorativa presso enti pubblici) dimostra, dalle risposte fornite, una conoscenza sufficiente di queste normative. I candidati che già hanno prestato lavoro presso il comune o altri enti pubblici (a vario titolo) non citano in maniera chiara tali imposizioni di legge. Tutti si limitano a dichiarare:

1) la costituzione di una holding per la gestione più economica di tutte le aziende partecipate e

2) la privatizzazione di almeno il 40% delle aziende partecipate. Le imposizioni delle normative nazionali vanno oltre questi 2 punti.

Altro appunto sulla materia: FONDI EUROPEI per migliorare la città.

Tutti citano i preziosi fondi comunitari, menzionano un ufficio Europa o un ufficio Uripe capace di attirare finanziamenti europei in diversi campi come una calamita. Una sorta di panacea finanziaria che fa comodo per risolvere problemi di carattere finanziario per realizzare infrastrutture nuove.

In tutti i candidati si nota una conoscenza molto approssimativa dei programmi di finanziamento nazionali ed europei che sono di diverse tipologie e prevedono diverse procedure di assegnazione dei fondi agli enti locali che ne fanno specifica richiesta (attraverso le adesioni dei comuni ai bandi pubblicati dai ministeri nazionali e dalla commissione europea).
Non esistono più finanziamenti di tipo “diretti” (cioè bypassando l’ente regionale o nazionale) dei programmi europei al 100%.

La tipologia dei fondi cosiddetti “al 100%” dell’attuale programmazione europea sono gestiti dall’autorità pubblica regionale e sono stati già “stabiliti come destinazione” in alcuni progetti: l’amministrazione comunale ha infatti presentato alla regione Sicilia 18 progetti per un importo complessivo di circa 125 milioni di euro con una delibera (visionabile sul sito istituzionale) del 19 luglio 2010, progetti sia infrastrutturali che di carattere sociale.
Per i programmi di cofinanziamento europei “diretti” l’amministrazione comunale dovrebbe attingere al proprio bilancio per cofinanziare una parte dei progetti. 10 anni fa possibile ma oggi con un bilancio comunale praticamente all’osso (con continui riferimenti ad un probabile dissesto finanziario) non si capisce come si potrebbe accedere a questi cofinanziamenti europei senza disporre di un minimo (10-30%) cofinanziamento comunale.

Anche il riferimento all’adesione del comune al cosiddetto “Patto dei Sindaci europeo” fa sorridere: si tratta di una manifestazione formale di volontà che se non seguita da azioni concrete (come è abituata l’Europa più pragmatica) e dalla disponibilità di precisi cofinanziamenti comunali a progetti dei programmi europei, non porta assolutamente a nessun automatico reperimento di fondi europei (appunto ormai estinti da anni nella categoria del finanziamento diretto del 100%).

Fattore INTERVENTO DEI PRIVATI:

tutti i candidati fanno affidamento alla partecipazione dei capitali privati in azioni dell’amministrazione comunale per realizzare interventi di vario genere. Oggi più che negli scorsi anni o decenni, in un periodo di crisi economica, si stenta a comprendere come i privati dovrebbero entrare nella compartecipazione economica delle attività di competenza di un amministrazione pubblica, soprattutto per quanto riguarda le modalità e i criteri di ritorno economico degli investimenti effettuati nel settore di competenza pubblico.

Già da tempo molti bandi del comune di Palermo vanno deserti (ed è possibile visualizzarlo nella pagina degli esiti dei bandi del comune), ed è un chiaro indicatore del mutamento dei tempi, quindi non si capisce come con un nuovo sindaco potrebbe cambiare l’attitudine degli investimenti privati nel settore pubblico, perché non dimentichiamolo mai, un ente pubblico si rivolge al privato solo ed esclusivamente con bandi ad evidenza pubblici, cioè senza affidamenti diretti. A meno che non si tratti di investimenti privati del tipo: realizzazione di centri commerciali con scomputo degli oneri di urbanizzazione previsti dalla legge consistenti nella realizzazione di servizi pubblici del quartiere (vedi ad es. centro di quartiere, e attrezzature sportive per scomputo opere urbanizzazione del centro Zamparini), ma i centri commerciali non rientrano nella categoria dei servizi essenziali erogati da un ente pubblico.

FIERA DEL MEDITERRANEO POLO CONGRESSUALE: sembra ormai deciso da tutti i candidati, la vecchia fiera diverrà un polo congressuale.

Può andare anche bene a tanti palermitani come destinazione d’uso di questo grande spazio (c’è mai stata una consultazione pubblica in merito almeno?), ma in tutte le dichiarazioni dei candidati manca il punto fondamentale: cioè la visione che la città vuole avere di se stessa per i prossimi 10-15-20 anni. Non c’è e non traspare la visione della città, e non concorrono a definire questa visione i brevi slogan elettorali su twitter che fanno parte della dialettica 2 mesi prima delle elezioni.

Poniamo come scontato che sono disponibili le risorse economiche con le quali si ristrutturano gli spazi, e a fine lavori edilizi, come fa il mondo intero a sapere che nella vecchia fiera del Mediterraneo c’è un polo congressuale che può ospitare i congressi sulle tematiche più disparate. Su questo argomento che afferisce all’arte del marketing territoriale, nella storia della città, troviamo anche brevi esempi di internazionalizzazione che hanno attirando l’attenzione di media internazionali e artisti di caratura mondiale, un dato che si riscontra nella memoria di molti palermitani.

Il marketing territoriale è l’attività da svolgere con notevole anticipo quando si vuole dare una funzione e immagine ben precisa ad un territorio, o porzione di territorio, e ascoltando e riascoltando le interviste non si è riscontrata nei vari candidati, che hanno assegnato la funzione di polo congressuale alla fiera Mediterraneo, la conoscenza degli elementi fondamentali per avviare un adeguato marketing territoriale.

L’idea che molti candidati trasmettono, dalle azioni che comunicano di volere realizzare, è che si tratta solo di azioni di ristrutturazione, di infrastrutture, slegate dalla visione della città per il futuro e dal marketing territoriale, quell’arte che consente di far conoscere un prodotto o un luogo (brand) nell’intero pianeta e di attirare quindi visitatori e fruitori generando economia, ma anche cultura. E individuare una visione di Palermo per il futuro di medio lungo termine (per costruire il relativo brand attrattivo) comporta prima la costruzione di un complesso e lungo processo di consultazione pubblica per verificare quali sono i desideri e la domanda dei cittadini; ad oggi questo lavoro da chi è stato fatto a Palermo?

Un plauso all’idea degli ASILI CONDOMINIALI.
Considerata la difficoltà di reperire ingenti risorse economiche per mettere in sicurezza diverse scuole comunali o di costruirne di nuove, è valutata positivamente l’idea di far realizzare dei micro asili presso aree condominiali che soddisfano i requisiti minimi di spazio e sicurezza per i bambini. Un regolamento comunale ad hoc potrà regolamentare i dettagli organizzativi di questo nuovo servizio a Palermo, aumentando la percentuale di soddisfacimento della domanda locale. Si tratta di esperienze vissute con successo in molte realtà territoriali del centro-nord Europa.

Una CULTURA che manca in maniera trasversale è quella DEL MONITORAGGIO DELLE PROCEDURE PUBBLICHE.

Tutti dichiarano genericamente di volere rendere pubbliche le informazioni su chi farà che cosa. Ma considerato il tempo a disposizione in questo confronto elettorale nessuno ha scritto una semplice pagina di schema sui tempi, sulle risorse strumentali, finanziarie e umane e soprattutto sulla stretta relazione esistente tra questi elementi che caratterizzano la gestione efficace di un servizio pubblico, come avviene da tempo nella migliore tradizione europea della gestione pubblica.

Le domande hanno incluso sempre: quali tempi di realizzazione e quale fonte delle risorse. Quasi tutti i candidati hanno glissato sulle procedure semplici e concrete da utilizzare e che permetterebbero ai cittadini di monitorare l’operato (o il non operato) dei responsabili delle varie azioni e progetti dell’amministrazione comunale. Il tempo dedicato alla formulazione di migliaia di messaggi su twitter poteva meglio essere investito nell’illustrazione di semplici procedure di monitoraggio utili sia all’organizzazione interna dell’amministrazione comunale che ai cittadini osservatori-valutatori.

Una nuova cultura di monitoraggio dovrebbe prevedere (e questo è un invito) un sito web e semplici applicazioni con la descrizione di tutti i servizi pubblici, i tempi di realizzazione delle azioni, i nomi dei responsabili per settori e microsettori (anche l’info di chi spazza la stradina alle 9 del giovedì), la possibilità per i cittadini di pubblicare i disservizi sul sito e rendere queste note visibili a tutti e le risposte degli uffici comunali responsabili. Ciò al fine di dimostrare alla cittadinanza che l’amministrazione comunale non nasconde più le proprie mancanze e disservizi, ma anzi ci lavora in maniera trasparente nel tempo stesso (si spera) in cui vengono segnalati.

Un sito web di questo tipo poteva essere costruito (anche in versione di prova) da qualche candidato in campagna elettorale per dimostrare concretamente (carattere innovativo) l’appartenenza a quella cultura della trasparenza amministrativa e della partecipazione pubblica alla gestione del bene comune.

PER CONCLUDERE
Gli slogan dei candidati su twitter fra qualche mese saranno dimenticati.
Noi, da non fans o supporter, da attenti conoscitori di alcuni campi delle domande, abbiamo cercato di andare oltre i #twitterslogan della Palermo felicissima, edulcorata, anche quasi finta a volte.
Si sono tralasciati in questo post le considerazioni di tipo politico-partitico-assetti di coalizioni che spesso animano abbondantemente la discussione su diversi blog.

I membri di Stef hanno individuato-condiviso alcune domande insieme allo staff di Mobilita Palermo (ottimo soggetto di monitoraggio in questa città) al fine di testare in 100 secondi (velocità di risposta), cioè in estrema sintesi, alcuni fattori:
– l’attitudine dei candidati alle possibili soluzioni a molti noti problemi,
– la capacità professionale di innovazione rispetto ad un sistema fallimentare della gestione pubblica perpetrato nel passato di Palermo, con la verifica di una visione di Palermo in un futuro di medio-lungo termine,
– la conoscenza di normative nazionali sulla gestione dei servizi pubblici locali che dal 2013, come non mai, andranno a rivoluzionare le modalità di gestione-erogazione degli stessi servizi (non solo a Palermo ma in tutte le città italiane) con ripercussioni inevitabili di vario tipo sul fronte sociale economico ed occupazionale di migliaia di individui.

PROMOSSI O BOCCIATI?
Rivolgendoci a lettori e lettrici consapevoli, liberi da condizionamenti di ogni sorta, e che giudicano solo sulle dichiarazioni rese dai candidati, diciamo: dopo aver letto questo articolo riascoltate con attenzione le risposte delle videointerviste, poi i voti si danno in cabina elettorale!
Una cosa è certa, da giugno in poi Palermo avrà bisogno di individui responsabili e competenti per governare una città difficile già in ginocchio, e la politica non può più permettersi di sistemare negli assessorati figure dotate “””esclusivamente””” di pacchetti di voti e senza ulteriori capacità.

Ci auguriamo di avere reso un servizio utile agli individui di questa città.

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6 Thoughts to “IL BILANCIO DI STEF: tra valzer di slogan e reale innovazione”

  1. Il servizio che avete reso è assai più che utile, direi fondamentale e aiuta molto a fare chiarezza nella selva di slogan che ci assale più o meno abusivamente da tutte le parti. Grazie a Stef e a Mobilitapalermo. Aggiungo solo una considerazione: molte volte i politici non puntano affatto sui contenuti e spesso anche volutamente. Hanno tutti una strategia più o meno sensata di comunicazione e di solito (ma non sempre) sanno esattamente cosa NON dire e talvolta quali argomenti o proprio quali parole usare o non usare, su questo sono tutti abbastanza istruiti. Magari conoscono anche le normative che fingono di ignorare (ma è vero anche che spesso non le conoscono affatto) solo che il messaggio che deve passare non è quello del tecnico (che di questi tempi è pure controverso) ma di colui che chiede fiducia, perché infondo di questo si tratta. Intendiamoci, io condivido la vostra campagna di sensibilizzazione e da sempre cerco di votare sui contenuti, ma purtroppo chi non ha le sovrastrutture di marketing e immagine, forse meriterebbe la poltrona di sindaco, ma probabilmente perderà le elezioni, questo al giorno d’oggi mi pare chiaro, ecco perché i giochini politici attirano più dei contenuti. Detto questo, il vostro lavoro è meritorio e vi ringrazio sentitamente a nome di tutta la mia famiglia.

  2. grillo79

    Ottima analisi come sempre…
    Proprio perche si evincono delle lacune – piu o meno profonde – su molti temi e sulla visione a lungo termina della vita della città, il ruolo ed il lavoro di MP, STEF e quanti altri non direttamente impegnati nella gestione amministrativa, sarà importante per cercare di plasmare la politica di chiunque formerà la nuova amministrazione…
    io credo che “u pisci fete sempre ra testa”, per cui se la nuova giunta, assessori e sindaco non avranno nel loro DNA anche solo la capacità mentale di capire che bisogna affiancare a se i consigli e le analisi di blog e movimenti come questo, non andremo da nessuna parte come sempre….speriamo bene!

  3. Donato Didonna

    Complimenti aSTEF e a MobilitaPalermo per questa iniziativa utile al voto di opinione.

  4. MX

    Complimenti a Stef!!
    Ovviamente non può e credo non potrà mai esistere un candidato “modello” che possa risultare propositivo al 100% rispetto ad uno schema direi quasi perfetto.. purtroppo.. soprattutto perché la politica riesce a condizionare con un sistema pressante anche la più genuina candidatura (genuina sul nascere).
    Tralasciando quindi qualunque commento sulla corretta filosofia di rappresentare gli interessi dei cittadini, bisogna (come ben detto nel servizio) avere le competenze per realizzare ciò che vada nella giusta direzione e per far questo sarà necessario contare su una “squadra” all’altezza con competenze specifiche e le giuste professionalità provate sul campo.
    IL contributo di tutti i cittadini dovrà essere costante, proprio nel merito di quanto indicato da STEF, affinché si pongano i giusti correttivi. Quindi ponderare la scelta su chi possa avvicinarsi alle nostre aspettative.
    Anch’io, come molti di voi, leggendo vari programmi ho notato troppa approssimazione e la solita tendenza di occuparsi di tutto e di tutti i problemi, tentando di dimostrare di avere una soluzione per ognuno di essi..
    Un punto essenziale e tema di prossimi sviluppi, riprendo da quanto sottolineato egregiamente da STEF, è la scelta di un obbiettivo importante al di sopra di tutti che comporti quindi di selezionare la tipologia di investimenti (…e quindi di prendere posizione .. molto difficile..). Una città che ad esempio scelga di lanciarsi seriamente e produttivamente nel turismo (con tutto quello che il turismo traina con l’indotto) dovrà fare delle scelte coraggiose sull’utilizzo del “water front” … Per dirla crudemente, water front e cantieri navali difficilmente potranno convivere.
    Ad oggi dobbiamo leggere che per accrescere i flussi turistici ed i croceristi, ci saranno anche dei comitati d’accoglienza, tipo tarantelle e buffet parties… molto pittoresco..
    Un caro saluto
    Massimo

  5. thedoctor

    Ma chi è di preciso STEF??

  6. stef

    stef =
    https://sites.google.com/site/pa2012domande/home/stef

    un collettivo di individui con competenze in alcuni settori che condivide parti della propria conoscenza e che opera solo ed esclusivamente sul web.

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