Così rinasce un quartiere (12)

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Dopo aver osservato la via Alloro ci spostiamo nella vicina piazza Marina

La presenza più ingombrante è quella dell’Hosterium Magnum dei Chiaramonte (da cui Steri) che si innalza nell’angolo orientale della piazza. Venne edificato a partire dal 1306 da Giovanni Chiaramonte il Vecchio, e modificato e ampliato dagli eredi sino al 1392 quando Andrea Chiaramonte venne decapitato e la famiglia subì la confisca dei beni. Divenne quindi sede regia e sede della Regia Magna Curia, in seguito sede vicereale, sede della Regia Dogana; dal 1600 al 1782 ospitò il Tribunale della Santa inquisizione. Nell’antistante piano della Marina più di una volta si giustiziò con la mannaia o si innalzò la forca o il rogo per le vittime condannate dal potente e temutissimo Tribunale dellinquisizione o del S. Uffizio.

Successivamente divenne sede di varie istituzioni borboniche e dopo l’Unità, nuovamente Tribunale.

Come infinite sono state le modifiche per adattare via via l’edificio alla nuova funzione, infiniti sono stati i restauri, a partire da interventi statici opera di Giacomo Amato dopo il terremoto del 1726, a quelli di ripristino del Patricolo  alla fine dell’800 continuati dal Soprintendente Francesco Valenti nel 1927. Sino a quellidi valorizzazione e adattamento a sede del Rettorato dell’Università del 1973, diretti da roberto Calandra con la consulenza di Carlo Scarpa.

Il palazzo è a pianta Quadrata con cortile interno anch’esso quadrato. Bellissima la Sala dei Baroni con il suo pregevole soffitto ligneo eseguito tra il 1377 e il 1380, ricoperto da dipinti raffiguranti temi narrativi medioevali. In una delle sale al piano terra è conservata la Vucciria di Renato Guttuso

 

uno degli ambienti allestiti da Carlo Scarpa.

la Sala dei Baroni

“La Vucciria”

Adiacente al palazzo è la gotica Cappella di S. Antonio Abate col suo bel portale quattrocentesco. Originariamente cappella privata della famiglia Chiaramonte, è stata recentemente restaurata. All’interno sono stati trovati dei pregevolissimi affreschi.

Addossato al palazzo Steri è il palazzo Abatelli aggregato allo Steri nel 1523. Venne rimaneggiato nel ‘600 e poi nell’800 (quello bianco in primo piano)

Dal portale si accede ad un cortile con varie fabbriche, tutte destinate ad uffici universitari.

In fondo è visibile il palazzetto Niscemi, poi del Regio Lotto (XIX sec.)

Alla destra di questo il grande Carcere dei Penitenziati, anch’esso appena restaurato. All’interno le celle con i graffiti dei condannati a morte.

Sulla sinistra di palazzo Abatelli (sullo stereobate realizzato dal G. B. F. Basile per raccordare i vari piani della piazza) è il palazzo dei marchesi del Castillo di Sant’Onofrio, poi Hotel de France.

Venne edificato nel XVII secolo. Agli inizi dell’800 venne trasformato in albergo (1808) con il nome di “Crown and Anchor Hotel”, cambiato poi nel 1838 in “Hotel de France”. Ristruturato nel 1873 e poi nel 1903 da Giuseppe Damiani Almeyda

alle spalle del palazzo, nel vicolo del Sant’Uffizio, è stato recuperato un semplice edificio che mostra una piccola particolarità: l’insegna in stucco che indicava la presenza del giardino dell’Hotel de France.

Ieri e oggi (certo che quel condizionatore):

Sul fronte nord della piazza è visibile il restaurato palazzo Napolitani. Adiacente un piccolo edificio recuperato.

Superata la Fontana del Garraffo, sul fronte occidentale della piazza sorge una stecca di edifici non in asse con gli altri fronti che costituiscono a nostro parere uno dei più belli e particolari appartamenti in affitto in Italia in una delle zone più caratteristiche della città. L’ultimo di questi, con la terrazza rivolta verso la piazza è quello del barone Fatta. Venne rimodernato nel XIX secolo

Superati dei grossi immobili moderni che hanno sostituito gli edifici aristocratici finiti sotto le bombe, possiamo vedere il piccolo teatro Libero, ad angolo con la salita Partanna, che ingolba i resti della chiesa di Santa Apollonia e che proprio di recente ha subito il rifacimento dei prospetti.

Nello stesso isolato il cantiere ormai alle fasi finali della chiesa di Santa Maria dei Miracoli ad angolo con la via Lungarini. Venne eretta a partire dal 1547. Realizzata in stile rinascimentale, presenta una facciata quadrata divisa in due ordini da una cornice aggettante. Le due semicolonne ai lati del portale che triparticono il prospetto rivelano la spartizione interna a croce greca. Il fastigio in cima e lo scudo marmoreo sopra il portale sono di periodo barocco.

prima del restauro:

Nell’isolato di fronte, tra la piazza e l’imbocco di via Lungarini è il palazzo dei conti Gaetani poi Rostagni. Nelle sue strutture ingloba parte dell’antica casa turrita dei Rombao (di cui sono nuovamente in vista i merli a coda di rondine dopo il recente restauro, oltre a brani di murature in pietra , resti di archi, finestre, ghiere). Venne rimodernato e riconfigurato nell XVII secolo e ancora in vari momenti del ‘700 (1721 e nel 1771). Nell’Ottocento, dopo il tracollo dei Rostagni, il palazzo passò a Giovanni Santocanale. Durante il restauro di pochi anni fa sono state integrate le parti mancanti recuperando tutti quei caratteri di casa magnatizi arrivati a noi in estremo stato di degrado: l’atrio porticato con loggia sostente da colonne di Billiemi, lo scalone d’onore, e dove possibile riportate alla luce le decorazioni superstiti del piano nobile, opera di Benedetto Cotardi.

Superato il vicolo del Pappagallo sorge il palazzo dei duchi Burgio di Villafiorita, aggregata alla casa dei Gambacorta che sorge nel vicolo stesso. I duchi lo acquistarono agli inizi del XVIII secolo e vi mantennero la loro dimora fino a che non si trasferirono nel ben più rappresentativo palazzo in via Porta di Termini (oggi via Garibaldi). A questo punto il palazzo venne dato in affitto all’Inglese Antonio Page che vi aprì l’omonimo hotel, il “Page’s Hotel”. Cambiata gestione nel 1817 riaprì i battenti sotto il nome di “Hotel d’Agleterre”. Durante i moti del 1820 l’edificio venne assaltato e bruciato. Venne messo in vendita, e dopo vari passaggi torno nelle mani della famiglia Page (la figlia) che riaprì dopo 38 anni l’albergo con il suo nome originario. Alla metà dell’Ottocento venne ristrutturato e sopraelevato assumendo l’aspetto odierno. Bombardato durante la guerrà è stato completamente spolpato di quanto asportabile. il recente restauro lo ha reintegrato delle parti mancanti. E’ stato restaurato anche lo scalone in marmo rosso.

il portale in pietra stemmato dei Gambacorta in via del Pappagallo:

Nell’isolato successivo, tra il vicolo della Neve all’Alloro e il vicolo Palagonia sorge il palazzo dei Galletti principi di San Cataldo e marchesi di Fiumesalato risultante dall’accorpamento di più edifici preesistenti. L’attuale aspetto neogotico del prospetto sulla piazza risale al 1870 ad opera dell’architetto Tommaso Di Chiara. Il corpo di sinistra si presenta come una poderosa torre merlata di aspetto neogotico, mentre il corpo più basso a destra si ispira al Quattrocento siciliano, quasi in ricordo dei preesistenti palagi. Abbandonato e preda di saccheggi dal 1943 il recente restauro lo ha riportato a nuova vita.

Nei due prospetti laterali testimonianze affioranti delle dimore originarie.

resti medioevali sul prospetto del vicolo della Neve all’Alloro (l’antico palazzo dei Maglia, XIII sec.):

il bow-windows visibile dal vicolo.

prospetto quattrocentesco sul vicolo palagonia (l’antica casa dei Fimia) che presenta bifore architravate (quella di sinistra in basso, trafugata anni fa, è un ripristino in gesso) e un portaletto stemmato anch’esso architravato. Nel disegno rinascimentale presenta motivi di decorazione tardo-gotica:

la bifora dell’ordine inferiore, con archetti trilobati, preziosamente intagliata nel marmo dagli scultori toscani Mancino e Berrettaro, operanti a Palermo nei primi decenni del ‘400.

il cortile interno:

Gli interni, che ancora necessitano di un recupero, presentano ambienti notevoli con interessanti tempere sulle volte.

Nel 1864 la piazza venne occupata per quasi tutta la sua ampiezza da una grande e lussureggiante villa opera di Giovan Battista Filippo Basile, intitolato a Garibaldi. L’architetto dovette fare i conti con uno spazio quadrilatero irregolare, circondato da edifici monumentali non perfettamente allineati e dove era presente un dislivello non indifferente tra i vari lati della piazza. Concepito come uno square all’inglese, ha impianto irregolare, con ingressi rivolti verso le strade principali, e aiuole di grandezze variabili che custodiscono numerosi esemplari di piante esotiche, tra cui il celebre Ficus magnolioides davanti lo Steri, uno dei più grandi alberi d’Italia. Elegante la recinzione in ghisa opera dello stesso Basile e che si ispira a motivi di caccia, che sarà oggetto di restauro non appena aprirà il cantiere di riqualificazione di piazza Marina. Numerosi busti marmorei risorgimentali, fontane, chalet (ispirati ai modelli in legno del nord Europa) e grandi viali impreziosiscono la villa.

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14 Thoughts to “Così rinasce un quartiere (12)”

  1. marconzo

    ogni volta che passo dalle parti di piazza marina e mi immetto in quei vicoli mi commuovo per la bellezza

  2. ligeiro

    però qualche foto si poteva aggiungere….eheheheh

  3. V:E:N:D:E:T:T:A

    la parte che si vede nell’ ultima foto, dove ci sono i ristoranti, e la palizzata di legno, perchè è così?

  4. Bisognerebbe fare sparire tutte quelle auto.

  5. MAQVEDA

    @V:E:N:D:E:T:T:A

    la palizzata di legno è stata smantellata qualche settimana fa, la foto è stata fatta dopo.

  6. Athon

    In effetti nella zona di Piazza Marina i lavori di recupero sono stati molti e il risultato è davvero bello.

    A questo punto però mi chiedo: quando ci si concentrerà in modo altrettanto intensivo in altre zone storiche della città?

    In via Maqueda qualcosa si muove ma Corso Vittorio Emanuele versa ancora in condizioni pessime. Inoltre, nonostante le puntuali promesse fatte da tutte le amministrazioni che si sono “avvicendate”, ho ancora il dispiacere di non poter ammirare Il Capo, Ballarò e la Vucciria completamente recuperati e valorizzati.

  7. Hall t.

    Che bellazza! battiamoci per farla rendere pedonaleeeee!

  8. V:E:N:D:E:T:T:A

    ok, è da un pò che non ci passo
    Ora tocca ai lavori alla piazza vera e propria, già preventivati.

  9. matteo O.

    @Athon
    Corso Vittorio Emanuele è quello maggiormente interessato dai recuperi del centrostorico: a breve saranno restaurate Piazza marina, piazza Vittoria, piazza Bologni e piazza Pretoria

  10. mediomen

    Grazie, un bel servizio.Palermo si presta parecchio, bisogna saperla vedere, purtroppo molti che ci vivono non la vedono mai così, se no la rispetterebbero!.

  11. Irexia

    Bel tour! Peccato che alle foto 9 e 10, che si riferiscono al cortile degli uffici universitari, ci siano le macchine posteggiate: i muri ripuliti anneriranno presto, temo… Ma facendo piazza Marina pedonale mi sembra risulterà difficile l’accesso con i mezzi a motore, giusto? 😀

  12. Athon

    @ matteo O.

    Sì, è vero. Per quanto riguarda le piazze i progetti di recupero ci sono e i lavori sono già partiti. Se però consideriamo i palazzi storici che vanno dalla Cattedrale ai Quattro Canti, la situazione è disastrosa. Sono tutti anneriti dalla smog, un paio si presentano quasi completamente distrutti e altri portano ancora i vistosissimi segni dei bombardamenti del 1943.

  13. Viajero Solitario

    Proprio per la vigilia ho fatto questo tour con degli amici miei e poi ci siamo addentrati verso la Magione e Spasimo. Adoro questo mandamento.

  14. cavolhassan

    magnifico articolo! adoro questa piazza e tutto quello che la circonda.

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