Tematizzare e personalizzare le fermate della “metropolitana”

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I lavori del Passante Ferroviario di Palermo, come sappiamo, saranno propedeutici oltre che al doppio binario, anche a nuove stazioni.

La fortuna di questi tempi è data dal fatto che le notizie viaggiano alla velocità della luce, pertanto in fase di progettazione e realizzazione di un qualcosa è possibile prendere spunto da altri, nonchè evitare errori commessi altrove.

Contestualizzando un attimo, diremmo che in questi anni Palermo sta vivendo una rivoluzione sul settore dei trasporti, qualcosa di “eccezionale” che altrove è pura normalità. Detto ciò, questo preambolo serve ad introdurre una discussione sull’opportunità più o meno persa di vedere cose del genere:

Siamo a Monaco di Baviera, stazione s-bahn a Karlsplatz.

Il paragone non regge, ma vale lo spunto per dire che non è utopia riuscire a dare un’identità precisa, ad esempio alle vecchie e nuove fermate di quella che volgarmente viene chiamata “metro”.

Anche in Italia, città come Napoli hanno colto l’occasione per rendere più belle e personalizzate le fermate della metropolitana, renderle più accoglienti e stuzzicanti per i passeggeri in transito.

La nostra città che è ricca di storia e riferimenti storico- simbolici si presterebbe benissimo a questo genere di restyling, e quale migliore occasione di lavori come quelli del PFP?

Perchè non aver colto al balzo l’occasione di questi cantieri per dare un attributo in più a questi futuri luoghi che saranno (speriamo) sempre più luoghi di aggregazione?

 

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24 Thoughts to “Tematizzare e personalizzare le fermate della “metropolitana””

  1. The.Byfolk

    Bhe la prima cosa che mi viene in mente è che siamo talnto “scannaliati” da opere incompiute che ci è passato il “prio” per i fronzoli esteci!

  2. rujari81

    Anche se penso che gli architetti della SIS abbiano sviluppato già in idea di base per la parte estetica delle fermate.sarebbe cmq bello se si potessero personalizzare tutte le stazioni/fermate rendendola ognuna diversa dall’altra.Magari potrebbero indire un concorso per giovani architetti e designer per sviluppare tanti temi quante sono le fermate,magari traendo spunto dai simboli della città,dalla storia,dalla cultura.

  3. mah…da quello che sto vedendo delle fermate esterne, tipo Ex E.M.S., l’estetica lascia un po’ a desiderare. Non credo che ci saranno soddisfazioni sotto questo aspetto, per il semplice fatto che nel progetto probabilmente non sono stati coinvolti architetti. Comunque potrei anche sbagliarmi

  4. Sarebbe bellissimo, ma non sono cose da Palermo. Intanto già è assai se riescono a completare i lavori. Poi figuriamoci se ci sono altri soldi per realizzare queste cose, ed infine con tutti i vandali che ci sono in città verrebbero sicuramente rovinate in poco tempo, (basta ricordare la scritta Zamparini MxxxA apparsa poco tempo fa).
    Accontentiamoci di fermate “classiche”, spoglie fatte tutte di cemento e con al massimo una leccata di vernice e tanta sporcizia a terra con carte e cicche di sigarette (e l’unico cestino della spazzatura vuoto).
    é questo il massimo a cui può ambire questa città, tutto il resto lasciamolo a città meno corrotte e più civili. Sognare a lungo può far male perchè tanto alla fine non cambia mai nulla.

  5. Metropolitano

    Prima completiamo l’opera infrastrutturale e poi magari si passa alle modifiche architettoniche. Innanzitutto voglio sperare che le banchine delle fermate Brancaccio Residenziale,Guadagna,Vespri,Orleans le completino prima della riattivazione della linea. Sarebbe il colmo se non facessero in tempo a posare due strisce di marmo per costituire le banchine, per ciascuna fermata.

  6. Pendolare_palermitano

    la data della riapertura è stata posticipata al 11 dicembre in modo da coincidere con il cambio di orario

  7. huge

    @pendolare_palermitano, la data di riapertura non è mai stata posticipata.
    Finora s’è sempre vociferato, ipotizzato, chiacchierato, ma fine ottobre è sempre e solo stata la data di consegna dei lavori, che non può coincidere con la data di messa in esercizio, visto che Rfi deve collaudare la linea e gli apparati.
    E com’è tradizione, TI farà ripartire il servizio in coincidenza col cambio d’orario.

    Vedrete che lo stesso avverrà nel 2012, quando il raddoppio della tratta A sarà completo. Apertura a dicembre.

  8. Pendolare_palermitano

    @huge inizialmente la consegna era prevista per il 2 ottobre e la riapertura il 30 ottobre poi la sis ha chiesto una deroga e quindi slitta tutto

  9. Metropolitano

    SIS e RFI sono società distinte e separate.

  10. Hall t.

    è quello che ho sempre pensato! le fermate a tema sono bellissime e penso che a palermo potrebbero servire ad indurre più gente ad usare la metropolitana! la bellezza attira, c’è poco da fare…..ricordiamo la cala appena rifatta, che prima ancora dell’inaugurazione era stata assediata da palermitani vogliosi di ambienti gradevoli!

  11. Athon

    «La bellezza salverà il mondo» (Fëdor Dostoevskij)

    Von Balthasar critica severamente il mondo contemporaneo per avere abbandonato la bellezza e per averne smarrito il senso: «la bellezza disinteressata ha preso congedo in punta di piedi dal mondo moderno di interessi per abbandonarlo alla sua cupidità e alla sua tristezza». Secondo Balthasar la bellezza è ciò che ha a che fare con la forma, tanto che in latino bello si dice “formosus”. Si coglie la forma percependo l’unità interna. Ciò che ha forma è armonico, ordinato e bello, in opposizione al caos. Cogliendo la forma è possibile afferrare il principio organizzativo di ogni cosa, che è tanto più bello quanto più è strutturato.

    Personalmente non mi sento un folle nel ritenere che la bellezza e l’ordine di una città si carichino di importanti implicazioni pragmatiche nell’indole e nel vivere civile dei cittadini. In altre parole, in una città dove le istituzioni mostrano cura e attenzione per gli aspetti puramente estetici, i cittadini finiscono poco per volta con l’introiettare il senso estetico e il rispetto del vivere civile. Per rendere migliori gli abitanti di una città, basta rendere più bella e curata la città in cui vivono.

  12. Metropolitano

    Ma a Palermo non si merita tutto questo…meritiamo prioritariamente una mobilità migliore, invece di attendere anni per un’opera pubblica che a mio parere andava realizzata senza ritardi e negli anni 90.

  13. se68

    Athon,
    condivido in pieno ciò che scrivi.
    Il guaio è che, anche tra la cosiddetta società civile di Palermo, questo appare superfluo. Si pensa, appunto, che l’aspirazione alla bellezza oggi sia qualcosa di superfluo.
    Ma è l’unica cosa, la bellezza, che, in realtà, può salvare Palermo, non solo tram o passanti ferroviari.
    Palermo è una città che andrebbe, con coraggio, ripensata e riprogettata, non conservata ad oltranza o solo ben mantenuta.
    L’emblema dell’indifferenza dei palermitani, in questo senso, è la rassegnazione con la quale si accollano un lavaggio auto al posto della villa Deliella demolita; al massimo in quello spazio realizzerebbero esclusivamente un ennesimo giardinetto, onde evitare nuove “colate di cemento”……………..

  14. moscerino

    proorrei di realizzare delle tavole fatte con i materiali più disparati stoffe usate, cartoni, stucchi, pietra, plastica, vetro levigato, rottami dalle bici alle auto alle navi, legno e derivati luminescenti o riflettenti, il tutto lungo le mura dele stazion, che raccontino del nome che prende la stazione stessa, un pò comedei canta storie in chiave moderna.

  15. Athon

    @se68
    …e invece in quello spazio andrebbe proprio ricostruita villa Deliella. La sua ricostruzione si caricherebbe del valore di una rinascita e di un diverso atteggiamento delle amministrazioni locali. Credo che i cittadini gradirebbero molto un’iniziativa del genere.

  16. se68

    Athon,
    capisco la nostalgia per il passato, ma vedi, ora rileggo il tuo precedente commento con maggiore attenzione e.. ne colgo il senso: la bellezza secondo te, ma purtroppo, secondo tanti, apparterrebbe esclusivamente a epoche passate, pertanto i contemporanei sarebbero incapaci di produrne. Equivale a dire che gli uomini di cento anni fa erano migliori di quelli di oggi.
    Questo, scusami, è un modo di pensare aberrante.
    L’architettura contemporanea non produce solo multicondomini balconati, di cui Palermo purtroppo è ricca, ma anche magnifiche opere.Prova a studiarla un pò.

  17. Athon

    @se68
    non vedo cosa del mio precedente commento, che dici di aver riletto con maggiore attenzione, ti abbia portato a distorcere il mio pensiero. Ho solo sottolineato l’importanza della bellezza in generale, senza riferirmi a un’ epoca o ad uno stile in particolare. Precisato questo, sono d’accordo con te e sottoscrivo quanto dici: l’architettura contemporanea può produrre magnifiche opere. Che ben vengano anche a Palermo. Tuttavia non vedo perchè questo debba escludere il sogno di vedere ricostruita villa Delellia, per la sua bellezza e come riscatto storico.

  18. se68

    bè, semplicemente perchè quando aneli ad una, grottesca, ricostruzione di qualcosa che purtroppo non esiste più, riveli, in realtà, una totale sfiducia nelle capacità del linguaggio contemporaneo.

  19. Irexia

    La bellezza salverà il mondo perché ciò che è bello ci piace e ciò che ci piace lo curiamo!
    La bellezza non è solo estetica, ma armonia, equilibrio e funzionalità, tutti perfettamente armonizzati!
    Tornando al tema specifico dell’articolo: sarebbe bellissimo rendere uniche le fermate della metro! Quando sette anni fa sono andata a Parigi la fermata nei pressi del Louvre aveva delle riproduzioni di vasetti messi in bacheche illuminate e quella vicino la Bastiglia mantiene visibili le fondamenta dei bastioni.
    Tra l’altro curare le stazioni dando loro dello “stile” aiuterebbe molto a non renderle spersonalizzate, dare loro un’identità e a non farne più dei “non luoghi”, come purtroppo sono diventati tutti gli spazi pubblici (piazze) e aperti al pubblico.

  20. Athon

    @se68
    Ho solo detto che sarebbe bello veder ricostruita villa Deliella, tristemente abbattuta nel ’59 per lasciare spazio a quell’orrore di auto-lavaggio che vediamo ogni giorno. Perchè questo dovrebbe significare una “totale sfiducia nelle capacità del linguaggio contemporaneo”?! Sono semplicemente discorsi differenti.

    Inoltre va ricordato che alcuni dei più importanti monumenti che oggi Palermo vanta, furono completamente ricostruiti all’indomani del secondo conflitto mondiale: la Magione, Sant’Ignazio all’Olivella, il Palazzo Abatellis, la Biblioteca nazionale, il pilone nord della porta Felice. Francamente non definirei “grottesca” la ricostruzione di una delle più belle palazzine-monumento liberty della città.

  21. zavardino

    Quindi la fermata tribunale, il grascio di via d’ossuna, magari con la baracca di piddu messina e la meusa…
    Occorre ridisegnare la città, ma non può accadere con questi amministratori. Urge gente preparata che apprezzi il bello.
    Comunque una linea attiva dall’11 dicembre, consente di allaggerire il traffico automobilistico. Si spera in abbonamenti copiosi e ad un utilizzo maggiore rispetto a prima della chiusura.

  22. se68

    Athon,
    in architettura la tendenza a ricostruire opere del passato, incomplete o crollate, in “stile” o com’erano-dov’erano, è durata per fortuna relativamente poco. L’emblema è rappresentato dalla ricostruzione del campanile di san marco a venezia, crollato nel 1901 e ricostruito appunto com’era dov’era..bè oggi costituisce semplicemente un falso storico, anche perchè viene ritenuto dai più un’opera cinquecentesca.
    A proposito, tu riesci a distinguere il pilone nord di porta felice da quello originario?
    La verità è che in questi casi, quando si presenta un vuoto urbano causato da crolli, demolizioni bisogna avere il coraggio di ricostruire o anche fare altro ( vedi fontane commemorative delle twin towers a new york) ma con il linguaggio contemporaneo, anche per il dovere di lasciare testimonianza storica del proprio tempo.
    Palermo, come del resto tutte le città, è interessante proprio per la visibile stratificazione di epoche diverse.
    Ma forse tu vorresti fermare il tempo al periodo Liberty…
    Sai, a volte anche io vorrei tornare a quei tempi, quando la città doveva essere veramente bella e la successiva espansione potava essere gestita in altro modo.
    Ma questo non è possibile. E’ possibile però guardare al futuro con un altro atteggiamento che non sia solo improntato alla nostalgia.
    p.s.
    se nel 1901 i veneziani, invece di cedere alla nostalgia, avessero commissionato proprio a Basile la ricostruzione del campanile, nello stile contemporaneo dell’epoca e cioè il liberty, oggi forse avremmo un capolavoro, non una banale copia…

  23. Athon

    @se68
    Insisti nel sostenere che vorrei “fermare il tempo al periodo Liberty” e io ti riperto nuovamente che non è così. Credimi: mi piacerebbe anzi che Palermo si arricchisse di espressioni del linguaggio contemporaneo, che avrebbero l’effetto di stratificarla ancor di più e renderla ancora più bella e attrattiva. Questo però non esclude la ricostruzione di villa Deliella. Alla domanda “tu riesci a distinguere il pilone nord di porta felice da quello originario?” rispondo: no, non li distinguo. Questo perchè la ricostruzione è stata fatta egregiamente. Di sicuro oggi l’impatto visivo di Porta Felice non sarebbe lo stesso se mancasse uno dei piloni, per cui l’esito di quell’intervento è stato positivo.

  24. se68

    Athon,
    vedi, ormai anche nel restauro pittorico si tende a distinguere l’originale dall’intervento di restauro, proprio per non fare perdere valore alla parte preesistente. Il restauro o ricostruzione architettonica che prende in giro sul momento storico dell’intervento è profondamente sbagliato, non riconoscere qual’è il pilone originale di porta Felice non è corretto, ma tu insisti: Rivoglio Villa Deliella!, non rendendoti conto che sarebbe solo un ridicolo falso storico attuato per di più dopo 50 anni, in assenza della carica emotiva che ha fatto ricostruire subito per com’era-dov’era il pilone di porta felice o il campanile di san marco.
    Ma la rinascita di Palermo inizierà soltanto con la ricostruzione di un nuovo, importante, volume in quell’area che faccia sognare i palermitani e che cancelli la vergogna delle demolizioni del sacco.

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