Il percorso ciclabile di viale Venere

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E’ stato recentemente “rimodulato” il percorso ciclabile lungo viale Venere a Mondello. Esso rappresenta un semplice intervento, a basso costo  ma con 2 obiettivi: regolamentare la sosta lungo la via rendendo pienamente fruibilee libero  il percorco ciclabile (rispetto la sosta selvaggia precedente), e usare gli stessi stalli di sosta come deterrente affinchè possa essere limitata la velocità delle auto in zona.  Lo stesso percorso infatti si estende lungo viale dell’Olimpo, conosciuto alla cronaca per i tanti incidenti mortali.

Restringendo la carreggiata, è ben evidente come i  veicoli tendono a moderare la velocità. Un pò come il tratto di via E. Basile coi cordoli.

Tale modello potrebbe essere applicato in alcune strade “dentro” la città? Noi riteniamo di si.

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18 Thoughts to “Il percorso ciclabile di viale Venere”

  1. pepposki

    In molte città d’Italia e d’Europa viene utilizzata questa tecnica per creare piste ciclabili, risulta economica e sicura allo stesso tempo.
    Ora però bisognerebbe educare il palermitano a rispettare certe regole, ad esempio la nuova delimitazione degli stalli in via venere e viale dell’olimpo, spesso non viene rispettata. Non è evento raro vedere auto posteggiate sopra la pista ciclabile. Ma non è indisciplinato solamente l’automobilista, infatti sebbene esistano queste strutture, vengono snobbate dai ciclisti che preferiscono percorrere la carreggiata normale piuttosto che la pista ciclabile. Esiste qualche norma del codice della strada che obblighi il ciclista a percorrere le piste ciclabili, ove presenti?

  2. pepposki

    Sempre in zona Mondello…. bisognerebbe sistemare la pista ciclabile lungo via margherita di savoia (tratto tra piazza valdesi – semaforo via venere)….e nella medesima via anche le due corsie ciclo pedonali comprese tra il primo semaforo subito dopo la favorita ed il semaforo via venere. In alcuni tratti ci sono dislivelli causati dalle radici degli alberi e dall’assenza di manutenzione che rendono pericolose queste strutture sia per i podisti che i ciclisti

  3. trunk

    Provate a percorre questa “pista ciclabile”, molto stretta e pericolosa anche in considerazione dei tombini che si trovano lungo il percorso. La larghezza doveva essere il doppio. Chi la ideata non sa cosa significa andare su due ruote.

  4. Kalethers

    Mi trovo d’accordo con Trunk, non vado in bicicletta ma è evidente che se si sta in un margine, e quello lo è. si sta scomodi. E poi aggiungo, a primo impatto, percorrendo la strada con la macchina, devo ammettere di non aver gradito questo tipo di restringimento della carreggiata; non sono convinto che in urbanistica si risolve tutto disegnando 3 linee bianche sull’asfalto chiamandolo posteggio. In altre zone del mondo, compresa Italia, lo spazio usato per posteggiare è interamente ridipinto, ad esempio blu con strisce gialle o bianche, o rosso etc in modo tale da creare un forte contrasto con la carreggiata per il transito della macchine.
    Quello che hanno fatto in viale olimpo ha le caratteristiche di un rattoppo o di qualcosa di provvisorio. quando percorrevo la strada con la mia macchina ho pensato che, se mi fossi distratto, avrei potuto anche finire sopra a quelle macchine posteggiate in mezzo alla strada.

  5. huge

    Non esiste alcun obbligo per un ciclista a percorrere le piste ciclabili.
    Se si sposta lungo le normali corsie di marcia è assimilato a tutti gli altri utenti della strada e tenuto a rispettarne il codice.

    Piste ciclabili del genere a Palermo non funzioneranno mai per due semplici motivi.
    Uno, si troveranno sempre auto parcheggiate lungo le piste che costringeranno a fare entra ed esci dalla strada nel caso le si volesse percorrere, con tutti i rischi connessi. Due, e lo si vede anche nella foto, i bordi delle strade sono sempre stracolmi di rifiuti. Come ci si aspetta che la gente le usi?

  6. huge

    Riguardo alla larghezza, non condivido affatto le critiche. Non sono larghe, ma di dimensione sicuramente adeguata a poterle percorrere senza difficoltà e in sicurezza.

  7. SalvatoreB

    L’ho percorsa ieri interamente a partire dalla rotonda della coca cola fino a mondello e devo dire che rispetto agli altri anni non è cambiato molto, in molti tratti la pista è molto sporca e ci si deve spostare a pedalare in mezzo le macchine, in altri tratti i rami degli alberi sono bassi, in altri tratti le radici degli alberi hanno alzato l’asfalto, in altri poi gli automobilisti parcheggiano affiancati al marciapiedi. Vado molto in bici, rispetto all’anno scorso la situazione non è migliorata per niente

  8. V:E:N:D:E:T:T:A

    occore riasfaltare meglio il bordo spianandolo (magari facendo la pista colorata) ed al posto della linea gialla mettere i cordoli gialli. Se poi dite che è stretta e preferite usare la strada allora non vi lametate nel caso un’auto vi stiri a secco!

  9. Normanno

    IL problema non sono fare le piste ciclabili ,il problema è convincere i palermitani ad utilizzarle.Io passo ogni giorno per recarmi al lavoro in Via Fsco Crispi dll’ucciardone al foro italico,in due anni mai visto un palermitano in bicicletta.Ci vorrebbero delle inizative atte ad incentivare l’uso delle piste ciclabili .Per esempio due stazioni di affitto biciclette una a piazzaGiachery e l’altra al foro italico.

  10. Normanno

    Se quella pista ciclabile fosse stata fatta a ferrara ci sarebbe un flusso di biciclette continuo dal mattino alla sera.Si registringono le carreggiate se qualcuno usa le piste ciclabili bene ma se non le usa nessuno servono solo a rallentare il traffico

  11. Purtroppo questo lavoro non servirà a nulla perchè:

    – gli automobilisti continuano e continueranno a posteggiarsi sopra la pista facendo finta di non vedere le linee apposite per il posteggio.

    – i ciclisti non cammineranno dentro la pista perchè significherebbe fare un continuo slalom tra le macchine posteggiate sopra.

    – inoltre la pista si trova nel bordo della strada dove si accumulano sporcizie tra cui vetro, sterpaglie e innumerevoli scaffe e tombini che la rendono impraticabile.

    é inutile prenderci in giro, in una città con la cultura delle piste ciclabili funzionerebbe la semplice striscia con un poco di manutenzione,
    a Palermo no!
    Sono strisce tanto per riciclare denaro sporco, speculare e dire che fanno qualcosa. In una città come la nostra con due strisce non concludi niente. La pista ciclabile deve essere senza scaffe, senza immondizia, senza macchine posteggiate sopra, con delimitazioni ben visibili e con meno polizia corrotta che non fa le multe. Dopo qualche giorno di multe voglio vedere chi farà finta di non vedere la pista

  12. huge

    A Palermo chi usa la bici è considerato un marziano.
    Bisognerebbe seriamente considerare l’istituzione di un servizio di noleggio bici così come sta avvenendo in molte città europee. Più bici ci sono in giro più la gente è invogliata a usarla.

    Prendo spunto da quanto fatto a Londra. Sistema che potrebbe tranquillamente essere adottato anche a Palermo.
    Qui lo schema è stato inaugurato l’estate scorsa. Nel centro città, più o meno l’intera area corrispondente alla Zona 1, sono state installate alcune centinaia di stazioni per il noleggio (docking stations), 315 per l’esattezza, in modo da coprire piuttosto uniformemente l’intera area.
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/46/BorisBikes.jpg
    Le bici possono essere noleggiate gratuitamente per la prima mezz’ora, s’inizia a pagare solo utilizzandole per più di trenta minuti consecutivi con tariffe via via sempre più care. Le si può prendere in una qualunque stazione e lasciare in un’altra.
    Presso ogni docking station è presente una colonnina con tutte le info necessarie e con il dispositivo per poter pagare o accedere al servizio mediante carta di credito/debito.

    Ora non so se quello implementato a Londra sia il sistema migliore, soprattutto per chi lo gestisce. La prima mezz’ora gratuita implica un basso rendimento a fronte di costi piuttosto alti (lo schema si prevede costerà intorno ai £140milioni nei primi 6 anni, 25 dei quali sponsorizzati dalla Barclays).
    Quel che è certo è che lo schema ha avuto un successo ampio.
    Molte docking station sono spesso vuote, segno che tutte le bici sono state noleggiate e in giro si vedono davvero tante persone farne uso.

    A Palermo si potrebbe pensare a uno schema del genere in centro città, quindi per spostamenti piuttosto brevi, accompagnando l’iniziativa con la realizzazione di una griglia di piste ciclabili che copra l’area interessata.
    Piste ciclabili sul modello di via Venere, ma con un po’ più d’attenzione, colorando l’asfalto di un colore che risalti e separi nettamente la pista dal resto della carreggiata e auspicando (sempre) costanti controlli della municipale per mantenerle sgombre da auto parcheggiate.

  13. Otto Mohr

    Una cosa è dire che l’asfalto è in molti punti rigonfiato per la presenza delle radici degli alberi, che ci sono rifiuti ai bordi della carreggiata, che le auto si parcheggiano sulla pista, ma dire che la pista ciclabile è troppo stretta e che le auto parcheggiate negli stalli ora danno ingombro ce ne vuole… Quando queste identiche piste vengono da noi viste fuori da Palermo sono belle e funzionali, qua sono pericolose e inutili.
    La configurazione della strada questa deve essere, ma ovviamente ci deve essere molta più manutenzione della stessa.

  14. lorenzo80

    Avevo già visto queste strisce già da qualche settimana e io, essendo un utilizzatore abituale della bici per i miei spostamenti quotidiani, tengo parecchio a queste iniziative. A prima vista ero contento pensando che finalmente qualcosa si muove, poi guardando con attenzione mi sono venuti i seguenti dubbi:

    – Lo spazio riservato al passaggio del ciclista non è certo generoso, ma tutto sommato sufficiente, anche se limita la velocità raggiungibile in sicurezza. Ricordiamoci che in un tratto con un minimo di discesa, un buon allenamento e una bici decente non è difficile raggiungere anche i 40-45 km/h.

    – Ancora una volta ci si illude che il palermitano tenga conto della striscia gialla e non la invada. Lo dico e lo ripeto: le piste ciclabili devono essere protette da mezzi FISICI, il cordolo è ancora poco, in quanto facilmente scavalcabile, ci vogliono almeno dei paletti di acciaio posti e non più di 2 metri di distanza l’uno dall’altro, o anche delle ringhiere, come in via Francesco Crispi: http://www.pisteciclabilipa.altervista.org/francescocrispi1.jpg

    – Non mi stupirei (specialmente in quella zona) di vederle invase da qualche malacarne con lo scooter…

    Riguardo all’uso della bici a Palermo, da utilizzatore quotidiano posso dire di non essere l’unico. Nel tragitto casa-ufficio, specialmente col bel tempo, ho sempre visto altri ciclisti, anche se ovviamente siamo lontani anni luce da città come Bologna per esempio. Prova ne è che all’ultima Selle di Stelle che si è tenuta mercoledì scorso eravamo oltre 1000 persone… Di sicuro ci vuole qualcosa che incentivi all’utilizzo e soprattutto un cambio di mentalità che non faccia vedere il ciclista urbano come lo sfigato della situazione, magari mentre lui arriva subito in fondo alla fila di macchine in cui sono tutti bloccati a pensare quanto è sfigato! 😀 E il prezzo della benzina (a me a volte un pieno mi è durato due mesi) e la difficoltà di parcheggio penso siano un buon incentivo per iniziare!

  15. Luca

    Mi permetto di dissentire da moltei commenti.
    Anzitutto la segnaletica stradale aiuta eccome la fluidita’ del traffico, e di sicuro spinge le persone a rispettare quantomeno la carreggiata su cui si viaggia.
    Si possono educare i palermitani anche in questo mondo, soprattutto facendo notare le infrazioni in fragranza …
    Vivo all’estero e le piste spesso sono come quelle riportate nelle foto. Certo, molto spesso sono sui marciapiedi, ma alla fine il concetto non cambia.
    Esiste sempre losprovveduto che ti apre lo sportello e tipuo’ causare danni.
    Infine credo che le piste ciclabili su strada possono migliorare la viabilita’ delle auto e incentivare le persone alla prudenza e ad evitare soste pericolose.
    Il tutto sempre che la gente usi questabenedetta bici…

  16. Metropolitano

    Perchè abbia successo, bisogna che questa corsia ciclabile istituita sia percorsa frequentemente dai ciclisti, anzichè come giustamente qualcuno ribadisce che snobbano o ignorano i percorsi preferenziali ed i ciclisti “preferiscono” strada normale. E poi, controlli SEVERISSIMI se ciascuno sia nel proprio percorso e sulle eventuali soste selvagge (se non chiedo troppo).
    Tali soste avvengono anche nella traversa privata a senso unico della via Rapisardi (quella che conduce dal carrozziere al ristorante Asia passante per l’istituto Gravina); lì c’è un mancato itinerario ciclabile indicato con tanto di cartelli alle estremità della strada, perchè ivi parcheggiano gli inquilini di quella strada. Inoltre gli scivoli della tratta ciclabile di via Pecoraro Lombardo (sede del Dopolavoro Ferroviario e di PalermoCiclabile) sono sempre occupati da automobili.

  17. korovamilk

    Le piste ciclabili vanno usate SEMPRE.Lo dice anche l’Art. 182 Codice della Strada in materia di Circolazione dei velocipedi (comma 9):
    I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento.

    Cari amici ciclisti che, come me, utilizzate la bici quotidianamente per andare a lavorare, fare commissioni, tenervi in forma, ecc, vi chiedo di usare sempre e comunque le piste ciclabili: a fronte della totale inadeguatezza delle istituzioni cittadine e dei controlli (inesistenti) da parte della polizia municipale, dobbiamo essere NOI ad educare l’automobilista, utilizzando le piste , scampanellando o bussando al finestrino di chi parcheggia sulla pista ostruendo il passaggio. Prendiamoci la visibilità di cui abbiamo bisogno per non essere stirati sotto!
    Ben vengano le iniziative, anche di grande successo, come “selle di stelle”, ma la vera azione rivoluzionaria di cui ha bisogno questa città è riempire queste benedette piste ciclabili, costringere il palermitano medio a cercare parcheggio altrove, tempestare la polizia municipale di chiamate quando troviamo la pista occupata (e se vi mandano a quel paese fate presente che l’omissione di atti di ufficio è reato penale).
    Io ogni giorno combatto questa piccola battaglia, e sorrido di soddisfazione ogni qualvolta informo l’automobilista “distratto” che quella sulla quale stava parcheggiando è la NOSTRA pista ciclabile, e lo costringo a togliersi per farmi passare 🙂

  18. guidonzolo

    Io abito in via libertà, mi dite come posso fare ad arrivare alla stazione notarbartolo in bici e in tutta sicurezza?
    Prendo la pista ciclabile di mondello o quella della cala?

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