Palermo, città da primi piani

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Questa foto è stata scattata in via Silvio Boccone, una piccola stradina che costeggia la stazione centrale. Siamo a due passi da una delle principali porte d’accesso alla città, e questo è lo spettacolo che ci si ritrova. E’ vero, è una foto come tante altre che abbiamo pubblicato in passato, ma vorrei approfittarne questa volta per fare alcuni ragionamenti.



Palermo è una città ricca di contrasti: storici, architettonici, sociali, etc. La nostra storia è invidiabile; siamo una delle città che ha avuto più dominazioni in assoluto durante la sua lunga vita. Da noi hanno avuto luogo le più antiche civiltà e ogni poro di questo tessuto urbano trasuda di cultura, arte, storia e folklore. La posizione di Palermo è sempre stata strategica all’interno del bacino del Mediterraneo e il clima favorevole costituisce un valore aggiunto. Siamo la città dalle risorse infinite, siamo soprattutto quella delle risorse sprecate. A fronte di un così illustre passato, viene da chiedersi come sia possibile essersi ridotti così.

La cosa che mi ha incuriosito e allo stesso tempo rammaricato, riguarda il fatto che Palermo stia diventando sempre di più una città da “primi piani”. Mi spiego, vi capita mai di osservare i turisti? Beh, io lo faccio; lo faccio per tenere sotto controllo il livello di imbarazzo nella mia mente, un po’ come si fa con le auto per il cambio dell’olio. La cosa che ho notato è che i turisti che visitano la città sempre più spesso si portano a casa primi piani: particolari di qualche palazzo storico, ritagli di vicoletti nascosti, statue, e così via. Casualità? Probabile. Questo però ha fatto scattare in me un ragionamento. Palermo è una città dove il “brutto” è sempre più invadente; per usare una metafora, si potrebbe dire che c’è una metastasi della cultura del brutto. Il primo piano è quel piccolo angolo dove il bello ancora sopravvive.

Come un vero e proprio cancro, le oscenità e le aberrazioni stanno attanagliando ogni cellula, senza che neanche riusciamo ad accorgercene. Tutto sta diventando brutto: l’immondizia per le strade, la puzza acre di smog e rifiuti che sovrasta quella più caratteristica del cibo arrostito per strada, i negozi che tengono le loro vetrine come dei magazzini all’ingrosso rovinando il decoro delle strade, le macchine posteggiate ovunque capiti, i rumori di clacson che tempestano continuamente i neuroni senza regalare un attimo di tregua, le erbacce incolte al posto dei prati curati, la maleducazione e l’inciviltà sempre più crescente dei palermitani, la rassegnazione e l’accettazione di questa realtà invivibile, che non può neanche più essere definita civiltà…

Ecco quindi che viene da chiedersi dove siano i palermitani, quelli veri. Tutto il bello di questa città sembra essere stato seppellito. Palermo si difende dalle spire dei suoi cittadini, e lo fa attraverso quei primi piani che ancora sopravvivono nonostante tutto. Arriverà però il punto in cui il brutto prevarrà su tutto, e anche quel po’ di bello che continua a resistere ci verrà strappato via, senza alcuna possibilità di averlo restituito.

Dove sono i palermitani? La città sembra colonizzata da un esercito di barbari che succhia linfa vitale dal suo tessuto, senza neanche rendersi conto di quanta storia, cultura e arte risiedano dietro questa coltre di fumo. Il passato è l’ultima cosa che ci è rimasta, in una città che oggi non offre alcun presente e, di questo passo, alcun futuro; se perdiamo il nostro passato, perderemo per sempre noi stessi.

Una volta una mia amica definì Palermo, in un modo forse poco elegante ma che rende l’idea, come una put**na che non ama i suoi figli. Forse è l’esatto contrario. Spesso l’orgoglio d’appartenenza a questa città è legato a tre sole cose: il calcio, il cibo, il clima. Beh, io penso che se non si riescono a trovare ulteriori ragioni per vivere in questa città, sia arrivato il momento di chiedersi che cosa stiamo facendo e dove stiamo andando a finire. Io voglio una città dove la cultura dei suoi abitanti vada oltre un panino con le panelle o una maglia rosa nero. Io voglio una città dove i palermitani tifino Palermo e non solo “u Paliemmu”. Voglio soprattutto una città dove le persone che valgono, e che condividono quanto io stia scrivendo, sentano il DOVERE morale di agire in prima persona per imporre un cambiamento reale, che vada oltre le solite lagne.

Questa città ci appartiene e siamo noi a dover riprendercela: che sia attraverso iniziative, partecipazione, voto amministrativo, proposte, denunce e quant’altro. Forse è arrivato il momento di smettere d’accettare tutto questo e capire una volta per tutte che la maggioranza siamo noi e che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è il coraggio di conquistarci quello che ci spetta di diritto. Non bisogna farlo guardando al risultato finale, ma guardando prima di tutto a noi stessi perché, citando una frase a me cara: “non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”

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13 Thoughts to “Palermo, città da primi piani”

  1. Dopo la partita di domenica, piazza Castelnuovo sembrava la quinta vasca di Bellolampo. Quando dicono di “amare” Palermo mi viene da ridere; nemmeno di accorgono di essere interessati solo al Palermo calcio e della città vera e propria non gliene frega una emerita mazza. Altro che riscatto della città, sembra il risalto dell’ipocrisia. Queste folle oceaniche dovrebbero indignarsi per cose più serie!

  2. Andrea Bernasconi

    E’ un articolo che riassume perfettamente il mio punto di vista sulla situazione attuale. Purtroppo il palermitano del 2011 non ricorda il suo passato. il lavaggio del cervello, dall’ultimo dopoguerra in poi, causato da politiche assistenziali e altro, ha accellerato il declino della città (avvenuto dall’unità di italia in poi, ahimè) e ha prodotto più generazioni che, camminando per le vie della loro città, non si accorgono nemmeno di quello che soltanto l’architettura cerca di suggerire, ovvero che non siamo SEMPRE stati così…

  3. Fulippo1

    Anche io la penso così, dove andemmo a finire? ……..e chi lo sà…

    Ammesso che si provi a recuperare quello che è stato fatto fino ad ora a Palermo, ci vorranno 20 anni prima che tutto torni in ordine, ma ora come ora tutto pare impossibile, le nefandezze che vengono giornalmente compiute fanno perdere ogni speranza.

    L’unica domanda che mi viene in mente è… fanno più schifo i palermitani che commettono ciò o fa più schifo la classe politica e dirigenziale palermitana?

    A questa domanda non sono mai riuscito a porre una valida risposta.

  4. huge

    @antony77, dopo un evento come quello di domenica, qualunque piazza al mondo sarebbe ridotta a un letamaio… il punto è che nel resto del mondo ciò accade solo in queste particolari occasioni e a evento finito trovi già una squadra di spazzini pronta a ripulire tutto. A Palermo scene simili le trovi quotidianamente e nessuno si preoccupa di restituire un minimo di decoro alla città.

  5. @huge, in una città normale la gente non getta le bottiglie in mezzo la stada o cumulate sotto i marciapiedi.
    A pochi passi, dei cestini erano vuoti….

  6. massimo-lg

    ecco perché molte aree in città, soprattutto dove sono posizionati i cassonetti della raccolta rifiuti, sono diventate piccole discariche abusive di rifiuti ingombranti (mobilio, elettrodomestici, ecc):

    Atto integrativo igiene ambientale 2010 al contratto di servizio tra Comune e Amia Spa stipulato in data 30.11.2001

    Art. 3 comma 9: Rifiuti ingombranti.
    Sarà garantito solo il ritiro presso postazioni mobili che saranno attivate in più punti della città (almeno otto, una per ogni circoscrizione territoriale di Palermo).

    In questo comma dell’art.3 dell’atto integrativo al contratto di servizio tra Comune e Amia sta tutta la drammatica realtà delle numerose discariche a cielo aperto a Palermo, disseminate ovunque, a cominciare dai luoghi dove sono posizionati i cassonetti della raccolta indifferenziata.
    Non sono 100 o 120 le discariche di rifiuti ingombranti in città, come spesso si sente a Ditelo a RGS o come si legge nei giornali, ma sono diverse e diverse centinaia.
    Ogni cassonetto per la raccolta indifferenziata dei rifiuti diventa luogo di deposito selvaggio di divani, frigoriferi, sedie e scalda acqua elettrici fuori uso.
    Un servizio che quando gestito dall’AMIA con la modalità porta a porta su appuntamento fissato con il cittadino, funzionava benissimo e non produceva queste discariche.
    Quando un servizio funziona e produce risultati positivi in questa città, lo si elimina.
    Chi ha firmato quell’atto integrativo al contratto di servizio con l’AMIA è responsabile del mutamento delle abitudini nella nostra città. Doveva certamente immaginare che i palermitani non sono svizzeri e quindi non tutti utilizzeranno l’automobile per fare diversi km e depositare il rifiuto ingombrante presso Piazzale Giotto o le altre due postazioni fisse per il conferimento settimanale degli ingombranti. Doveva immaginare che in città si sarebbero venuti a creare questi enormi problemi di igiene urbana.
    Sarebbe meglio se questo servizio porta a porta del prelievo degli ingombranti fosse ripristinato.
    Che il Comune si responsabilizzi seriamente e ripristini l’essenziale servizio di raccolta degli ingombranti porta a porta su appuntamento.

  7. Luca

    Questo pezzo e’ da incorniciare! Complimenti!
    Traduce in modo quasi perfetto il pensiero di tantissimi frequentatori di questo blog, che ahime’ sono pochissimi rispetto alla marmaglia che rende questa citta’ quello che e’ oggi: “una metastasi della cultura del brutto”, che a mio modesto parere ormai e’ parte integrante della Palermo odierna.

    Pochi scatti fatti ovunque in questa un tempo meravigliosa citta’ mostrano solo degrado, e soprattutto le brutture di una cementificazione scriteriata che ha cancellato profumi di gelsomino e zagara e li ha sostituiti con smog e odori di discariche abusive.

    Ultima considerazione personale: come scritto nel primo commento a questo post, i Palermitani sono soprattutto, e non vi offendete ma e’ cosi’, quelli che “hanno ridotto Piazza Castelnuovo nella quinta vasca di Bellolampo”.
    Ecco perche’ credo che Palermo sia senza speranza!

  8. Sara Pantara

    La “giustificazione” di Huge è al limite….dell’impossibile… 😉 qui ci vuole un medico… ma uno BRAVO…

  9. alex72

    Io mi sono sempre chiesto: Perchè nelle altre città italiane, soprattutto del nord, la legalità viene sempre messa in primo piano, mentre a Palermo la legalità è soltanto un optional? Perchè nelle altre città italiane il rispetto per l’ambiente e il decoro urbano vengono prima di tutto, mentre a Palermo i cittadini sembrano quasi fregarsene di quello che succede fuori dalla propria casa? Perchè devono esistere queste differenze così evidenti ? Si dirà che qui c’è la mafia, la criminalità organizzata, la delinquenza, la disoccupazione, il malgoverno, ecc. E’ vero tutto questo, ma è anche vero secondo me che è intriseco nella mentalità del palermitano e del siciliano in genere il menefreghismo assoluto riguardo a tutto ciò che non interessa personalmente, e che non rientra nel proprio ambito.
    Se ognuno di noi facesse un piccolo gesto di civiltà e generosità verso questa nostra martoriata città, Palermo sarebbe un gioiello invidiato da tutti….

  10. grillo79

    Concordo pienamente con l’analisi della situazione “attuale” di questa Città fatta da Blackmorpheus, forse un po meno con l’idea che nel passato questa stessa Città – o quantomeno i suoi abitanti – fosse differente nei comportamenti. Mi spiego. Fino agli inizi del secolo scorso si buttavano dalla finestra i propri escrementi, direttamente dal famoso “cantarano”, così come si lasciava il proprio cavallo fare i bisogni a terra o “parcheggiato”, con carretto, dove capitava. I rifiuti, sicuramente inferiori quantitativamente ad oggi, ma a volte anche più pericolosi, venivano comunque buttati a mare o bruciati. I monumenti ed i magnifici palazzi appartenevano alla nobiltà e come tali da loro curati, la maggior parte del popolo viveva comunque in case prive di qualsiasi sicurezza ed igiene come oggi esattamente intendiamo…I fiumi Kemonia e Papireto (che per loro natura erano i recapiti di tutti gli scarichi della città, rappresentando un perenne pericolo igienico) furono deviati ed interrati proprio per evitare le continue inondazioni di acque putride tra le vie cittadine con conseguenze per la salute dei cittadini. Pensando poi ad usanze radicate – come quella di lasciare la munnizza a terra dopo gli eventi – basta pensare a quanto continua ad essere abbandonato nei mercati storici alla fine della giornata, soppesando i ratti che banchettano tra lattuga e scarti…
    Insomma, potrei continuare con esempi che servirebbero solo per farci “piangere con un occhio” pensando alla situazione attuale, ma è ovvio anche per me che lo status quo non è assolutamente accettabile dati i passi avanti fatti – almeno in alcune zone – del paese – su problemi di vivibilità cittadina.
    Palermo può tornare a profumare di zagara e stigghiole solo:
    – riducendo al minimo indispensabile l’uso dei mezzi a motore – diciamo che non dovremmo avere in città più di 1 auto ogni 5 abitanti (http://www.cittainbici.it/notizie/235-auto-e-bici-per-abitante-in-italia-e-in-europa.html) contro le 6 su 10 di oggi, ed usarle solo in casi “vitali”…
    – realizzare la Strategia Rifiuti Zero – http://it.wikipedia.org/wiki/Zero_Waste – che hanno realizzato in città come Chicago, mica in periferie europee…
    – aumentare la cultura civica diffusa attraverso buone pratiche, comitati di quartiere, associazioni etc etc – ovviamente avendo amministratori degni di questo nome che mettano in gioco anche l’autorità comunale

    Questo almeno per cominciare…

    saluti a tutti

  11. Orazio

    Che Palermo sia una latrina popolata da troppi uomini-cloaca è chiaro a tutti ma non serve più di tanto ribadirlo.
    Tanto per essere concreti, potremmo pretendere la defenestrazione dei vertici dell’AMIA e della polizia municipale, vista la totale inadeguatezza dei controlli sul deposito e la raccolta dei rifiuti, differenziati e non.

  12. Irexia

    Orazio sono perfettamente d’accordo con te: defenestrazione! A Praga nessuno dei defenestrati morì per questo, sotto la finestra c’era del letame fresco fresco ad attenderli! 😀
    Non credo che Palermo sia senza speranza, basta guardare Napoli, ha avuto uno scatto d’orgoglio e ha deciso di voltare pagina: speriamo che dia buoni frutti! E basta fare attenzione alle parole di mr.B. a Milano per far votare il sindaco usciente (e uscito): ha detto che l’attuale sindaco avrebbe fatto costruire baracche abusive ai rom, mentre a Napoli, per sostenere il suo candidato, ha promesso di non abbattere gli edifici abusivi! Due pesi e due misure: al nord il bello, il giusto e il bene; al sud il brutto, lo sporco e l’illegale!
    Direi che dovremmo smetterla di non darci speranze: nessuno può fare sollevare la NOSTRA città se non NOI STESSI!
    Ricordiamoci di tutto lo schifo che abbiamo visto, vissuto e subìto il giorno in cui dovremo votare il nostro amministratore!
    Mi auguro che per allora gli utenti di questo sito vogliano riunirsi per redigere un programma delle cose necessarie per questa città e che dobbiamo pretendere dai candidati!
    Come disse un mio amico: “non è che loro (gli incivili) sono di più, è soltanto che fanno più rumore!”
    Smettere di lottare è già perdere!

  13. Irexia

    Ehm… non “usciente”, ma “uscente”… Pardon!

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