Fra ritardi bus e biglietti irreperibili

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Una preziosa testimonianza, ma probabilmente sono episodi in cui molti di noi si imbattono settimanalmente circa i ritardi di alcune linee (in periferia soprattutto) unita in certe occasioni alla difficile reperibilità di biglietti bus.

Negli scorsi mesi mi sono trovato “costretto” a dover usufruire dei mezzi pubblici panormiti. Le esperienze passate, per quanto sporadiche, mi avevano già messo addosso tensione e sudori freddi: “da Partanna-Mondello a Viale delle Scienze…  dovrò portarmi il sacco a pelo o basterà solo un pranzo a sacco???”.
“Suvvia – mi sono detto – non posso farmi prendere dai classici pregiudizi”.

E così, dopo i primi timori, ho fatto il pieno di coraggio, di musica nell’Ipod e mi sono fiondato verso Mondello, luogo più vicino dove prendere un mezzo per il centro.

Il primo giorno arrivo nei pressi della piazza di Mondello verso ora di pranzo e vado in cerca del (prezioso) tagliando: tabacchi chiusi ed edicola sprovvista: “Poco male”, penso, tanto adesso il ticket si può comprare anche a bordo. Dopo un attesa non eccessiva e comunque inferiore alle aspettative (sebbene nel palo non ci fosse scritta nessuna informazione sulla frequenza), arriva il “mitico” 806. Salgo il gradino contento e con un sorriso beota stampato in faccia mi avvicino all’autista e chiedo IL biglietto: l’autista, senza staccare le mani dall’enorme volante mi guarda con un espressione inenarrabile e riparte praticamente senza darmi spiegazioni. Ma non ce n’era di bisogno: il rubicondo viso dell’autista era stato più che esaustivo…
 A quel punto riprendono le palpitazioni e i sudori freddi, causati dalla mancanza del biglietto. Attaccato alla bussola, penso e ripenso ad eventuali scuse, vie di fuga o piani alternativi in stile Mandrake sul treno Napoli – Roma…  Per fortuna (ma più tardi spiegherò che non si è trattato solo di Fattore “C”) arrivo al Politeama e con un sospiro di sollievo scendo dal bus. Compro così il tanto desiderato biglietto e soddisfatto e rilassato mi metto in attesa del 106 che mi porti nei pressi di P.zza Principe di Camporeale.
Dopo 20 minuti e l’evidente nervosismo  che sale tra i molti in attesa, ripenso alle parole del mio compagno delle medie Rispetti, noto in tutta la scuola per la leggenda che lo raccontava come abitante all’interno degli autobus palermitani: “A cientosei e a cientouno ci su siempre, su l’unici boni m’paliemmo. UN PO PIEIDDERE” . Rinfrancato da quel ricordo quasi ancestrale, decido di continuare ad aspettare. 20,30,40 minuti e il nulla. Non ho più forza e voglia d’aspettare e decido di incamminarmi a piedi insieme ad altri 2 ragazzotti. Del resto la giovane età e la vigoria sono dalla nostra e ci permettono di poter fare qualche km a piedi. Finalmente, non senza qualche patema, arrivo dove previsto.  Totale: dalla Piazza di Mondello a Piazza Principe di Camporeale 1h e 45 minuti, con il rischio di una multa e quasi 2 km a piedi. Come inizio non c’è male… “Sarà stato un caso” penso e spero. Il non voler demordere e il fatto di non aver alternative mi portano alla conclusione di dover riprovare. Per non tediarvi invio in maniera più sintetica le altre esperienze esilaranti, assurde o desolanti vissute in quei pochi ma intensi giorni vissuti sull’autobus.

645: 1h20m di attesa alla fermata, nonostante la frequenza (segnata su un adesivo posto sul palo a circa 4 metri di altezza e in caratteri minuscoli) l’autista non sa spiegarmi i motivi del ritardo e si innervosisce quando continuo a pretendere spiegazioni. Sai com’è, lui sta lavorando e non vuole essere disturbato: io invece sono un nullafacente e gli autobus li prendo solo per lamentarmi con l’autista di turno.

645 bis: Durante la corsa, l’autista incontra un signore che fa jogging: considerato che eravamo solo in 2 nel bus, non trova meglio che affiancarsi allo sportivo e fare un bel po’ di strada parlando con lui. E’ vero che la corsa fa bene, ma almeno scendi dal bus, amico mio…

645 ter: Piazza di Partanna, traffico e macchine in doppia fila bloccano l’autobus. L’autista spegne il motore e si accende una sigaretta, creando una nube all’interno del mezzo degna delle migliori comiche televisive.

645 quater: ultima corsa (quasi mezzanotte), un ragazzo è a neanche 10 metri distante dalla fermata e di corsa allunga il braccio per chiamare l’autobus. L’autista se ne frega altamente e continua la sua corsa, lasciando il malcapitato a piedi. E’ vero essere ligi alle regole, però…

603: Via Ammiraglio Rizzo. D’un tratto il bus si ferma in mezzo alla strada e dal buio spunta una signora con un caffè in mano. L’autista apre la bussola, la signora entra, porge il caffè, due sorsi, 4 chiacchiere e si riparte. Per fortuna il pit-stop caffè è stato abbastanza breve.

101: Più di una volta l’autobus è stato costretto a cambiare rotta (tipo prendere via Roma invece di via Maqueda) a causa dei cortei e delle manifestazioni. Con conseguenti pesanti ritardi e tratti di strada a piedi.

107: Più di un ora di attesa alla fermata di via Roma, quando la frequenza dovrebbe essere di circa 10 minuti. E anche stavolta nessuna spiegazione.

Cosa ho visto: autobus sporchi in maniera indecente, maleodoranti e spesso guasti, lasciati ore in mezzo alla strada. Sorpassi a macchine o addirittura altri autobus  e velocità ben oltre i limiti (in favorita siamo riusciti a toccare 90 km/h), con la gente avvinghiata ai corrimano e ai pali con facce un tantino preoccupate.

Cosa non ho visto: cortesia, informazioni, chiarezza. E non ho visto i controllori: si, proprio loro. Sarò stato particolarmente sfortunato o trattasi di pura coincidenza, ma in quasi un mese a bordo degli autobus (almeno 2 corse al giorno),  non li ho mai visti.

Cosa ho scoperto: ho scoperto che fare i biglietti è veramente difficile, persino ai botteghini AMAT, dove per ben due volte (in orario serale) mi è stato detto che non avevano ticket.

Ognuno è libero di trarre le conclusioni che vuole: vi assicuro che non c’è nulla di inventato o romanzato e chi viaggia costantemente sui mezzi pubblici può confermarlo. Io ho tratto la seguente conclusione: userò sempre il mio mezzo e non ho problemi a dirlo. E’ vero, il lavoro non l’ho e il tempo libero non mi manca… ma 2h20m per arrivare sino a Viale delle Scienze sono troppi anche per un fancazzista!

 

Sono sicuramente situazioni in cui molti di noi si imbattono settimanalmente.Vedremo però se il problema sulla reperibilità dei biglietti sarà colmato in buona parte con il test-sms che da mercoled’ molti di noi si avvieranno a provare.Sulla carenza di vetture…tempi certamente più lunghi.L’Amat ha annunciato l’acquisto di 100 nuove vetture ma che probabilmente, considerando i tempi fra appalto, aggiudicazione e consegna, potremo vedere da Dicembre in poi. Ma il piano sulla nuova rete? Vedremo..

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17 Thoughts to “Fra ritardi bus e biglietti irreperibili”

  1. ahah…segnalazione davvero ironica e a tratti esilerante! Purtroppo di fondo ci sta una realtà un po’ più triste. Speriamo che AMAT trovi il modo di risolvere questo genere di problemi. Il biglietto via sms può essere una valida alternativa, vedremo i riscontri

  2. L’anarchia degli autisti sta tra l’inverosimile e il comico: anche a me è capitato di essere solo con l’autista che tutto a un tratto si ferma e mi lascia solo nella vettura ACCESA, per andarsi a comprare un panino.
    Potevo benissimo scappare con la vettura, andarmi ad ammazzare, uccidere pedoni, vandalizzare la vettura….. incredibile.

    Io sarei pure per la tolleranza di certi ritardi, ma la scortesia verso il fruitore del servizio (e del disagio) proprio non la ammetto.
    Perchè oramai sembra che tutti i disagi sono DOVUTI, e nessuno può più lamentarsi perchè “E’ COSI’!”

  3. civispanormitanus

    La mancanza di cortesia è dovuta al trattamento che l’azienda ha riservato ai propri dipendenti, come se non dovessero niente a nessuno, anzi magari dovrebbero pure essere pagati di più e fare di meno…al riguardo continuo a sostenere l’idea che bisogna applicare una politica manageriale nella gestione del pubblico servizio che porti un maggiore rigore al fine di migliorare l’efficienza del servizio in tutte le sue sfaccettature e, anche se per principio sono sfavorevole, una soluzione potrebbe essere privatizzare il trasporto pubblico.

  4. stay_acid

    leggendo il tuo articolo mi è tornata in mente quella volta alla periferia di Londra, quando il bus passò col giallo e due poliziotti in moto ci inseguirono a sirene spiegate per consegnare all’autista la sua multa, che lui prese senza tante storie e in 3 minuti era tutto finito, o di quella volta a Galway, quando alle 13,35 ci presentammo a prendere un pullman che partiva alle 13,35 e dovemmo pregare l’autista di farci salire, che ci costrinse poi a viaggiare con le valigie sulle ginocchia perchè non poteva aprire il portabagagli facendo ritardare ULTERIORMENTE la corsa.

    Qui servirebbe qualche lincenziamento di tanto in tanto. Un pò di pepe al culo di coloro che pensano (legittimamente, visto come stanno le cose) che una volta entrato, ammenochè non la fai vero grossa, non ti butta fuori nessuno…e non parlo solo di Amat, ma di tutto quello che è il pubblico impiego in sicilia.

  5. Anch’io voglio condividere con voi la mia esperienza. Anche se di solito vado a piedi qualche tempo fa ho avuto a che fare con l’AMAT.
    Io abito vicino alla stazione centrale e qualche tempo per qualche giorno sono dovuto andare all’ospedale Ingrassia (alla fine di C.so calatafimi quasi a Monreale) perchè avevo un parente ricoverato. i primi due giorni ho preso “i mezzi”. In entrambi i primi due giorni mi sono sorpreso del c*** che ho avuto a trovare il 109 (che ancora arrivava a P.za indipendenza) subito alla prima fermata di C.so Tukory, e in entrambi i due giorni mi sono sorpreso ancora di più di quanto c*** ho avuto a trovare il 389 pronto a piazza indipendenza. L’orario era tra le 17 e le 18, ovvero subito prima dell’orario visite in Ospedale. In totale, nonostante abbia avuto la fortuna sfacciata di non aspettare un granchè alle fermate, tra traffico, auto in doppia fila, gente che urla “E UN MINUTOOOO, QUA AL TABACCHINO EROOO!!”, bambini che portano caffè al passaggio ai conducenti, il tragitto l’ho percorso in un’ora e mezza.
    Il terzo ed ultimo giorno ho provato a fare lo stesso tragitto (5,5 Km circa) a piedi. Sono un pazzo lo so… beh, ci sono stato un’ora e un quarto!!!
    Mi chiedo a questo punto, quanto sia discriminante l’uso dei mezzi, pubblici e non, quando il tempo di spostamento è prossimo (se non addirittura di più) dell’andare a piedi…

  6. pinowolf

    quoto giosafat…ankio penso che a volte si fa prima ad andare a piedi…che tristezza

  7. Orazio

    Io mi muovo spesso in bus e mi pare che se non ci si da verso non si ottengono risultati: cioè, non ostinarsi ad aspettare il bus giusto, ma intanto fare strada con quello che c’è. Qualcosa succederà. Certo, non è da città civile però.

    Quanto alle vetture, sono semplicemente lerce non solo per il vandalismo ma anche perchè semplicemente non le puliscono. Mai. Semplice.

  8. Orazio

    Quanto ai tagliandi consiglio la mazzetta da 20 al costo di 19 €, se si trovano ovviamente, rari pure al box in via Libertà. Si risparmia un bel pò e non ne mancano mai.

  9. caudino

    non so se se ridere o piangere… poi ci vengono a parlare di usare i mezzi pubblici!
    Ma va va..

  10. MAQVEDA

    A me è successo più di una volta, che ad orari serali, o sul 101 o sul 104 l’autista si fermasse di botto davanti il teatro Massimo (in corrispondenza della fermata, i cose giuste) per fiondarsi senza una spiegazione giù dal bus, perchè doveva comprare le sigarette da Ribaudo. Almeno hanno avuto la certesia di scusarsi per la sosta inaspettatamente prolungata…

  11. Giusy

    Sarò una voce fuori dal coro, ma voglio spezzare una lancia a favore di quella parte di autisti che svolge il prorio lavoro seriamente:

    1) Che c’è di male se si fermano in un panificio a comprare un panino per la loro pausa pranzo o cena? Arrivano al capolinea e hanno a disposizione solo 10 min per poi ripartire. In questi 10 min devono comprare il pranzo, mangiare, andare in bagno e passare dalla cabina per farsi accertare l’orario di arrivo. Meglio che “perdano” due min a comprare il panino piuttosto che stare in un bar dove potrebbero imbattersi in chiacchere con altri colleghi e perdere più tempo!!!

    2) Chiedete che gli autisti siano gentili e cortesi, richiesta legittima, ma se i primi a non esserlo sono proprio i passeggeri!!! Ho visto di autisti che si
    fermano fuori fermata per far salire o scendere un passeggero; di autisti che si fermano davanti un tabacchi o un edicola, per permettere al passeggero di acquistare il biglietto; di autisti che se sale un anziano a bordo del mezzo, prima di ripartire aspettano che si segga… a queste cortesie, cosa risponde il passeggero??? Il più delle volte con il
    silenzio, come se gli fosse dovuto!!! Basterebbe un grazie, un sorriso. Certo di autisti poco cortesi ne esistono, ma credo che la maggior parte abbia perso l’entusiasmo di andare incontro al passeggero.

    3) Non è l’autista a decidere l’orario di partenza!!! Gli orari delle corse sono reperibili a tutti dal sito internet dell’Amat. Se il bus arriva al capolinea in ritardo (causa traffico, guasto) a decidere l’orario di
    ripartenza sono i funzionari che stanno nelle cabine.
    Sono loro a gestire le frequenze!!! E’ più comodo additare l’autista, visto che è lui che interagisce con i passeggeri! Ecco perchè si innervosiscono se si chiede (molto spesso sbraitando) il motivo del ritardo. Che devono rispondere?

    Ovviamente non sono tutti dei Santi… c’è chi approfitta delle situazioni. Ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: ci sono tanti autisti che lavorano seriamente in Amat S.p.A. e dobbiamo trattarli con rispetto!!

  12. Senza parlare le continue aggressioni vandaliche

  13. Vedo che qui a Palermo c’è sempre la mentalità del ” e vabbè, mischino…che fa, non deve mangiare quel povero cristiano?”

    Nessuno dice che non siano essere umani come tutti gli altri, ma evidentemente ho una concezione del lavoro diverso. Se so di non avere molto tempo per il pranzo mi organizzo prima, e di certo non saranno gli altri a “piangere” questa mia dimenticanza. Senza contare che lasciare incustodita una vettura è pericolosissimo.

    Fin quando non sgombreremo la nostra mente da questi ragionamenti “comodisti” e di convenienza, non andremo avanti.
    Come quelli che lasciano la macchina in doppia fila e poi uscendo ti dicono: “e vabbè, che ha premura lei?”

  14. MAQVEDA

    @Giusi, ma non credo che qui nessuno abbia attaccato la categoria degli autisti in particolare, come fossero poi tutti dei mostri. Loro contribuiscono, in molti casi, a rendere ancora più scadente e penoso il servizio. E poi il tuo discorso sulla poca cortesia, perchè poca ne ricevono è comunque insensato. E come il commesso in un negozio, qualsiasi cosa succeda, o qualsiasi cosa possano fare o dire i clienti, anche se hai le balle girate, sarai sempre obbligato a mantenere un atteggiamento cordiale e a sfoggiare un sorriso a 150 denti, perchè è il tuo lavoro, ed essere cordiale con il prossimo al lavoro è un dovere, a prescindere da quanto possa essere st…zo il tuo interlocutore. I miei genitori hanno un’attività commerciale, e non di rado do loro una mano. Ci sono giornate che strozzerei tutti, ma mio padre mi ha insegnato che è doveroso essere sempre gentili con i clienti anche se sono antipatici, pretenziosi, o sgarbati. Identica è a mio dire la posizione di un autista di mezzo pubblico. Certo ho visto gente insopportabile ed esasperante nelle proprie lamentele, e io stesso spesso mi sarei fatto avanti per zittire l’importuno, ma non è comunque una giustificazione. Men che meno giustifico soste o pause durante la corsa per poca disponibilità di tempo, ci si organizza prima, io pago per un servizio, e per quanto non mi piaccia essere il gran pignolo della situazione, non è bello dover vedere certe scene, che prese nel loro singolo sembrano completamente innocenti, ma che se sommate portano a quel modo di fare permissivo, accomodante e lascivo che regna in questa città, che poi causa ritardi e disservizi.

    Detto questo, ho riportato un episodio che ho molto criticato, ma posso dire a gran voce di avere assistito a dimostrazioni di enorme cortesia da parte dei alcuni dei nostri autisti. Dall’aiuto ai diversamente abili nel salire sul mezzo, alla paziente attesa che lentissimi anziani raggiungano e salgano sul mezzo. Ho anche a volte chiacchierato (so che non si dovrebbe fare, ma una volta tanto si può chiudere un occhio;)) con autisti molto cortesi e gentili. Non siamo tutti da buttare via in questa città, c’è anche tanta brava gente.

  15. Giusy

    @ Maqveda @Portacarbone
    Il terzo turno di molti autisti inizia alle 10.30 e termina alle 17.00 circa; mentre il quinto inizia alle 17.00 e termina alle 00.00 circa.

    Credo che non ci si possa organizzare per il pranzo (o la cena) nè prima, nè dopo il lavoro.
    Gli autisti non ricevono i buoni pasto, dunque credo che se potessero farlo, mangerebbero comodamente a casa senza fretta e risparmiando.
    E’ bene essere informati prima di sputare sentenze!!!

  16. mimusso

    Ah, quindi è giusto che si ferma con l’autobus per comprare un panino? Prepararlo a casa e mangiarlo durante la pausa tra una corsa e l’altra, no!?!?

    Dai, non scherziamo, per cortesia…

  17. stay_acid

    il punto è RISPETTARE LE REGOLE…TUTTE: non parlare al conducente, non si sale/scende fuori dalla fermata, non si mangiano panini in servizio, non si aspettano gli anziani che stanno raggiungendo la fermata, non si fuma sul bus ecc ecc ecc
    Le regole (la maggior parte almeno) sono state fatte per il bene comune, le eccezioni sono per il bene di un individio, a discapito della collettività (anche quelle spinte dalla gentilezza)

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