Primavera, tempo di “floating cities” e non solo….

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Le “floating cities” approcciano Palermo. Una mobilità che arriva dal mare.

Le floating cities sono città galleggianti, navi da crociera da 5000 persone che arrivavo a coppia nello stesso giorno a Palermo dalla primavera all’autunno di ogni anno.

Una boccata di ossigeno economico per la città. Turismo nella nostra città, cosa c’è di meglio per risollevare l’economia asfittica di Palermo ?!

Ma oltre a portare migliaia di turisti al giorno e relativi acquisti nei negozi di Palermo, queste “floating cities” cosa portano in città ?

Oltre ai negozianti del centro urbano sono le cabine fisse di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico gestite dall’AMIA ad accorgersi della presenza delle “floating cities”.

Se ne accorgono eccome!

Queste “foating cities” emettono in particolare biossido di zolfo, SO2, come si può rilevare dai dati sull’inquinamento atmosferico della città che vengono quotidianamente pubblicati sul sito web dell’AMIA.

Per capire l’impatto delle emissioni di SO2 delle navi ormeggiate al porto si effettua un analisi comparativa tra 2 stazioni di monitoraggio dell’inquinamento:

– una vicina al porto (Piazza Castelnuovo)

– e una più lontana (Piazza Giulio Cesare).

Il confronto tra la stazione di Piazza Giulio Cesare e quella di Piazza Castelnuovo  per i periodi da aprile a settembre degli ultimi anni (2006-07-08-09) viene effettuato per capire i giorni tipo della concentrazione di biossido di zolfo (S02) e verificare la coincidenza settimanale con lo stazionamento delle navi da crociera al porto.

Le emissioni di SO2 rilevate dalla cabina di monitoraggio  di Piazza Castelnuovo per il periodo primaverile-estivo degli anni dal 2006 al 2009, sono estremamente superiori a quelle rilevate negli stessi periodi dalla cabina di Piazza Giulio Cesare.

La maggiore concentrazione di SO2 nella cabina di Piazza Castelnuovo avviene principalmente nei giorni di martedì, domenica e lunedì. I dati della cabina di Piazza Castelnuovo legano le emissioni di SO2 ai giorni di  stazionamento delle navi da crociera in porto. Con tale metodo “scientifico”, basato sull’analisi di dati oggettivi, si può affermare quindi che è certo che le navi da crociera hanno un impatto negativo sulla qualità dell’aria delle zone della città più prossime al porto.

NORMATIVA ITALIANA

Il Decreto Legislativo n. 205 del 6.11.2007 (di attuazione della direttiva comunitaria n. 2005/33/CE) impone che gli enti portuali effettuino dei controlli documentali sul tenore di zolfo nei combustibili per uso marittimo utilizzato dalle navi in stazionamento nel porto. Per intenderci la norma prevede che l’ente portuale puo’ domandare “la documentazione” al capitano della nave da crociera che arriva al porto di Palermo, attestante il tenore di zolfo del combustibile utilizzato nelle manovre di entrata al porto. Ci domandiamo: ma oltre al controllo di tipo documentale, viene effettuato un controllo strumentale per verificare l’effettivo tenore di zolfo nel combustibile delle navi da crociera? A questa domanda potrebbe rispondere la Capitaneria di Porto.

NORMATIVA COMUNITARIA

La Commissione Europea ha emanato una Raccomandazione della del 8 maggio 2006 (n. 2006/339/CE) “finalizzata a promuovere l’utilizzo di elettricità erogata da reti elettriche terrestri per le navi ormeggiate nei porti comunitari” che prevede per le città con traffico portuale (non c’è dubbio che Palermo rientra in questo caso), la possibilità di realizzare sistemi di fornitura di energia elettrica alle navi in temporaneo stazionamento al porto, permettendo lo spegnimento dei motori.

Al punto 1 la Raccomandazione 2006/339/CE prevede che gli Stati membri dovrebbero prendere in esame la possibilità di installare sistemi di erogazione dell’elettricità dalle reti terrestri per le navi ormeggiate nei porti, in particolare in quelli in cui vengono superati i valori limite per la qualità dell’aria.

Al punto 5 la Raccomandazione  2006/339/CE prevede che  gli Stati membri dovrebbero sensibilizzare le autorità locali competenti delle zone portuali, le autorità marittime, le autorità portuali, le società di classificazione e le associazioni industriali in merito all’erogazione di elettricità dalle reti terrestri.

Nelle “Conclusioni” dell’allegato alla Raccomandazione 2006/339/CE si legge “che per le navi con motori più grandi che approdano regolarmente nello stesso porto, l’erogazione di elettricità da terra dovrebbe essere un’opzione da preferire, sotto il profilo ambientale ed economico, rispetto all’impiego di combustibile contenente lo 0,1 % di zolfo.  In termini economici, questo sistema di erogazione dovrebbe comportare un risparmio per le navi nuove che utilizzano combustibile a basso tenore di zolfo e che approdano regolarmente nello stesso porto, in particolare — ma non solo — in presenza di esenzioni fiscali come quelle consentite dalla direttiva 2003/96/CE. Gli Stati membri e le autorità locali potrebbero voler prendere in esame altri strumenti per incentivare i porti ad investire nell’infrastruttura di erogazione dell’elettricità tramite allacciamento alle reti terrestri e a garantirne l’impiego.”

Quindi….

per concludere ……

considerato il traffico crocieristico di Palermo che sta registrando negli ultimi anni un trend visibilmente crescente, e considerati i dati sull’inquinamento da SO2 nelle zone prossime al porto, rilevati negli ultimi anni dalla cabina di monitoraggio di Piazza Castelnuovo, la logica, ed i principi di buon governo del territorio, riterrebbero opportuno che si procedesse secondo i punti di seguito indicati per  la risoluzione del problema dell’inquinamento:

1-      predisporre un progetto per l’installazione di  sistemi di erogazione dell’elettricità per le navi ormeggiate nel porto di Palermo, individuando gli adeguati canali di finanziamento (ad es. Ministero Ambiente, Ministero Infrastrutture Opere Pubbliche). Chi dovrebbe predisporre tale studio? Sicuramente gli Enti portuali preposti, per competenza, alla gestione dell’area portuale della città.

2-      Sensibilizzare lo stato membro (ai sensi della Raccomandazione della Commissione Europea della del 8 maggio 2006 n. 2006/339/CE) ad occuparsi della possibilità di finanziamento dei  sistemi di erogazione dell’elettricità per le navi ormeggiate nel porto. Chi dovrebbe sensibilizzare lo stato membro? Sicuramente i primi enti a sensibilizzare dovrebbero essere proprio quelli che per competenza gestiscono l’area portuale (Autorità Portuale, Capitaneria di Porto con la presentazione di progetti già elaborati) e poi anche il Governo Regionale (azione politica del Presidente Regione e degli Assessori competenti) nonché l’Assemblea Regionale Siciliana e non meno importante, il Comune di Palermo, area territoriale colpita in maniera diretta dall’inquinamento atmosferico da SO2.

Gli enti territoriali di competenza che possono contribuire, ognuno a vario titolo, a trovare la soluzione al problema sono diversi ed ognuno deve svolgere il proprio ruolo, in tempi certi e precisi, al fine di evitare di arrivare alla conclusione per la quale le “floating cities” potrebbero, oggi, apparire solo come una possibilità di ripresa economica per la città, nascondendo la consapevolezza del nascere e moltiplicarsi di malattie a carico dell’apparato respiratorio di migliaia di cittadini che risiedono in prossimità del porto, con conseguenze non indifferenti a carico della spesa sanitaria regionale.

Anche le Associazioni di difesa del cittadino e i Sindacati hanno l’obbligo morale ed etico di farsi portatori di interesse e di iniziative di sensibilizzazione e pressione verso gli Enti di gestione dell’area portuale, verso il Comune e verso la Regione, magari cominciando anche con una raccolta di firme per sensibilizzare sia opinione pubblica (cittadini) che enti pubblici.

PERCHÉ STIAMO PARLANDO DI TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA !

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23 Thoughts to “Primavera, tempo di “floating cities” e non solo….”

  1. alfonsina

    Bisogna partire al più presto con delle opere urgenti per evitare tutto questo inquinamento delle navi .

  2. AngeloCh

    Voi babbiate.. abbiamo a munnizza dispersa per strada.. topi di dimensioni esagerate che passeggiano per il centro a braccetto e l’articolo conclude con “PERCHÉ STIAMO PARLANDO DI TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA !”. Perché a munniza che é? Cultura popolare?

  3. Panormus

    Si vabbe’ abbiamo capito… vogliamo chiudere pure il porto. Ma di chi è questo articolo?

  4. Prometeus

    Mi rendo conto che il problema è serio. L’inquinamento dell’aria uccide.
    Bisogna installare una centralina di rilevamento all’ingresso del porto. In questo modo si potrà capire quanto davvero le auto incidano sulla polluzione dell’aria e quanto ciò sia piuttosto imputabile alle navi.

    Per il resto, è ovvio che questo tipo di turismo è una risorsa essenziale per la Città e questo basta per ri-bilanciare la situazione. Peraltro siamo ancora invasi dalla spazzatura. Una vergogna per Palermo e per i Palermitani (tranne per chi ci amministra, che, come dicono a York, l’acqua lo bagna e il vento l’asciuga…)

  5. ma chi ha detto che bisogna chiudere il porto?? accendete cortesemente il cervello prima di scrivere senza soffermarvi ai primi pensieri?!

    l’articolo è ottimo, ed è un esperimento che è già stato avviato in collaborazione con l’ENEL nei porti di Venezia, La Spezia e Civitavecchia. il problema è che molte navi non hanno la possibilità di un collegamento diretto con le linee elettriche a terra. devo dire però, com’è possibile che le navi non siano dotate di pannelli solari? almeno in questo modo si ridurrebbe il consumo di corrente anche in caso di erogazione da terra.

    per approfondimenti: http://greeninc.blogs.nytimes.com/2010/02/02/italians-to-electrify-cruise-ships-in-port/

  6. AngeloCh

    @Andrea: hai citato i 3 porti crocierististi più importanti d’Italia. Questi lavori costano un botto. Adattare le navi di più. Sui pannelli solari ad occhio non vedo molte superfici su cui piazzarle e poi volendo fare tutta la nave a pannello solare non credo che se ne ricaverebbe l’energia necessaria.

  7. mao879

    Ma cerchiamo di essere piu’ realistici, in una città come Palermo più che aggrapparsi e questi discorsi dovremmo PENSARE CHE PUBBLICITA’ NE AVREMMO IN FUTURO! QUESTI SIGNORI nel loro bel programmino di escursioni hanno una visita “in una delle citta’ piu’ importanti dell’euromediterraneo” (sono sicuro che ci sara’ scritta qualcosa di simile!) poi la realtà e quella pena di immagine che da Palermo ai suoi visitatori.CHI VIENE QUI NON VIENE PIU’ E NON LA CONSIGLIA AD ALTRI.VERGOGNA CAMMARATA.

  8. @AngeloCh: veramente non ho citato Genova e Napoli. Genova si sta muovendo in questa direzione. Riguardo i costi di un eventuale adattamento, hai dati alla mano? sennò parliamo di aria fritta! le navi più moderne hanno comunque la possibilità di collegarsi alla rete elettrica, già è qualcosa

  9. e poi che significa? Palermo non lo può diventare? bisogna essere per forza un polo crocieristico per avere un servizio del genere? se pensiamo sempre di essere gli ultimi della terra o “non all’altezza”, in questa terra non faremo mai niente di concreto!

  10. AngeloCh

    Andrea, onestamente non ho dati alla mano ma ho sentito qualcosa. In ogni caso vogliamo spendere i soldi così? Ok, dotiamoci di questo modernissimo sistema. Lo costruirà qualche prestanome ru zu Tanu. Poi come scrive mao879 “CHI VIENE QUI NON VIENE PIU’ E NON LA CONSIGLIA AD ALTRI”.

    La mia opinione è che le priorità dovrebbero essere tutt’altre seppure esistendo il problema. Vogliamo rimanere nell’ambito del porto e nell’ambito delle crociere? Ti pare che quello che abbiamo è un terminal? Ti pare che il sistema viario attorno al porto sia adeguato?
    Fino allo scorso anno, per citarne una, Costa Crociere portava 2 navi a settimana, quest’anno 1. Idem MSC. La RCCL credo faccia 1 scalo solo ogni 11gg invece di quello settimanale come fino a qualche anno fa. Nel 2008 ho visto una Holland America (che anno un target leggermente più alto dei carri bestiame nostrani) e credo che facesse scalo settimanalmente.
    La verità è che dal punto di vista delle crociere Palermo è sempre più marginalizzata cause primarie sono le infrastrutture del porto e, ritengo, la sporcizia della città.
    Lo scalo settimanale che fanno Costa ed MSC serve LORO per caricare gli sposini in viaggio di nozze. Non certo per portare i turisti stranieri.

  11. monte_Pellegrino

    Se si potrà fare nel lungo periodo, che si inizino le procedure, ma non bisogna porre problemi alle compagnie proprietarie delle navi da crociera! Tenete conto che ogni nave fa tappa in molte città del metiterraneo: soltanto Palermo deve porre questi problemi? Se si diventa petulanti, si rischia di perdere anche questo magro turismo crocieristico. Dico magro perchè questi turisti “sui generis” usualmente non pranzano nè cenano ne dormono in città, ma sulla nave, per cui lasciano pochissimi spiccioli, magari soltanto per qualche souvenir!

  12. aziz

    Stanno già facendo delle modifiche in tal senso negli stabilimenti di Fincantieri e lo si farà certamente anche nei porti,anche se l’alimentazione delle navi ormeggiate tramite pannelli solari sarebbe un ottima cosa….

  13. tanzyn

    Personalmente dubito che le navi possano influire così tanto sull’inquinamento visto che scaricano i fumi a una altezza notevole, così alta che mi chiedo come facciano le centraline a rilevarla, penso che sia un insieme di navi auto e del caldo che c’è in questo periodo dell’anno e che fa da cappa per l’inquinamento. In ogni caso i pannelli solari non basterebbero a garantire l’energia sufficiente per tutte le navi in porto (ci sono anche i traghetti che stazionano tutto il giorno) e l’elettricità classica avrebbe un costo alto per le compagine di navigazione, senza contare il fatto che ci sarebbe un fortissimo aumento della richiesta di energia che porterebbe problemi di black out (che ci sono già adesso in estate) e ci sarebbe un aumento dell’inquinamento per produrre tale energia; in pratica lo si sposterebbe da una zona a un altra. Non sono un tecnico però penso che per riaccendere quei enormi motori per ripartire ci sarebbe un emissione di fumi molto alta, più alta che tenerli accesi al minimo; bisognerebbe fare seri calcoli ma penso che alla fine convenga che le navi si autoalimentino

  14. @ AngeloCh: sono d’accordo che non sia la priorità, per carità, ma credo che allacciare una nave alla rete elettrica cittadina sia meno dispendioso e più immediato di costruire un nuovo sito di attracco per le crociere (terminal o banchine che siano)

  15. cutronaconsulting

    … da appasionato della città sento di ringraziare per gran parte dei commentari, che in modo civile hanno espresso i diversi punti di vista.
    Adesso però vorrei esprimere il mio pensiero, io credo che questa città dovrebbe fare quel salto di qualità che merita, manca la consapevolezza dei più ancora, ma il tempo è scaduto. Bisogna rendersi conto che solo dagli stessi palermitani che la città può accelerare la sua crescita, crescita significa la consapevolezza che la città siamo noi. Non basta essere gentili con i turisti, ci deridono lo stesso, perchè vedono che non abbiamo rispetto nè per la città nè per gli stessi concittadini. Adesso tornando alle navi che sono piene di turisti, anche in questo caso per coerenza dovremmo ricavare dati ben precisi che testimoniano l’alto tasso d’inquinamento e valutare l’impatto ambientale sopratutto in relazione alla salute delle migliaia di Palermitani che vivono nel raggio incriminabile. Fatto ciò, evitando accuratamente il rischio d’inquinamento “ambientale” presentare un progetto che dimostri equilibrio tra l’impatto ambientale e la quantità di reddito portato dal turista. Ai costi di tale rischio concorreranno anche quelli per la cura delle persone a rischio.

    A proposito invece della soluzione di costruire un nuovo attracco, credo che dimostrerebbe l’inadeguatezza dell’attuale ma … l’altro impatto ambientale finirebbe per distruggere il golfo nelle zone interessate. Invece si potrebbe costruire un altro braccio parallelo a quello esterno che accoglierebbe sino a due navi da crociera, in questo modo si allontanerebbe la poppa delle stesse di almeno 600 metri da dove oggi stanno. I 600 metri di distanza ridurrebbero almeno del 50% gli “arrivi” di SO2 in città. Tutte le navi verrebbero obbligate a costruire un impianto ad energia alternativa su di esse perchè in porto tutti i motori si spengono.
    Per ciò che concerne lo spazzamento della città, come la rimozione dei rifiuti urbani, fanno parte di un sistema che lo stesso palermitano alimenta, il fannullonismo !!. Non sto parlando di tutti, ma di una fetta cospicua che fa pendere l’ago della bilancia verso di essa. La rimanenza che rema verso invece, non è sufficiente a sovvertire il risultato. E’ lì che bisogna lavorare, il resto verrà da solo. Iniziamo a parlare di un migliore senso di responsabilità individuale verso la città. Continuiamo con il dare l’esempio, come gettare le carte nel cestino, le chewingum in un pezzo di carta, l’immondizia dopo le 18 etc etc. Quanti rispettano tutto questo ?. Anche i vigli urbani potrebbero essere chiamati in causa per lavorare in un modo più presente sulle strade, facendo il loro ruolo. Poi si potrebbe spiegare al palermitano che quando un cliente ntra in un esercizio commerciale va salutato sia all’ingresso e all’uscita, anche i turisti se ne sono accorti di questo e sono meravigliati, si chiedono perchè l’esercente palermitano si comporta come uno che fa un favore al cliente e non viceversa … Mi fermo qui perchè i più suscettibili potrebbera prendersela. Un saluto, Claudio Cutrona.

  16. Panormus

    Intanto voglio rassicurare Andrea che il mio cervello è sempre acceso 🙂 “chiudiamo il porto” era ovviamente una provocazione.
    Le emissioni di SO2 vengono continuamente monitorate da chi di competenza e sono entro i limiti previsti dalla legge. L’inquinamento rilevato dalle centraline, secondo me non è dovuto per niente alle navi presenti nel porto ma a tutto quello che vi gira intorno (infatti la domenica non c’è presente nessuna nave da crociera).
    Comincio a dubitare sul corretto funzionamento delle centraline installate a Palermo 🙂 o magari chi deve leggere i dati non li sa leggere 🙂

  17. AngeloCh

    @tanzyn: sul fatto che le navi inquinino non c’è dubbio. Catania ha lo stesso problema, immagino anche Napoli, Genova e Venezia. E’ assodato.

    @cutronaconsulting: provo sempre invidia verso chi è ottimista che le cose in città e nel Paese possano cambiare.
    Mi comporto in modo retto ma sinceramente non ho neppure intenzione di riprendere un ragazzino che butta la carta per terra perché oggigiorno rischi che ti mandano all’ospedale e questo inciderebbe sulla mia famiglia moralmente ed economicamente. Ho da poco istituito un piano di accumulo così che quando vorrà mio figlio potrà andare via.
    Spero sempre che questa città possa avere una svolta ma onestamente non ci conto.

  18. Virus

    Non penso assolutamente che il problema dell’inquinamento sia dovuto alle navi da crociera, ma bensì ai vari traghetti ormai vecchi di decenni.
    Vorrei sottolineare che esiste solo una nave che trasporta 5000 passeggeri ed è la Oasis of the Seas della Royal Caribbean, la più grande nave da crociera del mondo, e sicuramente non farà mai scalo a Palermo.
    Inoltre il flusso di navi da crociera a Palermo sta lentamente diminuendo anche per l’aumento richiesto dall’autorità portuale alle compagnie per l’attracco.
    Se poi vogliamo fare fuggire anche quelle poche che sono rimaste, allora protestiamo pure per l’inquinamento.

  19. Calò

    Scusa, a me questa cosa non risulta. Il traffico delle navi da crociere negli ultimi anni è sempre aumentato nel porto di Palermo, a parte lo scorso anno in cui sai, c’è stata una crisi economica mondiale.

  20. tanzyn

    Che le navi in se inquinino non c’è dubbio, come qualunque cosa che brucia combustibili, ma mi chiedo come facciano a influire così tanto nell’inquinamento della città e come facciano delle centraline, poste a livello strada fuori dal porto, a rilevare ciò che viene espulso a una sessantina di metri di altezza; tra l’altro una nave in porto ha i motori al minimo e lo stesso fumo contenente le sostanze inquinanti è appena percettibile!

  21. AngeloCh

    @tazyn: si capisce perché il biossido di zolfo è il prodotto della combustione del carburante che normalmente usano le navi. Anche se la nave è in porto per motori a minimo intendiamo che comunque sono motori che generano corrente per tutta la nave.

    @Calò: il settore delle crociere non è stato minimamente intaccato dalla crisi in modo specifico per le due compagnie nostrane.

    @Virus: per la Oasis OTS hanno costruito un molo apposta a Fort Lauderdale.. entrerebbe in pochissimi porti.

  22. monte_Pellegrino

    il 15 giugno, 5 navi da crociera contemporaneamente a Palermo per un totale di circa 10.000 turisti: ce la faranno i servizi pubblici a … servire tale massa di persone? Comunque se andassero in tilt, bisognerebbe essere comprensivi! Non sono certo però se effettivamente arriveranno tutte quelle navi, perchè sono solo voci che ho sentito. Qualcuno può confermare?

  23. monte_Pellegrino

    Riparte la stagione delle crociere le navi di lusso scoprono Palermo
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/23/riparte-la-stagione-delle-crociere-le-navi.html

    LA STAGIONE delle crociere quest’ anno si prolungherà fino ai mesi invernali e si potrà brindare al nuovo anno in una delle jacuzzi della Costa Magica. Nonostante il calo generale del turismo crocieristico dovuto al caro petrolio, il porto di Palermo punta sulla “destagionalizzazione” e conferma un trend in crescita. L’ anno scorso, i crocieristi approdati al porto di Palermo sono stati 412.451, una buona fetta dei 2.238.305 passeggeri. Per il 2010, le previsioni sono di 450 mila crocieristi in transito a Palermo

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