Scheletri al Castello a mare: aggiornamento

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Riportiamo un interessante aggiornamento circa la vicenda degli scheletri a cielo aperto v che tutt’ora sono visibili nel parco archeologico a Castello a mare. Aggiornamento e preziosa segnalazione giuntaci dai nostri amici dell’associazione Sikeliotes

“Un caso alquanto controverso è stato aperto a Palermo riguardo al parco archeologico del Castello a Mare, restituito nuovamente alla città nell’agosto 2009, dopo decenni di degrado ed abusivismo. Tutto è partito da una foto, inviata tramite il social network Facebook, da una studentessa in Archeologia all’associazione culturale non riconosciuta denominata ‘Sikeliotes’, il cui scopo primario è quello di divulgare in rete notizie riguardanti disfunzioni e scempi inerenti ai Beni Culturali palermitani e siciliani, per mezzo di filmati su YouTube, servizi fotografici e scritti.

L’immagine in questione ritraeva uno scheletro in una tomba, ed era stata scattata ad agosto, ovvero poco dopo l’apertura del sito del Castello a Mare al pubblico, presso l’area in cui si trovano i resti di una necropoli di età araba. Un componente dell’associazione, specializzando in Antropologia Culturale ed Etnologia, si è allora recato sul luogo per appurare di persona, nonostante fossero ormai trascorsi oltre cinque mesi dal momento in cui venne scattata la fotografia dello scheletro inviata solo da poco dalla studentessa in Archeologia. La zona della necropoli risulta interdetta al pubblico ma comunque accessibile, dato che nessuna barriera insormontabile si frappone tra il visitatore e il sito. Sono state scattate delle foto, è stato girato un breve filmato:

httpv://www.youtube.com/watch?v=dlIdMLB0pmc

E’ stato così appurato che degli scheletri giacciono tutt’ora in alcune tombe aperte.
Entrati in contatto con i responsabili del sito MobilitaPalermo.org e VivaPalermo.net, i componenti dell’associazione Sikeliotes hanno divulgato le immagini ed il filmato in rete, tentando, nel frattempo, di contattare qualcuno della Soprintendenza regionale perché potesse spiegare i motivi di una simile incuria. Entrati in contatto con la responsabile della Soprintendenza per gli scavi del Castello a Mare di Palermo, dott.ssa Francesca Spatafora, hanno ricevuto la risposta che in effetti non si tratti di scheletri autentici ma di calchi in gesso a scopo dimostrativo, dato che la necropoli araba sarebbe stata aperta al pubblico solo qualche tempo dopo; inoltre hanno anche subito una serie di minacce di querela per aver oltrepassato un limite di una zona ad accesso vietato. Nonostante le cortesi insistenze della Sikeliotes, i cui componenti affermano che si tratti invece di scheletri autentici – visto che i frammenti ossei non si presentavano compatti ma a tratti sparsi sul terreno e che presentavano segni di rottura con palese messa in evidenza di porosità ossea, e nonostante gli inviti a visionare le fotografie fatte e il filmato in merito – la risposta della dott.ssa Spatafora è parsa categorica: non avrebbe visionato alcunché perché già in possesso di tutta la documentazione necessaria per affermare che si tratti di calchi, e che non avrebbe ascoltato chi s’è permesso di fotografare e mettere in rete qualcosa per cui sarebbe occorso un permesso.
In questo modo, dunque, la questione sembra entrare in stallo, mentre i resti di antichi scheletri umani continuano a rimanere in balìa degli agenti atmosferici, della fanghiglia e della vegetazione spontanea.”

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11 Thoughts to “Scheletri al Castello a mare: aggiornamento”

  1. ARCHIMEDE

    Citando l’ultima frase

    mentre antichi scheletri umani continuano a rimanerere in balìa della fanghiglia…come del resto quasi tutto in questa città !

  2. p-op72

    penso che tutto ciò si lasci a bocca aperta! La gente cerca la storia, ama la cultura e noi che di questo ne siamo pieni, lasciamo tutto a perdere, e abbiamo pure il coraggio di sostenere tesi assurde come i calchi in gesso! non sanno riconoscere i propri sbagli, ERRARE E PERSEVERARE, l arroganza di dire che… è insito nei palermitani che non amano la loro città e che pensano solo a lavorare per il proprio stipendio! pensiamo a quanti ragazzi, a quante associazioni farebbero molto e sopratutto con passione e magari a titolo gratuito o senza scopo di lucro, come potremmo rilanciare LA NOSTRA PALERMO, invece di avere persone lì… solo per il vile denaro e lo stipendio. MANDIAMO TUTTI INSIEME LA SEGNALAZIONE A STRISCIA MAGARI LA PETIX POTRà RISOLVERE IL TUTTO [email protected]

  3. grillo79

    ossa in gesso???? ma questa cosiddetta dottoressa spatafora pensa di prendere in giro noi o se stessa???? sull’eta delle ossa possiamo discuterne ma che siano veri si vede lontano un miglio….ma come si fa a negare l’evidenza così??? non si vergognano?

  4. Io non sarei così veloce ad incolpare la sovrintendenza, che spesso anzi vigila troppo. Se sono così sicuri avranno un motivo.

  5. @Paco, sicuri di che?
    Sicuri di prenderci in giro? 😀

  6. Salvo68

    @Paco
    la sovrintendenza spesso anzi vigila troppo ? In una terra dove l’abusivismo è la regola ci si lamenta dei controlli della sovrintendenza ? Boh…

  7. @ Antony, perché l’associazione non fa una denuncia ai carabinieri e si arriva ad una conclusione? I carabinieri hanno un nucleo dedicato alla tutela dei beni culturali e hanno l’obbligo di intervenire davanti a simili segnalazioni. Se si riscontrasse un illecito ci potrebbero essere serie conseguenze penali per chi non ha vigilato. Per questo ti dico.

    @Salvo68, la sovrintendenza dei beni culturali non vigila sugli abusivismi edilizi ma sugli interventi al patrimonio architettonico, posso dirti, per esperienza visto che è il mio campo, che a volte eccedono

  8. @ Paco

    Speravamo di risolvere la questione senza prendere in causa le forze dell’ordine. Se dovesse essere necessario, non esiteremmo a recarci anche dai Carabinieri. Abbiamo tutto il materiale per dimostrare che non siamo noi i visionari e che sia qualcun altro che vuorrebbe farci passare per tali, anche senza l’esistenza di prove. Ti garantisco che la Spatafora è parsa anche un po’ meno ‘aggressiva’ quando le è stato detto che chi ha fatto il sopralluogo ‘abusivo’ è un antropologo. Sono stati chiesti pareri ad archeologi di professione sul web tramite le immagini ad altissima risoluzione da noi scattate, e il parere che si tratti di scheletri autentici è assolutamente unanime.

    Visto che si tratta del tuo campo, perché non ci spieghi tu il motivo per cui la Soprintendenza avrebbe dovuto agire in questo modo nei riguardi di scheletri umani, probabilmente proprio d’epoca araba?

  9. @ Sikeliotes, non so quale siano le ragioni della sovrintendenza. E’ il mio campo, sono un archeologo, ma purtroppo non lavoro per la sovrintendenza. Non sono mai faciloni nella valutazione di certe situazioni, sono molto attenti, a volte addirittura si eccede.

  10. E’ proprio questo ciò per cui non so darmi una risposta, Paco. Anche io so che la Soprintendenza abbia fatto degli ottimi lavori anche per quanto riguarda altri importanti siti come quello di Ustica o per il restauro della Palazzina Cinese (tutte situazioni curate proprio dalla Spatafora); quindi, davvero, sto impazzendo appresso a questo caso così assurdo e controverso…

  11. […] Riportiamo un articolo de La Repubblica circa la vicenda degli scheletri rinvenuti nel parco archeologico Castello a Mare, e di cui abbiamo già ampiamente discusso […]

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