La frustante lotta del cittadino per educare le istituzioni

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Da tempo Mobilita Palermo collabora con i fantastici ragazzi del comitato Spazio Pubblico nella lotta per la pedonalizzazione di piazza Bellini. Inutile dire quanto importante sia per una città come la nostra poter usufruire di spazi pedonali a misura di cittadino intesi come centro di aggregazione sociale e architettonico-monumentale. Di risultati ne sono stati ottenuti: vedasi il successo riscosso per "UNA GIORNATA IN PIAZZA", quando per un giorno Palermo si è reimpossessata forzatamente di una piazza che fu, tra le minacce dei commercianti e le proteste degli automobilisti, la cui bellezza è quotidianamente oscurata da un  caos di macchine e smog.

Vedere la piazza trasformata, respirare aria pulita, le mamme coi passeggini, i bambini che correvano senza mai stancarsi, i sorrisi della gente che partecipava ai giochi, l’ammirazione dei turisti o, semplicemente, lo splendore dei suoi monumenti senza lo sfregio di un parcheggio di fronte…tutto ciò non ha avuto prezzo.

La vita civile a Palermo è tagliata fuori, tagliata da una sottocultura fomentata dai provvedimenti scellerati e spesso di bassa natura delle varie amministrazioni che si susseguono, e che non fanno assolutamente nulla per garantire uno standard di vita adeguato, non tanto al resto d’Europa, ma quantomeno al resto d’Italia. Mentre l’Europa va avanti, noi siamo fermi e spesso sappiamo solo tornare indietro. A Palermo non esiste socialità, non è possibile "fermarsi"… non è possibile trovare un luogo dove potersi sedere, ammirare in silenzio un monumento, parlare con un amico sorseggiando un caffè, isolarsi per un istante e allontanare l’assordante cacofonia del traffico onnipresente. La vita a Palermo è stressante…l’unica possibile conseguenza di questa giungla quotidiana in cui solo il più forte sopravvive, è una consueta mancanza di civiltà e amore per il prossimo, oltre che svariati problemi di salute. Le amministrazioni ovviamente ci sguazzano, se ne fregano, loro hanno i privilegi…Palermo capitale del feudalesimo.

La politica qui è intesa come porta di accesso al mondo di quelli che contano. Da qui anche la paura di prendere scelte impopolari, di avere il coraggio di decisioni che, a discapito delle cattive abitudini di molti, possano però rendere la città un posto più vivibile. Non devi scegliere, devi solo salire e mettere radici per garantirti una posizione sul piedistallo. Ma la Palermo civile si sta svegliando e lotta quotidianamente per la propria città. Ormai i comitati sorgono come funghi, perchè la gente si è stancata. Ci siamo tutti stancati di vedere la nostra città abbandonata, di vedere in atto provvedimenti solo quando fanno comodo ai potenti. Ci stiamo pian piano reimpossessando della nostra città e facciamo sentire la nostra voce.

Di questi giorni la notizia che, a seguito dell’iniziativa del 4 aprile, era arrivata l’ordinanza per la chiusura al traffico della parte centrale di piazza Bellini. Quasi un sogno! Beh, ovviamente no… piuttosto dalla padella alla brace. Si perchè i nostri consiglieri hanno intenzione di spostare il loro parcheggio privilegiato nella pedonale piazza Pretoria. Questo fa riflettere, fa riflettere sul tipo di gente che sta lassù…gente con una sensibilità nulla verso la città e verso il suo immenso patrimonio artistico. E’ un insulto nei confronti di chi ogni giorno versa il sangue per una causa mirata al bene collettivo senza intascare una lira, ma impiegando anzi il proprio tempo e il proprio denaro.

E’ frustrante che il cittadino debba difendersi da chi ha votato, è frustrante che siamo noi a dover educare questa gente, quando dovrebbe essere tutt’alpiù l’esatto contrario! Il consigliere Nadia Spallitta ha dichiarato che si batterà per il ritiro dell’ordinanza, aggiungendo: «Mortifica i monumenti , quando la seduta del Consiglio è di mattina, i miei colleghi possono tranquillamente venire a lavoro in autobus». Strano, proprio lei che, durante la consegna da parte del comitato Spazio Pubblico delle lettere che chiedevano la rinuncia al posto privilegiato di piazza Bellini, era stata beccata insieme al consigliere Antonella Monastra a parcheggiare insieme a tutti gli altri in piazza della Vergogna (in questo caso casca a fagiuolo! non me ne voglia Riccardo Agnello per questo piccolo furtarello di battuta). Come dire "meglio tardi che mai".

La piazza in realtà non è mai stata pedonale, ci hanno sempre parcheggiato, con i vigili a due passi che stavano a guardare.

E’ inconcepibile per loro doversi abbassare a cercare parcheggio come tutti i comuni mortali. La casta non si abbassa a utilizzare il mezzo pubblico, a prendere il taxi, a organizzare navette…no! La casta utilizza le corsie preferenziali, parcheggia dove vuole e ha uno stipendio scandaloso, che si aumenta a proprio piacimento,  per offrire in cambio un servizio pietoso alla città. Pochi i dissociati,  Fabrizio Ferrandelli dichiara a la Repubblica: «Non si può liberare piazza Bellini e occupare piazza Pretoria , e poi penso ai dipendenti del Comune, le centraliniste ad esempio, che la sera finiscono tardi e devono recuperare la macchina posteggiata chissà dove. Anche noi consiglieri possiamo fare lo stesso. La soluzione prospettata dal presidente Alberto Campagna – riservare alcuni posti in piazza Borsa nelle serate in cui c´è seduta del Consiglio comunale – mi sembra quella su cui lavorare».

Triste a dirlo ma, a Palermo, una città con un’infinità di problemi che dovrebbero essere affrontati e possibilmente risolti, siamo finiti a discutere di dove far parcheggiare i consiglieri! La lotta continua, la frustrazione anche…ma prendiamo coraggio da queste immagini e continuiamo a sognare una Palermo diversa senza mai mollare!

 

 

 

 

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8 Thoughts to “La frustante lotta del cittadino per educare le istituzioni”

  1. fatamorgana

    i comitati come Spazio Pubblico Palermo, i gruppi attivi come Mobilita Palermo e altri con le stesse sensibilità devono continuare, costantemente, a informare i cittadini e ad organizzzare eventi per aumentare la consapevolezza sullo stato e Tutti i gruppi attivi a Palermo nel campo del sociale e della cultura possono tenere costanemente il fiato sul collo delle istituzioni stesse al fine di far comprendere (ai consiglieri comunali, agli assessori, al sindaco) quel che di pubblico puo’ essere cambiato per essere maggiormente e meglio fruibile dalla collettività.

    Ritengo che aspetti fondamentali in questa fase siano:
    – la costanza dell’azione dei gruppi e dei comitati (manifestazioni e giornate dimostrative con fini propositivi e creativi);
    – la rete e la sinergia tra questi gruppi, piu’ si è meglio è;
    – l’informazione e la comunicazione costante ai cittadini, alle istituzioni pubbliche, ai vari portatori di interesse (commercianti, sindacati,….).

    Con le azioni e le giornate dimostrative si possono trasmettere chiari segnali propositivi alle istituzioni e alle categorie interessate di come si potrebbero vivere gli spazi pubblici della città, diversamente da oggi.
    Con la costante comunicazione si potrebbe fare un lavoro di sensibilizzazione ed educazione ad un uso migliore (piu’ salutare, piu’ divertente, più ludico) degli spazi pubblici urbani.
    Con le reti e le sinergie delle Associazioni e Comitati si potrebbe costruire un lavoro articolato e socialmente pregevole di fruizione dello spazio pubblico della città.

    Ma una cosa penso deve essere chiara. Nessuno si puo’ sostituire alle istituzioni pubbliche. Se l’amministrazione non gestisce in maniera efficace ed ottimale le piazze pubbliche, nessun comitato puo’ gestirle. Chiedere la gestione di una piazza pubblica come piazza Bologni o Bellini significa chiedere la luna.
    Si puo’ chiedere all’amministrazione comunale di impegnarsi con una delibera di consiglio a dare a quella piazza specifica un uso privilegiato per realizzare costanti manifestazioni culturali e artistiche che non prevedano l’ingresso di autovetture o scooter; si puo’ chiedere al comune di approvare un regolamento comunale che dia ai cittadini la possibilità di progettare e realizzare microprogetti di arredo urbano in sussidiarietà (come prevede l’art. 23 della recente Legge n. 2/2009); si puo’ chiedere la pedonalizzazione di 5-10-15 piazze storiche del centro, tutto questo puo’ essere chiesto da Associazioni e Comitati e Cittadini.
    Ma mai puo’ essere chiesta la gestione totale di una piazza. Quella spetta al comune. I rappresentanti comunali (consiglieri, assessori, sindaco, dirigenti, funzionari) sono pagati anche e soprattutto per questo.
    La cittadinanza attiva portata avanti dalle Associazioni e Comitati deve essere un input per far cambiare rotta all’amministrazione comunale nella gestione di determinate politiche urbane, quale quella dell’uso degli spazi pubblici.

  2. Oltre che aver passato una giornata veramente diversa e originale, queste iniziative devono spingere ad alzare la soglia di attenzione da parte dei politici, che prima o poi ci dovranno sbattere la faccia perchè coinvolti in maniera diretta o indiretta.
    Sapere che la gente oramai gli sta col fiato sul collo non può che aumentare le loro preoccupazioni.

    Già alcuni consiglieri si sono contraddetti con i fatti. Occorre perseverare e metterli con le spalle al muro.

  3. @fatamorgana

    Ma magari ci levassero questo peso di dosso! 😀 Purtroppo quando non c’è nessuno a fare l’interesse della città, sono i cittadini che a loro spese devono interessarsi e spendere il proprio tempo. Se poi pensi che questa gente la paghiamo, beh è impossibile non provare rabbia

  4. antonello

    La sosta riservata in p.zza Pretoria, per i consiglieri comunali, è un
    diritto previsto dalla legge o un evidente abuso della legge?
    Poco tempo fa, i quotidiani locali si sono occupati delle rivendicazioni
    “istituzionali” dei politici locali circa il preteso diritto di sosta dei loro veicoli privati.
    Qualche cronista si è posto il legittimo interrogativo sul <>.
    Qualcun altro ha evidenziato come siffatta pretesa, superando ogni contrapposizione ideologica, abbia accomunato trasversalmente tutti i politici, coesi nello stigmatizzare il rilascio di un pass il cui utilizzo era stato inizialmente limitato a “ motivi di servizio” e comunque non esteso anche alla possibilità di sosta gratuita nelle zone blu (oltre che in zona di divieto ed in aree appositamente riservate), aspetto quest’ultimo che li avrebbe
    parificati a tutti gli altri cittadini cui è imposto l’odiato pagamento della tariffa.
    Come cittadino che ha sempre rispettato le regole mi domando se il rilascio di siffatte autorizzazioni in favore dei consiglieri comunali et similia sia sconfinato oltre l’ambito di ciò che l’opinione pubblica avverte
    come un malcelato privilegio, interessando forse l’area dell’illecito penale.

    Le norme regolatrici della materia prevedono ipotesi tassative di rilascio delle autorizzazioni di sosta a particolari categorie di veicoli fra le quali
    il nostro prudente Legislatore non sembra avere incluso le vetture
    private degli esponenti politici-istituzionali.
    L’art. 7 del codice stradale prevede testualmente la riserva di spazi di sosta esclusivamente ai veicoli degli organi di polizia, dei vigili del
    fuoco, dei servizi di soccorso e di quelli adibiti al servizio delle persone invalide.
    La stessa norma prescrive inoltre che nei casi di sosta vietata possono essere accordati permessi ai veicoli riservati a servizi di polizia ed a quelli utilizzati da esercenti le professioni sanitarie, nonché dalle persone disabili.
    Il testo della legge, come si vede, è già sufficientemente chiaro nell’escludere la possibilità di concedere il privilegio preteso dai politici in questione. Ma un’ulteriore conferma in questo senso si ricava, ad abundantiam, da una lettura storico – sistematica della normativa.
    Il previgente codice della strada prevedeva una norma di più largo respiro che nella sua formulazione generale ed astratta (art. 4 comma 4 T.U. n. 393/59) avrebbe consentito oggi, con i dovuti accorgimenti, la possibilità di
    riconoscere ai politici il preteso diritto.
    Quella norma però aveva occasionato un c.d. abuso di discrezionalità attraverso provvedimenti amministrativi che avevano finito col privilegiare l’utilità privata a discapito del pubblico interesse.
    Per questo motivo il legislatore del’92 pare abbia fatto un passo indietro escludendo ogni discrezionalità amministrativa e riservando a se stesso il compito di individuare le ristrette categorie di veicoli che possono beneficiare delle autorizzazioni di sosta.
    A fronte di tali riflessioni sembrerebbe, dunque, che la riserva di appositi spazi di sosta e comunque il beneficio di esenzione dall’obbligo di corrispondere la tariffa di sosta per tutte le zone a pagamento, per effetto di una autorizzazione amministrativa rilasciata a tal fine, sia una condizione di vantaggio patrimoniale che se ingiusto e contra legem potrebbe concorrere ad integrare il reato di abuso d’ufficio.
    Anche sotto l’ulteriore aspetto dell’autonomia normativa degli enti locali, le procedure ed i presupposti per il rilascio dei permessi di sosta sono compiutamente disciplinati dalla legge secondo una prospettiva di rinvio e
    collegamento a provvedimenti a contenuto limitativo o inibitorio, adottabili in presenza di ragioni contingenti, non collocabili in ambito politico-programmatico ma ancorati ai profili tecnico-gestionali che, in quanto tali, non lasciano spazio alla possibilità di ingerenze da parte di coloro che, come qualche nostro consigliere comunale, rivendica perfino la titolarità di una potere regolamentare in materia.

  5. marcozs

    sti consiglieri non si meritano neanche l’abbonamento gratuito all’amat, cacciamo loro e le loro auto a calci in culo.

  6. tixxi

    Bellissima iniziativa…complimenti…;)

  7. […] della pedonalizzazione di piazza Bellini. Come avete già appreso dal precedente articolo "La frustrante lotta del cittadino per educare le istituzioni" , la parte centrale della piazza è ora pedonalizzata. Di fatto no , perchè […]

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