Nuove aree da riqualificare, opportunità per rilancio e per investimenti privati

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Dal sito del comune:

WATERFRONT, INVIATA AL CONSIGLIO LA DELIBERA PER RIQUALIFICARE LE AREE URBANE
Dodici "aree bersaglio" sulle quali disegnare il futuro del waterfront di Palermo. La strategia per una profonda trasformazione urbanistica dell’asse costiero, in una prospettiva organica di riqualificazione e sviluppo che abbraccia anche il porto e il centro storico.
Lo prevede la proposta di deliberazione che l’assessorato all’Urbanistica ha inviato al Consiglio comunale per l’acquisizione del parere favorevole sia all’intesa tra Comune e Autorità portuale sul nuovo Piano regolatore del porto di Palermo, presentato un mese fa dall’Autorità stessa, sia all’individuazione delle zone urbane da valorizzare attraverso specifici studi e progetti.

Oltre al porto e al centro storico, le aree interessate sono quella dell’ex stazione Lolli, quella del cosiddetto "trincerone" ferroviario intorno alla stazione Notarbartolo, la foce dell’Oreto con l’ex deposito locomotive (futuro parco urbano della foce), l’ex gazometro di via Tiro a Segno, il Borgo Vecchio, il comprensorio Sampolo-Mercato ortofrutticolo, il tratto Ucciardone-Fiera, l’Acquasanta con l’ex Manifattura Tabacchi, ospizio marino-Arenella e, infine, l’ex Chimica Arenella.
Tra i principali criteri di intervento, il recupero edilizio, il risanamento ambientale, la realizzazione di strutture per la cultura, gli eventi e il tempo libero, lo sviluppo dei servizi e delle attività economiche (tra cui quelle ricettive).
Il testo trasmesso all’Assemblea di Sala delle Lapidi detta le linee guida per la riprogettazione di ciascuna area. Viene affidato agli uffici tecnici comunali il compito di predisporre, dopo il voto del Consiglio, tutti gli elaborati necessari, creando appositi gruppi di lavoro interdisciplinari sotto la supervisione della Direzione generale. Nella fase d’attuazione è previsto anche il coinvolgimento del partenariato pubblico e privato.
 

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2 Thoughts to “Nuove aree da riqualificare, opportunità per rilancio e per investimenti privati”

  1. Jimmy Reptile

    Qualche tempo fa, non ricordo dove, lessi che l’Ucciardone è uno di quei carceri che doveva essere chiuso e che ancora non lo si è chiuso perché prima devono realizzarne un altro per sostituirlo; se ciò è vero perché non aspettarne la chiusura prima di riqualificare quell’area, infatti, quando la struttura non sarà più adibita a carcere si potrebbe sfruttare l’area attualmente occupata realizzando giardini, museo, parco ecc….
    Non vorrei che si riqualifichi l’area e poi magari dopo 12-18 mesi ci si ritrovi con lo spazio oggi destinato al penitenziario non inquadrato in un piano di recupero dovendo rifare tutto da capo

  2. piero82

    BHE A DIRE LA VERITà SONO ANNI CHE PENSO QUESTO DELL’UCCIARDONE…ASSURDO TENERE UN MONUMENTO STORICO COME QUELLO(ANCORA COME CASA CIRCONDARIALE)SI DEVE ASSOLUTAMENTE COSTRUIRE UN NUOVO CARCERE,RISTRUTTURARE L’UCIARDONE E APRIRLO AL PUBBLICO E TURISTI

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